GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

16.3 Dinamiche strutturali dei mercati agricoli e agroalimentari

La legislazione europea sostiene la produzione e la commercializzazione dei prodotti agricoli valorizzando il carattere specifico di ciascun prodotto. In passato queste norme avevano carattere settoriale: ogni categoria di prodotti era disciplinata dalla propria Organizzazione Comune dei Mercati (OCM); attualmente vige l’approccio unificato (OCM Unica), che copre tutti i prodotti in linea con i principi adottati dalla Politica Agricola Comune (PAC).

Di seguito sono esaminate le dinamiche strutturali dei maggiori settori produttivi agricoli (i dati riportati sono elaborati sulla base di quanto pubblicato da: www.ismea. it - www.ismeaservizi.it; in relazione ai Dati_Censimento Agricoltura 2010).

Settore orticolo

Offerta: in crescita la specializzazione produttiva; in aumento la dimensione media dell’azienda orticola; ampliamento della gamma e maggiore offerta di prodotti ad elevato contenuto di servizio (IV gamma e surgelati).

Domanda: in diminuzione, bilanciata dall’incremento dei consumi di ortaggi surgelati e di IV gamma; si registra anche un processo di destagionalizzazione della domanda.

Mercato: ampliamento della varietà di prodotti disponibili; aumento dei costi di produzione, in particolare dei fertilizzanti; aumento dei costi di trasporto.

Scambi con l'estero: crescita della competizione dei Paesi aderenti all’UE (Spagna) ed extra UE (Marocco, Egitto, Israele, Turchia).


16.15 Ortaggi in “plein air” (n. aziende: 99.130 unità - superf. investita: 266.737 ha. (a) Distribuzione territoriale delle aziende nelle regioni più rappresentative. (b) Confronto (2000-2010) numero di aziende e superficie investita per classe di SAU.

16.16 Legumi secchi (n. aziende: 35.425 unità - superf. investita: 139.140 ha). (a) Distribuzione territoriale su base regionale delle aziende nelle regioni più rappresentative. (b) Numero di aziende e superficie investita per classe di SAU.

APPROFONDIMENTO - Riferimenti normativi

• Reg. CE n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 sull’igiene dei prodotti alimentari (rettifica in GUUE l. 226/2004).

• Reg. CE n. 853/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio del 29 aprile 2004 che stabilisce norme specifiche in materia di igiene per gli alimenti di origine animale (rettifica in GUUE l. 226/2004).

• Reg. CE n. 1/2005 del Consiglio del 22 dicembre 2004 sulla protezione degli animali durante il trasporto e le operazioni correlate.

• Direttive 64/432/CEE e 93/119/Ce e il Reg. CE n. 1255/97 (GUUE l. 03/2005).

• Decreto del Dirigente di Unità Organizzativa, Direzione Generale Sanità n. 14572/2002 (BUR Lombardia, Serie ordinaria n. 35 del 26/08/2002).

• Accordo, ai sensi dell’art. 4 del D.Lgs. n. 281/1997, tra Governo, Regioni e Province autonome relativo a “Linee guida applicative del Reg. CE n. 8531/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti di origine animale”, Rep. Atti 53/CSR del 17/12/2009 (GURI n. 14/2010).

• Decreto Direzione Generale Sanità Regione Lombardia n. 5593/2010 - Definizione dell’ambito di applicazione dei Reg. CE n. 852/2004 e 853/2004.

• Legge n. 157/1992 - Norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio (GURI n. 46/1992, SO n. 41) modificata dalla Legge n. 96/2010 (GURI n. 146/2010, SO n. 138).

• Reg. CE n. 1234/2007 del Consiglio del 22 ottobre 2007 recante Organizzazione comune dei mercati agricoli e disposizioni specifiche per taluni prodotti agricoli (Reg. unico OCM; GUUE l. 299/2007).

• Reg. CE n. 589/2008 della Commissione del 23 giugno 2008 recante Modalità di applicazione del Reg. CE n. 1234 /2007 del Consiglio per quanto riguarda le norme di commercializzazione applicabili alle uova (GUUE l. 163/2008).

• Reg. CE n. 1028/2006 del Consiglio del 19 giugno 2006 recante Norme di commercializzazione applicabili alle uova (GUUE l. 186/2006).

• Decreto del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 11 dicembre 2009 - Modalità per l’applicazione di disposizioni comunitarie in materia di commercializzazione delle uova, ai sensi dei Reg. CE n. 1234/2007 del Consiglio, n. 589/2008 della Commissione e del D.Lgs. n. 267/2003, (GURI n. 111/2010).

• D.Lgs. n. 267/2003,- Attuazione delle direttive 1999/74/Ce e 2002/4/Ce, per la protezione delle galline ovaiole e la registrazione dei relativi stabilimenti di allevamento (GURI n. 219/2003).

• Legge n. 34/2008 - Disposizioni per l’adempimento di obblighi derivanti dall’appartenenza dell’Italia alla Comunità europea (Legge comunitaria 2007; GURI n. 56/2008, SO n. 54).

• Ordinanza del Ministro della salute 10 dicembre 2008 - Misure urgenti in materia di produzione, commercializzazione e vendita diretta di latte crudo per l’alimentazione umana (GURI n. 10/2009).
• Ordinanza del Ministro della salute 12 novembre 2011 - Proroga delle misure urgenti in materia di produzione, commercializzazione e vendita diretta di latte crudo per l’alimentazione umana (GURI n. 288/2011).
• Accordo tra il Governo, le Regioni e le Province autonome relativo a “Linee guida applicative del Reg. CE n. 852/2004 del Parlamento europeo e del Consiglio sull’igiene dei prodotti alimentari”, Rep. Atti n. 59/CSR del 29 aprile 2010 (GURI n. 121/2010).
• Legge n. 59/1963 - Norme per la vendita al pubblico in sede stabile dei prodotti agricoli da parte degli agricoltori produttori diretti (GURI n. 44/1963) e succ. modifiche.
• Legge n. 477/1964 - Modificazione della Legge n. 59/1963, recante Norme per la vendita al pubblico in sede stabile di prodotti agricoli da parte degli agricoltori produttori diretti (GURI n. 164/1964).
• Provvedimento 16 novembre 2006 della Conferenza permanente per i rapporti tra lo Stato, le Regioni e le Province autonome di Trento e Bolzano - Intesa, ai sensi dell’articolo 8, comma 6, della Legge n. 131/2003, tra il Governo, le Regioni e le Province autonome di Trento e di Bolzano, relativa alle “Linee guida sui prodotti della pesca e la nuova regolamentazione comunitaria” (Repertorio atti n. 2674).

• Reg. CE n. 104/2000 del Consiglio del 17 dicembrel999 relativo all’organizzazione comune dei mercati del settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (GUCE l. 17/22 del 21/01/2000).

• Reg. CE n. 2065/2001 della Commissione del 22/10/2001, che stabilisce le modalità d’applicazione del Reg. CE n. 104/2000 del Consiglio per quanto concerne l’informazione dei consumatori nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura (GUCE l. 278/6 del 23/10/2001).

• Circolare del Ministero delle politiche agricole e forestali, Dipartimento delle politiche di mercato, Direzione generale per la pesca e l’acquacoltura, n. 21329/2002 - Reg. n. 2065/2001 della Commissione del 22 ottobre 2001 recante modalità di applicazione del Reg. Ce 104/2000, relativamente all’informazione ai consumatori nel settore dei prodotti della pesca e dell’acquacoltura, Decreto Ministeriale 27 marzo 2002.

• Ordinanza del Ministero della sanità 12 maggio 1992 - Misure urgenti per la prevenzione delle parassitosi da Anisakis (GURI n. 121/1992).

• D.Lgs. n. 4/2012 - Misure per il riassetto della normativa in materia di pesca e acquacoltura, a norma dell’articolo 28 della Legge n. 96/2010 (GURI n. 26/2012).

• Delibera della Giunta Regionale della Liguria n. 856/2011 - Produzione marginale di prodotti lattiero-caseari e relativi requisiti igienico-strutturali.

Settore frutticolo

I dati del censimento dell’agricoltura del 2010 indicano che: le aziende con specie frutticole, incluse quelle di frutta con guscio, sono 236.240; le aziende con uve da tavola sono 18.983; gli ettari di specie frutticole, esclusa la frutta con guscio e le uve da tavola, sono 248.009; gli ettari investiti ad uve da tavola sono 37.305.


16.17 (a) Distribuzione territoriale delle aziende frutticole nelle Regioni più rappresentative. (b) Confronto (2000-2010) numero di aziende e superficie investita per classe SAU.

Offerta: concentrazione della fase agricola attraverso il raggruppamento in OP dei produttori e dell’offerta; specializzazione produttiva, sia nell’ambito dell’azienda sia nei diversi areali geografici.

Domanda: tendenza delle aziende a proporre nuove varietà, con un packaging innovativo per rinnovare i prodotti giunti alla fine del proprio ciclo di vita.

Mercato: crescita del potere contrattuale della GDO; aumento dei costi di produzione, condizionamento e commercializzazione.

Scambi con l'estero: crescita della competizione dei paesi UE (Spagna, Grecia e Polonia) e ingresso di nuovi mercati (Russia, Nord Africa, Penisola arabica).


Frutta in guscio

I dati del Censimento dell’Agricoltura del 2010 indicano oltre 176.000 ettari di superficie aziendale investita, variabile da 1,95 ha per le aziende a nocciole, a 0,67 ha per aziende a noci. (b) Numero di aziende e superficie investita per classe di SAU.


a) Nocciolo (n. aziende: 32.995 unità - superfìcie investita: 64.218 ha).

Aziende e produzione sono localizzate in Lazio, Campania, Piemonte e Sicilia. Nel 2010, la tipologia aziendale più rappresentativa a livello nazionale è quella con dimensione produttiva (SAU) fino a 3 ha. Queste aziende rappresentano il 62% del totale, ma coprono solo il 24% della superficie corilicola nazionale. Le aziende con SAU compresa tra 3 e 20 ha rappresentano il 52% della superficie nazionale a nocciolo.


16.18 (a) Distribuzione territoriale delle aziende frutticole (noccioleti) nelle Regioni più rappresentative. (b) Numero di aziende e superficie investita per classe di SAU.

b) Noce (n. aziende: 14.302 unità - superficie investita: 9.524 ha).
Aziende e produzione sono localizzate in Campania, Abruzzo, Lazio, Marche e Calabria. Nel 2010, la tipologia aziendale più rappresentativa a livello nazionale è quella con dimensione produttiva (SAU) fino a 3 ha. Queste aziende rappresentano il 60% del totale, ma coprono solo il 25% della superficie nazionale investita a noce. Le aziende con SAU compresa tra 3 e 20 ha rappresentano il 49% della superficie nazionale a noce.

16.19 (a) Distribuzione territoriale delle aziende frutticole (noceti) nelle Regioni più rappresentative. (b) Numero di aziende e superficie investita per classe di SAU.

c) Castagno (n. aziende: 30.252 unità - superficie investita: 56.801 ha).
Aziende e produzione sono localizzate in Campania, Toscana, Calabria, Piemonte, Lazio ed Emilia-Romagna. Nel 2010, la tipologia aziendale più rappresentativa a livello nazionale è quella con dimensione produttiva (SAU) fino a 3 ha. Queste aziende rappresentano il 53% del totale, ma coprono solo il 18% della superficie nazionale investita a castagno.
Le aziende con SAU compresa tra 3 e 20 ha sono il 41% del totale e rappresentano il 51% della superficie nazionale a castagno.

16.20 (a) Distribuzione territoriale delle aziende frutticole (castagneti) nelle Regioni più rappresentative. (b) Numero di aziende e superficie investita per classe di SAU.

d) Altra frutta con guscio (pistacchio, carrubo, ecc.) (n. aziende: 8.150 unità - superficie investita: 8.281 ha).
Aziende e produzione sono localizzate in Sicilia.
Nel 2010, la tipologia aziendale più rappresentativa a livello nazionale è quella con dimensione produttiva (SAU) fino a 3 ha. Queste aziende rappresentano il 57% del totale, ma coprono solo il 21% della superficie nazionale investita ad altre specie di frutta in guscio.
Le aziende con SAU compresa tra 3 e 20 ha rappresentano il 38% della superficie nazionale investita ad altre specie di frutta in guscio.

16.21 (a) Distribuzione territoriale delle aziende frutticole (pistacchio, carrubo, ecc.) nelle Regioni più rappresentative. (b) Numero di aziende e superficie investita per classe di SAU.

Offerta: concentrazione della fase agricola, specializzazione produttiva e aggregazione di produttori e offerta in OP.
Domanda/Mercato: il settore mostra ampi margini di sviluppo con un trend di crescita costante negli ultimi anni, risultante da una crescente integrazione verticale dell’industria dolciaria con quella di prima trasformazione (sgusciatura e produzione di semilavorati) e con le imprese agricole.
Scambi con l’estero: l’Italia è un netto importatore di frutta in guscio; per quanto riguarda le nocciole, l’offerta della Turchia influenza il mercato e i flussi di prodotto in entrata e in uscita dal nostro Paese; l’approvvigionamento di mandorle è garantito da Spagna e USA, quello di noci da Francia e USA e la fornitura di pistacchi da USA e Iran.

Settore agrumicolo

Tra il 2000 ed il 2010 si è verificato un processo di concentrazione delle strutture produttive: si è dimezzato il numero di aziende in produzione (-75mila unità), mentre la superficie investita si è ridotta del 3% (-3645 ha). Nonostante ciò, nel 2010 il 35% delle aziende agrumicole aveva una SAU inferiore ad 1 ha ed il 69% presentava una SAU inferiore a 3 ha. Queste aziende coprono circa un quarto della superficie italiana investita ad agrumi. Nel 2010, la tipologia aziendale con SAU compresa tra 3 e 20 ha costituisce il 26% delle aziende agrumicole e il 44% della superficie italiana investita ad agrumi. Analogamente, le aziende con SAU superiore a 20 ha rappresentano il 5% circa delle aziende agrumicole ed il 30% della superficie italiana investita ad agrumi.

Distribuzione territoriale delle aziende agrumicole
I dati del censimento dell’agricoltura del 2010 indicano 79.590 aziende agrumicole; 128.920 ha investiti a specie agrumicole; la dimensione media aziendale è pari a 1,62 ha.

16.22 (a) Distribuzione territoriale delle aziende frutticole (del settore agrumicolo) nelle Regioni più rappresentative. (b) Numero di aziende e superficie investita per classe di SAU.

Offerta: contrazione della superficie coltivata, crescita della specializzazione produttiva delle aziende agricole e diminuzione del numero di OP specializzate nella produzione di agrumi destinati alla trasformazione industriale.
Domanda: presenta indici di stabilità (grazie all’aumento dei piccoli agrumi che compensa le lievi flessioni di arance e limoni); risultano più ampi i calendari di disponibilità e di consumo.
Mercato: arricchimento della gamma di prodotti offerti dalle OP agrumicole, in aumento i costi di produzione e quelli di trasporto.
Scambi con l’estero: in aumento la concorrenza dei prezzi dei Paesi interni all’UE (Spagna) e aumento delle importazioni da Argentina e Sudafrica; ingresso di nuovi mercati da Federazione Russa, Europa dell’Est, Giappone e USA.

Olio di oliva

Offerta: riduzione della disponibilità interna a causa di un aumento di quella internazionale (Spagna); contrazione delle produzioni interne provocata da una crescita produttiva dei Paesi del Mediterraneo e di aree con condizioni pedoclimatiche favorevoli (Sud America, Australia, ecc.).
Domanda: lieve flessione della domanda interna per un aumento, seppur a ritmo contenuto, della domanda internazionale, grazie alla maggiore diffusione del prodotto in aree non tradizionalmente consumatrici.

Mercato: prezzi in flessione dalla seconda metà della campagna 2010/2011; lieve crescita dei costi di produzione che mettono a rischio l’attività di molti olivicoltori, soprattutto marginali; forte competizione della Spagna e tendenza al livellamento verso il basso dei prezzi. Crescita degli scambi con l’estero, soprattutto nella sezione attiva, determinata dall’aumento del consumo mondiale.

Settore lattiero-caseario

In Italia si contavano, qualche anno fa, oltre 36.000 allevamenti in produzione e circa 11,2 milioni di tonnellate di produzione commercializzata di latte.

Offerta: crescita moderata dei conferimenti ai caseifìci e aumento della produzione di formaggi grana; riduzione della produzione di latte alimentare e burro; concentrazione della produzione nel Nord del Paese; incremento delle dimensioni aziendali e aumento della produzione di formaggi.

Domanda: andamento positivo dei consumi domestici di latte UHT, yogurt tradizionale e formaggi; calo di quello del latte fresco; il trend riflette abitudini alimentari orientate verso prodotti salutistici, con grande attenzione alla freschezza; crescita dell’interesse per i prezzi e contro gli sprechi, a causa delle difficoltà economiche delle famiglie.

Mercato: forte contrazione delle quotazioni all’origine, dopo gli straordinari risultati del 2011; incremento del costo dei mezzi di produzione (soprattutto alimentazione e prodotti energetici) e delle materie prime (mangimi, energia); crescita dei costi di applicazione delle norme a tutela dell’ambiente e del benessere animale.

Scambi con l'estero: miglioramento del deficit in valore della bilancia commerciale del settore; andamento positivo delle esportazioni di formaggi e latticini in tutti i principali mercati; forte diminuzione delle importazioni di latte sfuso e formaggi; aumento della domanda internazionale di prodotti lattiero-caseari e conseguente volatilità del mercato mondiale; dipendenza dall’estero per il rifornimento di materia prima e progressivo ricorso all’export per formaggi e latticini.

GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE
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