GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

252 Parte Seconda Questo tipo di coltura forestale, prende origine dalla capacità pollonifera delle piante che, se tagliate a ceppo, sono in grado di emettere germogli da gemme situate sul colletto. Tuttavia, poiché il bosco ceduo è caratterizzato dal taglio periodico (ogni 10-30 anni) di tutti i polloni presenti sulla ceppaia, questa operazione, detta taglio raso, non solo è molto onerosa, ma è anche controproducente da un punto di vista ecologico perché impoverisce il suolo nelle pendici e ne favorisce l erosione. Oggi vi è perciò la tendenza a convertire il ceduo a fustaia, facendo crescere gli alberi liberamente, favorendo un bosco costituito da piante nate da seme e ricreando così una condizione originaria e più rigogliosa. In base alla qualità della fustaia si possono applicare diversi tipi di taglio: s TAGLI SALTUARI per i popolamenti più scadenti; s TAGLI SUCCESSIVI A GRUPPI per i popolamenti buoni con struttura disetanea; s TAGLI SUCCESSIVI UNIFORMI, con turno di 100-120 anni per popolamenti a struttura coetanea in eccellenti condizioni. La massa a ne turno di una faggeta può arrivare anche a 700 m3/ha. Faggio: aspetti botanici Il faggio (Fagus sylvatica L.) è un albero abbastanza longevo (vive più di 300 anni), caducifoglio, alto no a 40 m e con diametro no a 1,5 m. Ha radici fascicolate assai estese, tronco diritto, cilindrico da giovane, largamente scanalato da vecchio; corteccia liscia, sottile e di colore grigio. Le gemme affusolate sono ben visibili in inverno; il legno rosso-brunastro è un ottimo combustibile. a La chioma è folta e densa, di forma conico-globosa, arrotondata negli esemplari isolati, con tendenza ad espandersi nelle piante adulte. Le foglie sono semplici, alternate, ovato-ellittiche, lunghe 10-15 cm, con margine leggermente ondulato e cigliato e nervature secondarie diritte e parallele. Possiedono un breve picciolo e si presentano all inizio arrossate, poi superiormente verde scuro, più chiaro nella pagina inferiore. Si tratta di una pianta monoica con in orescenze unisessuali: quelle maschili formate da glomeruli pendenti, dotati ciascuno di un lungo peduncolo; quelle femminili erette, con 1-2 ori circondati da 4 brattee superiori larghe e da numerose brattee inferiori lineari. La oritura e la fogliazione avvengono a maggio. L impollinazione è anemo la. I frutti sono piccole cupole legnose dette faggiole. Leccete: note di ecologia e selvicoltura La lecceta rappresenta la tipica foresta mediterranea, costituita da querce sempreverdi come Quercus ilex L. con le sottospecie Quercus ilex subsp. ilex, Quercus ilex subsp. rotundifolia, Quercus ilex subsp. ballota e Quercus coccifera. Diffusione. presente in tutto il bacino del Mediterraneo, ma nella regione occidentale (Spagna e Portogallo) la sottospecie ilex, è sostituita dalla sottospecie ballota, mentre nella parte orientale, il leccio è sostituito dalla quercia spinosa (Quercus coccifera subsp. coccifera e subsp. calliprinos). Dal punto di vista tologico, la consociazione di leccio con altre piante prende il nome di Quercetum ilicis ed è molto diffusa in Italia dove si riconoscono diverse associazioni, tra cui: 1. Orno-Quercetum ilicis, cioè bosco misto di leccio e orniello (e altre specie caducifoglie) di collina e bassa montagna. Essendo costituito da bosco sempreverde e bosco deciduo, assume un carattere di transizione. 2. Viburno-Quercetum ilicis, che rappresenta la fase evolutiva di climax. 3. Teucrio siculi-Quercetum ilicis, è la lecceta di montagna tipica della Sicilia. Il leccio può essere governato sia a ceduo che a fustaia. b A.19 Fagus sylvatica: (a) ori; (b) frutto, denominato faggiola. O O A A.20 20 Il litorale l l mediterraneo d è caratterizzato da d ampia copertura a lecceta.

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