GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

186 Parte Seconda b. potatura progressiva: a partire dall anno successivo alla messa a dimora, si esegue il taglio dei rami in grado di competere con l apice vegetativo principale dell astone, o di quelli con diametro di circa 3 cm. In questo modo si ottiene un fusto simmetrico e con un unico asse di sviluppo, perpendicolare al terreno. Le piante così potate sono ben equilibrate e non richiedono tutori; c. potatura replicativa: nel periodo estivo o poco tempo prima, si tagliano i rami prodotti l anno precedente, con gemma apicale posta al di sopra del punto di inserzione del ramo, ottenendo un fusto con pochi nodi. Con questa tecnica la pianta non subisce stress da taglio e, ripetendo le stesse operazioni no a che il fusto non raggiunge l altezza prevista, viene costretta a ripetere più volte la stessa forma architettonica; d. riceppatura: si esegue la ceduazione a livello del colletto stimolando il ricaccio di O 9.34 Processore portato su trattrice in polloni. Prima del periodo estivo si seleziona un nuovo pollone destinato a sostituire il fase di diradamento fusto principale. Questa operazione si può eseguire solo su piante vigorose con massimo su impianto arboreo 3 anni di età. misto. Diradamenti Negli impianti ad alta densità, dopo i primi anni di sviluppo, si veri ca tra le piante una competizione tale che per ottenere un importante miglioramento della qualità commerciale dei fusti occorre procedere con i diradamenti, riducendo la densità di impianto (9.34). Il diradamento offre i seguenti vantaggi: innalzamento della stabilità meccanica degli alberi, omogeneo ed armonico sviluppo delle piante negli impianti misti, omogeneo e regolare sviluppo radicale, miglioramento delle caratteristiche tecnologiche del legno, realizzo di redditi secondari (biomassa legnosa asportata) e incremento del valore economico degli assortimenti legnosi. Per decidere l epoca ottimale in cui eseguire il diradamento, si deve tener conto di alcuni parametri: riduzione dello sviluppo apicale dei germogli, presenza di rami e nuovi germogli posizionati nella metà superiore della pianta, diminuzione degli incrementi diametrici, riduzione dell accrescimento delle essenze arbustive ed erbacee sottostanti la chioma. Per quanto riguarda gli impianti consociati, le prime essenze da asportare sono quelle con una funzione di accompagnamento a ciclo breve per impedire la competizione con le essenze primarie a ciclo lungo. Tipologie di diradamento In base al tipo di impianto attuato, i sistemi di diradamento vengono classi cati in tre gruppi: 1. diradamenti selettivi: sono abbattute le piante che presentano caratteristiche negative dal punto di vista qualitativo e/o tosanitario e quelle in grado di competere con altre di migliore pregio e di più elevato valore economico sul mercato. Negli impianti misti il diradamento selettivo si esegue solitamente dopo 2-3 diradamenti geometrici; 2. diradamenti geometrici: le piante sono abbattute secondo schemi prestabiliti, ad esempio in modo alternato sulla la: una ogni 3-4 piante, oppure: una la ogni 2, 3 o 4 le (9.35). Questi diradamenti si eseguono in impianti omogenei con sviluppo uniforme. Si abbattono le specie secondarie o d accompagnamento ottenendo in breve tempo elevate masse legnose e lasciando in piedi futuri assortimenti di maggiore qualità e dimensione. Le piante che residuano dopo il diradamento, risulteranno regolarmente distribuite sull appezzamento; 3. diradamenti misti: sono una combinazione tra le tipologie precedenti, eseguibili in popolamenti misti a le o a gruppi, dove oltre al diradamento sistematico o geometrico di alcune le si abbina quello selettivo riguardante le essenze codominanti o di scadente qualità.

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