prendono origine
prendono origine
Gli aspetti economici analizzati in precedenza sono costituiti, sostanzialmente, da procedure valutative nell'ambito del microestimo, ovvero stime eseguite per la ricerca del valore di beni privati. Come abbiamo visto, tali beni assumono un valore in base allo scopo della stima e si basano sul prezzo di mercato che ne costituisce il fondamento valutativo.
Così è per il probabile valore di mercato, ma anche per il probabile valore di costo, nel momento in cui si utilizzano i prezzi di mercato delle materie prime e di tutti i capitali impiegati per produrle. Lo stesso vale per il probabile valore di capitalizzazione, quando si devono computare ricavi e costi per la ricerca dei redditi e per i probabili valori di surrogazione e complementari, quando si ricerca il valore di mercato o il costo dei beni.
Pertanto, tutti gli aspetti economici, in condizioni di equilibrio, tendono a coincidere con il prezzo di mercato, supposta l'esistenza di un mercato di libera concorrenza e nel lungo periodo.
La spiegazione risiede nel meccanismo dell'▶equilibrio economico di mercato: la scarsità di un bene sul mercato spunta prezzi che sono di molto superiori al suo costo di produzione. Questo stimola gli imprenditori a produrre una quantità maggiore che, con l'aumento dell'offerta, provoca una riduzione del prezzo che tende ad avvicinarsi al costo.
Con lo stesso ragionamento, se il prezzo dei foraggi fosse inferiore al loro valore di trasformazione, gli imprenditori sarebbero invogliati a trasformare in latte o carne quei foraggi anziché venderli sul mercato come prodotto della terra. Tutto ciò farebbe diminuire la quantità di foraggi sul mercato e la domanda sarebbe disposta a pagare un prezzo superiore pur di avere il bene. Quindi si avrebbe un aumento del prezzo dei foraggi, fino all'equilibrio con il valore di trasformazione.
Ci sono poi le procedure macroestimative: si occupano dei beni di interesse pubblico che non seguono le procedure degli aspetti economici, ma quella dell'aspetto economico del valore d'uso sociale. Le valutazioni riguardano gli ambienti storico-artistici e i beni territoriali (parchi) e si affrontano con il procedimento della disponibilità a pagare. Con l'analisi costi-benefici si valutano, invece, i progetti pubblici (realizzazione di infrastrutture). Bisogna ricordare che i beni ambientali, generalmente, sono di natura pubblica e senza prezzo, non essendo possibile uno scambio sul mercato, tuttavia non avere un prezzo non significa non possedere un valore. Infatti l'uso è un motivo di apprezzamento economico in quanto si ha un'utilità attraverso la sua fruizione. Si pensi al valore d'uso di un parco, di un fiume o di un'opera d'arte che si concretizza, ad esempio, durante una visita, con l'esercizio della fotografia o con l'attività sportiva.
È possibile comunque attribuire un valore a una risorsa ambientale anche a prescindere dal suo utilizzo. Si parla, allora, di valori di non uso quali il valore di opzione (desiderio di assicurarsi la disponibilità del bene nel futuro), il valore di esistenza (preservare il bene da una possibile distruzione) e il valore di lascito (possibilità di far usufruire la risorsa anche alle generazioni future).
Valore economico totale (VET) = valori di uso + valori di non uso
APPROFONDIMENTO - La tecnica della valutazione contingente
Con questa tecnica gli individui sono chiamati a dichiarare il valore da loro attribuito al bene ambientale per mezzo di una intervista.
Agli intervistati va presentata una situazione il più realistica possibile (le scelte dovrebbero essere dettate da motivazioni che regolano il comportamento in un mercato reale).
La valutazione contingente viene largamente applicata grazie ai suoi notevoli vantaggi: permette di raggiungere facilmente una stima monetaria dei beni ambientali; è l'unico metodo che permette di quantificare il valore economico di un bene in tutte le sue accezioni (valore d'uso e non uso; esistenza, lascito, opzione, quasi opzione).
La qualità del metodo dipende dalle seguenti tappe:
identificazione e descrizione del bene da valutare;
definizione del mercato ipotetico e degli strumenti di pagamento;
modalità impiegate per indurre l'intervistato a esprimere la propria disponibilità a pagare o ad accettare l'indennizzo;
predisposizione del questionario per l'intervista.
Tabella 1 • Descrizioni delle varie fasi dell'intervista.
Descrizione del bene |
Dettagliata descrizione del bene specificando le circostanze di fruizione Condizioni delle valutazione |
Definizione del mercato ipotetico |
Informare gli intervistati sui propri e altrui diritti specificando le regole del mercato ipotetico Regole realistiche, chiare, corrette e leali |
Modalità di pagamento |
Metodo della risposta aperta
Gioco di offerta bidirezionale
|
Il questionario |
Prima parte: descrizione del bene e del mercato ipotetico Seconda parte: domande tese a individuare la wìUing topay Terza parte: raccolta informazioni sull'intervistato La raccolta delle informazioni può avvenire per posta, telefono o intervista personale (è la più efficace) |
La valutazione contingente consente di attribuire un valore a beni e servizi altrimenti non valutabili compiutamente.
I metodi di valutazione possono essere: non monetari e monetari. I metodi non monetari utilizzano parametri tecnici atti a esprimere lo stato della risorsa. Quelli monetari si rifanno a procedure di tipo convenzionale; infatti, il valore del bene ambientale viene individuato associando a esso un opportuno aspetto economico, ma impiegando coefficienti correttivi da applicare ai prezzi di mercato o ai costi (ad esempio per la stima del valore di piante ornamentali e giardini o per danni al verde pubblico).
Si può anche ricorrere alle procedure di analisi costi-benefici (ABC). Con questo metodo l'ente pubblico analizza i costi e i benefici sociali di un investimento; certamente i costi e i benefici pubblici sono molto diversi da quelli privati. Infatti per questi ultimi si parla di costi e benefici interni, cioè propri di chi intende realizzare un'opera. Invece, nel caso di un ente pubblico, ai costi e ai benefici interni, propri dell'ente, si aggiungono le esternalità, cioè i costi e i benefici riguardanti la collettività rispetto al luogo nel quale si intende realizzare l'opera. Quindi, se il progetto dovesse creare disagi all'ambiente, un costo esterno potrebbe essere, ad esempio, la diminuzione di valore degli immobili (Fig. 2), oppure delle presenze turistiche in quel contesto.
Per contro, un investimento pubblico potrebbe creare posti di lavoro configurando così un beneficio esterno (o esternalità).
L’attendibilità del metodo, tuttavia, può essere compromessa da:
struttura dell’intervista;
mezzo di pagamento;
modalità con la quale vengono formulati i quesiti;
livello di informazione posseduto dall’intervistato sulla situazione in merito alla quale è chiamato a esprimersi.
Per la buona riuscita dell’intervista è importante scegliere la popolazione di interesse ed estrarre il campione. Identificare la popolazione significa innanzitutto individuare il gruppo sociale interessato al cambiamento di un determinato bene ambientale. Ad esempio, se volessimo stabilire il valore d’uso di un miglioramento qualitativo delle acque di un lago, il campione dovrebbe essere estratto dal gruppo dei pescatori che utilizza il lago.
Il campionamento da una popolazione più ampia, come ad esempio le famiglie residenti all’interno di un certo raggio, potrebbe permettere anche una stima del valore di non-uso.
L'analisi costi-benefici (ACB) attribuisce un valore monetario proprio alle esternalità (per le quali non esiste un prezzo) con il metodo del prezzo ombra.
Vi sono, infine, metodi che utilizzano il metro monetario e dimensionano il valore del bene rispetto all'utilità percepita con la sua fruizione (surplus o rendita del consumatore): questi lavorano sulla valutazione della funzione di domanda del bene ambientale e possono essere metodi indiretti e metodi diretti.
I primi si basano sui rapporti che si instaurano fra i beni ambientali e la richiesta dei privati durante l'attività di consumo.
La fruizione del bene ambientale spesso è possibile perché esiste una complementarietà con il consumo di beni privati il cui prezzo è facilmente ritraibile. La fruizione comporta, infatti, un esborso monetario (prezzo), ad esempio, per visitare un parco è solitamente necessario sostenere un costo per lo spostamento, per il consumo del pasto fuori casa ed eventualmente per acquistare il biglietto d'ingresso. In questo caso si lavora con il metodo del costo di viaggio e la valutazione edonimetrica.
Quelli diretti vengono utilizzati quando non è possibile stabilire una connessione con il consumo o con il valore di beni privati con il bene ambientale, oppure quando l'obiettivo è la determinazione di valori non associati a una effettiva fruizione della risorsa. Questi metodi cercano di valutare il bene ambientale simulandone il mercato (ipotetico). La simulazione si basa sulla procedura dell'intervista nella quale gli utenti sono chiamati a esprimere la loro disponibilità a pagare (willing to pay) per la conservazione di una data risorsa ambientale, oppure a esprimere la loro disponibilità ad accettare (willing to accept) un compenso per rinunciare all'uso della risorsa o alla loro presenza. Il lavoro viene eseguito con la tecnica della ▶valutazione contingente che consiste nella creazione di un mercato virtuale nel quale un campione rappresentativo di fruitori può esprimere la propria disponibilità a pagare per beni non scambiabili sul mercato.
Il metodo del ▶giudizio di stima consiste in un percorso logico attraverso il quale il perito arriva a esprimere un giudizio di valore che può essere tecnico o economico e che, come atto fondamentale, si fonda sulla ▶comparazione.
La costruzione della scala si ottiene effettuando indagini di mercato i cui dati vanno successivamente sottoposti a elaborazione statistica. È quindi un metodo che presuppone di essere affidato alla competenza e alla preparazione tecnica di un perito.
Con l'inserimento del bene entro la specifica scala di valori si ottiene il giudizio. Questa seconda fase è quella propriamente estimativa, in cui il perito giudica e, dunque, opera in maniera soggettiva. Se tramite la scala di valori si riesce a costruire anche una scala di elementi proporzionali al valore, si attribuisce alla valutazione una maggiore oggettività. Tali elementi sono detti parametri; possono essere di natura fisica (superficie, lunghezza, volume, ecc.) o economica (reddito, beneficio fondiario, produzione vendibile, canone di affitto, ecc.).
ESEMPIO
Sia da valutare un fondo di rustico di 37 ha. Nella zona il mercato è molto attivo, è stato quindi possibile rilevare i più recenti prezzi delle compravendite:
Compravendita |
Dati storici (€) |
Parametri (ha) |
Fondo "Cascina nuova” |
520.000 |
35 |
Fondo "Acquaviva" |
532.000 |
36 |
Fondo "I garzoni" |
560.000 |
38 |
Fondo "il capannone" |
620.000 |
41 |
Totale |
2.232.000 |
150 |
Senza eseguire particolari calcoli, il parametro fisico scelto dal perito (superficie) ci permette di inserire il fondo oggetto di valutazione nella scala dei valori compresi tra 532.000 € e 560.000 €, essendo il suo parametro di 37 ha. Dunque il suo valore è compreso nell'intervallo fra i due valori della scala.
Per avere il risultato della stima, è sufficiente impostare la seguente proporzione:
∑ Valori : ∑ Parametri = Vx : Parametro del fondo da valutare
Vx = ∑Valori/∑Parametri x Parametro del fondo da stimare
Quindi avremo:
2.232.000/150 x 37 = 550.560 €
Se si analizza il rapporto (∑ Valori/∑ Parametri) si possono ottenere importanti informazioni. Prima di tutto il numeratore della frazione rappresenta una somma di valori (di mercato, di costi, di trasformazione) recentemente e realmente verificatisi, sono cioè i dati storici. Questo ci dice che il fondamento di ogni valutazione è il prezzo. Invece il denominatore rappresenta sempre la somma dei parametri utilizzati per attuare il confronto. Se il parametro è di natura fisica il rapporto esprime il valore unitario del bene (ad esempio il valore a ettaro del terreno, a metro quadrato di un immobile o a metro cubo o a vano); se invece il parametro è di natura economica il rapporto indica quante volte esso è contenuto nel valore.
Il valore trovato deve considerarsi un valore che in estimo viene definito valore ordinario o normale in quanto deriva dalla comparazione con beni mediamente simili a quello da stimare ed è identificato come il valore più probabile, più diffuso, più frequente.
Il ▶principio dell’ordinarietà rappresenta il modo più frequente (in un certo ambiente e per date circostanze) di utilizzo dei beni o la diffusa presenza di determinate caratteristiche strutturali.
Anche per gli immobili urbani le condizioni di ordinarietà sono rappresentate dalle strutture che, in ogni categoria, in quella data zona, connotano ogni immobile. Ad esempio, se certi tipi di immobili sono dotati mediamente di impianto di riscaldamento, mentre l'immobile oggetto di stima ne è privo, la valutazione deve essere eseguita come se l'impianto fosse esistente, ovvero secondo l'ordinarietà.
L'ordinarietà ha consentito anche di risolvere il problema posto dai sostenitori del concetto di attualità, secondo i quali nelle valutazioni fondiarie si deve tener conto solo delle condizioni in cui si trova il fondo al momento della stima e quindi si devono analizzare: l'attuale conduzione, l'ordinamento colturale e gli investimenti esistenti; ogni altra considerazione porterebbe ad analisi irrealistiche. Per i sostenitori del concetto di attualità cioè il fondo vale per quello che rende in quel momento.
I sostenitori della suscettività, invece, non sono della stessa opinione, e valutano del fondo la capacità che può assumere se condotto nel modo migliore possibile. Il limite di tale scuola di pensiero risiede tuttavia nel fatto che non vengono forniti parametri per la valutazione di migliore gestione.
II dualismo e i limiti valutativi delle teorie attualistiche e suscettiviste sono stati risolti dalla teoria dell'ordinarietà, che propone un metodo valutativo fondato sulla frequenza organizzativa e gestionale dei fondi rustici in una data zona. Il valore ordinario ipotizza che il fondo oggetto di stima possieda le caratteristiche medie dei beni presi a confronto. Tuttavia, dal momento che tali caratteristiche del fondo sono difficilmente presenti, si rende necessario correggere il valore ordinario, individuando le condizioni di diversità rispetto all'ordinarietà stimata dal perito.
Le diversità sono rappresentate dalle aggiunte e dalle detrazioni. Esse danno luogo alle seguenti aggiunte al valore ordinario: maggiori redditi transitori, dotazioni di investimenti eccedenti l'ordinarietà, esenzione fiscale temporanea.
Nel caso dei fondi rustici, le aggiunte sono date anche da eventuali frutti pendenti, dalle scorte morte e vive, dai maggiori redditi rispetto alla normalità. Per contro, le detrazioni sono date da: debiti residui gravanti sul bene, dotazioni insufficienti di investimenti, minori redditi, servitù passive, usufrutto o altro diritto reale di godimento.
APPROFONDIMENTO - Limiti delle teorie degli attualisti e dei suscettivisti
In base alla teoria dell'attualità, un fondo che allatto della sua valutazione forniva una rendita bassa perché coltivato irrazionalmente per incapacità dell'imprenditore agrario, aveva un valore conseguentemente basso. Viceversa, se il fondo dava una rendita piuttosto alta perché condotto da un imprenditore di buone capacità tecniche ed economiche, il suo valore era alto. In sostanza, la teoria attualistica teneva conto dello stato e della destinazione del fondo al momento della
stima e quindi anche della capacità dell'imprenditore. E proprio quest'ultimo aspetto ha reso inapplicabile questa teoria per i seguenti motivi:
a) nella stima di un fondo è oggetto di valutazione il capitale fondiario e non la capacità dell'imprenditore;
b) se il fondo al momento della stima è coltivato irrazionalmente, ciò non significa che lo stesso non possa essere coltivato con sistemi razionali e fornire, di conseguenza, un reddito maggiore di quello attuale.
Anche la teoria della suscettività non può ritenersi esatta in quanto il valore di un fondo non può essere subordinato alla particolare destinazione economica che un abile imprenditore può conferirgli nel futuro. Inoltre, i sostenitori di tale teoria non consideravano che la trasformazione del fondo da un ordinamento gestionale a un altro implica determinati costi, dei quali è necessario tenere conto.Anche per questa teoria è possibile osservare che il limite è costituito da un errore dell'oggetto di valutazione che deve essere costituito solo dal fondo e non dalla capacità economica e tecnica dell'imprenditore. Se così fosse, a uno stesso fondo si dovrebbero attribuire tanti valori quanti sono i gradi di capacità gestionale dei probabili conduttori. Si cadrebbe così nell'assurdo.
Il giudizio di stima, come è stato detto, deve essere formulato in base all'ordinarietà. Il bene economico oggetto di valutazione non viene valutato rispetto alle condizioni attuali o potenziali, ma in base a come è utilizzato in quel determinato contesto economico soltanto in base a quelle condizioni che, a giudizio obiettivo della maggioranza degli esperti, sono ordinarie e continuative.
ESEMPIO 1
Un perito ha ricevuto l'incarico di valutare un fondo rustico su cui sono presenti gli elementi necessari per la produzione agraria, ma nessuno si occupa di attuare scelte organizzative. Al sopralluogo esso risulta incolto e dunque senza reddito.
In questo caso, il perito, non avendo altri elementi di valutazione e stimando in base alle condizioni attuali, dovrebbe esprimere un valore negativo. In realtà quel fondo si trova inserito in un contesto economico in cui altre situazioni simili investono in ordinamenti colturali che producono redditi e quindi forniscono un'utilità reale.
In questo caso l'ordinarietà è data da quelle circostanze che si riscontrano con frequenza in quella zona:
ampiezza aziendale media 35 ha;
n. 1 fabbricato abitativo di 180 m2;
n. 1 stalla di 250 m2;
n. 1 fienile sopra stalla;
n. 2 annessi di 90 m2 ciascuno;
parco macchine di 170 kW;
ordinamenti colturali cerealicolo-foraggeri e zootecnici.
A questo punto il perito, conoscendo l'ordinarietà della zona, è in grado di valutare il fondo come se fosse utilizzato, ma al valore trovato devono seguire le opportune detrazioni.
ESEMPIO 2
Le medesime valutazioni possono essere effettuate se il fondo si fosse trovato in condizioni superiori all'ordinario:
ampiezza aziendale media 35 ha;
n. 1 fabbricato abitativo di 180 m2;
n. 1 cantina;
n. 1 stalla di 250 m2;
n. 1 fienile sopra stalla;
n. 4 annessi di 100 m2 ciascuno;
parco macchine di 316 kW;
ordinamento colturale viticolo-foraggero-zootecnico.
In questo caso, al valore ordinario devono seguire le aggiunte del caso.
ESEMPIO 3
Se si dovesse valutare un fondo rustico nel cui ordinamento colturale manca la coltura del melo quando, in quel preciso contesto ambientale le aziende agrarie si presentano con almeno il 20% della SAU a meleto, anche il fondo oggetto di valutazione dovrà essere considerato in condizioni ordinarie e cioè con una superficie a meleto pari al 20% di quella coltivata.
Il perito, poi, dal valore ordinario dovrà detrarre il costo dell'impianto dell'arboreto riferito al momento di stima.
ESEMPIO 4
Se si dovesse valutare un fabbricato senza l'impianto fotovoltaico, come i fabbricati presentano normalmente in quella particolare zona, tale edificio dovrà essere valutato come se fosse in condizioni ordinarie, cioè dotato di impianto fotovoltaico, e da tale valore andrà detratto poi il relativo costo di esecuzione.
ESEMPIO 5
Anche nel caso in cui si dovesse valutare un fondo commerciale attualmente affittato a un canone inferiore a quelli normalmente pagati nella zona per quel tipo di fabbricati, si dovrà eseguire la valutazione come se l'immobile fosse affittato ordinariamente (in base ai canoni pagati in zona), ma da tale valore ordinario si dovrà detrarre l'accumulazione iniziale dei mancati redditi per la durata del contratto in corso.
ESEMPIO 6
Nel caso di immobili con esenzione fiscale, la valutazione dovrà essere determinata come se l'esenzione non ci fosse (è il caso ordinario) e, dunque, al valore ordinario ottenuto si dovrà aggiungere l'accumulazione iniziale dei maggiori redditi per la durata della detrazione fiscale.
L'ordinarietà è riferita al momento e ai dati della stima ed è condizionata dal quesito estimativo, dalla situazione economica e giuridica esistente fra le persone, dalle cose e i fatti condizionanti la stima.
In conclusione, il perito, nella valutazione di un bene, deve prima ricercare il valore del capitale ordinario e quindi apportare aggiunte e detrazioni, singolarmente valutabili, per riportare tale valore alle sue reali condizioni presenti al momento della stima.
In che cosa consiste il giudizio di stima?
È un metodo che consente al perito di esprimere un giudizio di valore tecnico o economico, fondato sulla comparazione.
Quali sono i parametri utilizzati dal perito?
Gli elementi di natura fisica sono: superficie, lunghezza, volume, ecc.; quelli economici: reddito, beneficio fondiario, produzione vendibile, canone di affitto, ecc.
Come viene valutato il bene economico con la teoria dell’ordinarietà?
Non viene valutato rispetto alle sue condizioni attuali o potenziali, ma in base a come è utilizzato in quel determinato contesto economico, in base a quelle condizioni che, a giudizio obiettivo della maggioranza degli esperti, sono ordinarie e continuative.
What is the evaluation proceeding?
It is a method used by the consultant to evaluate an assessment from the economie or technical point of view, using comparison.
Which are the parameters used by the consultant?
Surface, length, volume are some elements of physical nature; income, land benefit, sateabte production, rent and others are the economic ones.
How are financial goods evaluated with the theory of ordinariness?
They are not evaluated on the basis of their current or potential conditions, but taking into account how they are used in that specific economic context, depending on those conditions which are ordinary and permanent according to the majority of experts’ opinions.
ECONOMIA E AGROSISTEMI
VOLUME 2