1.1 L’interesse e i suoi aspetti matematici

1.1 • L’interesse e i suoi aspetti matematici


La Scienza Economica, come abbiamo visto, si occupa delle azioni volontarie dell’uomo. Esse vengono studiate per gruppi omogenei e classificate come segue:
• azioni di produzione, mediante le quali un soggetto si propone di ottenere beni o servizi non preesistenti;
• azioni di scambio, mediante le quali soggetti operanti in contrapposto scambiano beni o servizi preesistenti;
• azioni di consumo, mediante le quali un soggetto usa un bene o un servizio preesistente per la soddisfazione di un bisogno diretto.


Ogni azione ha:
• una causa, è il bisogno dell’uomo insito nella sua natura;
• uno scopo, è ciò che il soggetto operante si propone di fare, cioè la cosa voluta;
• uno svolgimento, è il procedimento con il quale si esegue la trasformazione dei beni;
• un fine; è la soddisfazione del bisogno che è la causa dell’azione stessa.
Il bisogno è dunque la causa dell’azione volontaria dell’uomo. La soddisfazione è legata all’uso di beni comunemente indicati come capitale, che, in un dato periodo, deve fornire un compenso, finanziariamente detto interesse. 
Una qualsiasi azione dell’uomo si caratterizza per: 
• la quantità determinata di beni, che costituiscono il capitale; 
• la tipologia dei beni che costituiscono il capitale: beni monetari o immobiliari (fabbricati, macchine, terreni, ecc.); 
• il tempo in cui il bene viene impiegato, misurato in giorni, mesi e/o anni.
L’interesse, detto anche prezzo d’uso del capitale, rappresenta il compenso che spetta al capitale in virtù dell’uso che ne viene fatto e dipende, dunque, dalla quantità, dalla tipologia e dal tempo. Quando si parla di capitale, in Economia, ci si può riferire al denaro contante (risparmio monetario). In questo caso il capitale assume la fisionomia di capitale indifferenziato e il prezzo al quale viene ceduto è detto appunto interesse. Ci si può anche riferire al risparmio capitalizzato (capitale finanziario come titoli azionari, obbligazioni, ecc.). In questo caso l’interesse assume la fisionomia di reddito. Infine ci si può riferire ai mezzi di produzione e qui il compenso è un canone (locazione, noleggio, affitto, ecc.). Occupiamoci del primo caso ovvero del capitale indifferenziato a cui hanno accesso gli imprenditori presso le banche e pagano ad esse un prezzo detto interesse. L’interesse può maturare secondo diverse modalità: 
1. interesse semplice, caratterizzato dal fatto che l’interesse maturato in un dato periodo di tempo non si somma al capitale di partenza e quindi non diventa a sua volta fruttifero di altri interessi; è il caso delle cedole delle obbligazioni; 

2. interesse composto, quando l’interesse prodotto si somma al capitale di partenza e a sua volta produce ulteriori interessi; un esempio è il deposito bancario. 
Questo interesse è suddiviso in: 
- interesse discontinuo annuo, quando gli interessi si sommano al capitale iniziale una volta all’anno, generalmente alla fine; 
- interesse discontinuo convertibile, quando gli interessi si sommano al capitale iniziale discontinuamente, ma più volte all’anno, secondo una periodicità regolare, ad esempio bimestralmente, semestralmente, ecc.; 
- interesse continuo, quando gli interessi si sommano al capitale iniziale costantemente. 
Il percorso matematico-finanziario che vogliamo intraprendere ha come punto di partenza l’analisi dell’interesse semplice, per arrivare successivamente all’interesse composto discontinuo annuo. La formula che traduce l’interesse semplice è la seguente:
I = C0 x r x t

Dove:
I indica l’interesse.
C0 indica un dato capitale di riferimento.
r indica il saggio di interesse.
t indica il tempo.

Il capitale di riferimento costituisce il bene, o l’insieme di beni, che sono disponibili all’inizio di un’azione.
Può essere indifferenziato, come un quantitativo monetario (Fig. 1a), o differenziato, come beni strumentali, macchine, attrezzature o fabbricati (Fig. 1b).

Saggio, tasso o ragione di interesse

È il parametro con cui si misura l’interesse annuo. Può essere espresso in percentuale o rispetto all’unità. Ad esempio se un capitale di 100 € si utilizza per un anno al 3% (o 0,03), ci fornirà un interesse di 3 €.


La determinazione del saggio è tutt’altro che semplice. Esso infatti dipende dalle stesse variabili da cui dipende l’interesse stesso. A chiarimento di questo concetto possiamo fornire alcuni esempi. Un capitale monetario può essere costituito dal deposito presso una banca. In questo caso il saggio viene concordato in rapporto all’ammontare del capitale investito e al tempo totale di impiego. All’aumento del tempo e del capitale corrispondono saggi maggiori e viceversa. Per capitali elevati, ma con tempi di impiego limitati, i saggi tendono comunque ad abbassarsi. In ogni caso, i saggi concordati sono anche in relazione alla politica economica dello Stato al momento dell’investimento. Una volta che il saggio è stato stabilito, il calcolo dell’interesse spettante al capitale si compie utilizzando la formula I = C0 x r x t. 
Per un capitale immobiliare (costituito cioè da fabbricati o terreni), il saggio deriva dai compensi che vengono accettati per il suo utilizzo. Esso può quindi essere calcolato al termine del periodo di utilizzo, rapportando il compenso annuo al capitale. Ciò significa che la formula diretta non può essere utilizzata, ma è necessaria una delle formule inverse [2 a pagina 91]. Lo stesso dicasi nel caso in cui il capitale sia costituito da una o più macchine utilizzate nello svolgimento di un’azione.

Il tempo

È la durata totale di utilizzo del capitale da parte dell’uomo, compresa tra l’insorgere del bisogno e la sua avvenuta soddisfazione.


Per poter applicare la formula [1, pagina 308], tale durata deve comunque avvenire entro l’anno. (L’analisi di situazioni in cui l’azione ha durata superiore all’anno verrà compiuta successivamente).
Si esprime in giorni o mesi. Essendo il saggio sempre riferito all’intero anno il t si rappresenta con la frazione x/12 quando x rappresenta il numero di mesi, con x/360 quando x rappresenta il numero di giorni.

ESERCIZIO 1

Calcolare l’ammontare dell’interesse di un capitale monetario di 250.000 € investito in un deposito bancario per 12 mesi al 3% annuo.

Utilizzando la formula [1, pagina 86], si ottiene il seguente risultato:
I = 250.000€ x 0,03 x 12/12 = 7.500€

ESERCIZIO 2

Si possieda un capitale di 25.000 € depositato in un conto corrente bancario, per il quale è stato concordato un saggio dell’1,3% per un periodo di 8 mesi. Valutare se un investimento in B.O.T. al 3,6% per 6 mesi sarebbe stato più conveniente.
Il primo investimento frutta un interesse pari a:
I1 = 25.000€ x 0,013 x 8/12 = 216,66€

Il secondo, invece, frutta un interesse pari a:
I2 = 25.000€ x 0,036 x 186/360 = 465€

La scelta migliore, quindi, sarà l’investimento in B.O.T., perché fornisce il maggiore compenso.

STOP E SINTESI

L’interesse e i suoi aspetti matematici
Che cosa si intende per interesse?
Per interesse, detto anche prezzo d’uso del capitale, si intende il compenso che spetta al capitale in virtù dell’uso che ne viene fatto e dipende dalla quantità, dalla tipologia e dal tempo.
Che cos’è il saggio o tasso d’interesse?
Il saggio d’interesse è il parametro con cui si misura l’interesse annuo; si esprime in percentuale o rispetto all’unità.

STOP AND SUMMARY

Interest and its mathematical aspects
What is Interest?
Interest (or Capital use’s cost) is the actual price of the capital and increases or decreases according to the way it is employed. This cost depends on the quantity, the investment typology and the time.
What is the ‘interest rate’?
It is the coefficient by which the annual rate is defined. It is usually given in percentage or reduced to unity.

ECONOMIA E AGROSISTEMI
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VOLUME 1