2 1 Fig. 1.2. (a) I segni della centuriazione si ritrovano ancora nell attuale cartografia, specie nelle aree di pianura; (b) la groma era lo strumento topografico impiegato per suddividere i lotti di terreno tra i legionari partendo da due assi principali, il cardo e il decumano . a b 01_Parte_Quinta_1.indd 3 3 Evoluzione della meccanizzazione genti in termini di fertilità del terreno richiedendo che lo stesso venisse smosso frequentemente e, quindi, lavorato. L impiego di attrezzi a punta (denti di animali o simili) facilitava questa operazione. Quindi, in un certo senso, gli attrezzi non sono nient altro che una forma di adeguamento delle pratiche a questo inconsapevole processo di coevoluzione. Numerose sono le forme di coevoluzione uomo-specie vegetali, tra le quali sicuramente quella inerente uomo e cereali (tipo frumento) è tra le più note (si veda in proposito il bel libro di Stefano Bocchi: Zolle. Storie di tuberi, graminacee e terre coltivate). Ma tra tutti questi eventi coevolutivi che si realizzarono (e si realizzano) tra uomo e specie coltivate, quelli coinvolgenti mais e patata, magistralmente descritti dallo scrittore americano Michael Pollan nel suo libro La Botanica del desiderio, sono i più interessanti. Secondo la sua visione, queste due piante si sono comportate, e si comportano, come le più astute del mondo usando tutta la loro versatilità (in campo e nell industria) per farsi portare dall uomo ovunque e ricoprire un posto preminente tra le superfici coltivate. In questo modo, aiutate dall uomo, hanno ormai raggiunto l obiettivo di conquistare il mondo. Pollan racconta tutto questo in modo scientificamente corretto ma anche antropologicamente intrigante e affascinante; ecco un assaggio: Sono stato io a scegliere di piantare questa patata, o è lei che ha scelto me? Ricordo il momento preciso in cui quel tubero mi ha sedotto, ostentando il proprio fascino bitorzoluto tra le pagine di un catalogo di sementi. Credo che la definizione fatale sia stata: polpa gialla e burrosa . Si è trattato di un evento banale, solo in parte consapevole, non pensavo che il nostro incontro via catalogo avesse una qualche conseguenza evolutiva . In questo contesto, anche la messa a punto dei primi attrezzi agricoli non fu sicuramente un attività che discese da una consapevole ricerca di nuove soluzioni, almeno non nel senso di una programmatica attività scientifica che comportasse come risultato la produzione di innovazioni. I primi attrezzi possono essere pensati come una estensione degli organi umani: denti più lunghi, unghie più taglienti, braccia più robuste, ecc. Tutte soluzioni che, in pratica, avevano essenzialmente lo scopo di aumentare l efficienza del lavoro per stancarsi di meno e avere, quindi, meno fame. Ma è stato l uomo a scegliere le forme degli attrezzi oppure sono state le forme già a disposizione negli oggetti che si trovavano attorno a lui a guidare inconsapevolmente la direzione verso una determinata via tecnologica? E questa via tecnologica, che al momento risulta essersi affermata, nel futuro rimarrà valida oppure sarà soppiantata da altre soluzioni più adatte alla sopravvivenza delle specie viventi? Nel mondo infinito delle idee inespresse, dal quale la nostra civiltà ha attinto in una percentuale infinitesima, ci sono indubbiamente delle risposte anche per queste domande. 1.2 CARD MASS O IMO Q ANO DECUM O IM S S A M L epoca romana Per assistere alla prima vera rivoluzione in termini di messa a punto di macchine agricole si debbono attendere, almeno per quanto ci dice la documentazione storica, i tempi dello sviluppo della civiltà romana (che peraltro si evolse per più di un millennio). Infatti la città di Roma, nel tardo Impero, arrivò ad avere anche 1,5 milioni di abitanti e poté crescere solo per il fatto che furono messe a punto tecniche basate sul lavoro prodotto da animali ed esseri umani, in grado di produrre e trasportare verso di essa cibo sufficiente per il mantenimento di un enorme numero di persone. Ancora oggi, a circa duemila anni dai tempi in cui si realizzò, il risultato delle centuriazioni effettuate dai Romani per rendere coltivabili i territori via via conquistati con le guerre appare evidente in cartografia. Infatti, già a partire dalla realizzazione degli accampamenti, i tecnici romani impiegando uno strumento topografico detto groma , provvedevano a tracciare il cardo e il decumano (Fig. 1.2). 3/27/18 3:48 PM
MECCANICA E MECCANIZZAZIONE DEI PROCESSI PRODUTTIVI AGRICOLI
VOLUME 2 - PARTE QUINTA