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 Fragola

FRAGOLA - STRAWBERRY
INQUADRAMENTO BOTANICO
Divisione
Magnoliophyta
Classe Magnoliopsida
Ordine Rosales
Famiglia Rosacee
Sottofamiglia
Rosoideae
Genere Fragaria
Specie Fragaria vesca, F. chiloensis, F. ananassa, F. virginiana

     

 Caratteri morfologici


Rosacea del genere Fragaria, con le specie Fragaria vesca (fragola di bosco), F. viridis, F. ananassa (fragoloni). Le cultivar attualmente coltivate sono ibridi derivati da specie americane (F. chiloensis, F. virginiana) (4.3). Si tratta di piante erbacee rizomatose e stolonifere, con radici sottili che si approfondiscono poco; il fusto, cortissimo, è un rizoma; le foglie, disposte a rosetta, mostrano piccioli lunghi e tre foglioline munite di denti sui bordi.
I fiori, bianchi, hanno un ricettacolo con numerosi pistilli che formano, dopo la fecondazione, piccoli acheni immersi nella particolare infruttescenza che i botanici denominano sorosio. La propagazione è essenzialmente di tipo agamico (tramite stoloni) oppure viene effettuata tramite piantine moltiplicate per via meristematica.
Convenzionalmente la fragolicoltura è spesso associata alla frutticoltura maggiore (piante arbustive e arboree), ma per le esigenze specifiche del suo ciclo vegetativo e in piena sintonia con le colture ortofrutticole di base (siano esse in pieno campo o in serra), l’abbiamo compresa nella trattazione delle colture erbacee da orto.

     

 Esigenze ambientali


Dal punto di vista delle esigenze pedoclimatiche, la fragola presenta una discreta adattabilità ai diversi ambienti. In Italia, è coltivata dal livello del mare fino ad altitudini superiori ai 1.000 m. Essendo specie microterma, resiste anche a temperature al di sotto di 0 °C; tuttavia, durante la fioritura, gli sbalzi termici possono ridurre notevolmente l’impollinazione o addirittura provocare l’aborto del gineceo.
La temperatura minima critica per la fioritura è tra -2 e 0 °C, la massima in coltura protetta è tra 25 e 30 °C.
La temperatura ottimale in fase vegetativa è 10-13 °C di notte e 18-22 °C di giorno. La fragola predilige i terreni di medio impasto non compatti e poco calcarei, meglio se ricchi di sostanza organica, adattandosi anche ai terreni argillosi. È importante evitare ristagni idrici perché conducono a condizioni di asfissia radicale e ad attacchi di crittogame. Preferisce terreni con pH compreso tra 5,5 e 7,0;
il contenuto in calcare attivo non deve essere superiore al 5-6% e la salinità deve essere inferiore ai 2 dS/m. Sotto serra o tunnel teme eccessi termici e di umidità.
È esigente in fatto di nutrizione, richiede buone dosi di fertilizzanti, specialmente potassio (4.5). La coltura deve essere irrigata sin dall’inizio a causa della modesta espansione dell’apparato radicale, incapace di sfruttare le riserve idriche “profonde”: circa 6.000-8.000 m3/ha, durante l’intero ciclo colturale, con valori più elevati per le cultivar rifiorenti (4.6).

     

 Scelta varietale


Secondo le modalità di fioritura, le varietà di fragola si possono classificare in:
varietà unifere: piante, in genere, non rifiorenti. La differenziazione fiorale avviene in autunno, con un periodo di luce inferiore alle 12 ore (brevidiurne). In primavera si ha la maturazione dei frutti in circa un mese;

     

 Fragola: varietà a confronto

Alba: cultivar brevidiurna, molto precoce e produttiva, adatta agli ambienti centro-settentrionali. Il “frutto” è di buon peso medio, caratterizzato da buona resistenza alle manipolazioni e ai trasporti. La raccolta risulta agevolata da una buona contemporaneità di maturazione e dal facile distacco dei “frutti” dalla pianta. È tollerante alle più comuni malattie della specie.
Antea: cultivar unifera a maturazione medio-precoce adatta a tutti gli areali del Nord, con elevata produttività.
I “frutti” sono di bell’aspetto (forma conico-allungata, molto regolare), di colore rosso-brillante piuttosto stabile durante la conservazione, con polpa consistente e di buon sapore.
La pianta presenta una certa sensibilità ai patogeni dell’apparato radicale che, nei casi più gravi, possono portare al loro collasso soprattutto nelle fasi centrali della raccolta;
richiede quindi terreni sani e fumigati.
La varietà è suscettibile ad oidio e batteriosi (Xanthomonas fragariae).
Aprica: varietà unifera ad alto fabbisogno in freddo. Adatta agli ambienti continentali europei. Molto rustica con ottima tolleranza alle malattie e, in particolare, all’oidio. Portamento eretto.
Produttività molto elevata. I “frutti” sono attraenti, conici, regolari, di pezzatura elevata e costante. Consistenza ottima e shelf-life molto buona. Il colore è brillante e omogeneo anche a basse temperature. Ottima resistenza alla pioggia. Il sapore è buono con equilibrio tra dolcezza e acidità. La struttura della pianta e dell’infiorescenza rendono molto agevole la raccolta.
Argentera: varietà unifera a fioritura e maturazione molto tardiva. Vigorosa, habitus vegetativo folto, elevato accestimento e medio-elevata produttività.
Il “frutto”, di bella forma conica, sempre regolare e uniforme, è di buon sapore, media consistenza della polpa e resistenza della superficie, di colore rosso-aranciato, molto brillante e stabile anche nel post-raccolta. Rustica e dotata di una buona tolleranza ai patogeni dell’apparato radicale e all’oidio; è poco suscettibile a Colletotrichum acutatum e a Xanthomonas fragariae. È adatta agli areali del Nord e della Valle Padana.
Asia: cultivar unifera, medio-precoce, adatta agli areali centro-settentrionali.
Buona vigoria, portamento medio-assurgente e buona produttività. “Frutto” di forma conico-allungata, superficie resistente, grossa pezzatura, colore rosso intenso, molto brillante. Polpa di buona consistenza e di elevato grado zuccherino.
Adatta alla coltivazione in tunnel e in pieno campo. Da preferirsi su terreni sani o fumigati.
Suscettibile ad antracnosi.
Brilla: selezione unifera a maturazione precoce, con medio-elevato fabbisogno in freddo invernale. Vigorosa, rustica e molto produttiva, adatta anche a terreni non fumigati. Frutti di grossa pezzatura, forma conico-allungata, regolare, di colore rosso aranciato, molto brillante. Polpa di media dolcezza, consistente e di medio sapore. Si adatta all’utilizzo di piante sia frigoconservate sia fresche (“cime radicate”).
Camarosa: varietà brevidiurna, unifera, adatta agli ambienti meridionali, attualmente molto diffusa nelle aree fragolicole campane e calabresi.
Lo sviluppo vegetativo della pianta è in qualche caso eccessivo, soprattutto su terreno fumigato, con ripercussioni negative anche sull’impollinazione dei fiori e quindi sull’incidenza dei frutti deformati.
Il “frutto” è di bella forma, molto consistente, di buone caratteristiche qualitative, ma di colore un po’ troppo scuro e non sempre brillante. La pianta è suscettibile ad antracnosi.
Candonga: cultivar unifera adatta agli ambienti meridionali. La pianta presenta buona rusticità; i “frutti” sono di forma perfettamente conico-allungata, molto regolare, di bell’aspetto, di lunga shelf-life per l’elevata consistenza della polpa; le caratteristiche organolettiche sono di alta qualità grazie alla notevole dolcezza del “frutto”. I principali limiti sono la produttività non sempre elevata soprattutto quando l’epoca di piantagione è tardiva.
Clery: cultivar unifera, a maturazione precoce, adatta agli ambienti settentrionali.
Vigorosa e molto produttiva. Il frutto, conico sempre molto regolare, è di colore rosso-aranciato, molto brillante e di buone caratteristiche qualitative. La pezzatura, che tende a calare notevolmente nella seconda fase della raccolta, rappresenta il limite principale di questa varietà.
Cristina: cultivar unifera a maturazione tardiva. Elevata produzione. Il frutto è di pezzatura elevata, forma conica corta, colore rosso-aranciato abbastanza brillante. La polpa è caratterizzata da buona consistenza con un medio-elevato sapore. Non risulta particolarmente sensibile ai principali patogeni.
Darselect: varietà unifera caratterizzata da elevate caratteristiche qualitative del frutto. È diffusa nelle colture autunnali del veronese. La pianta è suscettibile all’oidio e alla vaiolatura fogliare.
Elsanta: varietà unifera da colture programmate in suolo e fuori suolo negli ambienti settentrionali. Il frutto ha buone caratteristiche qualitative e ottima shelf-life. Molto suscettibile ai patogeni dell’apparato radicale. Predilige ambienti caratterizzati da temperature primaverili piuttosto fresche. È suscettibile ai danni da freddo invernale senza copertura nevosa.
Florida Fortuna: cultivar unifera, brevidiurna. Adatta ai climi caldi dei paesi del Mediterraneo, maturazione precoce, produttiva e che fornisce frutti di qualità.
Il frutto è di grosse dimensioni, forma conica, colore rosso-aranciato brillante.
Sapore eccellente. Resistente alle manipolazioni e ai trasporti.
Garda: cultivar unifera, a maturazione precoce. Media vigoria, medio accestimento, buona produttività sia in primavera che nel periodo autunnale. Frutto di bella forma conica, regolare, resistente alle manipolazioni, la pezzatura dei frutti tende a diminuire nella seconda parte della raccolta. Polpa dolce, molto consistente ed elevata shelf-life. Adatta alla coltivazione sia in tunnel che in pieno campo (resistente alle piogge).
Joly: cultivar unifera ad alto fabbisogno in freddo, con epoca di raccolta intermedia e prolungata. Rustica, vigoria medio-forte, portamento eretto. Elevata produttività. Il frutto è di forma conico o tronco-conica, elevata pezzatura, colore rosso brillante molto attraente e omogeneo.
La polpa è completamente colorata di rosso, di ottima consistenza, molto resistente alle manipolazioni. Qualità organolettiche di assoluta eccellenza, con sapore molto zuccherino e di ottimo aroma. Ottima la conservabilità e la shelf-life.
Jonica: cultivar unifera a maturazione precoce con basso fabbisogno in freddo.
Di media vigoria, si adatta bene ad essere coltivata come pianta fresca “cima radicata” al fine di avere un buon anticipo del ciclo di fruttificazione. I frutti sono di media pezzatura, di forma conica, perfettamente regolare anche durante il periodo invernale. Polpa di elevata consistenza e con buoni contenuti zuccherini. La pezzatura del frutto può diminuire sensibilmente nelle ultime raccolte, soprattutto nei fragoleti costituiti da piante fresche “cime radicate”. È caratterizzata dal mantenimento del petalo bianco su frutto Fragola di varietà Candonga rosso, soprattutto nel periodo invernale.

varietà bifere: sono rifiorenti e la differenziazione fiorale avviene con un periodo di luce superiore alle 14 ore (longidiurne). Sono produttive dalla primavera sino all’autunno e, per favorire la rifioritura con temperature superiori a 10 °C, richiedono escursioni termiche tra il giorno e la notte di circa 5-8 °C. Sono idonee per la coltivazione in altitudine;
varietà day neutral: la differenziazione delle gemme a fiore si verifica con qualsiasi condizione di luminosità (fotoindifferenti), a patto che venga rispettato il fabbisogno di freddo. È necessario eliminare i primi fiori per ottenere un buono sviluppo delle piantine.
Principali varietà Le caratteristiche delle principali varietà coltivate in Italia sono descritte di seguito.
     

 Tecnica colturale


Impianto Il terreno deve essere preparato in tempo e in modo accurato, in relazione alle sue caratteristiche specifiche. Nei suoli tendenzialmente sabbiosi e di medio impasto si opera un’aratura alla profondità di circa 40 cm quando il terreno è in condizioni di tempera. Nei terreni più compatti si effettua la ripuntatura a circa 50 cm di profondità, prima dell’aratura. Dopo l’aratura si eseguono lavorazioni superficiali, quali l’erpicatura e/o la fresatura; in occasione di queste lavorazioni vengono distribuiti i concimi. Il terreno deve essere perfettamente livellato per evitare ristagni idrici, provvedendo a realizzare un’efficiente rete di fossi di scolo o di drenaggio.
Mediante l’impiego di macchine operatrici si esegue la sistemazione del terreno in prode (4.7) e la messa in opera del film plastico di polietilene nero (spessore: 0,05-0,07 mm) per la pacciamatura.

Tale aspetto potrebbe essere sfruttato dal punto di vista commerciale come una caratteristica distintiva rispetto ad altre varietà.
Marisol: unifera, a maturazione intermedia; rustica e produttiva. Il frutto è di bella forma conica, molto regolare anche nel periodo invernale, di colore rosso intenso, ma che tende talvolta a scurire in concomitanza di innalzamenti termici.
Elevata resistenza della superficie alle manipolazioni, ottima consistenza della polpa e buone qualità organolettiche. L’aspetto più negativo è legato all’elevata sensibilità ai marciumi dei frutti e al sensibile calo della pezzatura nelle ultime raccolte.
Marmolada: cultivar unifera idonea agli ambienti centro-settentrionali, presenta elevata produttività nelle diverse condizioni colturali. È molto adatta per le colture fuori suolo in tutti gli ambienti, per la coltura protetta sia tradizionale sia autunnale negli ambienti settentrionali di pianura e per le produzioni estive di montagna.
È mediamente vigorosa, compatta, resistente alle fisiopatie e al calcare, con fioritura abbondante e prolungata, di notevole produttività. Mostra elevata tendenza a una seconda fioritura alla fine della raccolta primaverile. I frutti sono di grossa pezzatura, con forma tronco conica, di colore rosso chiaro, brillante e di ottimo valore commerciale. La polpa, rosa-rossa, è consistente e resistente alle manipolazioni e ai trasporti, con aroma e dolcezza medie.
Nabila: cultivar unifera, a maturazione precoce. Adatta ad ambienti meridionali e climi mediterranei. Vigoria medio-elevata.
Elevata rusticità, portamento semi eretto.
Produzione molto elevata. Raccolta prolungata e costante. Si adatta molto bene a essere impiegata sia come pianta fresca che come pianta frigoconservata. In quest’ultimo caso è in grado di fornire ottime produzioni autunnali. Epoca di fioritura molto precoce e prolungata.
Frutto di forma conica regolare, calibro elevato e costante. Il colore è rosso brillante, stabile nel tempo. La polpa è di un rosso uniforme, di buona consistenza, resistente alle manipolazioni. Il sapore è molto gradevole con buona componente zuccherina.
Onda: varietà unifera, adatta agli ambienti centro-settentrionali, sia in coltura protetta sia in pieno campo. È idonea anche a terreni non fumigati. L’epoca di maturazione è medio-tardiva. Il frutto è di colore rosso-arancio brillante. Questa cultivar raggiunge livelli elevati solo in piantagioni piuttosto precoci. La pianta è tollerante ad antracnosi e ai principali patogeni dell’apparato radicale, ma è suscettibile alla batteriosi.
Patty: unifera, brevidiurna, a maturazione intermedia, adatta alle regioni centro-settentrionali, in particolare alla coltura autunnale della zona veronese, in suolo e fuori suolo. La pianta ha un buon comportamento produttivo sia in autunno sia in primavera, con vigore medio-elevato. Il frutto è di grossa pezzatura, di colore rosso intenso e brillante, di difficile distacco dalla pianta. È molto resistente all’oidio, suscettibile a batteriosi, tollerante ad antracnosi e ai patogeni dell’apparato radicale. Si adatta bene ai terreni non fumigati anche impiegando piante fresche “cime radicate”.
Queen Elisa: varietà unifera a maturazione precoce, idonea agli ambienti settentrionali di pianura (cesenate e veronese in particolare). È valida per le colture protette e di pieno campo. Il frutto presenta alta consistenza, congiunta a elevata aromaticità e dolcezza, derivante dall’alto contenuto in saccarosio. La pianta ha vigore intermedio e produttività elevata. Si adatta bene al terreno fumigato soprattutto impiegando piante fresche “cime radicate”. Il frutto è di medie dimensioni, forma conica, regolare, colore rosso molto brillante e uniforme.
La polpa è consistente e aromatica. In campo la pianta è poco suscettibile a oidio e antracnosi. È tollerante all’antracnosi (Colletotrichum acutatum) e ai principali patogeni dell’apparato radicale ma è suscettibile ad alternariosi, vaiolatura fogliare e batteriosi (Xanthomonas fragariae).
Record: cultivar unifera, a maturazione tardiva, adatta agli ambienti di pianura (cesenate) e di montagna (per esempio nel cuneese e in Val Martello in Alto Adige). Di notevole interesse per l’elevata rusticità, è adatta ai terreni fertili non fumigati e alle coltivazioni biologiche. È molto produttiva e vigorosa. I frutti sono di elevata pezzatura, di forma conica e con superficie mediamente resistente e di colorazione rosso-aranciata. La polpa è di media consistenza. È tollerante a vaiolatura e all’antracnosi, ma è suscettibile all’oidio e alla batteriosi. Per gli impianti si può fare ricorso anche a piante fresche “cime radicate”.
Romina: cultivar unifera adatta a terreni non fumigati, per produzioni a basso impatto. Frutti di forma conica o biconica, a maturazione molto precoce, di sapore dolce e molto buono (buon contenuto di zuccheri e bassa acidità).
L’elevata consistenza e conservabilità ne fa un frutto idoneo per la commercializzazione nella grande distribuzione.
Sabrina: cultivar unifera a maturazione precoce. Adatta ad ambienti meridionali. Elevata produzione, vigorosa eretta, compatta. Frutti molto attraenti, di forma conica allungata e di colore rosso brillante. Presenta una buona impollinazione ed è poco soggetta a deformazioni causate da freddo o cattiva fecondazione. Il calibro del frutto è grande, peso medio tra i 23 e 25 g. Mantiene buoni calibri fino alla fine del raccolto. Polpa consistente. Gli acheni sono piccoli e superficiali.
Albion: cultivar rifiorente a basso fabbisogno in freddo, capace di adattarsi sia agli ambienti meridionali sia a quelli settentrionali di montagna con piantagioni primaverili, finalizzate a produzioni estivo-autunnali. Presenta produttività non elevata, data la limitata capacità di rifiorire. Adatta per piantagioni a elevata densità. Il frutto è di medio-grosse dimensioni, forma conico-allungata o cilindrica, colore rosso scuro poco brillante.
La polpa, di colore rosso chiaro, con buona consistenza, è assai dolce, scarsamente acida e con aroma di media intensità.
Elsinore: cultivar rifiorente, adatta soprattutto agli ambienti settentrionali di montagna, dove attualmente rappresenta una delle varietà dominanti. La pianta, di elevata vigoria, presenta una medioelevata capacità di rifiorire, consentendo buoni livelli produttivi per tutto il periodo estivo. Il frutto è di forma conica, sempre molto regolare, con una colorazione rossa intensa e molto brillante. La pianta necessita di terreni fertili e sani per esprimere al meglio le proprie potenzialità.
Eva: cultivar bifiorente a maturazione intermedia, adatta alla coltura sotto tunnel sia in suolo che fuori suolo nelle aree settentrionali. Vigorosa, di produttività elevata. Frutti di grossa pezzatura, forma conica allungata, regolare, di colore rosso brillante, con buone caratteristiche qualitative.
Polpa di colore rosso, consistenza elevata ed elevata shelf-life. Adatta a fornire un doppio ciclo di produzione (autunno-primavera).
Irma: rifiorente, molto vigorosa. Produttività elevata sia nel periodo autunnale che nella primavera successiva. Frutti di grossa pezzatura, di forma conica o conico-allungati; la superficie è resistente, di colore rosso, uniforme e molto brillante.
Polpa rosso chiaro, mediamente consistente, non troppo dolce, con un equilibrato rapporto zuccheri/acidi. È particolarmente adatta alla coltura autunnale sia in suolo che fuori suolo.
Irvine: varietà rifiorente adatta a numerosi ambienti con particolare preferenza per quelli meridionali. Non si è mai pienamente affermata nel settore orticolo soprattutto per le limitate caratteristiche dei frutti e per la suscettibilità ad alcune importanti malattie. La pianta presenta medio accestimento, habitus vegetativo intermedio, medio vigore e produttività. Il frutto è piccolo, di forma cuneiforme o conico-arrotondata, con superficie resistente, colore rosso intenso e mediamente brillante. La polpa è biancastra e di elevata consistenza.
Tenore zuccherino molto basso, media acidità, aroma medio e mediocri qualità organolettiche.
Tudla: brevidiurna, bifiorente e a maturazione precoce, è molto indicata per gli ampi areali di coltivazione meridionali e per le colture autunnali veronesi. È la varietà dominante dei fragoleti siciliani, costituiti sia da piante frigoconservate che da piante fresche a radice nuda.
Compatta, di vigore elevato, con fiori allo stesso livello del fogliame. Frutti di elevata grossezza, specie nei primi stacchi, di forma cilindrica allungata (non sempre regolare) e di colore rosso brillante (che può diventare scuro) con apice non sempre colorato. La polpa rossa presenta elevate caratteristiche organolettiche (un po’ acidula e aromatica), scarsa consistenza ma discreta resistenza alle manipolazioni.
La pianta è tollerante all’antracnosi.
Monterey: rifiorente, vigoria elevata.
Resistente ai patogeni del terreno (Verticillium, Phytophthora), suscettibile ad oidio.
Frutto di grossa pezzatura, forma conica, molto regolare, di colore rosso intenso, molto brillante. Polpa di colore rosso, molto consistente, superficie resistente e di elevate caratteristiche organolettiche (aroma e dolcezza). È adatta all’utilizzo sia di piante frigoconservate che fresche “cime radicate”.
Murano: rifiorente. Varietà ad alto fabbisogno in freddo. È molto produttiva grazie alla prolungata e costante capacità di rifiorire nel periodo primaverile-estivo e autunnale. Il frutto è di bella forma conica allungata, molto regolare, di bell’aspetto grazie all’uniforme colorazione rosso brillante. Possiede elevata consistenza della polpa, buone qualità organolettiche e lunga shelf-life.

Le prode devono essere ben baulate, con altezza di circa 25-30 cm, per creare le condizioni ottimali allo sviluppo dell’apparato radicale. La pacciamatura (4.9) con film plastico evita lo sviluppo delle erbe infestanti, riduce i marciumi dei frutti garantendone, inoltre, una maggiore pulizia perché non giungono a contatto con il terreno. Il film plastico utilizzato, determina il riscaldamento del suolo e il conseguente anticipo della maturazione dei frutti.
Nel telo di pacciamatura si praticano fori in fila binata per la messa a dimora delle piante, distanti circa 30-35 cm fra le file e 25-35 cm lungo la fila, in funzione del vigore vegetativo della varietà e della fertilità del terreno.
La distanza fra i centri delle prode è di 120-130 cm; la larghezza del passaggio fra due prode si aggira sui 50-60 cm. Nel caso si adotti la fila semplice, le distanze sono di 80-90 cm tra le file e 15-20 cm sulla fila.
La densità varia in relazione al vigore vegetativo della varietà, al tipo di materiale di propagazione utilizzato (fresco o frigoconservato), all’epoca di impianto, alla fertilità del terreno. La densità di piantagione oscilla, mediamente, da 42.000 a 55.000 piante/ha.
Per l’impianto si usano piantine pronte oppure frigoconservate; queste ultime, utili per anticipare l’epoca di trapianto, devono essere esenti da muffe e altri parassiti che ne possono compromettere la vitalità.
L’epoca di impianto varia a seconda della zona: si anticipa nelle regioni settentrionali, operando dai primi di luglio in poi; si posticipa in agosto nelle zone meridionali per evitare che il primo sviluppo avvenga con temperature elevate (4.8).

 4.7 Schema di impianto a file binate su terreno baulato e pacciamato con film plastico.

 4.8 Epoche di impianto della fragola e sesti per le file binate.

Nei suoli di collina la coltivazione è generalemente annuale: solo in particolari condizioni il ciclo può essere biennale.
La coltura protetta della fragola è effettuata con tunnel di diverse tipologie (singoli o multipli); la copertura con film plastici ha la funzione di anticipare la ripresa vegetativa delle piante dopo il riposo invernale (4.9).
La coltura protetta, rispetto alle colture di pieno campo, consente la protezione di fiori e frutti dalle avversità ambientali, come per esempio le gelate tardive, riducendo la percentuale di scarto, quali frutti deformati e/o attaccati da marciumi.
Solitamente, nell’anno dell’impianto, dal periodo della piantagione al riposo vegetativo invernale (mese di gennaio), la coltura non viene protetta.
Solo le colture con piante di elevate dimensioni (Extra, A+, WB, TP) vengono protette a iniziare da fine settembre. Una tecnica di protezione è quella eseguita in opera, quando le piante iniziano a fiorire, con strutture formate da archi semplici o multipli, ricoperti da film plastico. In tal modo le piante vengono protette dalle piogge primaverili, diminuisce il rischio di marciumi dei frutti durante la raccolta; inoltre la precocità di maturazione è anticipata di circa 4-5 giorni rispetto alle condizioni di pieno campo.
Le strutture di sostegno sono, generalmente, di due tipologie: tunnel singoli lunghi fino a 100 m e multipli, composti da più tunnel lunghi 30-40 m. La loro larghezza varia da 5 a 6 m (con un’altezza di colmo di circa 2 m) e possono contenere 4 o 5 file binate (4.11).
Presentano spondine laterali fisse, di altezza fino a circa 40 cm da terra.
Il film plastico di copertura è apribile ai lati da 40 cm fino a circa 1,5 m da terra, al fine di consentire l’arieggiamento della coltura, necessario per la regolazione della temperatura e dell’umidità interna al tunnel.
La temperatura, in particolare durante la fioritura, non deve mai superare i 25-27 °C e l’umidità non deve scendere sotto al 50%, per favorire la fecondazione dei fiori e diminuire le malformazioni dei frutti.

 4.12 Concimazione con fosforo e potassio per la fragola: dosi in incremento e decremento rispetto alla dose standard per produzioni normali.

     

 Cure colturali


Asportazione delle infiorescenze: la pianta frigoconservata emette, subito dopo la piantagione, 1 o 2 infiorescenze (più la pianta è grossa al colletto più infiorescenze emette) ed è necessario asportarle al più presto per consentire la precoce formazione di nuove radici.
Asportazione degli stoloni: il loro mantenimento nel sentiero fra le bine determina una riduzione di produttività e un indebolimento delle piante stesse.
Asportazione delle foglie alla ripresa vegetativa: per le piante frigoconservate è consigliabile eseguire un’intensa asportazione di tutto il fogliame, ad eccezione di quello verde in formazione. Questa pratica è importante per ridurre eventuali focolai di infezioni fungine e le forme svernanti di acari e lepidotteri.
Asportazione delle foglie: sulla pianta fresca si esegue solo la monda delle foglie gialle e/o secche e non più vitali per ridurre al minimo gli attacchi di parassiti fungini ed animali.
Apporto di ferro: uno dei microelementi più importanti per la fragola è il ferro, che sembra influenzare positivamente anche il processo di differenziazione a fiore delle gemme. Nel caso di fragoleti con ridotta attività vegetativa, è importante l’apporto di chelato di ferro mediante fertirrigazione 30-40 giorni dopo la piantagione e alla ripresa vegetativa primaverile.
Irrigazione L’irrigazione ha lo scopo di soddisfare il fabbisogno idrico della coltura evitando di superare la capacità di campo, al fine di contenere la lisciviazione dei nutrienti, lo spreco di acqua nonché lo sviluppo di avversità (4.13). Occorre determinare i volumi di irrigazione sulla base di un bilancio idrico che tenga conto delle varie fasi fenologiche e delle condizioni pedoclimatiche dell’ambiente di coltivazione.
Tra le avversità animali più diffuse vi sono nematodi, acari, afidi, nottue, tripidi; i patogeni fungini più temuti sono: vaiolatura, oidio, muffa grigia, Verticillium e antracnosi.

     

 Innovazioni nella tecnica colturale


Diverse tecniche vengono adottate per aumentare produzione, qualità e risultati economici: produzione fuori suolo e coltivazione WBP (Waiting bed plant).
La produzione fuori suolo si realizza allevando le piantine in sacchi di polietilene con substrato controllato e fertirrigazione programmata (4.14): comporta l’eliminazione della fase di sterilizzazione del suolo, una riduzione degli interventi fitoiatrici, un miglioramento qualitativo del prodotto oltre a permettere di ottenere produzioni fuori stagione. L’investimento per sacchetto è di 6 piante, pari a 14-15 piante per m2 di suolo.

 4.13 Fabbisogni idrici giornalieri della fragola.

Con la tecnica del Waiting bed plant, che si avvale della frigoconservazione, le piantine vengono preparate per due anni in vivaio, e quindi possono essere messe a dimora con gemme già differenziate e con una più rapida entrata in produzione.
Le piante frigoconservate sono prodotte in vivai posti su terreni sabbiosi, livellati e ben drenati. Le piantine vengono estirpate meccanicamente durante i mesi invernali, in piena dormienza, ripulite dal fogliame e classificate in:
1. “extra” (diametro al colletto > 10 mm, 400-500 piante/confezione);
2. “A” (8-10 mm, 700 piante/confezione);
3. “AA” (7-8 mm, 1.000 piante/confezione).
Le piantine vengono trattate con fungicida e conservate alla temperatura (costante) di -1/-2 °C. Possono essere frigoconservate per 6-9 mesi; presentano una notevole vigoria, una maggiore pezzatura dei frutti e consentono di entrare prima in produzione rispetto alle piante fresche. Il prelievo dal frigorifero deve essere effettuato almeno due giorni prima della messa a dimora in suolo o fuori suolo.
La produzione varia in dipendenza di tantissimi fattori: mediamente oscilla su 20 t/ha per colture in pieno campo, supera le 26-28 t sotto serra e può raggiungere le 50 t fuori suolo.
La raccolta è scalare e necessita di molte ore di lavoro: il costo si aggira intorno al 35-40% di quelli totali di produzione.
Nel settore della fragolicoltura si sono diffusi nuovi tipi di piante frigoconservate che si differenziano dal tipo standard per le maggiori dimensioni al colletto.
Piante A+. Sono prodotte in vivai dove le catene stolonifere sono disposte quasi regolarmente sul terreno (4.15). A iniziare dal mese di luglio, si asportano le piante madri e quelle giovani non radicate, che successivamente vengono impiegate per produrre le cosiddette piante “cime radicate” in vasetto. Queste operazioni colturali comportano l’ingrossamento delle piantine, poiché ne diminuiscono il numero per unità di superficie.
Sono frigoconservate e corredate da una rosetta di giovani foglie. Le piante A+ sono utilizzate negli impianti (in suolo o fuori suolo) per produzioni programmate di fine estate-autunno.
Piante WB (Waiting Bed). Di dimensioni superiori rispetto alle A+, vengono prodotte in vivai detti Waiting Bed e frigoconservate con le foglie giovani. Sono utilizzate negli impianti in suolo o fuori suolo per ottenere produzioni programmate estive.
Piante TP (Tray Plant). Hanno origine da stoloni non radicati prelevati da vivai o da piante madri coltivate fuori suolo. Gli stoloni si fanno radicare su torba bionda fibrosa in contenitori di polistirolo posti in ambienti protetti (dotati di un sistema d’irrigazione nebulizzante), e poi si trapiantano nei tray. Durante il riposo vegetativo, in inverno, sono estratte dai tray e frigoconservate. Sono impiegate per colture programmate in suolo e fuori suolo. Altre tipologie di piantine utilizzate sono le piante fresche “vegetanti” e le piante fresche “cime radicate”. Le piante fresche “vegetanti” sono quelle che, estirpate a radice nuda e con apparato fogliare integrale, vengono prontamente condotte al trapianto, garantendone il giusto grado di umidità. Il vantaggio delle piante fresche è dato dalla superiore e più costante qualità dei frutti rispetto alle piante frigoconservate.
Le piante fresche “cime radicate” derivano dalle parti terminali delle catene stolonifere già provviste di abbozzi radicali, o “cime”, poste a radicare su substrato di torba in idonei contenitori di polistirolo. In genere si impiegano piante fresche “cime radicate” per ottenere un anticipo di maturazione (2-3 settimane), una maggiore sicurezza nella fase di attecchimento rispetto alle piante fresche “vegetanti”, un equilibrato sviluppo vegeto-produttivo e una notevole tolleranza nei riguardi dei patogeni dell’apparato radicale.

APPROFONDIMENTO
     
Coltivazione fuori suolo: New Growing System (NGS)
     

NGS (New Growing System) è un sistema di coltivazione in idroponica a ciclo chiuso che sfrutta al massimo lo spazio disponibile ed è altamente automatizzato.
Prevede l’impiego di una “multibanda” che agisce come una lunga borsa in materiale plastico in grado di offrire supporto alle piante e al loro sistema radicale, oltre a raccogliere e permettere la circolazione dell’acqua di irrigazione in eccesso attraverso lo strato inferiore. È costituita da diversi strati o “bande” di polietilene sovrapposte e saldate lateralmente.
La multibanda per fragola è fornita pre-forata ogni 20 cm per il trapianto.
Le bande interne sono forate per consentire il passaggio della soluzione nutritiva tra i diversi livelli e garantire un corretto sviluppo dell’apparato radicale delle piante.
La soluzione nutritiva, scelta secondo il fabbisogno della coltura, viene distribuita alle diverse linee di coltivazione attraverso una rete convenzionale di irrigazione costituita da un’ala gocciolante inserita all’interno della multibanda.
La soluzione nutritiva scorre per gravità all’interno della multibanda, con pendenza ridotta e uniforme, e viene totalmente recuperata per finire il proprio percorso nel serbatoio di raccolta, dal quale viene reimmessa in circolazione. Inoltre, il flusso a cascata della soluzione nutritiva tra i diversi livelli della multibanda ne favorisce e incrementa l’ossigenazione. Il substrato solido di coltivazione è costituito da perlite e fibra di cocco.
La proporzione dei componenti del substrato può variare in funzione delle condizioni climatiche. Le “sacche” sono vincolate a un traliccio metallico orizzontale (appeso alla travatura della serra) sul quale la multibanda acquisisce la sua forma finale dopo il fissaggio con clip di plastica.
Il sistema idroponico New Growing System per la coltivazione sospesa della fragola presenta un apparato meccanico esclusivo che attraverso il movimento verticale alternato delle linee di coltivazione, permette di utilizzare due posizioni:
a) posizione con tutte le linee sullo stesso livello, che consente il massimo utilizzo della superficie disponibile con una distanza minima tra linee di coltivazione;
b) posizione alternata, che consiste nell’abbassamento alternato di una linea di coltivazione ogni due.
La regolazione in altezza delle linee di coltivazione permette al personale addetto di effettuare agevolmente tutte le operazioni colturali, dal trapianto, ai trattamenti, alla raccolta.
Normalmente, le linee di coltivazione sono sospese rasoterra per ridurre al minimo (con la periodica aerazione dell’ambiente) eventuali problematiche fitosanitarie.

 4.17 Serre per coltivazione della fragola con sistema NGS.

SCHEDA TECNICA
FRAGOLA

Lavorazione del suolo
sarchiature, fresature, rincalzature
Densità investimento
40.000-70.000 piantine/ha
Concimazione
• N: 120-140 kg/ha
Frazionato: - pre-trapianto
- fertirrigazione estiva-autunnale
- fertirrigazione primaverile
• P2O5: 80-100 kg/ha (100 kg/ha in terreni poveri di fosforo)
• K2O: 130-200 kg/ha (200 kg/ha in terreni poveri di potassio)
Irrigazione 6.000-8.000 m3/ha
Disinfezione del terreno fumigazioni, solarizzazione
Raccolta
• marzo-giugno
• estate per le rifiorenti
Produzione standard 25-35 t/ha
Cultivar vedi elenco cultivar a pagina 190
Difesa Vedi Schema di riepilogo e note a pagina 200

APPROFONDIMENTO

PRODUZIONI VEGETALI 
PRODUZIONI VEGETALI 
Volume A - Erbacee