La lettura degli indici rileva i difetti e i pregi dell’organizzazione gestionale che risulta dalle scelte imprenditoriali. Nel caso in questione sembra evidente che le scelte eseguite non siano state del tutto attente allo sfruttamento dei fattori produttivi. Possiamo però fin da ora affermare che tali scelte non hanno apportato danni irreversibili; ma andiamo per gradi:
1. La lettura dell’Igp evidenzia che, in rapporto alla media di riferimento, l’indice è piuttosto basso e questo può dipendere da scelte poco razionali di mercato oppure da errori nel dosaggio dei fattori produttivi.
2. La lettura degli indici di redditività conferma che il reddito aziendale è più basso del riferimento (mediamente 7,4% contro 8,6%) ; in particolare il ROI conferma questa mancanza di attenzione nelle scelte imprenditoriali (11% contro il 12% della media), anche quella delle vendite conferma che il reddito è al di sotto della media.
3. La conferma finale che i costi di produzione sono poco controllati ci viene dall’indice di rischiosità che supera abbondantemente il riferimento (17% contro 16%).
4. Un miglioramento è sicuramente possibile in quanto non emerge nulla di irreversibile, infatti anche la fruttuosità non è del tutto fuori controllo (42% circa contro 44%).
5. Che gli interventi gestionali per la correzione delle scelte organizzative siano di lieve entità ci è suggerito dal leverage che evidenzia uno scarso indebitamento (1,008 cioè il 99% di Cp contro 1,19 della media di riferimento cioè 84% di Cp).
6. L’imprenditore gestisce con sicurezza anche la parte finanziaria da cui si evidenzia che i crediti sono pagati ogni 10 giorni, quindi le vendite avvengono in contanti, e i debiti ai fornitori sono pagati ogni 46 giorni, ovvero mensilmente.
7. La possibilità di elevare la redditività risiede nel controllare, prima di tutto e con molta attenzione, gli elementi del costo di produzione e, come si può notare dagli indici, l’organizzazione del lavoro e l’ammontare dei capitali utilizzati.
8. Per l’organizzazione del lavoro si nota che esiste un esubero di manodopera. L’indice infatti supera il riferimento (1,86 contro 1,1 del riferimento); questo comporta che nel costo di produzione c’è un esubero di quasi 2 Ul, con una spesa in più di circa di 13.000 3 2 Ul in esubero 5 26.000.
9. La cattiva organizzazione del lavoro si riflette anche sulla SAU/addetti, sulla produttività del lavoro e sulla tecnologia per addetto, che incide anche sulla produttività del lavoro, e pur avendo una SAU molto fertile, non riesce ad annullare il danno organizzativo (Plv/SAU; Capi/SAUF).
10. La produttività del capitale investito evidenzia che ci potrebbero essere difetti anche nelle vendite a causa di scelte di mercato (o suoi segmenti) non del tutto coerenti con i prodotti aziendali.
L’analisi del capitale investito, realizzata attraverso gli indici di saturazione della capacità produttiva, dell’età delle immobilizzazioni, della intensità del Ci e dell’apporto delle immobilizzazioni alla produzione, ci permette di capire che le scelte operate nell’ambito dell’utilizzo dei capitali fissi non sono del tutto razionali. In particolare l’ indice di apporto delle immobilizzazioni alla produzione avverte che l’incidenza del costo pagato in quote è molto elevato rispetto alla normalità del settore (10%).
Si nota, inoltre, che gli indici tecnici relativi alla fertilità della SAU sono molto superiori alla media, infatti potrebbero sopportare un carico di bestiame di almeno 147 capi che diviso per la SAU porta a quasi 6 capi/ha. Gli altri dati si sono dimostrati nella media.