I boschi italiani: botanica, ecologia e selvicoltura Il castagneto da frutto (o selva castanile) è un impianto specializzato, diffuso largamente in sostituzione di altre specie a partire dal medioevo no agli inizi del 900, quando è iniziato il suo declino, dovuto principalmente all abbandono della montagna. La super cie occupata questi castagneti è passata da 500 mila ettari a poco più di 80 mila. L impianto di un castagneto da frutto dovrebbe essere realizzato con circa 200-300 piante/ha, che si ridurranno no a 100-150 a ne turno. Tale riduzione è dovuta anche all innesto (a spacco o a corona) che viene effettuato per propagare le cultivar da frutto. La propagazione avviene per semina o per piantagione e gli interventi consistono in concimazioni e potature di formazione o di rimonda Importanti sono anche i boschi da legno: si allevano cultivar innestate a quelle da frutto, come Politora e Cardaccio, per la produzione di legname adatto alla fabbricazione di mobili e altri manufatti. Il governo è a fustaia coetanea (da conversione) e i turni sono maggiori di 80 anni. Si applicano diradamenti selettivi per raggiungere una densità nale di 400-500 piante/ha. Castagno: aspetti botanici Il castagno (Castanea sativa) è un albero in grado di raggiungere un altezza di 25-30 m. Ha fusto diritto, rami cato nella parte medio-alta e corteccia grigio-nocciola nelle piante giovani, brunastra con sfumature grigiastre in quelle adulte. La chioma, di forma conico-piramidale nei giovani esemplari, tende a diventare espansa, globosa e irregolare negli adulti. Le foglie sono caduche, con margine seghettato e apice appuntito, di colore verde intenso e lucide, più chiare nella pagina inferiore. Si tratta di una pianta monoica che orisce in piena estate. Le in orescenze maschili sono spighe lunghe 10-20 cm, di colore gialloverdastro. Quelle femminili sono costituite da ori singoli o riuniti a gruppi di 2-3, posti alla base delle in orescenze maschili. L impollinazione è anemo la. Il frutto è una noce detta castagna, interamente rivestita dal riccio, una cupola spinosa. 251 Appendice Faggete: aspetti ecologici e silvo-colturali Le faggete sono foreste di faggio (Fagus sylvatica L.), una delle più importanti specie forestali europee, sia per l estensione del suo areale, che per l incidenza nelle consociazioni forestali e per la qualità del legname. Diffusione. una specie diffusa in gran parte dell Europa: in Spagna, Francia e nell Inghilterra meridionale. Nel contesto ambientale italiano, questa specie forestale è presente in tutte le regioni, ad eccezione delle zone montuose della Sardegna, e ha la sua maggior espressione lungo tutto l orizzonte montano dell appennino. Il faggio è specie tipica del piano montano (fascia toclimatica del Fagetum di Pavari) e si incontra solo sporadicamente sulle zone collinari. Si tratta di una specie meso la, amante cioè di climi né troppo caldi e secchi né troppo freddi e umidi; predilige esposizioni luminose purché la luce non sia eccessiva. quindi un albero legato a condizioni ecologiche molto particolari e può essere considerato un buon indicatore ambientale. I principali fattori limitanti sono le gelate tardive e le basse temperature invernali. Indifferente al substrato (acido o basico), preferisce suoli freschi, drenati e profondi, ma si adatta anche a terreni meno fertili. I boschi sono costituiti da uno strato arboreo monospeci co (costituito cioè solamente da faggio) e da uno strato erbaceo rappresentato perlopiù da specie scia le, adattate alla scarsa luminosità al suolo dovuta alla densa copertura delle chiome. I boschi di faggio vengono trattati sia a ceduo che a fustaia. Le faggete, soprattutto quelle localizzate a basse quote, sono interessate da tempo dalla forma di governo a ceduo. a b O A A.17 17 Sottobosco S b disseminato d di d ricci, le l cupole l spinose che h rivestono il frutto. A.18 A 18 E Esempii di faggete f italiane i li (a) ( ) in i Lombardia; L b di (b) in i Sardegna. O