7.5 Il giudizio di convenienza nella meccanizzazione aziendale

7.5 • Il giudizio di convenienza nella meccanizzazione aziendale


In agricoltura l’uso delle macchine non ha solo lo scopo di sollevare l’uomo dai lavori più pesanti, ma anche quello di permettere un aumento di produttività della terra e di ridurre i costi di produzione. Generalmente ogni azienda è dotata di un parco macchine comprendente: macchine motrici, macchine operatrici e semoventi, che rappresentano la parte più consistente del capitale agrario, quindi un forte impegno economico per gli imprenditori sia in termini di costi di acquisto che di gestione.


L’imprenditore può scegliere di eseguire gli interventi agronomici utilizzando macchine in conto terzi, quando l’acquisto della macchina risulta essere particolarmente oneroso o il loro uso sia per interventi limitati a una fase o sottofase del processo produttivo (vedi arature profonde). Questo aspetto viene definito contoterzismo agro-meccanico ed è inserito nell’ottica dello sviluppo delle imprese che producono servizi per le altre imprese. Lo sviluppo di queste imprese nasce dalla continua evoluzione del progresso tecnico, che determina innovazione sia di processo che di prodotto e dalla ristrutturazione delle imprese, che devono conciliare la flessibilità operativa con le economie di scala. Del resto l’azienda agraria moderna ha ormai disattivato la produzione interna di certi input (concimi, sementi, mangimi, ecc.) affidandosi a imprese esterne. Affidandosi al contoterzismo si possono avere le seguenti situazioni: 
• si delegano alcune operazioni; 
• si delegano tutte le operazioni colturali o comunque quelle più qualificanti di una precisa tecnica produttiva, come se l’azienda agraria divenisse acquirente di semilavorati (ad esempio la coltura messa a dimora). In questo caso il contoterzismo assume un ruolo quasi fondamentale nelle scelte della tecnica colturale e dunque l’impresa perde la sua autonomia; 
• sia ha poi il caso in cui l’impresa agraria partecipi all’organizzazione e gestione dei servizi agro-meccanici costituendo cooperative di servizi.
L’evoluzione tecnologica porterebbe a pensare che, nel lungo periodo, il contoterzismo agro-meccanico potrebbe determinare la scomparsa dell’azienda tradizionale, dotata di un suo parco macchine e, più in generale, di propri servizi connessi alla gestione. L’ipotesi potrebbe essere veritiera se tutte le imprese terziste per i servizi gestionali agrari avessero raggiunto un grado di offerta che è propria delle imprese agro-meccaniche. Infatti facendo un confronto fra i costi medi della meccanizzazione aziendale e i prezzi proposti dal contoterzismo, nella maggior parte dei territori, quasi sempre all’impresa agraria conviene disattivare il proprio servizio meccanico. In questo modo, l’impresa contoterzista diventa il riferimento per la valutazione della convenienza nell’acquisto di nuove macchine e nello stesso tempo il principale veicolo del progresso tecnico-meccanico in agricoltura. Un parco macchine obsoleto o sovradimensionato impedirebbe alla maggior parte delle aziende di acquisire la massima efficienza. Per dimensionare un parco macchine è necessario conoscere non solo la superficie da coltivare, ma anche le attività aziendali e gli indirizzi produttivi. Un’azienda di 20-30 ha, a indirizzo cerealicolo-zootecnico, per la sua autonomia meccanica, dovrebbe possedere almeno 2 macchine motrici, 3 o 4 macchine operatrici per le lavorazioni, almeno 2 operatrici per la concimazione, altrettante per le cure colturali, ma anche 4 operatrici per la fienagione, 2 per la stalla e attrezzature varie quali rimorchi, irrigatori semoventi, ecc. Il tutto con un impegno di capitale per almeno 260.000 € corrispondente mediamente a circa 10.400 €/ha. Certamente l’investimento sarebbe diverso se l’indirizzo fosse solo cerealicolo, quindi senza attrezzatura di stalla e di fienagione. In questo caso il capitale macchine aziendale potrebbe ammontare a circa 148.000 € con un incidenza per ettaro di 5.920 €. A questo punto si tratta di analizzare se si vuole disporre di un parco macchine completo oppure integrarlo per mezzo del contoterzismo agro-meccanico. Il ragionamento può essere eseguito con gli spunti sopra riportati. Ammettendo di scegliere di disporre solo di macchine aziendali, sarebbe opportuno stabilire la loro economicità. Ciò è possibile con il calcolo del costo di esercizio, utilizzando il prezzo di acquisto e la sua vita utile espressa in ore di lavoro, che dipende dall’usura meccanica e dal raggiungimento dell’inefficienza tecnica dovuta all’evolvere delle tecniche colturali. Ad esempio per le trattici si considerano 10 anni di vita utile, corrispondenti a circa 11.000 ore di lavoro; per le macchine da fienagione si considerano 7 anni, corrispondenti a circa 1.800 ore e per quelle di messa in coltura intorno a 8 anni, corrispondenti a 1.700 ore. La somma dei costi da sostenere per l’uso di una macchina (motrice o operatrice) viene definita costo di esercizio, costituito da costi variabili e fissi, può essere annuo, orario o riferito alla singola lavorazione ed è un parametro che è in grado di rispondere a quesiti di convenienza economica riguardo a: 
• scelta fra acquisto e noleggio; 
• scelta se acquistare una macchina nuova o usata; 
• scelta di macchine specifiche per date operazioni colturali; 
• scelta nel caso di integrazione del parco macchine aziendale.

Calcolo dei costi di esercizio

I costi di esercizio rappresentano un costo fisso o costante (Kc) e sono indipendenti dall’uso della macchina. I principali sono elencati di seguito.

Quota di reintegrazione
Si può determinare come segue:
1. Si calcola la quota di reintegrazione (o media economica) sulla differenza tra il valore a nuovo della macchina, cioè il valore di acquisto (Vn) e il valore di recupero (Vr) alla fine della durata economica (n), con un saggio di interesse paragonabile a un deposito bancario (r). In sintesi:
Qr = (Vn - Vr) x r/qn - 1

2. Si calcolano, con la media aritmetica, gli anni di utilizzo della macchina, e la differenza tra valore a nuovo e valore di recupero. La formula quindi risulta:
Qr = (Vn - Vr)/n

3. Si può usare anche la quota di ammortamento determinata dalla banca nel caso in cui la macchina sia stata acquistata ricorrendo a un prestito bancario.

Quota di manutenzione
La manutenzione può essere ordinaria o straordinaria. La prima riguarda interventi giornalieri come il controllo dell’olio motore e quello dei freni (o altre parti idrauliche), il lavaggio, l’ingrassaggio, la pulitura dei filtri, ecc. La seconda riguarda operazioni periodiche che si rendono necessarie dopo un certo numero di ore di lavoro e dipendono dal tipo di macchina e dalle sue caratteristiche operative e costruttive. In genere si tratta di sostituire alcune parti meccaniche logorate, ma anche gomme o parti soggette a facili rotture, revisioni periodiche e messe a punto. In alcune circostanze la spesa di manutenzione potrebbe diventare un costo variabile. Si può determinare come segue: 
• applicando una percentuale (che comprende sia la manutenzione ordinaria che quella straordinaria) al valore di acquisto della macchina; 
• utilizzando i costi reali di manutenzione, desumibili dai documenti fiscali o altre annotazioni, quando la manutenzione viene eseguita in officine esterne; 
• computando i costi dei materiali della manutenzione quando questa viene eseguita in azienda dall’imprenditore o dal responsabile del parco macchine. Possono essere aggiunte eventuali spese per la collaborazione esterna; 
• con una percentuale sul prezzo di acquisto ricavabile da prontuari e in base al tipo di macchina. Come valore indicativo si parla dell’1-2% sul valore a nuovo ogni 100 ore di lavoro.

Quota di assicurazione
È determinata dal premio annuo totale pagato all’assicurazione o da una percentuale sul prezzo di acquisto, ricavabile da prontuari e in base al tipo di macchina. Si può computare mediamente anche con una percentuale sul valore a nuovo del mezzo 0,5-1%.

Quota di ricovero
È data dal costo annuo sostenuto per ricoverare la macchina sotto una struttura (tettoia, rimessa). Tale spesa (quota) si determina ripartendo le quote totali (reintegrazione, manutenzione e assicurazione) del capitale ricovero sulla superficie coperta del ricovero stesso e moltiplicando tale valore per la superficie di ingombro della macchina, tenendo conto anche dello spazio di manovra.

Interessi passivi
L’interesse rappresenta il prezzo d’uso del capitale, quindi essendo la macchina un capitale, nei costi fissi deve comparire anche questa voce. L’interesse annuo dovrebbe essere calcolato sul valore attuale delle macchine, in questo modo l’interesse cambia di anno in anno in quanto la macchina si deprezza nel tempo. Allo scopo è necessario un inventario, nel quale compare il valore iniziale del capitale di acquisto e il valore attuale (dell’anno). Contabilmente il deprezzamento annuo corrisponde alla quota di reintegrazione annua. Il valore attuale si ottiene dunque facendo la differenza fra il valore a nuovo e le quote accantonate fino a quel momento. In molte piccole aziende raramente troviamo una contabilità aggiornata, l’inventario non viene eseguito del tutto oppure viene fatto con cadenze superiori all’anno. Per semplificare, gli interessi possono essere collocati sul valore medio della macchina come di seguito riportato:
I = (Vi - Vf)/2 x r

Dove:
Vi = prezzo di acquisto.
Vf = valore finale a quel dato anno.

Imposte, tasse e contributi
Per le macchine motrici deve essere versata obbligatoriamente la tassa per la concessione del combustibile a prezzi agevolati, così come l’assicurazione per la responsabilità civile per le macchine circolanti su strada.

Lavoro indiretto e spese generali
Riguarda l’attività di amministrazione e direzione legata al parco macchine aziendali e gli esborsi per cancelleria, telefono e spese postali sempre legati all’impiego delle macchine.
Costituiscono costi variabili cioè dipendenti dall’uso della macchina (Kv).

Salari per gli operatori
Si calcola eseguendo il prodotto fra il costo orario (comprensivo dei contributi e degli altri oneri) degli addetti, e le ore totali annue di lavoro della macchina. Questa voce si presenta di difficile determinazione nelle aziende a coltivazione diretta.
È il caso di ricordare che per alcune macchine operatrici, gli operatori possono essere più di uno, come ad esempio nel caso di alcuni tipi di trapiantatrici che, oltre al trattorista, prevedono la presenza di operatori sulla macchina in corrispondenza delle file di coltivazione.

Carburanti
Il loro ammontare si ottiene con l’utilizzo di tabulati che riportano le indicazioni del consumo orario delle diverse lavorazioni. L’ammontare dei consumi si moltiplica poi per il prezzo del carburante.
Conviene tenere nota dei consumi delle singole lavorazioni per utilizzarli nella determinazione del costo di esercizio orario di ciascuna di esse.

Lubrificanti
Resta non semplice determinare il consumo dei lubrificanti per ogni singola lavorazione. In genere ci si basa sul cambio dell’olio motore, che viene eseguito ogni 100-120 ore di lavoro macchina, inserendo 15-18 kg di olio.
Annualmente la quantità di lubrificante sarà data da:
• numero cambi olio annuali = ore di funzionamento annue della macchina 100-200 h;
• chilogrammi di olio consumato annualmente = numero cambi x 15 2 18 kg;
• costo annuo lubrificanti = kg di olio consumato annualmente x prezzo/kg.
I lubrificanti utilizzati nel cambio, nel differenziale o negli impianti di frenaggio o sollevamento si possono considerare nella voce della manutenzione.
Con i dati tecnici di sopra riportati siamo in grado di calcolare il costo orario di una macchina.

Esempio 6

Un imprenditore vuole acquistare una trattrice di 59,2 kW, 2RM per un utilizzo di 1.200 ore annue. Il prezzo di acquisto è di 48.000 €. La durata prevedibile della macchina è stimata in 8 anni con un valore di recupero di 4.200 €. Si vuol conoscere la convenienza all’acquisto sapendo che nella zona il costo alternativo dato dal contoterzismo è di 68 €/h. Per tutti i calcoli r 5 0,05.

Calcolo costi fissi annui:


Il costo orario o costo unitario (Ku) è dato dalla seguente espressione:

La convenienza è data dal confronto con soluzioni alternative, in questo caso dipende dal contoterzismo agro-meccanico di 68 €/h (C), quindi sussiste convenienza all’acquisto quando:
C 68,00 €/h > Ku 41,115 €/h
In tutti i casi è bene verificare anche il numero di ore minimo annuo che la macchina deve lavorare.
Se:

In questo caso l’acquisto risulta conveniente in quanto la macchina è stata acquistata per un lavoro annuo di 1.200 h.
Quando l’introduzione in azienda di una macchina o di un altro impianto tecnologico porta ad un cambiamento anche degli assetti aziendali (primo fra tutti dell’ordinamento colturale), la convenienza non viene eseguita sulla base dei costi, ma su quella del reddito, come se fosse un investimento fondiario:
(Bfp - Bfa) > Vi x r

Dove:
Bfp = reddito dopo l’introduzione di una macchina o di un parco macchine in azienda.
Bfa = reddito prima dell’introduzione di una macchina o di un parco macchine in azienda.
Vi = valore di acquisto della o delle macchine.
r = saggio di lavoro.

In altre parole la differenza di reddito deve essere maggiore dell’interesse del capitale investito nella meccanizzazione. Per il calcolo delle ore di lavoro della macchina si potrebbe usare una sintesi avvalendosi di prontuari sulla base degli ordinamenti attivati e degli interventi programmati (Tab. 12).

Tabella 12 • Ore annue di lavoro macchina in base alle attività aziendali e alla tecnica utilizzata.

STOP E SINTESI

Il giudizio di convenienza nella meccanizzazione aziendale
Come si può verificare la convenienza all’acquisto di una macchina?
L’integrazione del parco macchine può essere eseguita mediante verifica economica, utilizzando come parametri il costo orario e il reddito netto.
Quali sono le alternative esistenti all’acquisto di una macchina?
L’alternativa è il noleggio o contoterzismo agricolo a cui si ricorre per alcune o tutte le operazioni meccaniche.

STOP AND SUMMARY

Judgement of convenience in the business mechanization
How do you determine if the purchase of a machine is convenient or not?
The addition of items to the machine fleet may be performed after an economic monitoring. Such a monitoring must take into account the hourly cost and net income for the machines to be added to the fleet.
What are the alternatives to buying new machines?
The alternatives are rental or agricultural subcontracting for one or all the mechanical operations.

ECONOMIA E AGROSISTEMI
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VOLUME 1