La produzione e i suoi fattori
Produrre significa trasformare i beni aumentandone la loro utilità. Siamo di fronte ad una trasformazione fisica delle cose (aspetto materiale della produzione) che ne aumenta l’utilità (aspetto economico della produzione) (Fig. 4a).
Si può ottenere una produzione anche per mezzo di una trasformazione nel tempo (Fig. 4b). Ad esempio, con la conservazione e lo stoccaggio delle produzioni agrarie è possibile evitare una eccessiva concentrazione di offerta sul mercato e quindi un abbassamento dei prezzi: raccolgo il grano in estate, ma lo vendo a fine inverno.
Inoltre, si può aumentare l'utilità dei beni con il loro trasporto da una località, nella quale sono abbondanti, ad altre dove invece scarseggiano (ad esempio le arance dalla Sicilia alla Lombardia): in questo caso si parla di trasformazione nello spazio (Fig. 4c).
Per realizzare i processi di trasformazione occorrono diversi agenti chiamati ►fattori della produzione. Ad esempio, se parte del latte prodotto in stalla lo trasformo in formaggio tipico, posticipo nel tempo l'atto della vendita e diversifico il tipo di produzione: ciò mi permetterà di spuntare un prezzo e un ricavo maggiore; avrò bisogno però di tutta una serie di fattori della produzione necessari a trasformare il latte in formaggio.
I diversi fattori produttivi possono essere raggruppati nelle seguenti categorie, in base alla funzione che svolgono nella produzione:
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fattore natura (fattore originario), che concorre ai fatti della produzione con i suoi fenomeni naturali (la terra, i laghi, i fiumi, il clima, i giacimenti, le sorgenti, il sole, le maree, ecc.) o mettendo a disposizione materie prime originarie (il carbone) che sono comunque un risultato naturale. La caratteristica di questo fattore è di essere non riproducibile;
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fattore lavoro, cioè l'uomo che, con il suo lavoro, attua la produzione. L'uomo è il soggetto della produzione, la vuole, la organizza e la attua. Utilizza, cioè, le sue facoltà fondamentali: la volontà, l'intelligenza e la forza fisica. E proprio queste facoltà ci permettono di dividere gli aspetti del lavoro in: lavoro di impresa, lavoro di direzione e lavoro di esecuzione.
La distinzione ci permette, inoltre, di individuare tre diverse figure di lavoratori:
1. l'▶imprenditore: è la figura economica che vuole la produzione, la organizza, sovrintende alla sua attuazione e se ne assume i rischi; in pratica è il capo dell'impresa da cui dipendono in modo gerarchico le altre figure di lavoratori. Si possono distinguere tre tipologie di imprenditorialità:
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imprenditore-teorico: svolge la sola funzione volitiva e il suo servigio produttivo consiste nel realizzare una determinata produzione stabilendo una organizzazione a cui sovrintende assumendosene i rischi;
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imprenditore-concreto: è un operatore economico reale in quanto partecipa alla produzione con un complesso di servigi. Ad esempio potrà conferire il servigio del capitale e allora parleremo di imprenditore-capitalista, oppure il servigio della direzione (imprenditore-direttore) e così via;
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imprenditore-ordinario: è una figura che scaturisce da un'indagine statistica che si propone di rilevare il comportamento di una popolazione di imprenditori in una data situazione di fatto;
2. il ▶direttore: è colui che, in un'organizzazione voluta da un imprenditore, dirige il funzionamento dal punto di vista tecnico, contabile e commerciale. In sostanza è un prestatore d'opera alle dirette dipendenze dell'imprenditore. La sua funzione può essere anche articolata in vari livelli (dalla direzione generale fino a quella di capo servizio o capo operaio), in base alle necessità di una determinata produzione;
3. l'▶esecutore: è colui che esegue materialmente le operazioni necessarie alla realizzazione della produzione individuata tecnicamente dal direttore, quindi ha una funzione esecutiva, materiale e manuale (Fig. 5).
Molti autori distinguono il lavoro intellettuale (imprenditore, direttore, impiegati e simili) dal lavoro manuale (operai e simili), ma è comunque impossibile individuare un lavoro che sia solo intellettuale o solo manuale. Anche un operaio, nell'esecuzione di una lavorazione, deve utilizzare conoscenze e applicarle; dunque mette in atto ragionamenti (usa cioè memoria e ragionamento) per le sue decisioni.
La seguente suddivisione dei fattori economici ha comunque una valenza didattica:
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il ▶capitale, come risultato di precedenti produzioni, favorisce il lavoro dell'uomo nell'atto produttivo. Sostanzialmente è una ricchezza prodotta, risparmiata e reinvestita in una nuova produzione. Si distingue in:
- ▶capitale fisso, quando non muta forma nel corso della produzione (ad esempio una trattrice), quindi è un bene che, logorandosi lentamente, non esaurisce la sua utilità in un solo ciclo produttivo;
- ▶capitale circolante, quando la sua forma muta nel corso della produzione e si consuma per intero in un solo ciclo di produzione (i concimi, sia organici che chimici, i fitofarmaci e, in genere, tutte le materie prime);
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l'▶organizzazione economica è il fattore che coordina e dirige gli altri fattori (rappresenta l'impresa). Alcuni autori non ritengono opportuno considerare questo fattore in quanto rappresenta sostanzialmente un particolare aspetto del lavoro e, dunque, preferiscono trattarlo come tale;
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lo ▶Stato è il fattore indiretto della produzione; con la sua organizzazione garantisce le attività e la libertà dei cittadini. Sta assumendo sempre maggiore importanza in quanto è la stessa società a conferirgli compiti che si sviluppano nel campo operativo, in quello direttivo e organizzativo, cioè la programmazione economica.