GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

374 PARTE QUARTA 15 6 Fattori e modelli di sviluppo delle OP L esame della presenza delle OP (Organizzazioni di Produttori) in Italia nei diversi settori produttivi, compreso l ortofrutticolo, rileva che nell agricoltura italiana coesistono diversi modelli organizzativi influenzati da fattori importanti: il fattore territoriale, in base al quale la localizzazione delle attività in un contesto economico-produttivo dove vi è un forte tessuto associativo-cooperativo ha favorito il consolidamento di realtà imprenditoriali già organizzate; il fattore manageriale, legato all azione di coordinamento che l OP, come struttura di governance, svolge rispetto alle imprese associate; il fattore identitario, ossia come cultura e storia dell impresa influenzano il patrimonio specifico di risorse e competenze. Sulla base dell evidenza dei dati analizzati, le OP si possono ricondurre a diversi modelli organizzativi, che presentano differenze sul piano funzionale, gestionale e delle strategie intraprese. Un primo modello di OP, caratteristico soprattutto dell area Nord-orientale, è rappresentato prevalentemente da imprese di grandi dimensioni, ben radicate nel territorio che traggono forza e ragione d essere dalla cooperazione. Si tratta di OP che, nell assumere una missione di mercato , svolgono funzioni di programmazione della produzione, concentrazione dell offerta e immissione coordinata nel mercato della produzione dei soci. Tale categoria di OP può sviluppare una strategia di sistema in grado di realizzare gli obiettivi di interesse collettivo previsti dalla politica nazionale e comunitaria (Bertazzoli et al., 2004), ponendosi come un motore di sviluppo e un punto di riferimento per il territorio in cui opera. Tra i casi citati nell analisi rientrano in questa categoria soprattutto i grandi consorzi cooperativi del lattiero-caseario, dell ortofrutta e del bieticolo-saccarifero. Un secondo modello è costituito da OP di piccole dimensioni, prevalentemente localizzate nel Mezzogiorno, con limitata capacità operativa e difficoltà nel relazionarsi sul mercato. In molti casi si tratta di OP costituite allo scopo di trarre vantaggio dalla politica comunitaria, per cui svolgono più che altro funzione di collettore di finanziamenti pubblici e gestione delle misure comunitarie. In questa categoria si possono collocare le OP dei settori olivicolo e tabacchicolo, nate grazie al sostegno della PAC, ma anche le OP del settore ortofrutticolo che sembrano privilegiare la stessa funzione e mostrare, dunque, minore attenzione alle necessità del mercato. Più in generale, la nascita di gran parte delle OP non ortofrutticole è strettamente legata alla possibilità di accedere a forme di sostegno pubblico rispetto alle quali la OP è sicuramente favorita. Un terzo modello è individuabile in quelle OP la cui costituzione è stata sostenuta dalla politica regionale, come nel caso del settore cerealicolo in Emilia-Romagna, e che operano per rafforzare il tessuto produttivo della regione consolidando un modello di integrazione di filiera già esistente. Lo sviluppo dei diversi sistemi produttivi verso forme di organizzazione economica dipende dall evoluzione del quadro istituzionale nel quale essi operano. Le istituzioni, nell elaborare le norme che indirizzano le scelte dei soggetti economici, definiscono gli interventi a sostegno delle OP. In questo senso la Politica Agricola Comunitaria ha sempre mostrato attenzione nei confronti del modello dell associazionismo produttivo, favorendo e sostenendo la nascita e lo sviluppo delle OP nei diversi settori. Questo processo è partito dall ortofrutta che, grazie al sostegno comunitario ai programmi operativi delle OP introdotto dalla riforma dell OCM, costituisce da sempre un modello organizzativo cui ispirarsi, per poi coinvolgere anche altri settori, come quello olivicolo e il tabacchicolo. Tuttavia, l azione normativa si esplica più efficacemente in quelle realtà in cui è già presente una forma di organizzazione economica. 0210.Capitolo 15.indd 374 3/16/17 7:48 AM

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