ECONOMIA E AGROSISTEMI

CAPITOLO 4 - Le valutazioni di natura legale 273 Danni da fauna selvatica Negli ultimi decenni, in conseguenza dell espansione urbana e dell intensificazione dell agricoltura, si è assistito a un progressivo aumento dei danni alle colture agrarie provocati dalla fauna selvatica. Ciò è dovuto a una consistente diminuzione degli habitat naturali e a un contemporaneo adattamento di questi animali a vivere in contatto con l uomo, in alcuni casi approfittando degli insediamenti antropici per cercare cibo e rifugio. La fauna che crea maggiori problemi alle colture agrarie è il cinghiale, seguito da altri ungulati (capriolo, cervo e daino), da alcuni roditori (istrice, nutria) e da diverse specie di uccelli (storni, corvi, cornacchie, passeri, colombi, ecc.). In seguito al susseguirsi e intensificarsi di danni causati da questi animali, numerosi agricoltori hanno deciso di tutelarsi sottoscrivendo polizze assicurative. L ampio numero di specie attive nel danneggiare le produzioni agrarie determinano altrettante tipologie di danno che possono essere: a carico di frutti, di giovani piantine, di semi in fase di germinazione e di semi prima della raccolta. Questo tipo di danni può inoltre essere diretto (se l animale si nutre della coltura) o indiretto (se il danno è provocato dall animale per calpestamento o mentre ricerca altro cibo). Spesso, anche se non si è titolari di una assicurazione, si può richiedere un indennizzo per danno da fauna selvatica. La domanda di risarcimento va inoltrata all organo competente da individuare in base alla zona dove si trova l area colpita (Provincia, Regione, Ente Parco, ATC, ecc.). L organo competente in questione nominerà un perito per la determinazione del danno. In questo caso il perito estimatore si può trovare di fronte a una tipologia di danno molto eterogenea e variegata. Anche in questo caso il lavoro del perito si divide in 3 fasi: individuazione dell area danneggiata, determinazione del danno e calcolo dell indennità. Individuazione dell area danneggiata e calcolo della percentuale media di danno In questa fase (la più delicata) il perito dovrà stabilire la superficie danneggiata e la percentuale media del danno. Spesso l alta eterogeneità del danno comporta il ricorso ad aree di saggio all interno delle quali stabilire la media del danno (come già visto per la grandine, ma rispetto ad essa spesso i danni sono meno localizzati o a macchia di leopardo). Questo porta a un lavoro che può essere lungo e articolato, a causa della necessità di calcolare le singole superfici danneggiate. Determinazione del danno Anche in questo caso si ricerca il Vpp mediante la percentuale media di danno oppure moltiplicando la produzione unitaria per la superficie totale danneggiata: Vpp 5 produzione ottenibile 3 % danno Vpp 5 produzione unitaria 3 superficie danneggiata Una volta calcolato il Vpp si procede al calcolo del danno che sarà dato da: Danno 5 valore prodotto perduto 2 spese risparmiate 1 1 eventuali spese straordinarie di ripristino D 5 Vpp 2 Sr 1 Sst Anche in questo caso, su colture arboree o erbacee poliennali il perito dovrà valutare anche l eventuale danno al soprassuolo o alle produzioni degli anni futuri. 17_P03_C04.indd 273 3/27/18 3:09 PM

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VOLUME 2