250 Parte Seconda Le giovani piantine sono sicuramente scia te e microterme, quelle più adulte possono adattarsi anche a situazioni aperte con una certa aridità estiva. Non sono esigenti in fatto di terreno, pur prediligendo quelli fertili, freschi e profondi. Il pino cembro è una conifera alta no a 20 m e larga 1 m, molto longeva e di lenta crescita. Ha tronco diritto e robusto, molto rastremato, con rami curvati verso l alto che formano una chioma a pro lo piramidale o ovato che si arrotonda con l età, presenta rametti sottili, con peli color ruggine. Le giovani piante hanno corteccia liscia e grigiastra che con l età diventa rugosa e fessurata in placche sottili e strette, di colore rosso-bruno all interno. Ha un apparato radicale molto sviluppato che si spinge nelle fessure delle rocce. Il legno presenta alburno biancastro e duramen giallognolo, ad anelli annuali nissimi. Essendo tenero e di facile lavorazione è adatto ad essere scolpito, intagliato e impiegato per lavori di falegnameria. Le foglie sono costituite da aghi lineari con sezione triangolare, persistenti sull albero per 3-5 anni, abbastanza rigidi, di colore verde scuro nella parte superiore, verde glauco in quella inferiore. La caratteristica, unica tra i pini italiani, è che sono riuniti in fascetti di cinque, lunghi 5-9 cm, inseriti sui brachiblasti. una specie monoica. In estate, da giugno a luglio, sui rami dell anno nella parte superiore della chioma, compaiono i coni: i maschili sono cilindrici, riuniti in gruppi di 3-4, sessili, di colore rosso; i femminili sono solitari o in gruppo no a 6, con breve peduncolo, di forma ovata allungata e colore violaceo. Gli strobili sono solitari o in gruppo di 2-3, lunghi no a 8 cm, hanno forma ovata ottusa e maturazione biennale, squame poco ligni cate, con scudo piatto dapprima violaceo, poi bruno rossastro, nemente pelose sul lato esterno e lievemente mucronate. Ogni squama porta 2 semi grossi obovati (grandi 1-1,5 cm), non alati, con guscio rosso bruno che vengono liberati solo dopo essere caduti a terra, sono commestibili e ricercati dagli scoiattoli e dalla nocciolaia che provvede alla disseminazione. Il castagno è una specie meso la che tollera bene il freddo e cresce su tutti i terreni sciolti, sabbiosi o sabbioso-limosi che rispondono bene alle notevoli esigenze di respirazione radicale. Abbisogna di fosforo e potassio in quantità rilevanti perciò predilige suoli tendenzialmente acidi (specie acido la) sciolti, di matrice silicea e origine vulcanica, ma sulle alpi Apuane e prealpi Venete si sviluppa su terreni calcarei con elevate precipitazioni. Durante i mesi caldi dell anno, la pianta esige buone quantità di acqua per ottenere una produzione di frutti adeguata. In base al prodotto che si vuole ottenere i castagneti si dividono in palina di castagno e castagneto da frutto. La palina di castagno è un bosco ceduo, adatto alla produzione di assortimenti molto vari, dai rametti da intreccio ai pali per il sostegno dei cavi telefonici. Ha turno da 20 a 30 anni, ma può arrivare anche a 50 anni se si effettuano diradamenti selettivi precoci allo scopo di selezionare e allevare i fusti migliori. La maggior parte di questi boschi derivano da vecchi castagneti da frutto convertiti dopo l abbandono delle zone montane ed è raro trovare cedui di castagno derivanti da impianti appositi. I boschi con maggiore produzione si trovano in zone con terreni di derivazione vulcanica, ad esempio sul Monte Amiata e in Sardegna, che a ne turno possono raggiungere i 13-20 m di altezza e i 300 m3 di massa legnosa. a b QQ Boschi puri di latifoglie Castagneti: note di ecologia e selvicoltura I castagneti sono boschi dominati dal castagno, una specie ampiamente diffusa e utilizzata dall uomo per il legno e i frutti. Diffusione. In Europa occupano una ampia area che va dal Caucaso all Europa occidentale. In Italia si possono ritrovare castagneti spontanei nei boschi di colline e zone montuose, oltre che in coltivazioni da frutto dalle quali si ottengono pregiati marroni e castagne. I castagneti che un tempo hanno garantito alle popolazioni montane il sostentamento alimentare, sono ormai notevolmente ridotti, anche se negli ultimi anni si sta assistendo ad un tentativo di recupero. A.16 Castagneti: (a) coltivazione da frutto; (b) castagneto secolare con alberi di diversa età. O