GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

POLITICHE AGRICOLE E ORGANIZZAZIONE DEL MERCATO PRODUTTIVO 377 Capitolo 15 formaggi e il restante terzo a salumi e carni conservate. necessario che ci sia un coinvolgimento attivo delle imprese che devono essere attente agli aspetti tecnico-economici e commerciali, tra i quali vi è, innanzitutto, la definizione dell areale di produzione che sarà indicato nel disciplinare, altrimenti l iniziativa sarà fallimentare in quanto l ottenimento di una certificazione della tipicità del prodotto agroalimentare (DOP o IGP) non deve essere considerato la fine di un percorso strategico di valorizzazione ma piuttosto un punto di inizio. Infatti, una certificazione di tipicità da sola non è in grado in automatico di ampliare gli spazi di mercato, di incrementare le vendite aumentando la disponibilità ad acquistare dei consumatori, di ridurre la concorrenza di altri prodotti tipici provenienti da altre aree e di evitare eventuali falsificazioni. Purtroppo, la scarsa propensione da parte degli imprenditori agroalimentari italiani ad associarsi in cooperative o a trovare altre forme per gestire in comune fasi della produzione o della commercializzazione e le dimensioni medio-piccole delle nostre imprese, spesso costituiscono i principali fattori di limitazione all uso delle denominazioni DOP e IGP come strategia di valorizzazione dei prodotti agroalimentari. Seconda strategia: aggregazione dei produttori Un altra via possibile per la valorizzazione della qualità agroalimentare è l aggregazione dei produttori finalizzata alla promozione dei prodotti agricoli. In alcuni casi, queste iniziative di aggregazione fanno parte di strategie più ampie e complesse di marketing territoriale, attraverso le quali, si punta a promuovere la conoscenza di un intero territorio con tutte le sue differenti attività insediate, con iniziative, anche molto diverse tra loro, come fiere, sagre, mercatini tematici, degustazioni, apertura delle aziende al pubblico, apertura di monumenti, ecc., che hanno in comune la complessità dovuta alla molteplicità degli obiettivi perseguiti e alla pluralità di soggetti portatori di interesse coinvolti. Perno di questo tipo di strategie è il territorio, col suo intimo legame con le diverse attività che in esso vengono svolte. Per l attuazione di queste ampie e complesse strategie di marketing territoriale, è necessario che ci sia un organizzazione, un coordinamento e un raccordo tra i vari livelli dei soggetti, anche molto diversi e lontani, coinvolti nelle attività di promozione del territorio. I soggetti coinvolti sono diversi: aziende agricole, ristoratori, albergatori, commercianti, soggetti pubblici che possono concorrere all iniziativa come musei, riserve naturali, ecc. nari di produzione e alle norme europee: prima il Regolamento CE 510/2006 per la Dominazione di Origine Protetta (DOP) e l Indicazione Geografica Protetta (IGP), e il Regolamento CE 509/2006 per le Specialità Tradizionali Garantite (STG). Da gennaio 2013 il Reg. UE n. 1151/2012 ha abrogato e sostituito i regolamenti comunitari numero 509 e 510 del 2006. Quei prodotti agroalimentari che, pur presentando gli elementi della tipicità, non hanno i requisiti richiesti dai regolamenti comunitari per DOP, IGP e STG, possono essere iscritti nell elenco nazionale dei prodotti tradizionali, secondo la procedura stabilità dalla normativa (D.Lgs. n. 173/1998, D.M. n. 350/1999). Tra i prodotti tipici, alcuni hanno notorietà sia a livello nazionale sia internazionale, come il Grana Padano e il Gorgonzola; altri, che per lopiù vengono apprezzati a livello regionale e nazionale, si trovano in una posizione intermedia, come il Bitto; altri ancora, conosciuti 0210.Capitolo 15.indd 377 e apprezzati in un ristretto ambito locale, anche per la produzione limitata, assumono la connotazione di prodotti di nicchia. Lo sviluppo dei prodotti tipici prevede una strategia di tutela e di valorizzazione. Per la valorizzazione di un prodotto tipico, la strategia deve puntare sull esaltazione degli aspetti favorevoli legati alla caratteristica di unicità delle proprietà organolettiche e della qualità. Gran parte delle imprese produttrici sono di piccola dimensione, per cui non hanno risorse sufficienti per adottare tecniche di marketing, quindi è opportuno utilizzare strategie collettive di produzione e di mercato. Il punto di forza dei prodotti tipici è che sono adatti alle forme di concorrenza non basate sul prezzo, ma sulla qualità; pertanto si prestano alla vendita presso punti specializzati o anche nei settori specifici dedicati alle specialità tradizionali della GDO. In conclusione, la tipicità è un valido strumento di valorizzazione oltre che dei prodotti agroalimentari anche del territorio rurale. 3/16/17 7:48 AM

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