GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

I boschi italiani: botanica, ecologia e selvicoltura Le fustaie svolgono prevalentemente una funzione protettiva e ricreativa e sono presenti in aree protette o in aree turisticamente pregiate (es. Toscana). La produzione di legname da lavoro, infatti, è priva di prospettive, sia per la forma contorta dei fusti che per le caratteristiche meccaniche del legno. La produzione di ghianda per il pascolo è diffusa soprattutto in Spagna e in Italia (Sardegna). Il governo a ceduo permette invece di ottenere legna da ardere di buona qualità, è ricercato anche per il carbone cannello che si ottiene dai polloni di piccola pezzatura. Un tempo dalla corteccia si otteneva il tannino, oggi questa pratica è caduta in disuso. La rinnovazione è assicurata attraverso l emissione dei polloni che nel leccio prosegue no ad età molto avanzate, mentre quella da seme è vani cata dal continuo pascolo. Leccio: aspetti botanici Il leccio (Quercus ilex) è una specie xero la che tende ad insediarsi nelle fessure delle rocce strapiombanti. un albero con tronco poco slanciato, ricoperto da corteccia grigia, dapprima liscia e poi leggermente screpolata. Ha legno molto duro e compatto, ricco di tannino. La chioma, densa e tondeggiante, presenta per 3-4 anni foglie persistenti sui rami. Le foglie sono lunghe 3-7 cm, differenti tra loro anche sulla stessa pianta: a forma allungata oppure ovale, con margini interi e lisci oppure ondulati o, a volte, dentati e spinosi. La pagina superiore è coriacea e lucida, mentre quella inferiore è abbondantemente pelosa. I ori compaiono in aprile-maggio: quelli maschili sono riuniti in amenti penduli, quelli femminili sono isolati o raggruppati a due a due all interno di un rudimentale calice. a A.21 Quercus ilex: il (a) ( ) in orescenze; i (b) ffrutti.i Appendice Il frutto del leccio è una ghianda con endocarpo tomentoso, protetta per un terzo o metà della lunghezza da una cupola , formata da piccole squame grigio chiare, pelose, pressate le une alle altre e talvolta terminante in un prolungamento appuntito, chiamato mucrone. Le ghiande sono lunghe 1,5-2 cm, di colore verde chiaro prima e poi brune in autunno, quando giunge a maturità. Sugherete: note di ecologia e selvicoltura La sughereta è una formazione del Mediterraneo occidentale dominata dalla sughera (Quercus suber L.), una quercia sempreverde che viene largamente coltivata soprattutto per la produzione del sughero. Per questo motivo si trova spesso in formazioni pure, ma anche in associazione con la vegetazione mediterranea e assume l aspetto di bosco rado o di pascolo, favorito anche dalla produzione di ghianda. Diffusione. In Italia le sugherete si sviluppano sui suoli acidi del litorale tirrenico, in Sicilia e soprattutto in Sardegna, dove sono presenti in tutta l Isola e, in particolare nella Gallura e nelle regioni circostanti, nel Sulcis-Iglesiente, nell Arburese e nell altopiano della Giara. Questa quercia vive nel piano basale o, nel piano submontano e in taluni casi può spingersi no al piano montano. La sughera è una specie elio la che tollera un lieve ombreggiamento solo in giovane età, e termo la, non tollera basse temperature e preferisce inverni miti ed estati caratterizzate da umidità atmosferica, con una piovosità media annua di 600-700 mm. Cresce su suoli derivati da rocce silicee decalci cate, con pH acido o sub-acido e non ama i terreni calcarei. Resiste molto bene agli incendi e tollera la siccità, ma ha bisogno di un certo grado di umidità atmosferica. Gli agenti di danno a cui sono soggette le sugherete oltre al sovrapascolo, agli incendi e alle eccessive utilizzazioni, sono rappresentati dagli insetti defogliatori (soprattutto Lymantria dispar L.), attivi soprattutto in primavera. La propagazione avviene per seme, subito dopo la raccolta, oppure strati cando i semi in cassette areate con torba o sabbia umida a 2-3 °C e mettendoli nel terreno la primavera successiva. In teoria è possibile ottenere b O 253 A.22 Sughereta. O

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