Boschi puri di latifoglie
Castagneti: note di ecologia e selvicoltura
I castagneti sono boschi dominati dal castagno, una specie ampiamente diffusa e utilizzata dall’uomo per il legno e i frutti.
Diffusione. In Europa occupano una ampia area che va dal Caucaso all’Europa occidentale. In Italia si possono ritrovare castagneti spontanei nei boschi di colline e zone montuose, oltre che in coltivazioni da frutto dalle quali si ottengono pregiati marroni e castagne. I castagneti che un tempo hanno garantito alle popolazioni montane il sostentamento alimentare, sono ormai notevolmente ridotti, anche se negli ultimi anni si sta assistendo ad un tentativo di recupero.
II castagno è una specie mesofila che tollera bene il freddo e cresce su tutti i terreni sciolti, sabbiosi o sabbioso-limosi che rispondono bene alle notevoli esigenze di respirazione radicale.
Abbisogna di fosforo e potassio in quantità rilevanti perciò predilige suoli tendenzialmente acidi (specie acidofila) sciolti, di matrice silicea e origine vulcanica, ma sulle alpi Apuane e prealpi Venete si sviluppa su terreni calcarei con elevate precipitazioni.
Durante i mesi caldi dell’anno, la pianta esige buone quantità di acqua per ottenere una produzione di frutti adeguata.
In base al prodotto che si vuole ottenere i castagneti si dividono in palina di castagno e castagneto da frutto.
La palina di castagno è un bosco ceduo, adatto alla produzione di assortimenti molto vari, dai rametti da intreccio ai pali per il sostegno dei cavi telefonici. Ha turno da 20 a 30 anni, ma può arrivare anche a 50 anni se si effettuano diradamenti selettivi precoci allo scopo di selezionare e allevare i fusti migliori.
La maggior parte di questi boschi derivano da vecchi castagneti da frutto convertiti dopo l’abbandono delle zone montane ed è raro trovare cedui di castagno derivanti da impianti appositi. I boschi con maggiore produzione si trovano in zone con terreni di derivazione vulcanica, ad esempio sul Monte Amiata e in Sardegna, che a fine turno possono raggiungere i 13-20 m di altezza e i 300 m3 di massa legnosa.
Il castagneto da frutto (o selva castanile) è un impianto specializzato, diffuso largamente in sostituzione di altre specie a partire dal medioevo fino agli inizi del ‘900, quando è iniziato il suo declino, dovuto principalmente all’abbandono della montagna. La superficie occupata questi castagneti è passata da 500 mila ettari a poco più di 80 mila. L’impianto di un castagneto da frutto dovrebbe essere realizzato con circa 200-300 piante/ha, che si ridurranno fino a 100-150 a fine turno. Tale riduzione è dovuta anche all’innesto (a spacco o a corona) che viene effettuato per propagare le cultivar da frutto. La propagazione avviene per semina o per piantagione e gli interventi consistono in concimazioni e potature di formazione o di rimonda
Importanti sono anche i boschi da legno: si allevano cultivar innestate a quelle da frutto, come Politora e Cardaccio, per la produzione di legname adatto alla fabbricazione di mobili e altri manufatti. Il governo è a fustaia coetanea (da conversione) e i turni sono maggiori di 80 anni.
Si applicano diradamenti selettivi per raggiungere una densità finale di 400-500 piante/ha.
Castagno: aspetti botanici
Il castagno (Castanea sativa) è un albero in grado di raggiungere un’altezza di 25-30 m. Ha fusto diritto, ramificato nella parte medio-alta e corteccia grigio-nocciola nelle piante giovani, brunastra con sfumature grigiastre in quelle adulte. La chioma, di forma conico-piramidale nei giovani esemplari, tende a diventare espansa, globosa e irregolare negli adulti. Le foglie sono caduche, con margine seghettato e apice appuntito, di colore verde intenso e lucide, più chiare nella pagina inferiore. Si tratta di una pianta monoica che fiorisce in piena estate. Le infiorescenze maschili sono spighe lunghe 10-20 cm, di colore giallo-verdastro.
Quelle femminili sono costituite da fiori singoli o riuniti a gruppi di 2-3, posti alla base delle infiorescenze maschili. L’impollinazione è anemofila. Il frutto è una noce detta castagna, interamente rivestita dal riccio, una cupola spinosa.