GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

17.5 Sviluppo del territorio rurale: programma Leader

Uno strumento europeo di sviluppo delle aree rurali con approccio sistemico è rappresentato dal programma Leader (dal francese Liasion Entre Actions de Development de ¡’Economie Rural, ovvero collegamento tra le azioni di sviluppo dell’economia rurale) che promuove e valorizza lo sviluppo del territorio in modo sostenibile.

Si configura come un approccio nuovo di sviluppo locale partecipato: l’approccio dal basso (“bottom-up”). La gestione è affidata a organismi formati da un partenariato pubblico-privato, i Gruppi di Azione Locale (GAL), che hanno il compito di elaborare e realizzare a livello locale una strategia di sviluppo del territorio nuova, intersettoriale e integrata attraverso il Piano di Sviluppo Locale (PSL). Questo strumento innovativo ha permesso, da più di un ventennio, di promuovere lo sviluppo territoriale nel suo complesso, realizzando progetti di sostegno al sistema economico locale rafforzandone la competitività, promuovendo e valorizzando il patrimonio storico-culturale locale, favorendo un uso sostenibile delle risorse naturali e migliorando la qualità della vita delle comunità locali (17.24).

I principi del metodo Leader sono:

■ approccio locale (area settoriale omogenea, non amministrativa, delimitata);

■ approccio partecipativo (GAL, partenariati pubblico-privato);

■ realizzazione di attività di cooperazione e di rete (networking tra GAL);

■ decentramento gestionale e finanziario (funzioni di programmazione, attuazione e controllo delle strategie delegate agli attori locali).

L’obiettivo fondamentale è quello di contribuire a generare nel territorio la capacità di promozione e di realizzazione autonoma del proprio sviluppo, con modalità operative basilari quali l’individuazione dell’area omogenea da sviluppare e l’intervento attivo dei soggetti presenti sul territorio con la formazione di partenariati pubblicoprivato (GAL).

II Leader nella nuova programmazione della politica europea, presenta una caratteristica diversa rispetto al passato, ovvero un approccio multifondo allo sviluppo locale, definito CLLD (Community Led-Local Development - Sviluppo Locale di tipo partecipativo), ed è finanziato, oltre che dal FEASR, anche da altri fondi Strutturali.

Gruppi di Azione Locale e Piani di sviluppo

I partenariati locali (GAL), sono agenzie di sviluppo per attuare il programma europeo Leader che, con il contributo della UE, vengono dotate di risorse finanziarie proprie; sono formati da soggetti (pubblici e privati, singoli e associati) di tutti i settori e sono l’espressione di interessi sociali, culturali, ambientali ed economici, con idee di sviluppo condivise e con l’assunzione reciproca di responsabilità.

Strategie di sviluppo basate sulle esigenze locali

Elaborazione e attuazione delle strategie secondo un approccio dal basso verso l’alto

I GAL hanno il compito di definire gli obiettivi di sviluppo e di individuare le attività concrete da realizzare mediante strategie locali (17.25). Per potere assolvere il loro compito, i GAL assumono una forma giuridica (società a responsabilità limitata, fondazioni, società consortili, ecc.) e si dotano di una struttura tecnica-operativa che svolge le attività di attuazione del Piano di sviluppo locale (PSL). Tali attività consistono, ad esempio, nell’informare le comunità locali sugli interventi di sviluppo che sono stati programmati, nell’elaborare e pubblicare i bandi di selezione dei soggetti destinatari dei fondi per lo sviluppo locale e nel loro successivo sostegno, nell’effettuare il monitoraggio delle attività svolte.

Le funzioni essenziali, sia esplicite che implicite, dei GAL sono:

1. elaborazione e gestione (attuazione e monitoraggio) di un Piano di Sviluppo Locale;

2. rafforzamento delle relazioni tra i soggetti portatori di interesse sul territorio;

3. favorire il superamento del prevalente interesse privato su quello pubblico;

4. stimolare l’adozione di comportamenti socialmente responsabili;

5. produzione di beni collettivi;

6. colmare le carenze di pianificazione territoriale;

7. stimolare gli enti territoriali verso una maggiore innovazione ed efficienza.

II contenuto del Piano di Sviluppo Locale deve essere l’espressione di una politica tesa a valorizzare le risorse interne del territorio e a rafforzare il sistema di relazioni tra i soggetti locali portatori di interessi. Il PSL, che deve essere innovativo, integrato e intersettoriale, è uno strumento d’azione collettivo mediante il quale i soggetti coinvolti esprimono interessi, soluzioni e percorsi comuni. Esso agisce da stimolo per le imprese in quanto permette di realizzare infrastrutture e servizi, favorisce la costituzione di reti, promuove la cooperazione tra le imprese del territorio e anche tra queste con altre esterne al territorio oggetto del piano di sviluppo locale. Nel nostro Paese i progetti Leader, finanziati dai GAL, sono molteplici e diversificati. Ad esempio, alcuni producono vantaggi collettivi, altri stimolano lo sviluppo di filiere locali, altri ancora sono a forte valenza sociale e, infine, alcuni hanno un elevato valore di trasferibilità in altri contesti.


17.25 SCHEMA Attuazione del Programma Leader: ruolo dei Gruppi di Azione Locale (GAL).

L’ecomuseo

Il programma di sviluppo Leader, per le sue caratteristiche innovative di partecipazione delle comunità locali, è anche un idoneo strumento per la valorizzazione e la gestione sostenibile delle risorse naturali contribuendo a preservare la biodiversità, intesa sia in termini quantitativi, come perdita di habitat e di specie, sia qualitativi, come riduzione della qualità dell’ambiente. Per tale ragione offre l’opportunità di finanziare, tramite GAL, progetti che riguardano la costituzione di un ecomuseo. Quest’ultimo rappresenta una modalità partecipativa di protezione dell’ambiente ed è una istituzione culturale su base territoriale che svolge funzioni di ricerca, conservazione e valorizzazione dei beni naturali e culturali, come le memorie e le tradizioni, che sono caratteristici di un determinato luogo. L’oggetto della tutela è l’ambiente stesso, con le sue caratteristiche e i valori culturali che sono espressione del territorio e delle comunità locali.


Per approfondimenti: http://www.educazionesostenibile.it/portale/; http://www.eco-musei.trentino.it/ http://www.ecomuseovaltaleggio.it/


LOMBARDIA

http://www.gal-gardavalsabbia.it/ http://gaNaghiemontagna.it/

SICILIA

http://www.galelimos.it/

MARCHE

http://www.galsibiNa.it/

PIEMONTE

http://www.montagnebieNesi.it/

SARDEGNA

http://www.galsgt.it/    http://www.galgallura.it/it/

PUGLIA

http://www.luoghidelmito.it/

BASILICATA

http://www.gal-bradanica.it/

EMILIA-ROMAGNA

http://www.galdelducato.it    http://www.galmodenareggio.it/

TOSCANA

http://www.leadersiena.it/

CALABRIA

http://www.galareagrecanica.it/

LIGURIA

http://www.agenziadisviluppogalgenovese.com/


17.26 Riferimenti Internet per approfondimenti online.

17.6 Valutazione d’Impatto Ambientale

La Valutazione d'Impatto Ambientale (VIA) è una procedura tecnico-amministrativa resa obbligatoria da direttive comunitarie recepite dalla legislazione nazionale per i progetti di opere pubbliche e private indicate in uno specifico elenco. Rappresenta uno strumento di verifica della compatibilità ambientale di un progetto, introdotta a livello europeo con la Direttiva CEE 337/85 e integrata recentemente con la Direttiva 11/97/CE. Per Valutazione di impatto ambientale quindi si intende la procedura che accerta la compatibilità ambientale di un’opera. Essa è finalizzata all’individuazione, descrizione e quantificazione degli effetti che un determinato progetto, opera o azione, potrebbe avere sull’ambiente, inteso come insieme delle risorse naturali di un territorio e delle attività antropiche in esso presenti.

Per impatto ambientale si intende l’insieme degli effetti diretti, indiretti, secondari, cumulativi, sinergici, a breve, medio e lungo termine, permanenti e temporanei, a piccola e grande distanza, positivi e negativi indotti da un insieme o da singoli interventi sull’ambiente. L’impatto ambientale, da non confondere con inquinamento o degrado, mostra dunque quali effetti può produrre una modifica, non necessariamente negativa, all’ambiente circostante inteso in senso lato. La VIA non comporta valutazioni economiche.

Attualmente si presentano due livelli di procedura VIA:

1. a livello nazionale: per opere a rilevante impatto e/o di interesse nazionale, l’Autorità competente è il Ministero dell’ambiente;

2. a livello regionale: per opere/interventi di minore rilevanza, l’Autorità competente è rappresentata dalle Regioni e dalle Province autonome.

Lo scopo della valutazione è quello di salvaguardare le risorse ambientali, sottoponendo i progetti ad un’analisi di compatibilità con la tutela dell’ambiente, e questo non per impedire lo sviluppo economico, ma per garantire che esso avvenga in modo armonico, nel rispetto di tutte le esigenze della popolazione.


VIA - RICHIAMI NORMATIVI
Normativa comunitaria
Direttiva 85/337/CEE:, direttiva del Consiglio concernente la valutazione dell’impatto ambientale di determinati progetti pubblici e privati.
Direttiva 97/11/CE (modifica della precedente).

Normativa nazionale
Legge n. 349/1986: istituzione del Ministero dell’Ambiente e norme in materia di danno ambientale.
D.P.C.M. n. 377/1988: regolamentazione delle pronunce di compatibilità ambientale di cui all’art. 6 della legge n. 349/1986.
D.P.C.M. n. 27.12.1988: norme tecniche per la redazione e la formazione del giudizio di compatibilità ambientale di cui all’art. 6 della Legge n. 349/1986.
D. Legisl. n. 152/2006: “Codice ambiente” integra i due D.P.C.M. nel recepimento delle direttive.
D. Legisl. n. 04/2008: “Ulteriori disposizioni correttive ed integrative del D. legisl. n. 152/2006 recante norme in materia ambientale”.
D. Legisl. n. 128/2010: “Modifiche ed integrazioni al D. legisl. 152/2006, recante norme in materia ambientale, a norma dell’articolo 12 della Legge n. 69/2009”.
17.27 Aspetti-normative di riferimento.

I soggetti coinvolti nella procedura di VIA sono:

1. il proponente dell'opera, che propone il progetto e presenta lo studio d’impatto;

2. la pubblica amministrazione, alla quale compete la verifica della coerenza del progetto con le disposizioni normative vigenti, il controllo della validità dello studio d’impatto, la divulgazione, l’acquisizione dei pareri del pubblico interessato e la pronuncia del proprio parere di ammissibilità;

3. il pubblico interessato, il quale, con opportune modalità, ha facoltà nella fase istruttoria di esprimersi fornendo il proprio contributo.

La procedura di valutazione si svolge attraverso alcune fasi. Il proponente dell’opera (ente pubblico o soggetto privato) presenta il proprio progetto completo ed una sua sintesi di facile lettura, la prova di un’avvenuta pubblicazione su un quotidiano di notizie di interesse pubblico relative all’opera, e lo Studio di Impatto Ambientale (SIA).

Questo documento si articola in tre parti.

La prima, detta quadro di riferimento programmatico, deve illustrare la coerenza dell’opera con i piani e i programmi di sviluppo territoriali e settoriali approvati da una preventiva Valutazione Ambientale Strategica (VAS).

La seconda, detta quadro di riferimento progettuale, deve giustificare le scelte di progetto concernenti l’ubicazione dell’opera e le soluzioni tecniche adottate per ridurre gli effetti negativi.

La terza, detta quadro di riferimento ambientale, è lo studio vero e proprio dell’impatto. Quest’ultima parte prende in considerazione le componenti e i fattori ambientali specificati dalla normativa per ogni tipologia di opera e ne indica gli impatti esprimendoli secondo una scala numerica; la sommatoria degli impatti parziali delle singole componenti fornisce la misura dell’impatto complessivo dell’opera in progetto. La commissione che deve pronunciarsi sull’impatto ambientale, esaminata la documentazione presentata, acquisisce il parere del pubblico interessato ed emana il suo giudizio. Esistono metodologie di studio di impatto ambientale puramente qualitative, che servono a identificare le componenti ambientali e i loro fattori interessati dall’opera (overlaymapping) e metodologie che esprimono gli impatti in termini quantitativi (check list, matrici, AMC, networks).

I piani territoriali, urbanistici e di settore, compresi i piani agricoli e faunistico-venatori e le loro varianti, devono essere sottoposti a valutazione di incidenza ambientale.

GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE
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