90 Parte Prima La classi cazione dei dissesti fa riferimento a: 1. rischio idraulico (esondazioni e alluvioni); 2. rischio da fenomeni gravitativi di versante (frane e colate di fango); 3. rischio da valanghe. La de nizione dei livelli di rischio tiene conto: < per i fenomeni di esondazione: della pericolosità de nita su base storico-geomorfologica e assimilabile a eventi con tempi di ritorno pari a 200 anni; < per i fenomeni franosi: del grado di attività del fenomeno e della sua tipologia in relazione ai beni esposti. All interno dei bacini idrogra ci di rilievo regionale sono individuate: a. per le aste uviali principali, aree di pericolosità e rischio idraulico, riferite a territori inondabili da piene uviali assimilabili a eventi con tempi di ritorno no a 200 anni; b. aree di pericolosità e rischio idrogeologico, sulla base di una ricognizione delle informazioni speci che contenute negli strumenti urbanistici comunali, nei PTC provinciali e in altri studi speci ci di settore. Ai fenomeni così censiti è stata attribuita una pericolosità graduata su quattro livelli de niti in base alla tipologia del fenomeno e al relativo stato di attività. Alle aree a pericolosità idrogeologica sopra descritte è stato attribuito un livello di rischio articolato in quattro classi: AREE A RISCHIO FRANA AREE A RISCHIO ESONDAZIONE R1 rischio basso R2 rischio medio R3 rischio elevato R4 rischio molto elevato P1 pericolosità bassa P2 pericolosità media P3 pericolosità elevata P4 pericolosità molto elevata Il PAI indica per ogni Comune e per ogni bacino idrogra co che interessa il Comune, l esistenza o meno di rischio idrogeologico distinguendo il rischio idraulico e il rischio di frana e valanga. b a O 5 5.11 11 ((a)) Quadro Q d d unione d i ddelle ll tavole l del d l Piano Pi Regolatore R l Generale G di Roma. (b) Esploso cartogra co della tavola 15 (zona centro via Flaminia Tor di Quinto).