GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

Il concetto di paesaggio 47 Capitolo 3 3.23 Distribuzione delle zone SIC e ZPS nelle regioni biogeogra che italiane: alpina, continentale e mediterranea. O Regione n. siti Natura sup (ha) % Abruzzo 58 390495 36,2 Basilicata 53 171765 17,2 Calabria 185 328078 21,7 Campania 124 398174 29,3 Emilia-Romagna 158 269812 12,2 Friuli 61 149764 19,1 Lazio 200 441646 25,7 Liguria 133 149093 27,5 Lombardia 242 372154 15,6 Marche 96 141935 14,6 Molise 88 118724 26,8 Piemonte 141 396899 15,6 Bolzano 40 149898 20,3 Trento 142 176181 28,4 Puglia 83 474598 24,5 Sardegna 122 573194 23,8 Sicilia 238 638759 24,9 Toscana 150 390842 17,0 Umbria 102 130092 15,3 Valle d Aosta 30 98968 30,3 Veneto 130 418019 22,7 Totale 2576 6379090 21,2 3.24 Siti Natura 2000 per ogni regione italiana: numero, estensione totale in ettari e percentuale. O La tabella 3.25 illustra la distribuzione della super cie forestale inclusa nella Rete Natura 2000 in base alla suddivisione nelle varie tipologie gestionali indicate nell Inventario Nazionale delle Foreste e dei serbatoi forestali di carbonio (INFC). Si può desumere che in alcune regioni italiane i boschi governati a ceduo siano inesistenti o poco rilevanti, mentre in altre, quali Emilia-Romagna, Lazio, Liguria, Molise, Toscana, rappresentino il doppio delle fustaie e addirittura nelle Marche e in Umbria siano circa 5 volte superiori alla super cie delle fustaie. evidente che soprattutto nell Italia centrale il governo del bosco a ceduo assume una rilevanza notevole per quanto riguarda la super cie occupata nei siti della Rete Natura 2000. Secondo l Unione Europea occorre esaminare le seguenti linee di conservazione della biodiversità nell ambito forestale: a. idonee misure di adeguamento del sito mediante una serie di tecniche selvicolturali, combinate con misure accessorie (ad esempio, il rispetto del legno morto e di altri microhabitat chiave presenti nelle foreste); b. mantenimento della salute e della vitalità dell ecosistema forestale rafforzando la capacità di rinnovazione, la resilienza e la capacità adattiva degli ecosistemi forestali; c. recupero e ripristino di zone, specie, popolazioni, habitat ed ecosistemi degradati; d. mantenimento della gestione tradizionale di quei sistemi silvo-pastorali con elevati livelli di biodiversità che potrebbero andare perduti se queste zone fossero abbandonate (ad esempio nelle regioni mediterranee); e. miglioramento delle tecniche di taglio, allestimento ed esbosco (produzione) per limitare il più possibile i danni connessi.

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