GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE

Tecniche di arboricoltura da legno 173 Capitolo 9 Q specie arboree principali: forniscono le produzioni più pregiate e in grado di determinare la maggior parte del reddito, concentrato a ne turno oppure differito in epoche diverse. All interno di ogni impianto vi possono essere più specie principali distanziate in modo da consentire a ciascuna pianta il raggiungimento di dimensioni idonee alla commercializzazione. Nel caso in cui si prevedano diradamenti selettivi le distanze si possono ridurre. Le specie più impiegate sono ciliegio, frassino e tiglio, acero e frassino a turno unico, farnia e noce con maturità scalare; Q specie secondarie arboree o arbustive (specie d accompagnamento): svolgono funzione di accompagnamento delle specie principali, migliorando le condizioni di crescita e la forma del fusto, la funzione di ssazione dell azoto (es. ontano, robinia) e la funzione di produzioni secondarie; si distinguono in essenze utilizzabili come legna da ardere e per la produzione di legname (es. acero, orniello, robinia, carpino) e in essenze mellifere (es. castano, robinia, tiglio). Le specie secondarie consentono la formazione di fusti con portamento forestale, la riduzione dei diradamenti e delle operazioni di sfalcio e/o diserbo della vegetazione infestante. La funzione di accompagnamento può essere effettuata secondo due modalità: nell accompagnamento laterale la pianta secondaria favorisce lo sviluppo in altezza di quest ultima, riducendone l espansione della chioma con miglioramento della forma e determina una minore evaporazione dell acqua dal suolo; nell accompagnamento dal basso le specie secondarie, in genere dal portamento arbustivo, presentano un accrescimento longitudinale più lento dell essenza principale. Nel medesimo impianto possono essere utilizzate sia specie che svolgono un accompagnamento laterale sia specie con il compito di accompagnare dal basso le specie principali, nonché specie d accompagnamento che svolgono differenti funzioni come la farnia: essa, consociata con l ontano napoletano (Alnus cordata), sfrutta la capacità di quest ultimo di aumentare la quantità di azoto disponibile, ottenendo contemporaneamente una forma più slanciata, apprezzata commercialmente, e una chioma più raccolta. Alcune essenze, denominate specie secondarie paracadute , possono svolgere sia la funzione di specie principale che di specie secondaria poiché possono surrogare le specie principali qualora queste non siano in grado di conseguire gli obiettivi attesi. Le specie paracadute richiedono gli stessi interventi di potatura delle specie principali e vengono collocate a distanza dalle piante principali in modo da arrivare alla ne del ciclo produttivo senza effettuare il diradamento. Un esempio è rappresentato dal ciliegio che potrebbe essere utilizzato quale specie principale e contemporaneamente come specie secondaria paracadute in consociazione con il noce comune. Gli effetti positivi derivanti dalla consociazione sono: 1. diversi cazione della produzione, sia attraverso l uso di più specie principali che diano prodotti diversi in termini qualitativi e/o temporali, sia attraverso l uso di specie secondarie che diano produzioni complementari quali legna da ardere, biomassa, frutti, miele, ecc; 2. diminuzione dei rischi biotici (la consociazione di più specie all interno dell arboreto riduce le problematiche tosanitarie), abiotici (è possibile che i danni da gelo, siccità, vento siano limitati a una determinata specie e non a un altra) ed economici, derivanti dalle incertezze economiche connesse alla volatilità dei mercati e alla lunghezza dei cicli colturali; 3. incremento della potenzialità produttiva dell impianto, ad esempio mediante l inserimento di specie secondarie azoto ssatrici, tramite consociazioni che meglio si adattano alle caratteristiche stazionali; 4. innalzamento delle caratteristiche qualitative del legname, ad esempio con l impiego di consociazioni con specie arboree secondarie che permettono di ottenere tronchi più slanciati e rami più ni rispetto a quelli ottenibili in impianti monospeci ci; 5. riduzione e sempli cazione delle operazioni colturali, grazie alla consociazione di specie d accompagnamento che fanno sviluppare le specie principali con una forma più slanciata e con rami più ni, necessitando quindi di una potatura più semplice; nel caso di consociazione con specie secondarie arbustive a rapido sviluppo, queste coprono in breve tempo il terreno non permettendo lo sviluppo e la competizione da parte delle piante infestanti;

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