1 Q 9 Evoluzione della meccanizzazione Pure della metà degli anni Trenta è l introduzione, da parte di Ferguson, del sollevatore idraulico e dell attacco a tre punti per consentire l uso di macchine operatrici portate e con gli organi di lavoro azionati tramite la presa di potenza (p.d.p.). Anche in questo caso, tuttavia, la trattorizzazione italiana utilizzò l indispensabile componente solo a partire dagli anni Sessanta. Il trattore allora era pensato e progettato ai soli fini di trazione, in maniera essenziale e con scarsa o nulla attenzione agli aspetti ergonomici e di sicurezza. Più in generale, in Tabella 1.1 è proposta una sintesi dei principali eventi che hanno riguardato complessivamente l evoluzione del trattore non solo a livello italiano, ma anche nel contesto internazionale. La Figura 1.9 riepiloga il processo di meccanizzazione descritto, confrontando gli andamenti delle diverse variabili (con i dati espressi in valori indice per poterli confrontare sulla medesima scala) messe a confronto nei 60 anni intercorrenti tra l inizio della prima guerra mondiale e l anno 2000. Dalla Figura 1.9a si evince che: Q il numero di trattori era inizialmente molto basso e sale di circa 160 volte; Q le mietitrebbie fino al 1960 non sono praticamente presenti e poi si incrementano in numero di 50 volte; Q il numero di addetti diminuisce di 6 volte; Q gli ettari coltivati praticamente si dimezzano; Q l impiego di manodopera per la coltivazione dei cereali diminuisce di 30-50 volte. In particolare, può essere utile fornire specifici dati relativi ai trattori in quanto sono i più eclatanti: nel 1928, si avevano 18.000 trattori in cifra tonda, il 72% dei quali operanti nell Italia settentrionale. Questi divennero, nel 1932, 28.000 per salire nel 1935 a 33.000 e nel 1940 a 42.000. Tale cifra è rimasta come è ovvio quasi invariata sino alla fine di quel decennio. Il parco balzò, poi, a 300.000 unità nel 1960, a 600.000 unità nel 1970, a 1.200.000 nel 1990 e a circa 1.700.000 unità nel 2000. Ovviamente i trattori del 1940 erano macchine tecnicamente molto differenti da quelle degli anni 2000, non solo per quanto riguarda la struttura e le funzioni, ma anche per la dotazione motoristica. L evoluzione dei motori endotermici Nei primi anni del Novecento, i modelli a testa calda consistevano in monocilindri dotati anteriormente di una calotta in ghisa (la testa calda, appunto), che veniva riscaldata da una fiamma esterna prima del l avviamento del motore al fine di favorire la vaporizzazione del combustibile. Con velocità di rotazione, in genere, non superiore ai 300 giri/min (che, alla fine degli anni Venti, crebbero a 500-600 giri/ min), esprimevano una potenza per unità di cilindrata dell ordine di 0,5-0,6 kW/dm3, offrendo rendimenti non superiori al 15%. Solo verso gli anni Cinquanta un testa calda operava a un regime di 800-900 giri/min, esprimendo una potenza per unità di cilindrata 4-5 volte superiore al valore di cui sopra (2-2,5 kW/dm3). Ad essi hanno fatto seguito i motori ad accensione per scintilla che vennero prodotti in Italia già a partire dagli anni Dieci. Nel corso degli anni questi motori a ciclo Otto si svilupparono notevolmente: nel 1920 erano montati, sui trattori Pavesi P4, motori a 4 cilindri in linea, ruotanti a 700 giri/min e sviluppanti 12 kW di potenza massima, mentre alcuni esemplari già raggiungevano i 40 kW. EVOLUZIONE DEI MOTORI DIESEL Il rendimento era salito Incremento considerevole della potenza così al 18%. Alla fine degli 4 cilindri dominanti fino agli anni Settanta anni Venti ebbe inizio l era dei motori a ciclo Diesel, il I motori turbocompressi diventano molto importanti in quanto consentono maggiori potenze specifiche, minori emissioni e migliori prestazioni alle alte altitudini primo dei quali fu progetIl regime di rotazione si è innalzato fino agli anni Settanta per realizzare motori a maggiore potenza tato dall ing. F. Cassani nel specifica, ma da allora non ha più avuto grossi incrementi (restando attorno ai 2000-2500 giri/min) per 1927 e destinato a essere limitare la rumorosità e contenere i consumi montato, in primis, sui tratIl consumo specifico minimo è sceso. I migliori modelli hanno Cs > 200 g/k Wh tori Same. In seguito, e fino Il riscaldamento della cabina è realizzato utilizzando le perdite di calore del motore agli 2000, i motori Diesel I motori con un elevata riserva di coppia sono diventati popolari hanno visto l evoluzione La manutenzione è stata semplificata riportata sinteticamente in La vita utile si è innalzata per le macchine professionali a circa 6000 ore per il 90% della popolazione di motori Tabella 1.2. I motori a raffreddamento ad acqua hanno preso sempre più fette di mercato, anche grazie all innalzamento della potenza I controlli elettronici dell iniezione e l innalzamento della pressione fin sopra i 100 MPa sono stati consegnati a partire dagli anni Novanta Il controllo delle emissioni è diventato molto importante 01_Parte_Quinta_1.indd 9 Tab. 1.2. Fattori alla base dell evoluzione dei motori Diesel agricoli. 3/27/18 3:48 PM
MECCANICA E MECCANIZZAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI AGRICOLI
VOLUME 2 - PARTE QUINTA