Il suolo, o terreno, è un corpo naturale, derivato dalla trasformazione della roccia originaria per opera di processi fisici, chimici e biologici che nell’insieme danno luogo alla pedogenesi.
Se il risultato dell’alterazione delle rocce rimane sul posto, i suoli si definiscono autoctoni. Se per opera dell’acqua, dei ghiacciai, del vento o della gravità i materiali vengono mescolati e trasportati verso zone più basse o più lontane, i suoli si dicono alloctoni o di trasporto.
I suoli si caratterizzano per le proprietà che posseggono;
esse sono di natura fisica, chimica, biologica. Caratteristica importante dei suoli è la presenza di sostanza organica, da cui deriva l’humus, originata dai residui di piante, dall’attività di microrganismi aerobici e anaerobici, nonché da apporti dovuti all’uomo. Il contenuto di tale sostanza è percentualmente basso, di norma non più del 3-4,5%.
Dal punto di vista chimico, il suolo è formato da carbonati, ossidi, silicati. Fra questi ultimi diventano significativi i materiali argillosi, dotati di caratteristiche colloidali assai spiccate, capaci di assorbire acqua ed elementi nutritivi per cederli poi, in particolari condizioni, al sistema soluzone circolante-pianta.
Al dinamismo proprio dei caratteri colloidali e alla presenza di sostanza organica è dovuta, in grande misura, quella particolare proprietà dei suoli detta fertilità.
Dal punto di vista fisico, il suolo è costituito da particelle di varia dimensione che ne influenzano le proprietà agronomiche, classificabili come in tabella I.3.