7.1 Scelta della dimensione aziendale

7.1 • Scelta della dimensione aziendale


Le scelte imprenditoriali

Le scelte che l’imprenditore deve affrontare sono sintetizzabili in tre tipi:
1. Iniziali: riguardano la dimensione aziendale; la sistemazione idraulico-agraria; la viabilità interna; l’ordinamento colturale; la conduzione.
2. Successive: riguardano sostanzialmente la gestione, come gli investimenti sul capitale fondiario (fabbricati, impianti industriali, colture poliennali, ambienti protetti); la dotazione del capitale bestiame, di macchine motrici e operatrici, dei mezzi di fertilizzazione (acqua, fitofarmaci, lavorazioni, irrigazioni); le forme di finanziamento.
3. Finali: consistono nel ricorso a forme associative; marketing; interpretazione dei dati tecnico-economici della gestione.

La dimensione di una azienda è rappresentata dal suo livello di attività e viene determinata non solo dalla struttura organizzativa entro cui si svolge la gestione, ma anche dalle strutture dei mercati con cui l’azienda opera. Le fasi dei processi produttivi hanno bisogno di fattori di approvvigionamento per giungere alla produzione, la cui quantità e funzione dipendono dagli investimenti sia sul capitale fondiario che su quello agrario. Tali investimenti generano bisogni finanziari copribili con capitale proprio o di terzi. Da quanto detto si comprende che la dimensione aziendale risulta influenzata da diverse variabili che devono essere poste in equilibrio quanti-qualitativo per garantire una sana gestione.


Il metodo per analizzare se le diverse variabili aziendali sono in equilibrio è rappresentato da indici tecnici che riguardano gli aspetti strutturali come, ad esempio, il grado degli investimenti o il numero di lavoratori. Per valutare gli aspetti qualitativi si fa anche ricorso a indicatori, che hanno la capacità di segnalare la misura dell’attività produttiva realizzata, come ad esempio, la capacità dell’azienda di dominare la complessità gestionale. Spesso piccole aziende riescono a espandersi sul mercato tanto da diventare dominanti. In questo modo l’azienda entra a far parte di uno spazio economico, dato dall’insieme delle relazioni scaturite dall’attività economica, la cui intensità fa capire le potenzialità raggiunte dall’azienda. Parlare di dimensioni è dunque parlare di un concetto complesso e indeterminato, in quanto dipende da molte variabili, quindi possiamo dire che la dimensione di una azienda è una manifestazione che comprende le caratteristiche della struttura produttiva e dei mercati di approvvigionamento e di vendita. A questo si deve aggiungere che ogni struttura cerca una naturale crescita, un continuo ampliamento delle proprie dimensioni, al fine di fronteggiare la concorrenza o per sfruttare alcune opportunità di mercato. È inutile dire, però, che gli ampliamenti comportano una rivisitazione dell’ equilibrio gestionale in quanto la crescita non assicura sviluppo e lo stesso sviluppo può anche avvenire senza aumenti dimensionali. La decisione di ampliamento deve essere quindi valutata attentamente in quanto comporta effetti considerevoli sulle modalità di realizzazione dei processi produttivi e sull’organizzazione aziendale, tanto che se non opportunamente controllata, può condurre a condizioni negative, capaci di compromettere il reddito. L’ampliamento delle dimensioni aziendali può avvenire come:
• crescita interna, intesa come incremento degli investimenti; 
• crescita esterna, intesa come forme di aggregazione aziendali.
Per quanto detto la scelta della dimensione aziendale, in primis, deve essere inquadrata nel tipo di produzione che si intende intraprendere.
Ad esempio, la produzione viviatico-ornamentale ha bisogno di dimensioni fisiche molto diverse rispetto a quella vivaistico-orticola o floricola che, a sua volta, è ancora molto diversa da quella foraggera, cerealicola o orticola (Fig. 1).
In questi ambiti, poi, si devono effettuare anche opportune considerazioni per individuare, in quella realtà economica, la giusta dimensione, quella cioè che possa creare valore, ovvero la realizzazione di produzioni le cui utilità siano più elevate delle utilità consumate nel processo produttivo.
In altre parole, la differenza fra il totale dei ricavi e le spese sostenute per ottenerli deve creare un valore aggiunto, destinato alla remunerazione dei fattori produttivi e della fiscalità. Se ciò avviene si può affermare che esiste un equilibrio economico.
Un minimo equilibrio denota condizioni statiche, anche rischiose. Quando il valore aggiunto mantiene anche un sensibile profitto si può affermare che si lavora con appropriate dimensioni aziendali.

STOP E SINTESI

Scelta della dimensione aziendale
Come si possono distinguere le scelte imprenditoriali?
Le scelte imprenditoriali si possono dividere in tre gruppi: iniziali, successive e finali.
Che cosa influisce sulla scelta della dimensione aziendale?
È influenzata da diverse variabili, fra cui la tipologia produttiva, e devono essere in equilibrio fra loro.
Che cos’è il valore aggiunto?
È dato dalla differenza dei ricavi e delle spese sostenute e deve provvedere alla remunerazione dei fattori produttivi e della fiscalità.

STOP AND SUMMARY

Company size choice
How can entrepreneurial decisions be classified?
In three groups: initial decisions, subsequent decisions and final decisions.
What influences the choice of the size of the company?
It is influenced by several variables, including the type of production, and all the variables must be balanced.
What is the ‘added value’?
It is the difference of revenues and expenses and must provide for the remuneration of factors of production and taxation.

ECONOMIA E AGROSISTEMI
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VOLUME 1