Pubblicità
LA COMUNICAZIONE DI MARKETING HA COME OBIETTIVI
Informare
Messaggio informativo sul prodotto che ne sottolinea le caratteristiche e le differenze rispetto alla concorrenza
Pubblicità istituzionale
Pubblicità di prodotto
Convincere
il consumatore a provare un prodotto o a mantenersi fedele verso il marchio
Pubblicità di prodotto
Pubblicità istituzionale
Ricordare
Mantenere costantemente il ricordo dell’azienda o di uno specifico prodotto
Pubblicità istituzionale
Pubblicità di prodotto
La comunicazione di marketing dovrebbe portare il cliente alla decisione di acquisto di un determinato prodotto in cinque mosse:
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inconsapevolezza: fase antecedente alla comunicazione, in cui il ricevente non conosce neppure l'impresa produttrice;
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consapevolezza: il destinatario è informato dei contenuti che l'azienda trasmette;
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interesse: il ricevente si dispone in sintonia con il messaggio aziendale;
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desiderio: il destinatario appare fortemente motivato a un particolare prodotto o servizio per la soddisfazione del suo bisogno;
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azione: con cui si concretizza l'acquisto dopo il messaggio.
Gli strumenti di comunicazione sono diversi e ognuno con particolari funzioni. Sono usati in modo integrato e coordinato in base all'obiettivo che si vuole raggiungere.
Si parla quindi di:
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pubblicità, è lo strumento di comunicazione di marketing più noto (Fig. 4);
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promozione delle vendite, serve a stimolare direttamente l'azione di acquisto;
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pubbliche relazioni, si occupano dell'identità dell'impresa e non di quella del prodotto. I principali destinatari di questo strumento non sono i consumatori in senso stretto, quanto piuttosto i cittadini, le pubbliche amministrazioni, le organizzazioni della società civile, i politici, ecc.
Il successo della comunicazione si misura con l'▶efficienza e l'▶efficacia. La prima è legata alla capacità dell'impresa di ricercare validi canali di comunicazione per raggiungere solo i destinatari desiderati dalla strategia di marketing. L'efficacia della comunicazione è, invece, creare nei destinatari i comportamenti attesi.
Dopo la comunicazione abbiamo la ▶distribuzione, intesa come un insieme di azioni con le quali l'impresa mette a disposizione del cliente i propri prodotti.
La distribuzione è formata da tre componenti: il canale distributivo, le modalità contrattuali, la distribuzione fisica.
Il canale distributivo è definito diretto quando l'imprenditore vende direttamente la sua produzione al cliente finale; breve quando tra produttore e cliente finale si frappone un intermediario che acquista il prodotto dall'azienda per poi rivenderlo a chi vuole e al prezzo che vuole, a meno che non abbia concordato modalità contrattuali particolari; lungo quando tra produttore e cliente finale si frappongono più intermediari e, quindi, più passaggi di proprietà del prodotto. Per questo, in alcuni casi, l'impresa chiede garanzie sul comportamento dei soggetti intermedi per mezzo di contratti che prendono in considerazione le modalità di utilizzo del marchio, l'organizzazione del punto vendita, le condizioni delle consegne, degli ordini e dei pagamenti, ma anche l'esclusività del rapporto e la zona di vendita scelta dai soggetti intermedi (modalità contrattuali).
La distribuzione fisica, infine, si occupa tecnicamente di gestire gli ordini dei clienti e le scorte di magazzino, ma anche dei trasporti e delle rese.
I modelli distributivi possono essere numerosi e molto diversi tra loro, tuttavia si può ricordare:
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la distribuzione intensiva, con cui il produttore copre il mercato in modo capillare grazie all'elevato numero di punti di vendita;
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la distribuzione selettiva, caratterizzata dalla presenza nella stessa area di mercato di un numero limitato e selezionato di punti di vendita;
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la distribuzione esclusiva, caratterizzata dalla presenza, nella stessa area di mercato, di un unico punto di vendita.
La distribuzione è, dunque, un insieme organizzato di elementi che hanno lo scopo di organizzare il collegamento tra produzione e consumo, a sua volta influenzato dai comportamenti di acquisto, dalla struttura produttiva dell'impresa, dalle normative e dalle infrastrutture nazionali e regionali. Sulla base del tipo di relazioni instaurate tra produttori e consumatori, le aziende della distribuzione possono essere classificate in:
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▶distribuzione al dettaglio, in cui si vende direttamente al consumatore;
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▶distribuzione all'ingrosso, in cui operano aziende che si rivolgono a intermediari.
Sia la distribuzione al dettaglio che all'ingrosso, al loro interno, sono molto differenziate.
Nella canalizzazione della distribuzione sono presenti soggetti che acquistano e rivendono i prodotti per conto di altre aziende, si assumono la responsabilità degli atti commerciali, ma non diventano proprietari dei prodotti che intendono commercializzare. La loro retribuzione viene definita provvigione ed è legata al volume di vendite realizzate annualmente (fatturato). Vi sono poi gli ausiliari del commercio quali:
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l'agente, con contratto di agenzia che contribuisce alla conclusione della vendita, ricevendo in cambio una provvigione calcolata in percentuale sulle vendite;
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il rappresentante;
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il commissionario, con contratto di commissione che non ha necessariamente carattere di continuità nel tempo ed è una figura particolarmente importante nei mercati all'ingrosso dei prodotti alimentari freschi (ortofrutticoli soprattutto), dove dispone di postazioni fisse;
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il mediatore, con contratto di mediazione, mette in relazione due o più parti per la conclusione di una vendita, senza essere dipendente da nessuna di esse. Esso riscuote la provvigione (mediazione) dalle due parti. La figura si ritrova con particolare frequenza nel settore delle vendite immobiliari.