2.3 Indici di valutazione dell’efficienza aziendale

INDICI DI BILANCIO

Sono elementi che servono per il controllo gestionale e si ottengono dal rapporto di due voci derivanti dai valori dello stato patrimoniale e dal conto economico.

si distinguono in

INDICI TECNICI

INDICI ECONOMICI

INDICI DI PRODUTTIVITÀ

INDICI DI REDDITIVITÀ

INDICI FINANZIARI

L'efficienza aziendale

L'efficienza aziendale esprime il rapporto fra prestazioni ottenute e risorse impiegate, cioè il modo in cui sono stati usati i fattori. In altre parole si accertano le disfunzioni tecniche, economiche e finanziarie.


Un valido sistema di controllo gestionale è quello affidato a indici, indicatori, quozienti o ratio di bilancio che si ottengono dal rapporto di due voci, opportunamente scelte, derivanti dai valori forniti dallo Stato patrimoniale, dal conto economico e dal rendiconto di cash flow, in relazione agli obiettivi che si intendono perseguire. Dal rapporto si ottiene un terzo valore che fornisce maggiori indicazioni rispetto ai due valori separati. Con esso si possono individuare connessioni tecniche, economiche e finanziarie alla base del processo aziendale, quali segnali adatti a orientare l'azione imprenditoriale. In questo modo si considerano le risorse a disposizione non solo in termini monetari, ma anche fisici.

Esistono diverse tipologie di indici che possono essere impiegati nella valutazione dell'efficienza aziendale. Fra questi, quelli comunemente più utilizzati (che verranno analizzati di seguito) sono gli indici tecnici, gli indici economici della redditività, gli indici di produttività e gli indici riassuntivi.

Gli indici tecnici

Gli indici tecnici vengono elaborati per mezzo di opportuni rapporti fra le qualità dei fattori aziendali, per conoscere le caratteristiche tecniche dell'impresa e i suoi livelli di intensivizzazione. I principali indici riguardano la disponibilità di superficie agraria, di macchine, di lavoro e di bestiame.


Fra quelli più significativi possiamo ricordare:

  • SAU (Superficie Agraria Utile)/Ul (Unità lavorative o addetti) = evidenzia il numero degli ettari coltivati da ogni addetto aziendale.

  • kW o HP o CV (Cavalli Vapore)/Ul (Unità lavorative o addetti) = rappresenta la potenza espressa in kW a disposizione del singolo lavoratore.

  • SAUF (Superficie Agraria Utile a Foraggio)/SAU (Superficie Agraria Utile) = indica la quota di superficie agraria destinata a colture foraggere per l'alimentazione del bestiame.

  • UBA/Ul (Unità Bovini Adulti per addetto) = consente di giudicare il tipo di allevamento (industriale, brado o tradizionale).

Gli indici economici

Gli indici tecnici si basano su dati esclusivamente tecnici; quelli di seguito riportati, invece, attingono al conto economico già riclassificato da cui si prelevano alcuni aggregati economici, in questo modo si ottiene un complemento del quadro tecnico.

Fra quelli più importanti si ricordano:

  • Plv/Ul = esprime la produttività del lavoro, cioè il valore della produzione portata a termine da ogni addetto aziendale.

  • Plv/SAU = misura la produttività per ettaro, ovvero quanto esso ha prodotto in quella data gestione.

  • VA/SAU = indica quanti euro di valore aggiunto sono stati ottenuti da ogni ettaro di terra coltivata.

  • RO (Reddito Operativo)/Ul (Unità lavorative o addetti) = evidenzia la redditività del lavoro della gestione operativa.

  • RN (Reddito Netto)/Ul (Unità lavorative o addetti) = evidenzia la redditività del lavoro non solo della gestione operativa.

Gli indici della redditività

L'utile di gestione può essere preso come misura del grado di efficacia con cui l'azienda persegue i propri obiettivi. La sua capacità indicativa, però, si evidenza solo quando viene messo a confronto con altri elementi contabili quali: le vendite, il capitale proprio e il capitale investito.


Sono, solitamente, indicatori utilizzati nei settori extra-agricoli, ma applicabili anche nella moderna produzione agraria, per l'entità ormai elevata dei capitali investiti in azienda.

Fra i principali indici utilizzati ricordiamo i seguenti.

  • ROE (return on equity) = Rn (reddito netto)/Cp (capitale proprio). Permette di confrontare il saggio di remunerazione con investimenti alternati, specialmente quando si tratta di capitale societario.

  • ROI (return on investments) = RO (reddito operativo)/Ci (capitale investito). Fornisce l'indice della redditività operativa del capitale investito.

  • ROD (return on debts) è il rapporto fra totale degli oneri finanziari e i prestiti usati nella gestione. In pratica evidenzia il saggio di interesse passivo pagato dall'azienda.

Gli indici di produttività

Sono parametri capaci di esprimere valutazioni sul grado di utilizzo dei fattori produttivi. Hanno funzione diagnostica e terapeutica: la prima permette di rilevare i punti critici e individuarne le cause. La seconda fornisce indicazioni sulle possibili modifiche da applicare per correggere eventuali difetti gestionali.


Iniziamo con l'indice di produttività del capitale investito dato da:

Vendite/capitale investito = indice di produttività del capitale investito

Eseguendo il reciproco di questo indice si ottiene l'indice di intensità del capitale investito, che indica il volume di investimenti da attivare per realizzare 1 euro di vendite.

Un altro indice diagnostico è l'investimento per addetto dato da:

Capitale investito/numero di addetti

indica il valore degli investimenti a disposizione di ogni lavoratore per portare a termine la produzione.

Infine, potrebbe essere verificato l'indice di avvenuto recupero delle immobilizzazioni tecniche attraverso gli accantonamenti eseguiti, ovvero:

Fondo di ammortamento/valore iniziale del capitale

Se poi volessimo rilevare l'indice dell'età media delle immobilizzazioni si dovrebbe mettere in rapporto il fondo di ammortamento (rilevabile sullo stato patrimoniale) e la quota di ammortamento (rilevabile nel conto economico).

Gli indici finanziari

In genere, nelle strutture produttive agrarie la gestione finanziaria è poco analizzata. Oggi, però, le risorse finanziarie sono in grado, anche per la produzione agraria, di migliorare i risultati gestionali e, dunque, potrebbe essere interessante verificare l'equilibrio finanziario, indagare cioè sulla qualità della gestione finanziaria con riferimento alle fonti e ai tempi.

Fra tutti gli indici presenti in questo gruppo quello che risulta il più utilizzato in assoluto è l'indice della leva finanziaria o leverage finanziario. Questo indice, detto anche indice dell'indebitamento, è dato dal rapporto:

Capitale investito/Capitale proprio

e permette di ottenere diverse informazioni in quanto un valore elevato lascia intendere una elevata redditività del capitale proprio, ma segnala anche il rischio del superamento delle soglie dell'indebitamento. Più elevato è il valore dell'indice, più elevati sono i costi finanziari sugli interessi passivi.

Gli indici riassuntivi

Tasso di rischiosità della gestione = Kt/Ci

Rappresenta la percentuale di capitale investito che si rischia qualora la produzione non avvenga per motivi tecnici o di mercato.

Fruttuosità della gestione = RN/Kt

Anche in questo caso l'indice esprime una percentuale leggibile come il saggio a cui è stato investito il costo totale di produzione nel finanziamento delle operazioni di tutte le attività aziendali.

ESERCIZIO 1

Dall'analisi di bilancio di un'azienda a indirizzo orticolo è risultato che:

- l'indice di produttività del lavoro dato dal rapporto fra le unità di lavoro totali presenti in azienda (Ult) e le unità di lavoro necessarie (Uln) è pari a 1,04 (5/4,8);

- l'indice generale di produttività dato dal rapporto fra le vendite e il costo sostenuto per ottenerle (Vendite/Kt) è pari a 2,39 (86.456/36.150);

- l'indice della leva finanziaria o dell’indebitamento dato da rapporto fra capitale investito (Ci) e quello proprio (Cp) è pari a 4,18 (134.658/32.150);

- l'indice di redditività del capitale investito dato dal rapporto fra il reddito netto e il capitale investito (Rn/Ci) è pari a 0,37 (50.306/134.658);

- l'indice di rischiosità della gestione dato dal rapporto fra Kt/Ci, rappresenta la percentuale di capitale investito a rischio qualora la produzione non avvenga per motivi tecnici o non sia accettata sul mercato, tale valore è pari a 0,26 (36.150 /134.658).

Se facciamo riferimento alla situazione ordinaria della zona abbiamo le seguenti comparazioni: 

Indici

Riferimento ordinario nella zona

Organizzazione del lavoro

1,8

Indice generale della produttività

1,7

Leva finanziaria

1,15

Redditività del capitale investito

0,18

Rischiosità della gestione

0,12

Diagnosi

Il confronto evidenzia una buona capacità imprenditoriale nell'organizzazione del lavoro (1,04 contro 1,8 del riferimento) e nella gestione delle spese di produzione (indice generale della produttività 2,39 contro 1,7). Si nota che l'azienda è molto indebitata (indice dell'indebitamento 4,18 contro 1,15 del confronto), ma è vero anche che ha una elevata redditività (0,37) con la quale è possibile far fronte ai debiti contratti che comunque comportano un aumento della rischiosità (0,26 contro 0,12). Si tratta di un imprenditore coraggioso, convinto che i suoi prodotti siano facilmente vendibili sul mercato di riferimento.


ESERCIZIO 2

Fra gli indici tecnici più significativi, anche per una lettura senza confronti esterni, possiamo ricordare l'indice che ci permette di conoscere gli addetti per ettaro: SAU (Superficie Agraria Utile)/Ul (Unità lavorative).

Ad esempio, ammettiamo di avere 35 ha di superficie coltivata (SAU) e di impiegare 5 addetti. Risulterebbe che 35/5 = 7, cioè ogni lavoratore si occupa di 7 ettari coltivabili. Il dato deve essere interpretato in rapporto all'indirizzo produttivo e al grado di meccanizzazione aziendale. Infatti, all'aumento di capitale macchine dovrebbe aumentare il numero di ettari per ogni lavoratore e quindi diminuire il carico di lavoro aziendale. L'indice di cui sopra è anche leggibile con alcuni indici economici che ci indicano la giusta strada per arrivare a un ottimale numero di addetti presenti in azienda. Uno di questi è la produzione vendibile in rapporto al numero di addetti (Plv/Ul). Ad esempio se un'azienda produce 78.430 € e ha impiegato 4 addetti, significa che ogni addetto ha prodotto 78.430/4 = 19.607 €. È ovvio che tanto più alto è il valore dell'indice tanto migliore risulta l'efficienza economica dei lavoratori (produttività). In ogni caso, l'indice deve superare il compenso dato al lavoro. Nel caso dell'esempio, la produttività del lavoratore è di 19.607 €, ma se il suo compenso annuo fosse di 21.780 € è evidente che non sarebbe produttivo.

Con lo stesso criterio si hanno:

RO (Reddito Operativo)/Ul (Unità lavorative o addetti): mette in evidenza la redditività del lavoro della gestione operativa (o caratteristica) e dunque considera solo le attività strettamente agrarie. 

RN (Reddito Netto)/Ul (Unità lavorative o addetti): mette in evidenza la redditività del lavoro non solo della gestione operativa (o caratteristica), ma estende l’analisi alle
altre componenti straordinarie e finanziarie.


ESERCIZIO 3

Fra gli indici di redditività possiamo ricordare:

- l’indice di redditività delle vendite, cioè il Reddito netto/vendite: ammettiamo per ipotesi che il valore del reddito netto sia 15.800 € e le vendite siano di 120.000 €. Eseguendo il rapporto avremo: 15.800/120.000 = 0,13 ovvero 13%. Ciò significa che ogni 100 € di vendita l'azienda consegue 13 € di utile. L'indice permette di valutare la coerenza fra l'utile aziendale e il volume di vendita ed è legato al settore produttivo in cui opera l'azienda, al mercato in cui essa agisce, al tipo di concorrenza con cui si misura, ecc.;

- l’indice di redditività del capitale proprio, cioè il Reddito netto/capitale proprio: il capitale proprio è il capitale dell'imprenditore che, avendo provenienza interna, non dà luogo a costi, rappresenta il mezzo finanziario messo a disposizione per la produzione, e la sua remunerazione è data dal reddito netto, che però può essere anche negativo. Anche in questo caso ammettiamo per ipotesi che il valore del reddito netto sia 15.800 € e che il capitale proprio sia di 60.000 €; eseguendo il rapporto avremo: 15.800/60.000 = 0,26 ovvero 26%. Ciò significa che il capitale proprio è stato remunerato a un saggio del 26%. L'indice viene anche indicato con il termine di ROE (Return On Equity);

- l’indice di redditività del capitale investito, cioè il Reddito netto/capitale investito: anche per questo indice sono validi i medesimi ragionamenti.


ESERCIZIO 4

Fra gli indici di rotazione possiamo ricordare il rapporto fra vendite annue/crediti esistenti alla fine dell’anno che fornisce l'indice di rotazione dei crediti.

Ammettendo di avere ricavi venduti per 12.000 € e alla fine dell'anno di avere ancora crediti per 3.300 € avremo:

12.000/3.300 = 3,6 volte

L'indice sta a significare il numero delle volte, in un anno, in cui i clienti pagano i prodotti acquistati dall'azienda. Se rapportiamo il valore dell'indice ai giorni dell'anno avremo l'indice di durata espresso in giorni:

360/3,6 = 100 giorni

ovvero in 3,33 mesi vengono riscossi i crediti

Sarebbe preferibile un elevato valore dell'indice di rotazione perché ciò denota rapidi incassi.

Lo stesso vale per gli acquisti annui di materie prime/ debiti verso fornitori.

Sia ad esempio 9.680 €/2.690 € = 3,6 volte i debiti si pagano 3,5 volte l'anno e precisamente:

360/3,6 = 100 giorni

È preferibile un basso indice perché ciò denota un lento pagamento dei debiti.


ESERCIZIO 5

Fra gli indici riassuntivi si ricordano:

Tasso di rischiosità della gestione = Kt (costo totale di produzione)/Ci (Capitale investito): rappresenta la percentuale di capitale investito che viene rischiata qualora la produzione non avvenga per motivi tecnici o di mercato. Ad esempio con costo di produzione di 46.150 € e un capitale investito di 144.658 €, il loro rapporto ci dà 0,31 ossia si rischia il 31 % di capitale investito qualora non si possa collocare la produzione sul mercato

Fruttuosità della gestione = Rn/Kt: anche in questo caso l'indice esprime una percentuale leggibile come il saggio a cui è stato investito il costo totale di produzione nel finanziamento delle operazioni di tutte le attività aziendali. Ad esempio con un reddito di 8.306 € e un costo di produzione di 36.150 € avremo: 8.306/36.150 = 0,22 il capitale investito nel costo di produzione è stato investito a un saggio del 22%.

Proponiamo qui di seguito una serie di indicatori ottenuti dal rapporto fra le voci del conto economico e dello stato patrimoniale, con l'obiettivo di fornire un quadro sintetico e complessivo dell'andamento gestionale.

Indice

Rapporto

Valore

Osservazioni

Riferimento

esterno

Indice generale di produttività (IGP)

Vendite/Kt = 230.617/162.176

1,42

1,6 

Redditività del Ci

Rn/Ci = 68.441/932.250

0,073

8,3% 

Redditività del Cp (ROE)

Rn/Cp = 68.441/924.260

0,074

8,6% 

Redditività operativa del

Ci (ROI)

RO/Ci = 108.597/932.250

0,116

12% 

Redditività delle vendite

Rn/Vendite = 68.441/230.617

0,297

Per ogni € 100 di vendite € 29,70 di utile

30

Fruttuosità della gestione

Rn/Kt = 68.441/162.176

0,42

44% 

Rischiosità della gestione

Kt/Ci = 162.176/932.250

0,17

 16%

Leverage finanziario

Ci/Cp = 932.250/924.260

1,008

(99% di Cp)

1,19

Rotazione crediti

Vendite/Crediti = 230.617/6.500

35,47

360/35,47 = ogni 10 giorni

18 giorni

Rotazione debiti

Acq. Annui MP/debiti = 29.414/3.800

7,74

360/7,74 = ogni 46 giorni

50 giorni

Saturazione capacità produttiva

Capacità utilizzata/Ct = 218.610/364.350

0,6

Si usa il 60% del Ct

0,9

Recupero Immobiliare

Fondi/Vi Imm = 61.130/351.850

0,17

(% di immobil. ammortizzate)

16%

Durata media del periodo di ammortamento

Vi Imm/Qa = 351.850/23.130

15,21

Il Ci dura mediamente 15 anni

9

Età immobilizzazioni

Fondi/Qa = 61.130/23.130

2,64

Anni

3

Apporto delle

immobilizzazioni alla produzione

Qa/kt = 23.130/162.176

0,14

Incidenza % delle Q sul Kt

10

Intensità del Ci

Ci/Vendite 932.250/230.617

4

Impegno di € 4 per ottenere € 1 di vendite

3,5

Produttività del lavoro

Vendite/addetti = 230.617/4,1

56.248

72.000 

Produttività del Ci

Vendite/Ci = 230.617/932.250

0,24

Ogni € ha dato € 0,24

0,30

Plv/SAU

230.617/40

5.765

5.900 

SAU/Addetti

40/4,1

9,75

N° di ha lavorati da 1 addetto

18,5

SAUF/SAU

25/40

0,62

Il 62% della SAU per la stalla

60

Capi/SAUF

147/25

5,88

4,2 

Ult/Uln

4,1/3,6

1,13

1,01

Rn/SAU

68.441/40

1.711

1.920 

Capitale macchine/addetti

85.200/4,1

20.780

36.270

Tabella 2 • Indici di bilancio scelti dall'analista, dopo la chiusura del bilancio e il relativo confronto fra gestioni aziendali simili (analisi esterna).

Lettura degli indici e diagnosi

La lettura degli indici di tabella 2 rileva i difetti e i pregi dell'organizzazione gestionale che risulta dalle scelte imprenditoriali.

Nel caso in questione sembra evidente che le scelte eseguite non siano state del tutto attente allo sfruttamento dei fattori produttivi. Possiamo però fin da ora affermare che tali scelte non hanno apportato danni irreversibili; ma andiamo per gradi.

  1. La lettura dell'Igp evidenzia che in rapporto alla media di riferimento l'indice è piuttosto basso e questo può dipendere da scelte poco razionali di mercato o da errori nel dosaggio dei fattori produttivi.

  2. La lettura degli indici di redditività conferma che il reddito aziendale è più basso del riferimento (mediamente 7,4% contro 8,6%); in particolare, il ROI conferma questa mancanza di attenzione nelle scelte imprenditoriali (11% contro il 12% della media) e anche quella delle vendite conferma che il reddito è al di sotto della media.

  3. La conferma finale che i costi di produzione sono poco controllati ci viene dall'indice di rischiosità che supera abbondantemente il riferimento (17% contro 16%).

  4. Come è stato detto, il miglioramento può essere sicuramente eseguito in quanto non c'è nulla di irreversibile: anche la fruttuosità infatti non è del tutto fuori controllo (42% circa contro 44%).

  5. Che gli interventi gestionali per la correzione delle scelte organizzative siano di lieve entità è suggerito dal leverage, che evidenzia uno scarso indebitamento (1,008 cioè il 99% di Cp contro 1,19 della media di riferimento cioè 84% di Cp).

  6. L'imprenditore gestisce con sicurezza anche la parte finanziaria da cui si evidenzia che i crediti sono pagati ogni 10 gg, quindi praticamente le vendite sono in contanti, e i debiti ai fornitori sono pagati ogni 46 gg, ovvero mensilmente.

  7. È possibile elevare la redditività controllando prima di tutto con molta attenzione gli elementi del costo di produzione e, come si può notare dagli indici, l'organizzazione del lavoro e l'ammontare dei capitali utilizzati.

  8. Per l'organizzazione del lavoro si nota che esiste esuberanza di manodopera, l'indice infatti supera il riferimento (1,86 contro 1,1 del riferimento); questo determina nel costo di produzione una esuberanza di quasi 2 Ul, con una spesa in più di circa 13.000 x 2 Ul esuberanti = 26.000.

  9. La cattiva organizzazione del lavoro si riflette anche sulla SAU/addetti, sulla produttività del lavoro e sulla tecnologia per addetto, che incide anche sulla produttività del lavoro e pur avendo una SAU molto fertile non riesce ad annullare il danno organizzativo (Plv/SAU; Capi/SAUF).

  10. La produttività del capitale investito ci segnala che ci potrebbero essere difetti anche nelle vendite a causa di scelte di mercato o loro segmenti non del tutto coerenti con i prodotti aziendali.

L'analisi del capitale investito attraverso gli indici di saturazione della capacità produttiva, l'età delle immobilizzazioni, l'intensità del Ci e l'apporto delle immobilizzazioni alla produzione permette di capire che le scelte effettuate nell'ambito dell'utilizzo dei capitali fissi non sono del tutto razionali. In particolare, l'indice di apporto delle immobilizzazioni alla produzione avverte che l'incidenza del costo pagato in quote è molto elevato rispetto alla normalità del settore (10%).

Si nota anche che gli indici tecnici relativi alla fertilità della SAU sono molto superiori alla media: dicono infatti che si può sopportare un carico di bestiame di almeno 147, che diviso per la SAU arriva a quasi 6 capi/ha. Gli altri indici si sono dimostrati nella media.

APPROFONDIMENTO - Indici di mercato

In Borsa esiste una vasta gamma di indici di mercato, ognuno dei quali è costituito da una particolare categoria di attività finanziarie con le medesime caratteristiche (classe di strumenti finanziari, settore geografico, settore industriale e, nel caso degli indici obbligazionari, anche durata e rating).

L'indice ha quindi il compito di misurare costantemente e unitariamente l'andamento dei titoli, in questo modo l'investitore ha la possibilità di comprendere il trend del settore e fare un confronto tra il singolo titolo e la media del suo settore (dato dal valore dell'indice).

L'indice di mercato normalmente è espresso tramite un numero che esprime il valore del paniere di titoli in un determinato periodo di tempo. I titoli però all'interno dell'indice possono avere un peso diverso. In base a come viene calcolato il peso dei singoli titoli all'interno del paniere, si distinguono gli indici value weighted e gli indici equally weighted.

Dow Jones
Indice azionario della Borsa di New York, monitora l’andamento dei principali 30 titoli quotati nella Borsa di Wall Street.
Cac 40
Indice azionario della Borsa di Parigi, prevede la quotazione dei 40 titoli a più elevata  capitalizzazione e liquidità.
DAX 30
Principale indice della Borsa di Francoforte introdotto nel 1988 che comprende i primi 30 titoli di aziende tedesche per capitalizzazione e liquidità.
Ftse 100
Indice del mercato azionario spagnolo, composto dai 35 titoli che nei sei mesi precedenti alla definizione dell’indice si sono rivelati i più liquidi sul mercato.
Nikkei 225
Più importante indice della Borsa di Tokyo. Viene calcolato ogni anno e rappresenta le prime 255 società più capitalizzate dalla TSE.
Nasdaq 100
Indice delle cento società più capitalizzate della Borsa statunitense, operanti nel settore della New Economy. È stato il primo mercato azionario al mondo interamente telematico.
Ftse 100
Indice che rappresenta le prime cento società più capitalizzate e più liquide della London stock exchange, della Borsa londinese.

Possibili correttivi

La gestione si può giudicare positiva in quanto i difetti rilevati si possono correggere nel breve periodo (anno agrario), sono quindi immediatamente reversibili, qualora l'imprenditore abbia la volontà di intervenire rapidamente.

Le scelte da correggere sono dunque le seguenti:

  • eliminare l'esubero delle ore lavorative, che con molta probabilità derivano da un uso improprio del parco macchine; si sono evidenziati infatti capitali non utilizzati e ciò può dipendere dal fatto che alcune macchine sono poco utilizzate in quanto svolgono un lavoro non del tutto conveniente essendo impiegate per un numero di ore superiore al necessario;

  • particolare attenzione deve essere riposta in quelle immobilizzazioni che sono direttamente coinvolte nei processi produttivi, in particolare alle macchine, perché sono utilizzate al 60%;

  • anche il controllo dei fabbricati è doveroso in quanto dal sopralluogo è stato notato che alcune volumetrie non sono coinvolte nei pp;

  • i terreni sono completamente utilizzati e sono di elevata fertilità.


Indice/anno

2014/15

2015/16

2016/2017

2017/2018

2018/2019

Ci

870.000

870.000

892.000

910.000

932.250

Cp

770.000

800.000

820.000

902.000

924.260

Vendite

158.900

160.600

199.100

208.310

230.617

Kt

111.230 (70%)

109.208 (68%)

139.415 (70%)

145.401 (69%)

162.176 (70%)

Rn

47.670

51.392

59.685

62.909

68.441

FG = Rn/Kt

42%

47%

42%

43%

42%

TRG = Kt/Ci

12%

12,5%

15,6%

15,9%

17,3%

Leverage

Ci/Cp

1,12

1,08

1,08

1.008

1,008

IGP = Ven/Kt

1,42

1,47

1,42

1,43

1,42

RN/Ci

0,05

0,059

0,066

0,069

0,073

Ult/Uln

1,5

1,4

1,3

1,2

1,138

Tabella 3 • Analisi gestionale mediante indici messi a confronto con annate agrarie precedenti (analisi interna).


Analisi di tabella 3:

  • la struttura produttiva è in evoluzione, migliorano le capacità imprenditoriali:
    1. osservando gli indici elaborati alla fine dell'anno agrario 2018/ 2019 si nota che:
    sono aumentati gli utili;
    il rendimento del capitale investito rimane sostanzialmente costante rispetto agli anni precedenti;
    2. quanto sopra è ancora più positivo perché aumenta il Ci che è quasi tutto proprio;
    3. si può pensare che l'imprenditore investa una parte del suo reddito per svincolarsi dai debiti a lungo termine;
    4. i costi di produzione incidono sulle vendite in modo costante (circa il 70%);
    5. il problema principale dell'imprenditore rimane la gestione del lavoro che dall'analisi gestionale risulta esuberante rispetto al fabbisogno. L'indice, infatti, dovrebbe essere uguale all'unità in quanto il numero delle Ult dovrebbe essere lo stesso delle Uln, ma sembra si stiano correggendo nel tempo (da 1,5 a 1,138).


Fattore/Indice

20../20..

20../20..

20../20..

20../20..

20../20..

Capitale investito

1.500.000

1.500.000

1.500.000

1.370.500

1.370.500

Capitale proprio

1.000.000

1.000.00

1.000.000

1.000.000

1.120.500

Capitale esterno

500.00

500.000

500.000

370.500

250.000

Ricavi vendite

660.000

660.000

690.000

690.000

690.000

Costi di produzione

600.000

570.000

570.000

570.000

570.000

Utile

60.000

90.000

120.000

120.000

120.000

Utile/Capitale inv.

0,04

0,06

0,08

0,087

0,087

Rischiosità: Costi/Capitale inv.

0,40

0,38

0,38

0,41

0,41

Fruttuosità: Utile/ Costi

0,10

0,157

0,21

0,21

0,21

Tabella 4 • Riportiamo, a titolo di esempio, una semplice elaborazione di analisi gestionali con dati economico-patrimoniali e l'elaborazione degli indici più importanti.


Analisi di tabella 4:

  • la struttura produttiva è in evoluzione: migliorano le capacità imprenditoriali;

  • aumentano gli utili (da 60.000 a 120.000 euro), il rendimento del capitale investito (da 4% a 8,7%) e la fruttuosità (dal 10% al 21%);

  • quanto sopra è ancora più positivo perché diminuisce il capitale investito e quello esterno.

Altri esempi di utilizzo di indici ricavati dal bilancio, nel caso di scelta di coltura da inserire nell'ordinamento colturale e per stabilire la convenienza rispetto ad altre con cui può essere sostituita, possono essere la Superficie Minima Indispensabile (SMI) e il Grado di Sicurezza (GS) in relazione alle strutture produttive, alla tecnica di coltivazione e alla specifica situazione del mercato.

1

2

3

4

5

6

7

8

9

10

11

12

Colture

m2

KcT

Kc/ m2

€/vaso

Resa vasi/ 1.000 m2

Ricavi/

1.000 m2

Kv/

1.000 m2

Rl/

1.000 m2

SMI

m2 (KcT/Rl)

RnT

GS

m2/SMI

Gerbera 120 gg

1.960

5.929

3,025

1,100

18.000

19.800

7.642

12.158

487

17.900

4,02

Geranio 120 gg

1.960

5.929

3,025

0,25

100.000

25.000

10.655

14.344

413

22.185

4,74

Tabella 5 • Confronto fra te cotture più redditizie al fine di determinare la convenienza dell'una rispetto att'attra.


Analisi di tabella 5:

  • in base alla elaborazione degli elementi di bilancio risulta più conveniente la coltura del Geranio in quanto ha un grado di sicurezza più elevato (4,74% contro 4,02%).

STOP E SINTESI

Gli indici di bilancio

A che cosa servono gli indici di redditività?

Servono alla valutazione gestionale dell'azienda in quanto non comprendono i costi di produzione.


Che cosa indica un indice di rotazione delle materie prime elevato?

Un valore elevato di questo indice indica vendite veloci e minori ammortamenti di capitali investiti.


Che indicazioni ci fornisce la leva finanziaria?

Questo indice fornisce informazioni riguardo alla percentuale di indebitamento dell'azienda essendo data da Ci/Cp.


STOP AND SUMMARY

Balance sheet indexes

What are profitability indexes for?

They are used for the business management evaluation, since they do not include the production costs.


What does a high rotation index of raw materials mean?

A high value in this index means quick sal.es and lower amortization ofinvested capitals.


What information is provided by financial lever-age?

This index provides information about the percentage of the company debt (given by Ci/Cp).

ECONOMIA E AGROSISTEMI
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VOLUME 2