I boschi italiani: botanica, ecologia e selvicoltura nelle zone più fresche si associa a ciliegio, carpino bianco, frassino maggiore, sorbo. In alcune zone dell Appennino si può trovare la consociazione del cerro col castagno, probabilmente dovuta all invasione della quercia in castagneti abbandonati o in boschi appena ceduati. s Querceto xero lo. Dominato dalla roverella, una specie adattata ad ambienti asciutti e caldi che occupa i versanti caldi e aridi esposti a Sud e su suoli neutro-basici. La roverella resiste a temperature elevate e sopporta bene anche inverni piuttosto freddi. Nei boschi misti questa quercia è generalmente accompagnata dall orniello e dal carpino nero e forma dei popolamenti che permettono l addensarsi di arbusti amanti della luce, tra cui il ginepro, il biancospino e la rosa canina. s Querco-ostrieto. La vegetazione boschiva dei versanti collinari freschi è rappresentata da boschi misti in cui, a seconda delle caratteristiche del suolo, prevale ora il carpino nero ora il cerro o la roverella oppure l orniello. In particolare, questa specie nei suoli profondi, ben drenati e ricchi di carbonati è favorita dalle intense ceduazioni dei querceti e si sviluppa anche lungo i pendii con suolo sottile e roccioso, dove i querceti trovano dif coltà ad affermarsi. Dal punto di vista selvicolturale i querceti hanno forme di governo sia a ceduo che a fustaia. Per la farnia e il rovere si applica la tecnica del ceduo matricinato che si pratica con tagli su super ci no a 10 ettari in boschi di 20-30 anni di età. Il numero delle matricine da rilasciare varia da 70-80/ha no a 150-200/ha. Esso in uenza, a sua volta, il turno che risulta più lungo se il numero è più basso. Nei querceti di roverella e di cerro e nei boschi misti a roverella carpino nero orniello o a roverella leccio, si applica il ceduo composto. I turni sono di 20-30 anni. 255 A queste forme di governo se ne aggiungono altre come il ceduo con matricinatura a gruppi che è una ceduazione di circa il 25% della super cie del popolamento, mentre nella parte restante vengono allevati gruppetti coetanei di raggio pari all altezza dominante, scalati per 5-6 classi di età e diradati in occasione del taglio del ceduo, con taglio a raso dei gruppi più vecchi e il rinfoltimento e arricchimento dei cedui con conifere o latifoglie di pregio. Questa tecnica è indicata per i cedui di buona fertilità, invasi da specie di minor valore e può essere un metodo per la successiva conversione dei cedui in alto fusto. La conversione da ceduo a fustaia può essere basata sulla rinnovazione arti ciale con l introduzione di altre specie o sulla rinnovazione naturale da seme delle specie presenti nel ceduo. Le fustaie di querce caducifoglie sono prevalentemente costituite da cerro, farnia e rovere. Questi ultimi due querceti si trovano spesso in aree protette per cui i trattamenti sono volti alla conservazione dei popolamenti con tagli tosanitari e tagli successivi a strisce o uniformi. Il turno deve essere lungo (120-200 anni), perché le querce frutti cano tardi. Anche le fustaie di cerro necessitano degli stessi trattamenti però con turni più brevi e minori cure colturali. Farnia: aspetti botanici La farnia (Quercus robur) è la più continentale tra le querce caducifoglie italiane. Originaria del Caucaso, è un albero molto longevo e raggiunge, in media, i 400-500 anni di età. Ha un portamento maestoso, il fusto è diritto e robusto e si allarga alla base dei rami, che con il passare del tempo divengono sempre più massicci, nodosi e contorti. a a b b A.24 (a) Querceto e (b) quercia secolare. O Appendice A.25 A 25 Quercus Q robur: b (a) ( ) in orescenze; (b) ffrutti. O