208 Parte Seconda 7DSSHWR HUERVR 7HUUHQR YHJHWDOH GL ULSRUWR 6FROLQD LQ FDOFHVWUX]]R GL QXRYD FRVWUX]LRQH 3LFFKHWWL PD[ 6H]LRQH VWUDGD *HRFHOOH 7HUUHQR GL VRWWRIRQGR VDEELD H OLPR GL JUDQXORPHWULD PROWR ILQH URFFLD 7HUUHQR PLVWR D JUDQLWR LQ GLVIDFLPHQWR 10.22 Schema di fissaggio e visualizSupporti antierosivi di bre naturali e sintetiche nelle semine. Servono per la cozazione della posa di pertura e il completamento di un versante, di super ci in erosione, di rivestimento di geocelle a nido d ape. scarpate. Il rivestimento di versanti viene eseguito mediante: Q biostuoie: materassini composti da paglia, cocco o trucioli di legno, disposti in retine di plastica fotodegradabile oppure di juta; dotate di buona capacità di assorbimento dell acqua e di resistenza alla trazione, generalmente non superiori a 3 4 kN/m; Q biofeltri: non tessuti derivati da bre naturali di varia natura, tenute insieme tramite agugliatura. Hanno capacità di assorbimento dell acqua medio-alto e di resistenza alla trazione di 3 4 kN/m; Q geocelle: strutture alveolari prodotte con strisce di polietilene o geotessile non tessuto. Quando sono composte da materiale naturale, come il cocco, si chiamano biocelle; richiedono ancoraggio tramite chiodatura dei punti di giunzione dei vari alveoli e successivamente di saturazione con terreno naturale; resistenza meccanica a trazione delle giunzioni variabile da 0,35 a 1 kN/m (10.22); Q geostuoie tridimensionali: appartengono a questa tipologia diversi polimeri, composti da lamenti aggrovigliati e termosaldati, che vengono posti in opera e saturati di terreno vegetale; non assorbono acqua e resistono alla trazione intorno a 5 kN/m; Q bioreti: analoghe ai tessuti a maglia larga, sono formati da corde annodate e intrecciate. Richiedono molto tempo per la biodegradazione; Q tessuti biotessili: a base di bre naturali come agave, cocco e juta, le cui resistenze alla trazione sono alte ( no a 40 kN/m), in funzione della natura della bra e della larghezza delle maglie; presentano discreta capacità di assorbimento dell acqua; Q rivestimenti vegetativi: reti metalliche a doppia torsione o costituite da polimeri, associate a biostuoie. Le resistenze alla trazione sono molto alte, in alcuni casi superiori a 100 kN/m. O Interventi stabilizzanti Messa a dimora di piantine e talee Piantine e talee trovano collocazione su super ci di neoformazione, scarpate a pendenza limitata; interstizi e fessure di scogliere, muri, gabbionate, terre rinforzate e vengono usate come picchetti vivi nella posa di reti, stuoie, fascinate, viminate. Le talee, ottenute da essenze caratterizzate da alta capacità di propagazione vegetativa, sono preparate all uso con lunghezze che variano a seconda delle modalità di impiego, ma non inferiori a 50 cm di lunghezza e con diametro non inferiore a 2 cm. Sia le talee che le piantine da vivaio (soprattutto quelle a radice nuda) sono poste a dimora durante il riposo vegetativo. La messa a dimora delle piante a radice nuda deve essere eseguita da metà novembre a metà marzo, mentre per le piante messe a dimora con zolla di terra