1.4 Il boom della meccanizzazione nel Novecento

1 Q 7 Evoluzione della meccanizzazione Alla fine del secolo, slegati dal contesto agricolo, nascevano i primi motori a combustione interna: nel 1853, quelli ad accensione per scintilla, ad opera di E. Barsanti e F. Matteucci, poi perfezionati attorno al 1875 da N.A. Otto; circa quarant anni più tardi, attorno al 1893, quelli ad accensione per compressione, merito di R. Diesel, come futura alternativa rispetto agli esistenti motori esotermici a vapore. Il motore a scoppio era meno pesante di quello a vapore, era dotato di un autonomia molto maggiore e risultava di facile conduzione da parte di un solo operatore, mentre la locomobile ne richiedeva almeno un paio se non di più. Secondo le poche informazioni del tempo, alla fine del 1900, si ha un panorama desolante, in termini di meccanizzazione: Q erano presenti su tutto il territorio nazionale solo poche decine di locomobili; Q l energia elettrica nelle aziende era in pratica sconosciuta, anche se già si iniziava a parlare di trazione elettrica applicata all aratura. 1.4 Fig. 1.8. (a) Esempio di vecchia trattrice Pavesi. (b) Il Superlandini, un ammiraglia della meccanizzazione agricola. a b 180 160 140 120 100 80 60 40 20 0 1920 All inizio del 1900 l Italia non aveva un vero e proprio mercato che richiedesse macchine agricole e le poche che venivano vendute arrivavano dall estero. Pochissime, infatti, erano le ditte costruttrici (spesso poco più che artigianali) e al contempo importatrici e miglioratrici delle tecnologie stesse. La maggioranza di esse (originaria delle regioni del Nord Italia, con preferenza per l Emilia-Romagna e la Lombardia, anche se non mancavano alcune realtà nell Italia centrale), ha cessato da tempo l attività e si contano ormai sulle dita quelle sviluppatesi e tuttora presenti nel mercato nazionale e internazionale. Alcuni esempi di quelle ancora esistenti al Nord sono: Q nel settore degli aratri, le ditte Dondi nel 1850, Nardi nel 1895, Scalmana, subito dopo il 1900; Q nel settore delle trebbiatrici a punto fisso, le ditte Tonutti nel 1860 e Feraboli nel 1890. In parallelo, poi, attorno al 1900 iniziava, per merito di G. Landini, la costruzione dei primi motori a testa calda. Landini poco più tardi diede inizio a una fiorente attività nel campo trattoristico. Nel Sud Italia, Cicoria iniziò la propria attività nel 1927, dopo aver importato e gestito per alcuni anni trebbiatrici destinate al tavoliere pugliese. In Romagna, invece, Gallignani cominciò la sua attività nel 1922 assemblando operatrici straniere, mentre in Lombardia, Castoldi diede vita alla produzione di motofalciatrici, con la BCS, nel 1942. Dal 1928, poi, sempre per continuare nella esemplificazione, si sviluppò per merito di Slanzi e Lombardini la fabbricazione di motori endotermici. Giorno dopo giorno, così, maturavano i problemi e si sviluppavano le esigenze. Si continuò ancora per alcuni anni nella fabbricazione delle macchine di Ceresa Costa per l aratura funicolare (aratri a bilanciere e locomobili) fino a che, nel 1911, Pavesi-Tolotti (Fig. 1.8) e Baroncelli proposero i loro primi trattori. Dopo di essi Fiat presentò un primo modello nel 1918 e passò alla realizzazione industriale dei trattori nel 1928. Più tardi ci furono Bubba che, dopo la costruzione nel 1896 di una sgusciatrice, passò nel 1921 alla costruzione di trattori, Landini (Fig. 1.9), con la sua produzione di trattori dotati b numero trattori mietitrebbie ettari coltivati numero addetti ore ettaro frumento ore ettaro frumento Migliaia di trattori Valore indice a Il boom della meccanizzazione nel Novecento Numero trattori in Italia 1800 1600 1400 1200 1000 800 600 400 200 0 1940 1940 1960 1980 2000 2020 1960 1970 1990 2000 Anni Anno Fig. 1.9. (a) Riepilogo dell evoluzione della meccanizzazione. (b) Diffusione dei trattori in Italia. 01_Parte_Quinta_1.indd 7 3/27/18 3:48 PM

MECCANICA E MECCANIZZAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI AGRICOLI 
MECCANICA E MECCANIZZAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI AGRICOLI 
VOLUME 2 - PARTE QUINTA