I boschi italiani: botanica, ecologia e selvicoltura La gestione di queste tre pinete è a fustaia e prevede, dopo l impianto con trapianto di semenzali di 1-2 anni, l esecuzione delle cure colturali: s tagli intercalari: sfolli, diradamenti, potature; s tagli di maturità: taglio a raso e sostituzione delle piante a ne ciclo. Per ottenere questo risultato, è indispensabile provvedere al contenimento del sottobosco di latifoglie. La gestione del pino domestico si differenzia a seconda della destinazione. Un rimboschimento a ni produttivi, presenta una scarsa densità da 100 a 200 piante/ha e un estensione massima pari a 3 ha. La densità in uenza la durata della pineta, pinete più dense permetteranno di avere raccolte immediate più abbondanti, ma anticipato declino. Pinete più rade permetteranno una maggiore durata della produzione. Il turno minimo è 80 anni, ma si può arrivare a 100120 anni dopodiché viene effettuato un taglio raso e la conseguente rinnovazione arti ciale. Se la pineta è solo naturalistica e deriva dall abbandono della gestione a ni produttivi, si forma un sottobosco di latifoglie. Il passaggio alla fustaia mista disetanea avviene con il mantenimento di pini stramaturi nel piano dominante attraverso tagli intercalari, e questa situazione può durare diversi decenni. Il taglio di maturità, da de nirsi per ogni popolamento, provoca il passaggio alla fustaia mista disetanea a gruppi. Anche il pino marittimo e il pino d Aleppo vengono trattati con il taglio raso con rinnovazione naturale o arti ciale. La rinnovazione naturale può essere indotta anche tramite l abbruciamento di ramaglia, che simulando l effetto di un incendio stimola la germinazione del seme. Si possono effettuare inoltre tagli a strisce di 30-40 m e a buche di 0,5 ha. Il turno del pino d Aleppo è di 60-70 anni, quello del pino marittimo di 80 anni. Pino domestico: aspetti botanici Il pino domestico (Pinus pinea L.), detto anche pino da pinoli o pino italico, insieme al pino marittimo è una spe- a c O A.7 Pinus pinea: (a) pianta; (b) particolare della corteccia; (c) in orescenze. 245 Appendice cie tipica delle zone costiere dove veniva coltivato per i pinoli e per la formazione di pinete. una specie elio la e si adatta a suoli molto diversi. L albero può raggiungere anche 30 m di altezza. Il fusto è generalmente diritto, con palchi laterali presenti solo nella parte alta dove la chioma diventa espansa e globosa, formando un tipico ombrello. Ha corteccia solcata, a placche grigio-brune. Le foglie sono persistenti, di colore verde scuro, non pungenti, aghiformi, riunite a due a due in gruppi abbastanza radi sui rametti, lunghi 10-15 cm. I microsporo lli maschili sono piccoli, con coni ovoidali di colore giallo-arancio, in posizione terminale sui rami; i macrosporo lli femminili sono lunghi 1-2 cm di colore verde-chiaro. I frutti sono pigne singole o doppie, grandi 12-15 cm, con apice arrotondato che costituisce una caratteristica differenza rispetto al pino marittimo, che ha invece pigne affusolate. A maturità (3 anni) liberano i tipici semi detti pinoli. Pino marittimo: aspetti botanici Il pino marittimo (Pinus pinaster Ait.) è originario del Mediterraneo occidentale, dove vive spontaneo ed è stato piantato in Italia sin dai tempi antichi. una specie elio la, termo la e xero la, e sopporta il freddo più degli altri due pini mediterranei. Si spinge sino a 1000 m di altitudine. utilizzato per l estrazione di resina e nei rimboschimenti di conifere o in consociazione con le latifoglie in difesa dall erosione del vento di zone litoranee. b