Il bilancio deve quindi mirare all'applicazione di procedure di raccolta, classificazione ed elaborazione degli effetti patrimoniali e reddituali indotti dalle varie operazioni gestionali.
La gestione finanziaria non compariva nel bilancio economico-agrario in quanto si partiva dal presupposto (non corretto!) che tutto il capitale di esercizio fosse di proprietà dell'imprenditore e quindi venisse remunerato a saggi medi. Ciò non corrisponde alla realtà perché i capitali possono avere diversa provenienza e quindi diverso compenso, con differente incidenza nella formazione del reddito.
Lo stesso dicasi della gestione patrimoniale dove risulta importante valutare gli incrementi o i decrementi delle scorte; non tenendone conto, infatti, si rischia che vengano esagerati i costi delle merci vendute, sottovalutando il profitto, oppure si sopravvaluta il profitto trascurando il costo delle scorte consumate e non reintegrate.
Fino ad ora il bilancio economico-agrario è stato valutato come conto economico volto a registrare elusivamente le operazioni necessarie alla realizzazione del processo produttivo, che si concretizza con la trasformazione delle materie prime in prodotti vendibili. Il processo viene programmato e tenuto sotto controllo attraverso scelte tecnico-economiche operate dall'imprenditore e dà luogo a ricavi e costi operativi, mettendo in evidenza le dinamiche che hanno determinato l'utile (o la perdita) alla fine dell' esercizio. Il bilancio cioè fornisce una sintesi di diverse informazioni relative alla gestione aziendale.
Per quanto detto, risulta importante riclassifìcare il bilancio, cioè raggruppare e sommare le voci dei prospetti contabili rispettando le date logiche di aggregazione. Una tale impostazione diventa importante per le successive analisi poiché, in questo modo, si possono uniformare i bilanci e facilitare la lettura e l'interpretazione dei risultati. Gli schemi di riclassificazione possono essere diversi in base al tipo di azienda e agli obiettivi dell'analista. Per le aziende agrarie, generalmente, si utilizzano gli schemi di seguito riportati, sia per il conto economico che per lo stato patrimoniale.
La riclassificazione del conto economico consiste nel raggruppare le voci economiche e patrimoniali in categorie omogenee, al fine di ottenere sintetiche informazioni sulla situazione aziendale. In questo modo si ha la possibilità di effettuare delle comparazioni dei bilanci aziendali nel tempo, ma anche nello spazio, confrontandoli con quelli di altre imprese simili. Per la riclassificazione sono stati messi a punto schemi sintetici di riferimento.
Innanzitutto viene abbandonato lo schema a sezioni contrapposte (perdite/ profitti) a favore di quello a scalare che permette la formazione progressiva dei risultati intermedi e di quello finale.
Lo schema più utilizzato per la riclassificazione o normalizzazione del conto economico delle aziende agrarie è quello a valore aggiunto e a margine operativo lordo che fornisce un quadro delle modalità con le quali si forma il reddito aziendale.
Con questo metodo è possibile separare l'aspetto economico dell'impresa, cioè la gestione tipica, caratteristica od operativa con cui si ottiene il reddito operativo che accoglie i costi e i ricavi dati dalle attività di acquisto, trasformazione e vendita e impegna investimenti fissi, materie prime, lavoro e mercato, dalla:
• gestione extracaratteristica, che comprende la gestione finanziaria con i risultati delle operazioni di reperimento del capitale necessario e di investimento di risorse liquide concretizzandosi quindi nell'utilizzazione del fattore capitale (interessi attivi e passivi);
• gestione accessoria, dove vengono inseriti i risultati delle attività che non costituiscono l'obiettivo della gestione aziendale (ad esempio attività di contoterzismo);
• gestione straordinaria, che accoglie valori eccezionali e gestione fiscale, che accoglie elementi di natura fiscale.
Progressivamente abbiamo:
• Il valore aggiunto (VA) esprime la differenza tra il valore della produzione e i costi esterni, e fornisce la misura di quella parte di valore a margine, utilizzata per coprire tutti i costi operativi interni e gli eventuali oneri delle altre aree di gestione.
• Il margine operativo lordo (MOL), detto anche EBITDA (Eamings Before Interest, Taxes, Depreciation and Amortization), è dato dalla differenza tra il valore aggiunto e il costo del lavoro interno e rappresenta il risultato della gestione caratteristica d'impresa.
• Il reddito operativo, detto anche EBIT (Earnings Before Interest and Tax), è dato dalla differenza tra EBITDA e i costi non monetari, quali gli ammortamenti e gli accantonamenti.
• L utile lordo si determina sommando al reddito operativo la gestione finanziaria (proventi finanziari-oneri finanziari) e la gestione non operativa.
• L utile netto si determina partendo dall'utile lordo e sottraendo/som-mando la gestione straordinaria e sottraendo la gestione fiscale (imposte dirette).
Per la riclassificazione può essere usato anche lo schema di conto economico a costi fissi e variabili. Il metodo prevede la riclassificazione dei valori in funzione della loro variabilità al variare del volume produttivo. Molto usato nella contabilità dei costi industriali, risulta utile nei conti economici previsionali e si basa sulla separazione fra costi fissi e variabili.
Un altro schema di riclassificazione è quello di conto economico a valore della produzione e valore aggiunto che mostra come si forma il valore complessivo della produzione e come si ripartisca fra diversi fattori esterni che hanno concorso alla produzione aziendale. Anche questo metodo consente la separazione della gestione caratteristica dalle altre.
Questi ultimi due schemi sono meno adatti per le aziende agrarie.
Lo schema di riclassificazione del conto economico (BEA) più aderente alle caratteristiche dell'impresa agraria è senz'altro quello a valore aggiunto e margine operativo lordo.
Questa configurazione presenta una forma a scalare ed evidenzia in modo specifico i costi relativi ai prodotti venduti da cui vengono tolti quelli considerati non di competenza, cioè quelli relativi ai prodotti non venduti e alle materie prime non utilizzate (il valore delle rimanenze finali di prodotti e di materie prime), meno i costi relativi ai prodotti non venduti nel periodo precedente, ma venduti in quello corrente (rimanenze iniziali di prodotti finiti) e quelli delle materie prime acquistate in precedenza e utilizzate nell'attuale esercizio (rimanenze iniziali di materie prime).
In questo modo si ottiene il costo del prodotto venduto. Contemporaneamente, è possibile definire come costo della produzione del periodo, la somma dei costi sostenuti più i costi delle materie prime non acquistate, ma provenienti dall'esercizio precedente e impiegate nella presente annata agraria (rimanenze iniziali di materie prime), meno il costo delle materie prime acquistate ma non impiegate nell'attuale esercizio (rimanenze finali di materie prime, cioè considerate come fossero vendute all'anno agrario successivo). Dunque il costo del prodotto venduto sarà dato dal costo della produzione più il costo dei prodotti venduti nel periodo, ma realizzati in quello precedente (rimanenze iniziali di prodotti), meno il costo dei prodotti dell'esercizio in atto, ma non ancora venduti (rimanenze finali di prodotti, cioè considerate come fossero venduti all'anno agrario successivo).
Per quanto detto la configurazione del conto economico riclassificato a valore aggiunto e margine operativo lordo è quella riportata in tabella 1.
Tabella 1 • Schema di riclassificazione del conto economico a valore aggiunto e margine operativo lordo.
Presentazione scalare del conto economico
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Attivo
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Passivo
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+ Vendite dei prodotti dei campi
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+ Vendite dei prodotti degli allevamenti (Uls latte letame)
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+ Vendite dei prodotti delle trasformazioni (olio, vino, formaggi, ecc.)
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+ Autoconsumo
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+ Regalie e salari in natura
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+ Rimanenze iniziali di prodotti
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- Rimanenze finali di prodotti
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Valore della produzione o ricavi di vendita
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- Acquisti di materie prime ed energia (gasolio, elettricità, metano, ecc.)
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- Rimanenze iniziali di materie prime
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+ Rimanenze finali di materie prime
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- Acquisto di servizi
(operazioni colturali in contoterzismo o altro)
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Valore aggiunto (VA)
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- Manodopera avventizia e fissa
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- Impiegati tecnici e amministrativi
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Margine Operativo Lordo (MOL)
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- Quote totali sui capitali fissi e quote di accantonamento e svalutazione
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- Provvigioni
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- Pubblicità & marketing
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- Trasporti
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Presentazione scalare del conto economico
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- Cancelleria e stampati
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- Telefono, comunicazione elettronica e posta
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Reddito operativo (RO)
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- Interessi passivi di funzionamento
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- Interessi passivi a breve e lungo termine
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+ Interessi attivi derivanti da depositi, investimenti e vendite
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Totale costo della gestione finanziaria
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Sopravvenienze passive (perdite in conto capitale, oneri per gestioni atipiche)
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Sopravvenienze attive (contributi finanziari diversi per gestione, ricavi per gestioni atipiche, ricavi per contoterzismo)
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Totale costo gestione straordinaria
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Reddito al lordo delle imposte
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Imposte sul reddito, tasse e contributi e accantonamento al fondo imposte
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Totale costo fiscale
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Reddito (perdita) netto dell’esercizio aziendale
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