7.2 Scelta dell’ordinamento colturale o combinazione produttiva

7.2 • Scelta dell’ordinamento colturale o combinazione produttiva


Sostanzialmente l’argomento è già stato trattato nel Capitolo 6 quando è stata affrontata la programmazione aziendale tramite il bilancio preventivo, il bilancio programmato, la programmazione lineare e dei modelli simulativi, che a differenza dei bilanci parziali, consentono di impostare un’organizzazione ottimale. Il lavoro imprenditoriale, infatti, non va impostato sulle singole colture, ma sull’ordinamento aziendale nella sua interezza; soffermarsi su una singola coltura non permetterebbe infatti precisi calcoli di produzione, in particolare della ripartizione dei costi generali cioè quelli relativi a tutti i prodotti aziendali.


Nell’esempio riportato di seguito, proponiamo un modo per ripartire, in caso di necessità, i costi generali alle singole colture di un ordinamento.

Esempio 1

Sia da attribuire alle seguenti produzioni la quota parte di spese generali. Nell’ordinamento la distribuzione delle colture sulla superficie coltivabile di 35 ha è la seguente:
• patata 5 ha • frumento 10 ha • erba medica 20 ha
La spesa generale (rappresentata da quote e interessi sui capitali fissi, imposte e contributi, ecc.), da ripartire sulle singole colture è di 5.600 €.
Uno dei metodi di ripartizione delle spese generali viene elaborato sulla base della percentuale di superficie coltivabile che la coltura occupa nell’ordinamento:
• patata: superficie occupata 5 ha/35 ha di SAU = 14%
• frumento: superficie occupata 10 ha/35 ha di SAU = 28%
• erba medica: superficie occupata 20 ha/35 ha di SAU = 58%
= 100%

Spese generali:
• patata 5.600 € 0,14 = 784 €
• frumento 5.600 € 0,28 = 1.568 €
• erba medica 5.600 € 0,58 = 3.248 €
Totale = 5.600 €

Il bilancio parziale (o conto colturale) può dimostrarsi utile in alcune circostanze. Può fornire indicazioni sui dati tecnico-economici della singola coltura e per la determinazione del suo reddito quando si tratta di una coltivazione prevalente. Il conto colturale comporta il calcolo dei ricavi e dei costi di coltivazione della singola coltura. Tra i ricavi è necessario conteggiare anche eventuali integrazioni comunitarie, prodotti secondari, residui di fertilità lasciati alla coltura successiva (per mezzo di apposite tabelle). Tra i costi va calcolata la quota parte delle spese generali e di quelle specifiche. In tabella 1 riportiamo un esempio di conto colturale.


Tabella 1 • Conto colturale della coltivazione di 1 ettaro di terreno a mais.

L’organizzazione delle superfici in ambiente protetto

Esaminiamo ora la scelta dell’ordinamento colturale delle colture praticate in ambienti protetti sulla base di caratteristiche e di investimenti specifici. La programmazione delle colture richiede rigorose indagini economiche, al fine di determinare, con ridotti margini di rischio, la convenienza e la relativa superficie da assegnare loro, tenendo conto dei fattori di rischio quali l’andamento dei prezzi, dei costi e delle rese.


Il metodo si basa sull’utilizzo di due parametri ricavati dal bilancio: la Superficie Minima Indispensabile (SMI) e il Grado di Sicurezza (GS), che, sia per la coltivazione del fiore reciso che per quello in vaso all’interno di ambienti protetti, forniscono risposte in merito: 
• alla convenienza attuale della coltura; 
• alla superficie minima da destinarle; 
• alla convenienza rispetto ad altre con la quale può essere sostituita; 
• al rischio di coltivazione; 
• all’aspetto dinamico, cioè alle modifiche determinate dalle variabili, che nel corso del ciclo, possono causare differenze di reddito.
La conoscenza del valore degli investimenti fissi specifici è necessaria per poter effettuare correttamente il calcolo dei costi costanti (Kc), che non vanno sottovalutati quando più colture a ciclo breve si susseguono nello stesso ambiente con durata e superfici diverse.
Essi, infatti, devono essere quantificati per ogni singola coltura in funzione del ciclo e della superficie occupata. Così come i costi variabili (Kv), che derivano dalla tecnica colturale utilizzata. Con i dati del bilancio si può arrivare alla determinazione (utilizzando un foglio elettronico) della superficie minima indispensabile (SMI) ricavabile dal seguente rapporto:
SMI = (Kct/Rlu) x 1000

Dove:
Kct sono i costi costanti totali.
Rlu rappresenta il reddito lordo unitario (a m2 o ha).

Con la SMI viene identificata la superficie minima da destinare a una data coltura, in relazione alle strutture produttive, alla tecnica colturale utilizzata e alla specifica situazione di mercato, affinché i risultati non siano negativi.
Con la conoscenza della superficie minima indispensabile (SMI) e della superficie realmente investita (SAU) si può determinare ilgrado di sicurezza, che indica il numero delle volte che la SAU è superiore alla superficie minima:
GS = SAU/SMI

Tale rapporto deve essere maggiore dell’unità. Quanto più esso è elevato tanto più la coltivazione risulta conveniente al variare delle condizioni di mercato e delle rese, mentre se il rapporto è vicino all’unità, bastano piccoli cambiamenti per pregiudicarne la convenienza.

APPROFONDIMENTO - Caratteristiche di un’azienda vivaistica

Le coltivazioni in ambiente protetto avvengono nelle serre, utilizzate nella coltivazione di fiori e piante per ricreare habitat con le medesime caratteristiche di quello naturale. Il settore agricolo che si occupa della propagazione e produzione industriale di piante in ambiente protetto è quello delle aziende vivaistiche. Tali aziende si caratterizzano in base alla specifica tipologia di produzione: 

• ornamentale: produce piante ornamentali; 

• frutticolo: produce piante da frutto; 

• orticolo: produce giovani piante ortive; 

• forestale: specializzato nella produzione di essenze forestali.

L’azienda vivaistica si colloca in una posizione intermedia fra l’attività industriale e quella agricola. Il regime colturale è di tipo intensivo e necessita di un considerevole utilizzo di capitale di esercizio, rappresentato essenzialmente da impianti e mezzi tecnici, con una ragguardevole incidenza sugli investimenti di capitale (strutture, impianti di protezione, di irrigazione, ecc.) per valorizzare e massimizzare la produttività. L’estensione della superficie agraria di un vivaio è, a differenza di altre attività agricole, abbastanza ridotta. L’attività richiede inoltre una quota consistente di manodopera qualificata. Le aziende vivaistiche sorgono generalmente vicine a grandi aree urbanizzate o industriali per usufruire di infrastrutture di supporto (elettrificazione, viabilità, trasporti, telecomunicazioni, ecc.). Fanno eccezione i vivai forestali specializzati, che sono spesso ubicati in zone collinari o di montagna. La struttura logistica e operativa di un vivaio può essere complessa perché collegata al livello di specializzazione e di indirizzo produttivo scelto. In generale, tali aziende si specializzano nella produzione di piante in una particolare fase del ciclo produttivo. Fra i settori presenti in genere in un vivaio si ricordano i seguenti: 

• Serra. È il settore in cui trovano compimento le varie fasi del ciclo produttivo. 

• Piantonaio. Luogo in cui stazionano le piante propagate prima della commercializzazione. 

• Semenzaio. È il settore nel quale avviene la prima propagazione dei semenzali che, in seguito, sono sottoposti a trapianto o innesto.

• Barbatellaio. È il settore nel quale si attua la produzione di germogli ottenuti per taleaggio (Fig. 3 a).
• Nestaio. Qui vengono effettuati gli innesti.
• Collezioni. Ospitano le piante madri dalle quali si prelevano semi, talee, marze, barbatelle per la prima propagazione.
• Laboratorio di micropropagazione. È costituito da un settore specializzato nella produzione di piante esenti da virus che vengono ottenute per mezzo della tecnica della coltivazione in vitro (Fig. 3 b). È dotato di attrezzature molto particolari e richiede l’impiego di personale qualificato.

Esempio 2

Per chiarire il metodo di lavoro appena descritto, proponiamo un esempio di analisi per l’utilizzo di 1.960 m2 di bancali in serra calda, che costituiscono la superficie produttiva di un’azienda floricola con un alto grado di industrializzazione. Tale azienda è dotata di investimenti fissi per 253.000 € (fabbricati, ambienti protetti ed elementi a corredo) che danno luogo a 18.900 € di costi costanti totali (KcT). Sulla superficie coltivabile, data dai bancali, nel corso dell’anno si susseguono tre colture come riportato in tabella 2.


Tabella 2 • Cicli delle colture floricole.



Tenuto conto delle tecniche colturali utilizzate che determinano le vendite (Plv) e dei costi variabili delle singole colture, il metodo si prefigge di verificare la convenienza economica alla coltivazione di ciascuna coltura, il loro grado di sicurezza, la dimensione economica delle superfici e la possibilità di migliorare l’organizzazione della superficie. Allo scopo si inseriscono i dati economici delle tre colture in un foglio elettronico organizzato come in tabella 3.


Tabella 3 • Valutazione della convenienza economica di tre colture.



Come si può vedere la Superficie Minima Indispensabile sia nel caso della coltura di geranio che delle fioriture, risulta molto più bassa della superficie realmente coltivata e ciò significa che in quelle condizioni produttive e di mercato si può scendere fino a quel livello di superficie senza subire perdite. Diversa è la situazione della Poinsettia, per la quale il valore della SMI è prossimo a quello della superficie coltivata e, di conseguenza, il GS è così basso da far presumere che anche eventuali, piccole variazioni delle condizioni produttive e di mercato, potrebbero portare a redditi negativi.

L’analisi finora eseguita ha messo in evidenzia la maggior convenienza delle Fioriture e del Geranio, per questo procediamo effettuando un confronto al fine di determinare la convenienza dell’una rispetto all’altra (Tab. 4).


Tabella 4 • Valutazione della convenienza economica di due colture.



Anche in questa seconda analisi la convenienza resta a favore delle Fioriture.
In tabella 5 prendiamo ora in considerazione l’aspetto dinamico, cioè come si comportano gli indici SMI e GS delle specie coltivate al variare del prezzo di mercato.

Tabella 5 • Proiezione della diminuzione del prezzo per determinare quello che annulla il reddito.



Riportiamo in tabella 6 la proiezione della variazione di densità sul bancale mantenendo il prezzo costante.

Tabella 6 • Proiezione della diminuzione della resa vasi e relativo calcolo degli indici. Proseguendo la proiezione si può arrivare alla resa, che rende il Gs uguale all’unità.

Esempio 3

La metodologia appena delineata può essere applicata anche agli ordinamenti colturali di superfici agrarie tradizionali. Si valuti la coltura più conveniente in un’azienda di 75 ha di SAU che ha il seguente ordinamento :
• girasole: 35 ha, che nella zona produce 52 q/ha, vendibile a 35 €/q contro 20,3% di spese variabili;
• mais: 40 ha, che nella zona produce 80 q/ha, vendibile a 33 €/q contro 18,2% di spese variabili.
Stabiliamo ora la superficie minima indispensabile e il grado di sicurezza della combinazione colturale, tenendo conto che il KcT ovvero i costi fissi ammontano a 520 €/ha (Tab. 7).

Tabella 7 • Valutazione della convenienza economica tra la coltura del girasole e quella del mais.

In base agli elementi di bilancio la situazione è a vantaggio della coltura del mais in quanto ha un grado di sicurezza maggiore (4,17).

STOP E SINTESI

Scelta dell’ordinamento colturale o combinazione produttiva
Che cosa si intende per grado di sicurezza?
È dato dal rapporto tra SAU E SMI e deve essere maggiore dell’unità. Più è elevato e più la coltivazione è conveniente.

STOP AND SUMMARY

Crop sorting and combined production
What is meant by safety level?
It is the ratio between SAU and SMI and must be greater than the unity. The higher is this ratio, the more convenient is the crop.

ECONOMIA E AGROSISTEMI
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VOLUME 1