1.3 La moneta, il sistema bancario e i titoli di credito

MONETA

Nasce dall'evoluzione del baratto in cui si aveva la moneta/merce (si cambia merce con merce) da questa si passò al sistema metallico (oro) con i certificati di deposito da cui nacquero le banche

e dunque
UN SISTEMA BANCARIO


TITOLI DI CREDITO

  • Assegno bancario

  • Assegno circolare

  • Cambiale

  • Bonifico

  • MAV

  • Carta di credito

  • Credito rurale

e quindi

LA CARTA MONETA

La moneta

Nelle società primitive (ma, ancora oggi, il metodo non è stato del tutto abbandonato) veniva utilizzato il metodo del baratto, con cui si scambiavano i beni con altri beni di uguale valore (Fig. 20a). Il pagamento veniva spesso eseguito utilizzando merci considerate utili per tutti; è in questo modo che nasce la moneta/merce.

I Romani e i Greci iniziarono a utilizzare i metalli come mezzo di scambio perché non si deterioravano con il passare del tempo, erano facili da riconoscere, da trasportare, potevano essere usati da tutti, mantenevano un valore stabile nel tempo e, infine, si potevano dividere non perdendo valore. In particolare, è proprio grazie a quest'ultimo aspetto che inizia a diffondersi il concetto di resto. In questo sistema metallico si utilizzano monete d'oro (Fig. 20b) e d'argento, il cui valore impresso era pari al valore del metallo stesso.

Al tempo di Marco Polo (XIII-XIV secolo) nacque l'usanza di consegnare i propri denari ad alcuni artigiani orafi i quali rilasciavano in cambio un certificato di deposito. Tale usanza si diffuse maggiormente a Firenze, favorita dal fiorente mercato orafo. I certificati rilasciati circolavano liberamente ed erano i precursori della carta-moneta; chiunque ne era in possesso poteva in qualsiasi momento convertirli in oro presso il depositario.

Successivamente si iniziò a scambiarli direttamente con merci, saltando cioè il passaggio del ritiro del denaro.

Da questo metodo di scambio nacquero le banche, o istituti di credito, dapprima rappresentate da piccole botteghe che lavoravano l'oro fino, poi da veri e propri istituti di credito che scambiavano i certificati di credito in oro e viceversa. Questo metodo è stato utilizzato fino alla prima guerra mondiale. In pratica, tutte le monete circolanti avevano un controvalore in oro depositato all'interno delle banche. Tuttavia, allo scoppio della prima guerra mondiale tutti gli Stati coinvolti si trovarono a dover emettere più moneta rispetto alle riserve di oro possedute. Per questo motivo nacque un nuovo sistema monetario chiamato cambio aureo che sostituì le monete d'oro o d'argento con la cartamoneta come unico metodo di pagamento. Il denaro rimase comunque legato all'oro, ma non fu più necessario avere depositato nelle banche il totale controvalore in oro (Fig. 21). Dopo lo scoppio della seconda guerra mondiale per coprire le spese belliche, si diffuse il corso forzoso, in base al quale venivano emesse monete che non potevano più essere riconvertite in oro poiché i metalli preziosi iniziavano a scarseggiare e non coprivano l'intero valore di tutte le banconote presenti. È da qui che si arriva al sistema a cartamoneta inconvertibile o a corso forzoso. Questo sistema è effettuato dalle Banche centrali, successivamente sostituite dal Sistema delle Banche Centrali Europee (dopo l'entrata in vigore dell'euro) e le monete sono coniate dalla Zecca di Stato; oggi per il loro conio si impiegano metalli o leghe di scarso valore.

Negli ultimi decenni ha acquistato una sempre maggiore diffusione la moneta elettronica. Con questo termine si intendono tutti i pagamenti effettuati telematicamente, senza l'impiego di monete o banconote. Si effettuano così passaggi di denaro virtuali da un conto all'altro. Tale sistema è così diffuso grazie anche all'espansione della connessione Internet, tanto da far prevedere che in un prossimo futuro potrebbe soppiantare l'uso della moneta cartacea fino a farla addirittura scomparire.

II sistema bancario

Con il termine credito si definisce l'operazione che implica lo scambio di una prestazione attuale con la promessa di una futura. Alla base di queste prestazioni vi è la fiducia del creditore nei confronti del debitore, che deve però essere supportata da garanzie di vario tipo (reali o personali).


Nell'economia moderna la branca dell'economia creditizia tratta di operazioni volte a ottenere un credito per finanziare attività gestionali.

Il credito si distingue in credito alla produzione, destinato a imprese che si finanziano anche con capitali diversi dal proprio e credito al consumo, destinato ai consumatori finali.

Oggi, gli intermediari del credito sono le banche che, cercando di incentivare il risparmio, raccolgono capitali che offrono a tutti coloro che ne fanno richiesta dietro il pagamento di interessi.

La banca, secondo l'art. 47 della Costituzione e il D.lgs. n. 385/1993, è una impresa autorizzata all'esercizio dell'attività bancaria, ossia alla raccolta del risparmio pubblico e all'esercizio del credito.

Il RDL 375/1936 ha delineato il sistema bancario nazionale per circa 60 anni e prevedeva una netta distinzione tra le aziende di credito, che si occupavano della raccolta del risparmio e dell'esercizio del credito a breve termine, e gli istituti di credito speciale, che si occupavano invece della raccolta del risparmio e dell'esercizio del credito a medio e lungo termine.

Dal 1993 tale distinzione non esiste più, perché è stata sostituita dal modello di banca universale, che può raccogliere il risparmio e concedere il credito. L'attività bancaria è dunque quella di raccogliere il risparmio e di esercitare il credito.

Essendo un'impresa, la banca paga un interesse attivo ai risparmiatori che depositano i propri capitali; questo per la banca costituisce la parte passiva del bilancio, in quanto gli interessi emessi rappresentano il costo aziendale necessario a far sì che i risparmiatori siano invogliati a depositare i propri soldi. La parte attiva è rappresentata, invece, dagli interessi che la banca richiede agli investitori a seguito della loro richiesta di mutui o prestiti. Gli interessi passivi sono sempre maggiori rispetto a quelli attivi: tale differenza rappresenta, di conseguenza, l'utile della banca. Ciò evidenzia come le banche siano imprese a tutti gli effetti perché hanno come obiettivo l'ottenimento di un profitto.

Oltre a raccogliere risparmi e a concedere crediti, le banche svolgono anche l'importante funzione di intermediazione per i privati nelle compravendite di titoli di Stato, obbligazioni e azioni. Il privato si deve cioè appoggiare alla banca per acquistare tali titoli, dietro pagamento della prestazione effettuata.

Negli ultimi anni, i servizi bancari sono aumentati e forniscono servizi quali:

  • bancomat;

  • carte di credito;

  • cassette di sicurezza;

  • amministrazione dei titoli;

  • assicurazioni e polizze;

  • pagamenti di utenze e riscossioni degli stipendi.

Con l'adesione all'euro è nata una nuova banca centrale internazionale, la Banca Centrale Europea (BCE) che ha sostituito in diverse funzioni le singole banche centrali dei Paesi membri. Tuttavia le banche nazionali sono rimaste attive e sono confluite nel Sistema Europeo di Banche Centrali (SEBC) formato dalla Banca Centrale Europea (BCE) e dalle Banche Centrali Nazionali (BCN) dei Paesi dell'Unione Europea.

Il sistema bancario di ciascun Paese membro è poi costituito dalla banca centrale e dalle banche ordinarie, che sono sottoposte e regolamentate da apposite norme giuridiche.

La Banca Centrale Nazionale del nostro Paese è la Banca d'Italia che rappresenta il vertice di tutti gli istituti di credito nazionali, con funzioni proprie di importanza nazionale (Fig. 22).

I titoli di credito

I pagamenti di acquisti, di beni o di servizi può avvenire in contanti, ma solo entro un limite massimo. Tale limite di pagamento in contanti era stato fissato dai D.lgs. n. 231/2007 e n. 78/2010 in € 1.000, ma dal 1° gennaio 2016 tale tetto è stato alzato a € 2.999,99.

Per cifre superiori ci si deve avvalere di forme tracciabili come i titoli di credito, detti all'ordine, che danno il diritto di riscuotere a scadenza. Fra questi i più importanti sono:

  • l'assegno bancario; 

  • l'assegno circolare.

Assegno bancario

Viene emesso da una persona fisica o giuridica, titolare di un conto corrente bancario (correntista) a cui la banca fornisce un libretto di assegni.


Ogni pagina del libretto di assegni è composta da una parte denominata figlia, che viene staccata e consegnata per il pagamento, su cui compare l'importo (in cifre e in lettere), la data, il nome della banca su cui è attivato il conto corrente, il nome del beneficiario e la firma del correntista, e la dicitura "non trasferibile" (può essere richiesto anche senza tale dicitura, in questo caso è consentita la girata ovvero la possibilità di cedere il titolo a un altro beneficiario semplicemente apponendo la propria firma sul retro, alla quale va aggiunto il codice fiscale del nuovo beneficiario); la girata è consentita solo fino a un massimo di € 1.000.

La figlia è attaccata alla parte di assegno denominata madre, sulla quale si annota l'importo, la data e il nome del beneficiario dell'assegno e costituisce una sorta di promemoria.

L'assegno deve essere riscosso entro otto giorni, se pagabile nello stesso comune di emissione (detto su piazza), ed entro quindici giorni, se pagabile in un comune diverso da quello di emissione (detto fuori piazza).

I soggetti interessati nell'assegno bancario sono tre: il correntista (detto anche traente) che ordina alla banca (detta trattaria) di pagare un beneficiario. L'assegno bancario emesso senza che ci sia la copertura economica sul conto corrente è definito assegno a vuoto ed è illegale.

Indicare sempre i centesimi di euro anche se la cifra è intera 
Verificare che l’importo in cifre sia uguale a quello in lettere
Usare la barra seguita dal numero dei centesimi per l’importo in lettere
Usare la virgola per l’importo in cifre

Assegno circolare

È la banca che in questo caso emette l'assegno, su richiesta di qualsiasi persona che si presenti con del contante oppure a un suo correntista.

I soggetti coinvolti, a differenza dell'assegno precedente, sono due: la banca e il beneficiario. Come il precedente può essere trasferito per mezzo della girata, normalmente, però, è non trasferibile.

L'assegno circolare rappresenta un titolo sicuro in quanto dietro alla sua emissione c'è un versamento.

Importo in cifre

Altre modalità di pagamento

Molto spesso, soprattutto per i pagamenti delle materie prime o per la riscossione di prodotti aziendali, si ricorre a forme di pagamento dilazionate. Si hanno cioè debiti e crediti che per la registrazione devono essere sempre supportati da documenti. Fra questi ricordiamo:

  • la cambiale;

  • il bonifico;

  • la ricevuta bancaria;

  • il MAV;

  • la carta di credito, di debito o prepagata.


CAMBIALE. Si tratta di titoli formali di credito che devono riportare i seguenti elementi: luogo e data di emissione, scadenza, importo in cifre e in lettere, nome del beneficiario, firma dell'emittente (ossia il debitore) e il bollo (pari al 12% dell'importo della cambiale).

Può essere cambiale pagherò o cambiale tratta. La cambiale pagherò ha la forma grafica dell'assegno circolare e sono interessati due soggetti: l'emittente (o debitore) e il beneficiario.

Invece la cambiale tratta è simile graficamente a un assegno bancario. È un titolo di credito mediante il quale un soggetto (detto traente) ordina a un suo debitore (detto trattario), in genere la banca, di pagare una certa somma di denaro al legittimo portatore del titolo (detto beneficiario o prenditore). La cambiale è quindi emessa dal creditore e firmata dal debitore.


BONIFICO BANCARIO. È uno strumento utilizzato per il trasferimento di denaro da un ordinante a un beneficiario. In pratica si trasferisce il denaro da un conto corrente a un altro su banche diverse, ma anche fra conti correnti della stessa banca, in questo caso viene denominato giroconto.
Per effettuare il bonifico è necessario conoscere il codice alfanumerico IBAN che riunisce le coordinate bancarie (CIN, ABI e CAB) e il numero di conto corrente.

RICEVUTA BANCARIA (RI.BA.). È uno strumento con cui un creditore (venditore) esige da un debitore una somma di denaro (da versare a mezzo banca a saldo di una fattura) e autorizza la banca alla riscossione dell’importo indicato. Il cliente dunque conferisce alla banca solo il mandato per l’incasso.
La banca, a sua volta, mette a disposizione del cliente il relativo importo senza attendere la scadenza e la riscossione dal terzo debitore, restando tutelata dal carattere irrevocabile del mandato all’incasso per il recupero del credito così concesso al proprio cliente.
La procedura di una ricevuta bancaria è la seguente:

  • il creditore (venditore) compila la ricevuta bancaria contestualmente alla fattura e la invia alla banca nella quale ha attivato il suo conto corrente;

  • la banca del creditore invia il documento alla banca d’appoggio del compratore;

  • quest’ultima invia al debitore un avviso di pagamento;

  • il debitore, ricevuto l’avviso, alla scadenza si presenta alla sua banca, effettua il pagamento e ritira la ricevuta bancaria che funziona anche da quietanza perché già firmata dal creditore;

  • la banca, riscosso l’importo, comunica all’altra banca che la transazione è avvenuta;

  • la banca d’appoggio del debitore accredita l’importo sul conto corrente del creditore.


PAGAMENTO MEDIANTE AVVISO (MAV). Tale pagamento viene effettuato per mezzo di un bollettino emesso dalla banca del creditore (su sua richiesta), che viene inviato al debitore per effettuare il pagamento, in contanti, presso qualsiasi sportello o in banca con prelievo dal proprio conto corrente.

La banca del debitore, ricevuto il pagamento, provvede a riconoscerne l'importo alla banca del creditore con procedura elettronica.


CARTA DI CREDITO, DI DEBITO E PREPAGATA. Con la carta di credito si possono effettuare acquisti presso gli esercizi commerciali che aderiscono a specifici circuiti (Visa, American Express, Master-card, ecc.). Al compratore vengono addebitati gli acquisti sul conto corrente a cadenza fissa e in un'unica soluzione.

Con la carta di debito (bancomat) si può prelevare contante dagli sportelli automatici delle banche ed effettuare acquisti presso i negozi dotati di terminale POS, che consente di verificare la carta ed emettere ricevuta di pagamento.

Le carte prepagate vengono rilasciate invece da banche o da altre società specializzate, dietro un versamento in anticipo del contante; il loro utilizzo è uguale a quello di una carta di credito.

I nuovi metodi di pagamento elettronico (via smartphone)

II Near field communication (Nfc) è una tecnologia che consente di utilizzare gli smartphone come una sorta di portafoglio virtuale. Dal punto di vista pratico tale operazione di pagamento avviene semplicemente avvicinando il proprio smartphone a un lettore Pos contactless (simile a quello delle carte di credito) senza bisogno di effettuare la strisciata (Fig. 28). Il cellulare deve essere stato abilitato ad effettuare questo tipo di pagamento elettronico e al suo interno va inserita una speciale scheda sim.

Per movimentazioni di importo modesto non è richiesto alcun codice di autorizzazione (Pin) che, invece, diventa necessario se si superano i 20-25 euro di spesa.

Nel nostro Paese questo tipo di tecnologia si è diffusa con ritardo di un paio di anni rispetto ad altri Paesi, come ad esempio Stati Uniti e Francia, ma è prevedibile che questa nuova frontiera dell'e-commerce consentirà in breve tempo anche a molti italiani di possedere un metodo di pagamento con cellulare che permetterà gli indubbi vantaggi di eliminare ad esempio le code alle casse dei supermercati, di avere meno contanti in tasca e di pagare il parcheggio dell'automobile più rapidamente. Un altro sistema che si sta diffondendo è quello delle bitcoin, una valuta digitale crittografata, decentralizzata e disponibile per lo scambio virtuale (peer-to-peer).

Le condizioni creditizie nel settore rurale

Si definisce credito l’operazione che implica lo scambio di una prestazione attuale con la promessa di una futura. Nell’economia moderna la branca dell’economia creditizia tratta operazioni volte a ottenere un credito per finanziare attività gestionali.


Il credito si distingue in:
  • credito alla produzione, destinato alle imprese che si finanziano oltre che con il proprio capitale anche con quello di terzi;

  • credito al consumo, destinato ai consumatori finali.

Nelle imprese agricole il credito è un termine riferito al sistema di credito agevolato che dagli anni '90 del secolo scorso in poi ha subito diverse modifiche. Inizialmente era regolato dalla Legge n. 1760/1928, successivamente dalla Legge n. 817/1971, poi dalla Legge n. 153/1975 fino ad arrivare al D.l-gs. n. 385/1993, chiamato anche Testo Unico Bancario, che offre la possibilità agli istituti di credito di investire in agricoltura.

La richiesta di finanziamento da parte degli imprenditori è finalizzata sia allo sviluppo delle attività agricole e zootecniche, sia a quelle che da esse derivano.

È possibile, infatti, ottenere credito per acquisire in proprietà o in uso il capitale fondiario, per eseguire su di esso investimenti e per le spese di conduzione (il pagamento di salari, imposte, acquisto dei mezzi produttivi, ecc.).

Il finanziamento per le imprese agricole può essere distinto in credito destinato al capitale di esercizio (credito di esercizio) e in credito destinato agli investimenti sul fondo (credito di miglioramento) (Fig. 30).

Il primo può essere a sua volta suddiviso in:

  • prestito di conduzione, della durata massima di un anno;

  • prestito di dotazione, destinato all'acquisto del capitale macchine e attrezzature e del capitale bestiame; nel prestito di conduzione, rientra anche la richiesta di capitale di anticipazione con garanzia sui prodotti agricoli;

  • prestito in acconto ai soci, nel caso di associazioni o cooperative, con restituzione delle somme richieste al momento della vendita delle produzioni.

In genere, il credito di esercizio elargisce prestiti della durata di un anno ma non oltre i cinque anni. Il credito di miglioramento finanzia, invece, l'esecuzione di investimenti fondiari, come ad esempio costruzioni rurali, impianti arborei e irrigui, rimboschimenti, sistemazioni idraulico-agrarie, opere di viabilità poderale e interpoderale, di bonifica e, in generale, qualsiasi opera volta al miglioramento stabile delle aziende. A queste spese si possono aggiungere quelle per l'acquisto di fondi, ma anche quelle per la prima lavorazione e trasformazione collettiva dei prodotti agricoli. Il credito di miglioramento concede prestiti e mutui da restituire non oltre i venticinque anni. Possono accedere a questo tipo di finanziamento anche i Comuni, le Regioni e gli enti come i Consorzi di bonifica e le Comunità montane. L'offerta dei mezzi finanziari è affidata, in genere, al Credito bancario che attiva nei confronti degli imprenditori agrari un credito agevolato attraverso agevolazioni stabilite dallo Stato e dalle Regioni che devono rispettare precise norme. Le agevolazioni possono consistere nell'abbattimento dei saggi di interesse o nell'abbuono di quote capitale.

Da alcuni anni alle banche si sono affiancate altre tipologie di intervento, come ad esempio quello di Agrifidi, costituiti da consorzi di operatori agricoli sostenuti da enti pubblici come le Camere di commercio o le Regioni. Il credito di esercizio ha applicazione anche presso istituti specializzati come ISMEA (Sviluppo d'impresa).

Le nuove forme di credito e sostegno alle imprese agricole

Negli ultimi decenni, le aziende agricole hanno potuto usufruire di nuove tipologie di credito nate indipendentemente dal sistema bancario. Grazie all'evoluzione e allo sviluppo della politica comunitaria, oltre a prestiti e mutui agevolati, sono stati erogati una serie di finanziamenti finalizzati al sostegno del reddito delle aziende e, soprattutto, dell'innovazione tecnologica (Fig. 31).

L'evoluzione della PAC ha portato, negli anni, al passaggio da finanziamenti a pioggia e talvolta indiscriminati, ad altri molto più mirati, a favore solo di imprenditori che presentavano caratteristiche professionali ben definite.

Inizialmente i finanziamenti erano totali, cioè coprivano l'intero investimento, e a fondo perduto, ovvero non rimborsabili. Oggi, invece, la politica comunitaria elargisce in modo molto più oculato i fondi da erogare a ogni Stato e i Piani di Sviluppo Rurale (PSR) risultano quindi molto meno generosi con le imprese, limitandosi a premiare solo le aziende virtuose e quelle che producono reddito. Tutto ciò ha lo scopo di limitare gli sprechi e le speculazioni economiche, puntando invece a fornire finanziamenti a quelle imprese che effettivamente li utilizzano per l'innovazione.

Generalmente, vengono finanziati solo gli Imprenditori Agricoli Professionali (IAP) o gli enti pubblici e il contributo all'investimento non è quasi mai totale, ma parziale ed erogato in varie rate, collegate agli stati di avanzamento dei lavori.

I fondi europei gestiti dalle Regioni, oltre a sostenere l'investimento tecnologico delle aziende, tendono anche ad agevolare i giovani imprenditori: sempre più spesso, infatti, vengono aperti bandi per nuovi insediamenti o per subentri in aziende agricole esistenti. Questo per favorire un ritorno dei giovani all'agricoltura, una attività lavorativa che negli ultimi tempi si è dimostrata poco appetibile per le nuove generazioni.

Tutto questo è il risultato del passaggio dall'epoca iniziale della politica comunitaria in cui si elargivano in modo quasi incontrollato molti fondi (spesso a fondo perduto, che non favorivano l'innovazione, quanto piuttosto le speculazioni), all'attuale politica comunitaria che modula l'elargizione dei fondi a seconda di chi ne fa richiesta.

Questo complesso argomento verrà trattato molto più approfonditamente nella Parte Quarta di questo testo, dove verranno esplicitate le metodologie di accesso al credito e le tipologie di finanziamenti a cui le aziende possono attingere. Un altro tipo di finanziamento non diretto di tipo statale è la detassazione di alcuni investimenti tecnologici. L'ammodernamento aziendale, soprattutto dal punto di vista del risparmio energetico o per la produzione di energia rinnovabile, è spesso detassato (direttamente o indirettamente) riducendo le imposte generali sulla persona fisica che effettua l'investimento oppure permettendo la detrazione di una parte della spesa investita.

L’assicurazione

L'art. 1882 del Codice Civile definisce l'assicurazione come “il contratto con il quale l'assicuratore, dietro il pagamento di un premio, si obbliga a rivalere l'assicurato, entro i limiti convenuti, del danno ad esso prodotto da un sinistro, ovvero a pagare un capitale o una rendita al verificarsi di un evento attinente alla vita umana".


All'interno di questo articolo vengono prese in esame le più importanti assicurazioni private (sui danni e sulla vita) per le quali vanno rispettate delle regole tra cui:

  • il premio deve essere pagato obbligatoriamente dall'assicurato;

  • l'assicuratore risarcisce obbligatoriamente rassicurato solo sesi è verificato un sinistro e proprio per questo l'assicuratore dovrà risarcire il danno.

L'elemento principale del contratto di assicurazione è il rischio ovvero la probabilità che possa verificarsi un danno che genera effetti negativi sul reddito o sul patrimonio di un'azienda. In assenza di rischio il contratto viene considerato nullo; quando la fase di rischio è terminata si ha la risoluzione del contratto; nel caso in cui il rischio diminuisca o aumenti si può avere la riduzione o l'incremento del premio; se invece è il contraente a provocare un rischio (per dolo o colpa grave) si ha il recesso o l'annullamento del contratto.

I rischi di cui si prende carico l'assicuratore al posto dell'assicurato, per sollevarlo da eventuali danni che possono verificarsi, prendono il nome di coperture assicurative.

La somma di denaro che dovrà essere pagata all'assicuratore dall'assicurato per l'indennizzo nel caso di danno subito prende il nome di premio.

II grado di copertura assicurativa dipende da tre elementi:

  1. la franchigia, è l'importo minimo del danno per cui si può pagare un indennizzo;

  2. il valore assicurato, è l'importo massimo del danno che l'assicuratore può risarcire;

  3. il valore effettivo, è il valore che viene calcolato al momento del danno.

La copertura assicurativa può essere:

  • a valore intero, quando si assicura uno o più beni che in caso di rischio potrebbero perdere completamente il loro valore;

  • a primo rischio, quando si assicurano beni che in caso di rischio possono perdere solo una parte del loro valore.

L'assicurazione a valore intero si può dividere in:

  • assicurazione piena: il valore assicurato è uguale al valore del bene;

  • soprassicurazione: il valore assicurato è maggiore del valore del bene in caso di danno;

  • sottoassicurazione: il valore assicurato è inferiore al valore del bene al momento del danno.

APPROFONDIMENTO - Esempi di contratti assicurativi stipulabili da aziende agrarie

Le aziende agricole possono cercare di ridurre i rischi legati alla stagionalità della produzione agraria in diversi modi, ma soprattutto possono cercare di aver risarciti eventuali danni tutelandosi con contratti di assicurazione e garantirsi prezzi fissi di vendita attraverso contratti di produzione. L'attività agricola è da sempre esposta a rischi che possono compromettere sia la produzione che il reddito dell'imprenditore: un danno da grandine che distrugge il raccolto, un incendio del magazzino di stoccaggio dei prodotti vendibili, malattie che possono causare la morte del bestiame.

L'imprenditore può assicurare quindi la propria azienda contro i seguenti rischi:

  • incendio;

  • danni da grandine;

  • danni elettrici;

  • furto;

  • responsabilità civile;

  • bestiame.

Tali contratti, se da un lato rappresentano un costo annuo, dall'altro garantiscono la serenità dell'imprenditore che in caso di danno potrà ottenerne il risarcimento, in particolare per tutti quegli eventi stagionali che potrebbero compromettere anche totalmente il reddito.

L'imprenditore può inoltre stipulare dei contratti di produzione con altri produttori agricoli oppure con imprese di trasformazione o di distribuzione. In questo caso, il coltivatore avrà il compito di impegnarsi a realizzare il prodotto seguendo le indicazioni e i criteri stabiliti dal contratto, nonché consegnare il prodotto come previsto dalle regole di qualità previste nel contratto stesso.

L'impresa di trasformazione o di distribuzione dovrà a sua volta corrispondere all'agricoltore il prezzo stabilito alla stipula del contratto.

Questa tipologia di contratti agricoli fornisce all'imprenditore la sicurezza del prezzo di vendita del prodotto, elemento non di poco conto visto che, come è noto, i prodotti agricoli sono molto suscettibili a variazioni di prezzo (a cadenza anche settimanale): ciò rappresenta un fattore di incertezza per gli agricoltori che non possono prevedere prima della semina il prezzo di vendita alla raccolta. Tale condizione è anche dovuta ai cicli medio-lunghi delle colture, caratteristici di molti prodotti agricoli.

A lato si riporta un esempio di contratto di assicurazione e uno di produzione.

STOP E SINTESI

Il sistema bancario

Quante tipologie di titoli di credito esistono?

Fra i titoli di credito in vigore esistono l'assegno bancario, l'assegno circolare, la cambiale, il bonifico e la ricevuta bancaria.


Che cosa si intende per credito?

Per credito si intende l'operazione che comporta lo scambio di una prestazione attuale con la promessa di una futura.


STOP AND SUMMARY

The banking system

How many types of credit instruments exist?

The bank cheque, the bank draft, the promissory note, the bank transfer and the bank receipt are the main types of credit instruments.


What is meant by credit?

Credit is the operation imptying the exchange between a present service and the promise of a future one.

ECONOMIA E AGROSISTEMI
ECONOMIA E AGROSISTEMI
VOLUME 2