416 G LOSSARY Politica ambientale: environmental policy PARTE QUARTA dei lavoratori e delle imprese, l accesso e la partecipazione al mondo del lavoro e l inclusione sociale delle categorie più svantaggiate. La gestione di questi fondi, definiti a gestione indiretta, implica una ripartizione delle competenze tra Commissione europea e Stati membri, in quanto la Commissione è responsabile del quadro normativo comune, mentre spetta agli Stati membri declinarlo in Quadri Strategici Nazionali (QSN) dai quali le Regioni devono derivare i propri piani operativi, i Piani Operativi Regionali (POR). Sempre alle Regioni spetta il compito di selezionare e controllare i singoli progetti che ricevono i finanziamenti, motivo per il quale molto spesso questi finanziamenti vengono percepiti come regionali e non di emanazione europea. Un ulteriore politica comunitaria di sicuro interesse per la montagna è quella ambientale, che interviene sia tramite i fondi strutturali (finanziando progetti di tutela dell ambiente e prevenzione dei rischi), sia tramite il fondo LIFE+. Questo fondo prevede tre assi di intervento: natura e biodiversità (progetti rivolti alla conservazione di specie e habitat e alla definizione di misure atte a preservare la biodiversità), politica ambientale e governance (progetti di innovazione di processo inerenti tematiche quali aria, acqua, suolo, risorse naturali, cambiamento climatico, ecc.), informazione e comunicazione (progetti di divulgazione della legislazione ambientale, di sensibilizzazione per la prevenzione degli incendi, ecc.). A differenza dei fondi a gestione indiretta, questo fondo viene gestito direttamente dalla Commissione europea, ovvero i progetti da finanziare vengono selezionati e controllati dalla Commissione, anche se una prima selezione viene effettuata dal Ministero dell ambiente italiano. Alcune Regioni si sono mosse sul tema della montagna sviluppando politiche specifiche, ma con una visione trasversale inserendo tali politiche in un quadro di riferimento più ampio (Documenti Strategici Regionali, Piani di Sviluppo Territoriale). Questi provvedimenti regionali hanno in comune un approccio integrato tra diverse politiche regionali ed interventi settoriali (es. sanità e montagna; trasporti e montagna; impresa e montagna), ma anche con i programmi di sviluppo regionali promossi dalla Commissione europea per garantire un flusso finanziario aggiuntivo. Altri aspetti che accomunano le diverse politiche regionali in tema di montagna sono legati a: 1. identificazione del territorio montano come ambito di opportunità di sviluppo e valorizzazione delle peculiarità locali, in linea anche con i recenti orientamenti europei; 2. crescente consapevolezza dell esistenza di un sistema montagna che racchiude in sé situazioni territoriali diversificate, con problematiche ed aspetti peculiari anche molto diversi tra loro. Il problema della governance territoriale è stato affrontato con modalità differenti e con linee di intervento che integrano lo sviluppo montano con la realtà regionale considerata nel suo complesso. Ogni Regione si è posta obiettivi e strategie differenti. Di seguito vengono esaminati alcuni esempi. Regione Piemonte Si è dotata di un documento normativo specifico per la montagna rappresentato dal Testo Unico sulla Montagna approvato con legge regionale n. 16 del 2 luglio 1999. Con la medesima legge la Regione Piemonte si è dotata di uno specifico strumento statistico: la Banca Dati Decisionale sulla Montagna (BDDM), un applicativo finalizzato ad assicurare i data base e le elaborazioni necessarie all attività di analisi e studio dei territori montani e collinari piemontesi. Regione Lombardia ha adottato, nel 2009, un documento strategico denominato Piano d Azione per la Montagna (PAM). In tale documento viene fatta una breve panoramica della normativa europea e nazionale in materia di montagna ed un rimando ai documenti programmatici regionali (PRS, DPERF, PTR) per quanto riguarda la definizione delle azioni strategiche di intervento. La struttura del Piano comprende: a. 3 obiettivi di sistema: I) l attrattività e la qualità della vita, II) lo sviluppo socioeconomico, III) l innovazione e l accessibilità (infrastrutture); b. 17 linee prioritarie di intervento che toccano principalmente aspetti quali: prevenzione e mitigazione dei rischi naturali; difesa del suolo; conservazione e valorizzazione del territorio; incremento della qualità delle foreste; patrimonio culturale delle identità locali; miglioramento dell accessibilità ai beni culturali; sfruttamento delle risorse energetiche 0230.Capitolo 17.indd 416 3/16/17 7:48 AM