GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

254 Parte Seconda piante anche per propagazione vegetativa, anche se la percentuale di germinazione non è elevata e le plantule hanno dimensioni molto ridotte (tentativi in questo senso sono stati tentati per cercare di migliorare il patrimonio genetico della specie nell ambito del vivaismo forestale). In un contesto ornamentale la sughera è una pianta dal valore elevato: non è imponente, quindi è di facile collocazione, è un sempreverde con bellissimi rami contorti e corteccia biancastra esteticamente molto decorativa. Adatta come esemplare isolato in giardini di medie dimensioni, può svilupparsi senza interventi di potatura o decorticazione. In alternativa si può mantenere a ceppaia. Sughera: aspetti botanici La sughera (Quercus suber) è un albero sempreverde di taglia medio-piccola: alto 10-15 m (solo raramente supera i 25 m), con apparato radicale a ttone e massicce radici laterali. Ha fusto robusto che raggiunge, sopra corteccia, i 4-5 m di circonferenza. La corteccia inizialmente è liscia e grigia, poi si ispessisce formando il sughero chiaro all esterno, spugnoso e rosato all interno, che in pochi anni può raggiungere anche i 5-7 cm di spessore. Il tronco si divide in rami cazioni irregolari che danno origine a una chioma asimmetrica e larga che quando non è compressa da piante vicine, tende ad espandersi molto in larghezza. I rametti dell anno sono gracili e tormentosi, tanto da apparire grigi, la peluria scompare circa 2 anni dopo e nel giro di 5-6 anni comincia a comparire il sughero. La longevità dipende in gran parte dalla frequenza e dall intensità dell utilizzazione del sughero: piante abituala b A.23 Quercus suber: (a) in orescenze; (b) ghiande. O mente decorticate non superano di norma i 150-200 anni di età; quelle non sfruttate possono superare i 400 anni di età. Le foglie sono lunghe 3-5 cm e larghe 1,5-4 cm, di consistenza coriacea, persistono sulla pianta per 2-3 anni, anche se in climi freddi o molto secchi può avvenire la lloptosi, cioè la perdita prematura delle foglie. Hanno forma molto variabile: da ovali a ovali-lanceolate, più o meno tondeggianti, con apice acuto e margini interi oppure, specialmente in alberi giovani, denticolati con 4-7 denti. La nervatura principale è ben rilevata sulla pagina inferiore e tende ad essere sinuosa verso l apice; le nervature secondarie sono 5-7 paia e sottendono i denti della lamina. Questa può essere appiattita, ma più spesso è bollosa e convessa superiormente. La oritura avviene tra aprile e maggio oppure in autunno, dopo la ne dell aridità estiva. I ori maschili sono portati all apice dei rami dell anno precedente, riuniti in amenti peduncolati lunghi 4-7 cm, e hanno un perianzio diviso in 5-8 lobi e 5-6 stami. I ori femminili portati dai rami dell anno sono raccolti a gruppi di 2-5, in spighe erette lunghe 0,5-3 cm e presentano 3 stili. I frutti maturano a seconda della oritura: o nell autunno dello stesso anno (se si è avuta oritura primaverile) o alla ne dell estate dell anno seguente (se la oritura è stata autunnale). Il frutto è una ghianda lunga 2-3,5 cm con un diametro variabile da 1,2 a 1,8 cm, coperto per circa la metà, da una cupola sub-sferica. Querceti caducifogli: note di ecologia e selvicoltura Diffusione. Il querceto è un bosco di querce caducifoglie, caratteristico della pianura e della parte bassa e mediana delle pendici montuose, soprattutto appenniniche, estendendosi dalla pianura no agli 800-900 m e arrivando anche ai 1000 m nelle zone più calde. Le querce presenti sul territorio italiano sono: la farnia (Quercus robur), la roverella (Quercus pubescens), la rovere (Quercus petraea) e il cerro (Quercus cerris). La tipica quercia degli ambienti di pianura è la farnia che in passato era considerata la specie guida delle foreste che storicamente ricoprivano la Pianura Padana e di cui oggi rimangono solo pochi lembi. In Italia non è presente sulle Isole e può spingersi al massimo no ai 900 m di quota nel piano montano associandosi alla rovere. La farnia è una specie elio la, meso la (non teme le gelate), adatta a terreni ricchi, freschi e tollera anche periodici ristagni idrici. In relazione alla disponibilità idrica costituisce boschi misti con altre specie: dove il livello della falda è super ciale è accompagnata da olmo campestre e frassino ossi llo; dove il livello della falda è basso, vi è il carpino bianco (quercocarpineto). I querceti submontano-collinari si differenziano in base alle esposizioni, alle quote e al tipo di suolo in: s Querceto meso lo. Caratterizzato dalla prevalente presenza del cerro che nei boschi misti è accompagnato da altre specie caducifoglie. Nelle esposizioni più calde il cerro si mescola prevalentemente con roverella, rovere, orniello, carpino nero e acero campestre, mentre

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