POLITICHE AGRICOLE E ORGANIZZAZIONE DEL MERCATO PRODUTTIVO Capitolo 15 355 sottoscritti in applicazione di un accordo interprofessionale o in maniera indipendente), che l autorità pubblica può rendere obbligatori (come quelli del Reg. 261/2012, detto anche Pacchetto latte ), lo sviluppo di filiere corte, la programmazione dell offerta dei prodotti DOP e IGP (già prevista nel Pacchetto latte per i formaggi, è stata estesa ai prosciutti). I primi quattro strumenti, che non sono una novità, vengono potenziati, mentre la possibilità di regolare l offerta dei prodotti con denominazione di origine è una novità della nuova PAC. Oltre a questi strumenti di intervento per la stabilizzazione dei mercati agricoli, vi sono anche quelli di gestione del rischio, come i fondi di mutualità, che fanno parte del secondo pilastro della PAC. In conclusione, possiamo affermare che con le diverse riforme della Politica Agricola Comunitaria che si sono succedute, è avvenuto un importante cambiamento del suo ruolo, si è passati cioè dalla politica dei mercati a quella del funzionamento della filiera agroalimentare, che aumenta il protagonismo degli attori delle filiere e, in particolare, degli agricoltori per accrescerne il potere negoziale. 15 2 Mercato e principali componenti delle filiere agroalimentari I due parametri di riferimento per l agricoltura e le industrie alimentari, al fine di organizzare la loro produzione, sono il commercio estero e i consumi interni. Il mercato interno ha volumi cinque volte superiori rispetto a quelli delle esportazioni. Anche se stagnante, la domanda interna tende ad evolversi esprimendo bisogni nuovi, come la salubrità dei prodotti e la possibilità di disporre di informazioni sull origine delle materie prime. Il mercato interno è il principale riferimento dell agricoltura che tende a valorizzare le proprie produzioni mediante l origine delle materie prime. Le possibilità di sviluppo offerte dalla domanda estera riguardano prevalentemente l industria alimentare che interessa più dell 80% dell export (15.7). Una delle principali peculiarità del nostro export agroalimentare è che si fonda su prodotti trasformati e non sul commercio di materie prime, ad eccezione della frutta fresca che è riconducibile al settore agricolo. PRODOTTI 2008 VALORE 2009 % 2010 VALORE % VALORE % CATEGORIE DEI PRINCIPALI PRODOTTI ESPORTATI Conserve di pomodoro - pelati 1.220,0 4,6 1.323,4 5,4 1.301,6 4,6 Pasta non farcita - pasta senza uova 1.484,0 5,6 1.299,4 5,3 1.259,3 4,5 Vini rossi, rosati (VQPRD), confezionati 1.042,7 3,9 976,7 4,0 1.144,0 4,1 Prodotti dolciari a base di cacao 849,1 3,4 884,2 3,6 1.008,5 3,6 Olio di oliva (extravergine e vergine) 811,1 3,1 727,3 2,9 856,0 3,1 5.406,9 20,6 5.211,0 2,1,2 5.569,4 19,9 Totale prime 5 categorie di prodotti (import) CATEGORIE DEI PRINCIPALI PRODOTTI IMPORTATI Pesci lavorati 1.496,1 4,4 1.493,2 4,8 1.554,7 4,4 Panelli farine e mangimi 1.204,7 3,6 1.113,8 3,6 1.193,4 3,4 Carni suine fresche e refrigerate 1.076,3 3,2 1.000,2 3,2 1.163,6 3,3 Crostacei e molluschi congelati 1.026,8 3,0 931,0 3,0 1.109,1 3,1 991,3 2,9 973,2 2,8 Olio di oliva extravergine e vergine Altri prodotti Totale prime 5 categorie di prodotti (export) 5.795,2 17,1 913,5 2,9 5.451,7 17,5 5.994,0 17,0 15.7 Principali prodotti agroalimentari del commercio con l estero (2008-2010) (Dati INEA). 0210.Capitolo 15.indd 355 3/16/17 7:47 AM