398 PARTE QUARTA Settore ovicaprino L offerta nazionale di produzioni ovicaprine si caratterizza per una forte concentrazione territoriale nel Centro-Sud del Paese, dove sono presenti anche il maggior numero di aziende di grandi dimensioni con 51.032 allevamenti ovini e 22.541 allevamenti caprini (2010). a b 100% 88% 90% 90% 82% 81% % quota aziende 80% % quota capi 70% 70% 60% Regioni più rappresentative 50% 64% 60% Regioni più rappresentative 40% 30% 19% 11%11% 10% 18% Sardegna Sicilia 12% 9% 6% Nord 28% 20% 12% Centro-Sud 36% 30% 25% 20% % quota capi 50% 45% 40% 0% % quota aziende 80% Lazio 5% 6% Toscana 15% 13% 10% 0% Centro-Sud Nord Sardegna Calabria 14% 9% Sicilia 8% 7% Basilicata 16.25 Distribuzione territoriale degli allevamenti e dei capi ovicaprini nelle Regioni più rappresentative. (a) Ovini. (b) Caprini. Settore bovino da carne G LOSSARY Settore ovicaprino: sheep and goat industry Settore bovino da carne: beef cattle industry Settore suinicolo: pig industry Settore avicolo: poultry industry Dei 5,7 milioni di capi, circa il 40% alimenta la filiera da carne. L allevamento, pur concentrato nella Pianura Padana, è significativo anche per l economia di altre Regioni, dove il peso del patrimonio dei bovini da carne sul totale allevato è molto alto: Lombardia (55%),Veneto (39%), Piemonte (32%), Emilia-Romagna (17%). Offerta: riduzione del numero di capi allevati e delle macellazioni, in aumento solo quelle di capi a minore valore unitario; concentrazione della produzione nelle Regioni del Nord e progressiva diffusione aziendale su tutto il territorio. Domanda: riduzione degli acquisti di carne naturale e aumento di quelli di carne elaborata, soprattutto a causa del minore potere d acquisto; quasi esclusivo ricorso all estero per l approvvigionamento di capi da ingrasso. Mercato: aumento dei prezzi anche grazie al contenimento produttivo; forte incremento del costo dei mangimi e dei prodotti energetici; calo dell import di carne e bovini vivi per la scarsa disponibilità a prezzi idonei; spostamento della domanda verso i tagli a minore valore unitario e verso i prodotti a facile preparazione (bresaola, hamburger); riduzione degli acquisti domestici. Scambi con l estero: miglioramento del saldo negativo della bilancia commerciale; aumento dell export europeo, anche italiano, di carne e bovini vivi verso i Paesi terzi, più competitivi a livello di prezzi; in calo quello verso l Eurozona a causa della stagnazione del mercato comunitario; crescita dei costi di gestione delle norme di tutela ambientale e benessere animale. Settore suinicolo e salumi Il 2011 si caratterizza per una forte crescita del fatturato dei prodotti a denominazione di origine, sia sul mercato interno (16%), in cui si sfiorano i 2 miliardi di euro, sia per le esportazioni (110,7%), pari a 445 milioni di euro. Sia nel mercato nazionale che nelle esportazioni si registrano forti tassi di crescita per tutte le principali produzioni, ad eccezione, e limitatamente alle vendite nazionali, del prosciutto San Daniele e dello speck dell Alto Adige. 0220.Capitolo 16.indd 398 3/16/17 7:48 AM