Capitolo 11 Consorzi e piani di bonifica

Capitolo 11 - Consorzi e piani di bonifica



CONCETTI CHIAVE

  • Attività di bonifica
  • Consorzi di bonifica
  • Categorie delle opere idrauliche
  • Piano generale di bonifica
  • Piano di Classifica
  • Piani Territoriali Regionali di Coordinamento
  • 11.1 L’acqua e l’agricoltura

    L’acqua è il bene più diffuso sulla Terra, ma in molti casi la sua disponibilità è molto limitata. Le risorse idriche di cui l’uomo può disporre, infatti, rappresentano solo una piccola porzione di quelle disponibili e ancora meno sono quelle che oggi è possibile utilizzare per scopi agricoli, industriali e civili.
    I fenomeni che riguardano il ciclo idrologico sono caratterizzati da una notevole variabilità dalla quale dipendono i grandi problemi che affliggono vaste superfìci del nostro pianeta. Vi sono infatti aree nelle quali la piovosità annua, determina la formazione di dannose eccedenze e aree nelle quali le precipitazioni sono così modeste e mal distribuite da limitare lo sviluppo di ogni forma di vita. Un uso irrazionale di tali risorse e, in particolare, dell’acqua può avere conseguenze disastrose.
    D’altra parte però, la costante crescita della popolazione mondiale incrementa la domanda di prodotti destinati all’alimentazione e all’industria e quindi una maggiore produttività del settore primario. Il miglioramento dell’agricoltura è però un processo lento che deve essere programmato e condotto con grande attenzione.
    L’irrigazione è certo il fattore che ha sulle rese i più rapidi e vistosi effetti. Ben 2/3 della popolazione mondiale vive in aree nelle quali gran parte della produzione proviene da terre irrigate.
    Le rese unitarie conseguite su queste terre sono di 2,5 volte superiori a quelle che si realizzano nella coltura asciutta. Oggi gli interventi che si prefìggono il miglioramento dello sviluppo agricolo non possono essere disgiunti da azioni tese a un uso più efficiente delle acque di irrigazione, attraverso una più esatta valutazione dei fabbisogni delle colture, una migliore conoscenza delle proprietà fìsiche del suolo, dei metodi di irrigazione, della mobilità e dei processi di dilavamento degli elementi nutritivi, dell’azione dei fitofarmaci, dell’impiego di germoplasma più adatto alle condizioni irrigue, ecc.
    È soprattutto nei paesi ad agricoltura avanzata che la tecnica irrigua cerca di rendere minime le quantità di acqua che vengono utilizzate per unità di superfìcie o per unità di produzione. L’uso efficiente dell’acqua di irrigazione (water-use effìciency) è legato a considerazioni di carattere economico, ma le sue implicazioni tecniche e sociali sono notevoli perché un suo miglioramento rende possibile la contrazione dei consumi idrici delle colture, permette di estendere l’area irrigata e riduce la richiesta di nuove e costose risorse.
    Oggi l’agricoltore può produrre, per ogni m3 di acqua consumata, molto più di quanto produceva in passato, ma può realizzare i suoi obiettivi solo se ha a disposizione i mezzi di produzione necessari e soprattutto se sa come usarli. È quindi indispensabile che l’agricoltore possa disporre di conoscenze tecniche adeguate.
    Il suo programma irriguo, basato su un’attenta analisi delle prevalenti condizioni ambientali (suolo, clima, ecc.), deve essere caratterizzato dalla massima flessibilità affinché sia possibile una immediata risposta ai più svariati problemi aziendali (priorità delle colture, irrigazione di parte o di tutta la superfìcie, estensione dell’irrigazione di soccorso, ecc.) sulla base di un preciso bilancio di carattere economico.

    L’acqua nascosta

    Ogni sistema biologico, sia esso vegetale o animale, contiene un certo guanti-tativo di acgua, ma guesta non è che una piccola frazione di guella utilizzata per la sua produzione. La guantità complessiva utile ai fini produttivi prende il nome di impronta idrica o water footprint. Essa è costituita da tre componenti, ognuno contraddistinto da un colore diverso: verde (green), blu (blue) e grigio (grey), suddivise a loro volta in acgua di consumo (componenti verde e blu) e acgua inguinata (componente grigia).
    L’impronta idrica verde si riferisce al consumo di risorse idriche definite verdi, come ad esempio l’acgua piovana, purché guesta non ristagni nel suolo e sia in grado di filtrare nel terreno.
    L’impronta idrica blu si riferisce al consumo delle risorse idriche superficiali e sotterranee, lungo tutta la catena di produzione di un determinato bene. Per consumo si intende la perdita di acgua disponibile dalla superfìcie del terreno o da un bacino idrico e si ritiene persa l’acgua evaporata, ritornata ad un altro bacino idrico o al mare, oppure, incorporata in un prodotto.
    L’impronta idrica grigia si riferisce all’inquinamento ed è definita come il volume di acqua dolce necessario ad assimilare il carico di inquinanti, tenendo presente le concentrazioni naturalmente presenti e gli standard qualitativi dell’acqua in base alle zone di origine.
    L’impronta idrica blu non entra a far parte a tutti gli effetti dell’impronta idrica perché per quanto riguarda la fase di utilizzo diretto, l’acqua non viene realmente consumata, ma ritorna in circolo rendendosi disponibile per altri usi. Ogni tipologia di prodotto ha una impronta idrica differente (11.2).
    Sono necessari 300 litri di acqua per produrre 1 litro di birra e ne servono 1000 per produrne 1 di latte, 1600 e 1800 litri di acqua sono quelli necessari per ottenere rispettivamente 1 kg di grano e 1 kg di zucchero di canna, mentre si impiegano 2500 litri per produrre 1 kg di riso.
    I quantitativi di acqua lievitano per la produzione di cotone, 10.000 litri per ogni kg, e di carne di manzo, 15.400 litri per kg.
    Ai fini della produzione agricola l’acqua è una componente fondamentale e preziosa, la cui richiesta a livello mondiale è destinata a un forte incremento dovuto alle esigenze nutrizionali di una popolazione aumentata di numero. Ma l’acqua è una risorsa “limitata”, o per meglio dire il suo è un ciclo chiuso.
    Grazie al calore solare, l’acqua che si trova sulla superfìcie terrestre evapora e arriva nell’atmosfera in forma di vapore. Qui, incontrando correnti fredde, si condensa, e a causa della forza di gravità precipita di nuovo al suolo in forma di pioggia, neve o grandine e il ciclo continua.
    Quando l’acqua incontra terreni permeabili, filtra fino a raggiungere le falde acquifere, le nostre riserve d’acqua. Ma se le precipitazioni sono troppo violente l’acqua scivola via senza poter essere immagazzinata, sottraendo quindi una risorsa fondamentale al settore agricolo.
    È dunque fondamentale attuare investimenti adeguati in infrastrutture, ricerca e tecnologia.
    L’utilizzo della microirrigazione, il risanamento delle condutture dell’acqua, sono solo due semplici esempi di tutto quello che si potrebbe fare in questo settore per migliorare le condizioni future.


    11.2 Rappresentazione delle diverse componenti dell’impronta idrica di alcuni prodotti di uso comune

    Approfondimento

    Impronta idrica

    Il concetto di impronta idrica è stato proposto come un indicatore del consumo d’acqua (diretto e indiretto) a da parte del consumatore o del produttore (Hoekstra, 2003). L’impronta idrica, sia essa di un individuo, comunità o attività, è definita come il volume totale di acqua dolce utilizzata per produrre beni e servizi consumati da ogni individuo o comunità oppure dall’attività di impresa. L’uso dell’acqua è misurato per quantità di acqua consumata (evaporata) e/o inquinata per unità di tempo.
    La water footprint può essere calcolata per ogni gruppo ben definito di consumatori (ad esempio individuo, famiglia, villaggio, città, provincia, stato o nazione) o produttori (ad esempio un ente pubblico, un’impresa privata o un intero settore economico).
    E un indicatore geografico esplicito, infatti non solo mostra il volume di acqua consumato e inquinato, ma anche la sua localizzazione. L’impronta idrica di un prodotto è il volume di acqua dolce utilizzato per produrlo, misurato nel luogo in cui il bene è stato effettivamente creato. Si riferisce alla somma del consumo di acqua in varie fasi della catena di produzione (Aldaya e Hoekstra, 2009).

    Approfondimento

    Uso dell’acqua: quanto si può risparmiare?

    •  11.000 litri/anno se uso la lavatrice e la lavastoviglie a pieno carico e a basse temperature;
    •  100 litri ogni volta che scelgo di utilizzare la doccia invece della vasca da bagno;
    •  26.000 litri/anno se posiziono un regolatore di flusso nello scarico del water.
    Piccoli gesti di vita quotidiana
    •  chiudere il rubinetto mentre ci si lava i denti o ci si rade;
    •  chiudere il rubinetto mentre insaponiamo i piatti e utilizzare l’acqua corrente solo per il risciacquo;
    •  lavare le verdure riempiendo un contenitore e solo alla fine risciacquarle con l’acqua corrente;
    •  verificare se ci sono perdite nelle tubature: chiudere i rubinetti ed effettuare una prima lettura del contatore, dopo una notte ricontrollare il contatore e verificare se c’è una differenza tra le due letture.

    L’irrigazione in agricoltura

    La razionale organizzazione dell’irrigazione dei terreni coltivati prevede di effettuare scelte che implicano conoscenze agronomiche, tecnologiche ed economiche (11.6).
    È infatti indispensabile conoscere, guale è la risposta produttiva e gualitativa all’irrigazione delle diverse specie, cultivar e portinnesti, guale è il probabile consumo idrico delle colture e la loro sensibilità allo stress idrico durante la stagione di coltivazione, il probabile regime delle piogge, le caratteristiche idrologiche del suolo, il rapporto del metodo irriguo con il volume d’adacguata (qualità di acqua che si somministra al terreno con rirrigazione), il terreno e la coltura, il costo di acguisto e di esercizio delle diverse attrezzature irrigue, l’onere di manodopera necessario e numerosi altri fattori influenti sulle scelte da effettuarsi(11.7).
    Il raggiungimento di un’ottimale ed economica organizzazione aziendale prevede la risoluzione di due ordini di problemi, strettamente connessi tra loro:
    1. la scelta degli impianti e delle attrezzature irrigue che saranno permanentemente a servizio dell’azienda. Tale scelta influenzerà la parzializzazione irrigua, le scelte colturali, il costo della pratica irrigua, l’efficienza degli impianti e guelle agronomica delle irrigazioni, il rispetto della tempestività di esecuzione, l’utilizzazione della manodopera;
    2. la definizione dei parametri irrigui dal momento di intervento irriguo, al volume di adacguata, al numero di interventi, alla rotazione ottimale delle irrigazioni nel rispetto dei programmi di irrigazione che andranno previsti su base agroeconomica.
    L’imprenditore agrario dovrà tenere conto del fatto che nella pratica è diffìcile rispettare tutte le indicazioni agronomiche che vengono fornite su base teorica, e che talvolta dovrà scegliere un compromesso tra razionale tecnica irrigua e gestione degli impianti, per poter ottenere il massimo tornaconto aziendale.
    Occorrono, in sostanza, approfondite conoscenze agronomico-irrigue, accompagnate però da una sensibilità imprenditoriale in grado di semplificare le scelte, sulla base dell’effettivo rapporto tra costi e benefìci e del rispetto di ogni norma tecnica.


    11.6 distretti idrografici rappresentano le organizzazioni territoriali che gestiscono le problematiche legate ai controllo delle risorse idriche intimamente connesse ai diversi fattori idrogeologici che insistono sul territorio. Il territorio italiano è suddiviso in 8 distretti. In figura (a) sono rappresentati gli 8 distretti, (b) Cartografìa relativa al comprensorio della Bonifica Renana (Bologna) che identifica gli affluenti del fiume Reno, (c) Mappa idrografica del comprensorio renano con legenda esplicativa dei relativi numeri dimensionali, (d) Mappa altimetrica del comprensorio che si sviluppa dall’appennino alla bassa pianura sino al mare Adriatico (e) Immagine del fiume Reno in fase di esondazione presso la cittadina di Malalbergo (B0).


    11.7 Esempio di abaco per la determinazione empirica del volume massimo di adacquata per aspersione, per portare dal

    Il comprensorio e il distretto irriguo

    Nella progettazione di un impianto irriguo collettivo, lo studio dei parametri e la conseguente determinazione dei fabbisogni per determinati ordinamenti produttivi, devono partire inevitabilmente dalle esigenze aziendali per renderne efficace ed efficiente la gestione e essere incrociate con gli eventuali vincoli e dettami degli organismi territoriali che sovrintendono all’intero servizio, Consorzio di bonifica innanzitutto, che a sua volta ricade in uno degli otto distretti idrografici in cui è suddiviso il territorio italiano.
    Le connessioni fra progettazione ed esercizio sono tali che è preferibile che lo staff di progettisti sia affiancato, sin dall’inizio della progettazione, dai tecnici che dovranno curare l’organizzazione della distribuzione irrigua. Il contatto con l’agricoltore consente al tecnico di assumere le necessarie informazioni sugli orientamenti della trasformazione irrigua dell’azienda e, soprattutto, sulle sue effettive capacità nel governo dell’acqua.
    Il comprensorio irriguo rappresenta l’intera area servita dall’impianto. In funzione dell’ampiezza dell’area il comprensorio può essere suddiviso in sub-comprensori, serviti da ripartitori e distretti (o comizi) serviti da dispensatori.
    Nell’ambito del comprensorio vanno distinte diverse superfìci: superfìcie topografica (ricadente nel perimetro del comprensorio); superfìcie irrigabile (si deduce da quella topografica, sottraendovi la superfìcie occupata da centri abitati, strade, corsi d’acqua, ecc); superfìcie irrigua (si deduce dalla irrigabile, sottraendovi i fabbricati rurali, le strade interpoderali e le aie).
    Ai fini della determinazione dei fabbisogni idrici totali del comprensorio va ovviamente considerata la superfìcie irrigabile che può essere assimilata alla SAU (Superfìcie Agraria Utilizzabile).
    Per quanto riguarda la fornitura dell’acqua per esigenze irrigue, questa è fornita dal Consorzio di bonifica competente e la superfìcie da considerare ai fini della fornitura è quella irrigua.
    Il distretto irriguo è una superfìcie territoriale ben definita, servita da un determinato modulo irriguo o corpo d’acqua di consegna (11.9).
    Nella impostazione progettuale una volta stabiliti i parametri irrigui e fissato il corpo d’acqua di consegna, sulla base delle caratteristiche pedologiche dei terreni e di quelle relative alla dimensione dell’azienda agraria, viene determinata la superfìcie irrigabile, ricavata dal rapporto:
    [Corpo di acqua / Dotazione specifica]
    Stabilita la superfìcie irrigabile si procede alla delimitazione topografica dell’area del distretto. Conseguentemente, la caratterizzazione della rete di distribuzione a livello di distretto è del tipo terziario e quindi adatto al trasporto e alla distribuzione di un solo corpo d’acqua.
    Nel comprensorio irriguo a seconda dell’ampiezza si possono riscontrare una rete primaria, una secondaria e una terziaria, intendendo per rete primaria (o adduttrice) quella caratterizzata dal trasporto della portata complessiva a servizio del comprensorio, rete secondaria (o ripartitrice) quella caratterizzata dal trasporto di due o più corpi d’acqua e quindi a servizio di due o più distretti, rete terziaria (o dispensatrice) quella che trasporta un solo corpo d’acqua e quindi a servizio di un solo distretto.





    Irrigazione a pioggia
    Irrigazione a goccia
    Parametri considerati e resa in granella
    Volumi di reintegro
    Volumi di reintegro
    Tasso
    Medio
    Alto
    Basso
    Medio
    Alto
    Evapotraspirazione Etm (mm)
    350
    350
    Pioggia (mm)
    80
    80
    Irrigazione (mm)
    125
    185
    245
    45
    98
    170
    Restituzione (mm) - (%)
    200 - 57
    260 - 74
    330-94
    125-35
    175-50
    255- 71
    Deficit totale (mm) - (%)
    150-43
    90-26
    20-6
    225 - 64
    175-50
    100-28
    Resa (t/ha)
    10,5
    1 1,6
    10,4
    7,5
    8,6
    10,9
    Resa media (t/ha) senza irrigazione (per confronto)
    2,1
    Umidità della granella alla raccolta
    25-28%
    27-27,5%
    *kg granella per m3 di acqua di irrigazione
    7,3
    5,3
    3,5
    12,4
    6,8
    5,3


    *Wue (kg/m3)
    11.9 (c) confronto dei valori di bilancio idrico e relativa produzione in granella, per una coltura di mais in funzione dei due tipi di irrigazione utilizzati; a pioggia e a goccia.

    11.2 L’attività di bonifica

    L’attività di bonifica riguarda gli interventi tendenti ad assicurare lo scolo delle ac-gue, la funzionalità idraulica del territorio e la regimazione dei corsi d’acgua naturali, a conservare ed incrementare le risorse idriche per usi agricoli in connessione con i piani di utilizzazione idropotabile e industriale, nonché ad adeguare, completare e mantenere le opere di bonifica già realizzate, a realizzare infrastrutture civili e ad assicurare la stabilità dei terreni declivi.
    Spetta alla Regione la pianificazione, la programmazione delle opere e degli interventi suddetti, che vengono riconosciuti come attività di bonifica in guanto previsti dal Piano di bonifica.
    La spesa per la realizzazione di nuove opere, da effettuare in funzione degli atti di pianificazione e programmazione stabiliti dalla normativa in materia di bonifica, è a carico del bilancio regionale, fatto salvo il concorso degli enti locali, in base al risparmio di spesa ottenuto ai fini dello svolgimento delle rispettive funzioni e guello dei proprietari di immobili di gualsiasi natura (terreni e/o fabbricati) compresi nel comprensorio di bonifica e che ricevono un benefìcio dall’attività realizzata o da eseguire secondo la pianificazione e programmazione regionale.
    La manutenzione e l’esercizio delle opere di bonifica spettano alle proprietà immobiliari in relazione all’entità del benefìcio ricevuto. Al fine di assolvere a tale dovere i proprietari di immobili sono associati obbligatoriamente nei Consorzi di bonifica e acguisiscono la gualifìca di consorziati.
    Il Consorzio di bonifica è un ente con personalità giuridica pubblica, amministrato dai consorziati e retto da un proprio Statuto, che opera in base alla legislazione ordinaria e speciale in materia di bonifica, difesa del suolo e uso delle risorse idriche, con lo scopo di realizzare e mantenere le caratteristiche e le condizioni necessarie ad un conveniente utilizzo del suolo per gli insediamenti residenziali, produttivi, commerciali, ecc., oltre che per l’esercizio dell’attività agricola. Esso deve provvedere alla gestione, alla manutenzione e alla custodia delle opere di bonifica, di miglioramento fondiario ed irrigue.
    La vigente legislazione assegna inoltre ai Consorzi di bonifica il compito di:
    1. formulare le proposte del Piano generale di bonifica nonché del Programma Regionale della bonifica;
    2. provvedere alla progettazione e, su concessione della Provincia, all’esecuzione delle opere pubbliche di bonifica;
    3. provvedere alla progettazione e all’esecuzione delle opere di bonifica di competenza privata su incarico di proprietari interessati o in sostituzione degli stessi;
    4. esercitare le funzioni dei Consorzi idraulici di difesa e di scolo;
    5. esercitare le funzioni per la difesa del suolo, la tutela e l’uso delle risorse idriche e la salvaguardia ambientale, attribuite dalla normativa vigente;
    6. svolgere le funzioni relative alla gestione dei canali demaniali d’irrigazione.
    Gli immobili che sono situati all’interno del comprensorio e che sono nelle condizioni di ottenere un benefìcio dalle opere di competenza del Consorzio di bonifica, sono individuati attraverso la delimitazione del perimetro contributivo (o di contribuenza). Esso è l’area territoriale che comprende gli immobili che ricevono benefìcio dalla gestione dei corsi d’acgua per la diminuzione del rischio idraulico, per la difesa del suolo e per la tutela del territorio e delle sue risorse ambientali, eseguita guotidianamente da un Consorzio di bonifica.
    La classificazione delle opere idrauliche è disposta ai sensi del R.D. 25 luglio 1904 n. 523. La collocazione delle opere idrauliche in una delle cinque classi previste dalla legge avviene “secondo gli interessi ai quali provvedono". Ciò significa che la classificazione avviene in base alla qualità degli oggetti tutelati e alle funzioni di tutela e salvaguardia assicurate a tali oggetti, piuttosto che in relazione alle specifiche caratteristiche tipologiche, costruttive o fìsiche delle opere oggetto di classifica:
    1. Opere idrauliche di prima categoria (art. 4): “Appartengono alla prima categoria le opere che hanno per unico oggetto la conservazione dell'alveo dei fiumi di confine".
    2. Opere idrauliche di seconda categoria (art. 5): “Appartengono alla seconda categoria:
    a. le opere lungo i fiumi arginati e loro confluenti parimente arginati dal punto in cui le acque cominciano a correre dentro argini o difese continue e quando tali opere provvedono ad un grande interesse di una provincia;
    b. le nuove inalveazioni, rettificazioni ed opere annesse che si fanno al fine di regolare i medesimi fiumi”.
    3. Opere idrauliche di terza categoria (art. 7): “Appartengono alla terza categoria le opere da costruirsi ai corsi d’acqua non comprese fra quelle di prima e seconda categoria e che, insieme alla sistemazione di detti corsi, abbiano uno dei seguenti scopi:
    a. difendere ferrovie, strade ed altre opere di grande interesse pubblico, nonché beni demaniali dello Stato, delle province e di comuni;
    b. migliorare il regime di un corso d’acqua che abbia opere classificate in prima o seconda categoria;
    c. impedire inondazioni, straripamenti, corrosioni, invasioni di ghiaie od altro materiale di alluvione, che possano recare rilevante danno al territorio o all’abitato di uno o più comuni, o producendo impaludamenti possano recar danno all’igiene od all'agricoltura".
    4. Opere idrauliche di quarta categoria (art. 9): “Appartengono alla quarta categoria le opere non comprese nelle precedenti classi e concernenti la sistemazione dell’alveo ed il contenimento delle acque:
    a. dei fiumi e torrenti;
    b. dei grandi colatori ed importanti corsi d’acqua”.
    5. Opere idrauliche di quinta categoria (art. 10): “Appartengono alla quinta categoria le opere che provvedono specialmente alla difesa dell’abitato di città, di villaggi e di borgate contro le corrosioni di un corso d'acqua e contro le frane".
    Con gli interventi di manutenzione ed esercizio delle opere idrauliche, il Consorzio di bonifica opera sulla sicurezza idraulica del territorio: il benefìcio che ne deriva è in relazione alla diversa entità del danno evitato e al diverso rischio idraulico cui sono soggetti gli immobili.
    Tra i compiti del Consorzio rientra anche quello di fornire alle aziende acqua per irrigazione. Il benefìcio è connesso e conseguente al mantenimento in efficienza e all’esercizio di un complesso di opere che assicurano la consegna di una data quantità d’acqua alle aziende ed è correlato alla maggiore produttività dei terreni, alle scelte tecniche dell’imprenditore, all’organizzazione dell’impresa (ordinamenti interni e rapporti con il mercato). Con la consegna dell’acqua termina la funzione del Consorzio.

    Piano generale di bonifica

    Il Piano generale di bonifica è lo strumento fondamentale per rendere operativa l’attività del Consorzio nell’ambito del comprensorio di competenza.
    Le linee fondamentali delle azioni della bonifica nonché le principali opere e gli interventi da realizzare sono comprese nel Piano, che rappresenta il progetto di massima delle opere di competenza pubblica e delle opere minori a carico dei privati.
    Il Piano generale di bonifica è stato previsto già dal R.D. n. 215/1933 che conteneva il progetto di massima delle opere di competenza statale; le direttive fondamentali della trasformazione e valorizzazione agricola, necessarie ai fini della bonifica integrale del comprensorio consorziale; la valutazione dei costi e la previsione dei risultati economici o di altra natura (sociali, igienici, demografici, ecc.).
    Nel Testo Unico sulla bonifica del 1933 era conclamata la necessità di una integrazione dell’intervento statale con guello privato. Per guanto riguardava la ripartizione delle spese delle opere di bonifica, l’onere a carico dello Stato variava, da un minimo del 75% ad un massimo del 100%, in funzione dell’importanza dell’intervento e delle condizioni economiche della regione in cui veniva eseguito.
    Nel caso in cui dall’esecuzione delle opere fosse derivato agli Enti locali (Province e Comuni) un risparmio di spese, lo Stato si riservava la possibilità di esigere da tali Enti un contributo fino ad un massimo di un guarto del contributo statale. La guota residua era ripartita, in relazione al benefìcio ricevuto, fra tutti i proprietari di immobili giacenti nel comprensorio interessato dalle opere.
    Notevole importanza all’epoca dell’emanazione del Testo Unico era assegnata agli interventi da inserire nel Piano generale per impedire la diffusione della malaria e proteggere i lavoratori impiegati per la realizzazione delle opere e gli agricoltori.
    Oggi, i termini del problema, dei contenuti e degli obiettivi del Piano generale di bonifica sono cambiati.
    La realtà fìsica, sociale è diversa, come diverse sono le condizioni e i modi di gestione del territorio e del suo sviluppo, in rapporto alla complessità di situazioni e interessi.
    Allo stato attuale certamente l’aspetto igienico interessa la protezione dell’ambiente e, in modo specifico: la tutela e la depurazione delle acgue di scolo veicolate dalla rete di drenaggio affinché non inguinino le falde, i fiumi e il mare; il riciclaggio di gueste per varie finalità; il trattamento delle acgue utilizzate per l’irrigazione, per impedire contaminazioni ai prodotti agricoli con gravi conseguenze per i consumatori.
    L’attività di bonifica non è più ristretta a limitati comprensori svantaggiati o dissestati, ma riguarda l’intero territorio, che può manifestare situazioni notevolmente diversificate.
    Quindi, se da un lato vi è la necessità che i Piani di bonifica mantengano i contenuti e le finalità già contemplati dal legislatore nel 1933, dall’altro nasce la necessità che essi:
    ■ individuino l’attività di bonifica come uno strumento ordinario di gestione e di difesa del territorio;
    ■ incrementino il loro campo di intervento, in base all’evoluzione che la bonifica ha subito negli ultimi decenni;
    ■ definiscano i loro obiettivi in base alle esigenze attuali del territorio e della società;
    ■ si collochino in rapporto con gli altri strumenti di pianificazione, vigenti o in corso di attuazione.
    In pratica, l’atto fondamentale della pianificazione della bonifica deve essere interpretato guale piano di tutela di tutto il territorio e di valorizzazione delle risorse e degli sforzi rurali nel loro insieme.
    In genere, i Piani Territoriali Regionali di Coordinamento (PTRC) contengono gli obiettivi regionali di azione della bonifica:
    ■ salvaguardare, conservare e ammodernare il patrimonio di opere pubbliche di bonifica e di irrigazione;
    ■ eliminare le situazioni di fatto che ostacolano la totale sicurezza idraulica del territorio e il regolare deflusso delle acgue, ponendo i necessari presidi che evitino o, guanto meno riducano, gli effetti dannosi delle ricorrenti eccezionalità e avversità atmosferiche;
    ■ tutelare le risorse naturali, regolamentare vecchie concessioni d’acgua anche a scopo plurimo, consentire nuove disponibilità idriche per la loro razionale utilizzazione a scopo irriguo e prevenire l’inguinamento delle acgue.
    I Consorzi di bonifica stabiliscono un rapporto di collaborazione istituzionale, per la programmazione e la gestione del territorio, con gli altri enti territoriali (Province, Comuni e Comunità montane) ai fini di un armonico intervento di tutela, utilizzazione, valorizzazione del territorio e dell’ambiente tendente a:
    ■ conservare il patrimonio delle opere pubbliche di bonifica che si è via via costituito nel tempo e che permette la difesa di gran parte dell’insediamento abitativo ed economico;
    ■ realizzare proposte sull’utilizzo economico del territorio, che è risorsa limitata e non rinnovabile, affinché sia eguamente ripartito il costo della sottrazione dei suoli dell’agricoltura;
    ■ salvaguardare Passetto dei suoli agricoli, in particolare quelli le cui caratteristiche edafiche permettono una coltivazione specializzata e remunerativa;
    ■ valutare preventivamente l’impatto di eventuali nuovi insediamenti urbani e produttivi nel rispetto degli esistenti equilibri idraulici e irrigui e dei problemi di inquinamento;
    ■ valutare i costi di sottrazione dei suoli agricoli e dei nuovi insediamenti;
    ■ riconoscere i terreni con vocazione ad ordinamenti produttivi privilegiati e intensivi, da salvaguardare in modo specifico.

    Il Piano di classifica

    La spesa per la manutenzione, l’esercizio e la custodia delle opere di bonifica e idrauliche, oltre a quelle dedicate al funzionamento del Consorzio, è a carico dei consorziati ed è ripartita in funzione del benefìcio procurato agli immobili (terreni e fabbricati) dall’attività di bonifica, in base ai criteri fìssati nel Piano di classifica.
    Il Piano di classifica, tramite razionali parametri economici, fìsici e territoriali, determina il grado di benefìcio goduto da ciascun immobile compreso nel perimetro di contribuenza, oltre all’eventuale concorso di altri soggetti non consorziati chiamati a contribuire per legge, e rappresenta lo strumento per il corretto esercizio del potere impositivo da parte del Consorzio di bonifica.
    Tutti i proprietari di immobili agricoli ed extragricoli che ricevono benefìcio dalle opere di competenza consortile devono contribuire in proporzione al benefìcio ricevuto, in base ai criteri indicati nel Piano di classifica e secondo la ripartizione stabilita dal Piano di riparto.
    Per esempio, la contribuenza per la gestione delle opere irrigue va commisurata al benefìcio economico, calcolandola sulla base dei costi di gestione da parte del Consorzio (11.14). Il benefìcio economico si origina dalla differenza di valore fra le produzioni ottenibili su un suolo irrigato, con una data quantità di acqua, e quelle ottenibili su un suolo non irrigato, al netto dei maggiori costi di produzione relativi all’irrigazione dei terreni aziendali sopportati dall’agricoltore e al netto dei costi di gestione per l’esercizio irriguo sopportati dal Consorzio.
    Il tributo di bonifica grava sui titolari di diritti reali di beni immobili ed è ricavato in funzione della rendita catastale (in caso di fabbricati) e/o del reddito dominicale (in caso di terreni) moltiplicati per il coefficiente di riparto delle spese determinato dal Piano di riparto e per l’indice di benefìcio di ciascun immobile determinato dal Piano di classifica del territorio (11.5). In esso si tiene conto di un concetto di benefìcio non strettamente collegato alla possibilità di essere interessati da allagamenti o esondazioni dei corsi d’acqua naturali, ma riguardante anche la tutela dell’assetto idrogeologico e ambientale dell’intero bacino idrografico, suddiviso in Unità Funzionali composte da diversi fogli di mappe catastali, per ciascuno dei quali è individuato il grado di benefìcio. Il tributo di bonifica è obbligatorio: “la spesa a carico della proprietà consorziata per l'esecuzione, la manutenzione, l'esercizio delle opere di bonifica, nonché quella relativa alle altre finalità istituzionali del Consorzio, è ripartita, in ragione dei benefìci conseguiti, sulla base di apposito piano di classifica". Tale articolo è in perfetto rispetto degli artt. 812, 860 del Codice Civile, degli artt. 7, 11, 17, 21, 59 del R.D. 215/33.
    Trattandosi di contributo obbligatorio, il tributo di bonifica è deducibile dalla dichiarazione dei redditi dell’anno d’imposta nel quale si è provveduto al pagamento.
    Con il Piano di classifica si stabiliscono i criteri generali per l’applicazione del Piano di riparto delle spese consortili tra i proprietari degli immobili ricadenti nel perimetro di contribuenza.
    I criteri generali per la ripartizione delle spese tra i vari proprietari consorziati sono individuati nel Piano di classifica approvato dal Consorzio di bonifica.
    Il Piano di riparto degli oneri a carico della proprietà consorziata ripartisce la previsione di entrata tributaria sulle proprietà consorziate. In sede di bilancio preventivo, sono determinate le entrate tributarie per la copertura delle attività istituzionali. Per la ripartizione a carico della proprietà consorziata (agricola ed extragricola) di tali entrate, si utilizzano gli indici di benefìcio indicati nel Piano di classifica. Le entrate tributarie (i cosiddetti ruoli), necessarie affinché l’Ente possa svolgere i compiti affidatigli dalla legge, sono ripartite tra i proprietari degli immobili del comprensorio secondo il Piano di classifica, che valuta la modalità di ripartizione del tributo sulla base del benefìcio relativo tra gli immobili.
    Il Piano di classifica permette una precisa individuazione di benefìci ed è pertanto un razionale e corretto esercizio del potere impositivo (11.16).




    Distr. di ettari pianura
    N.
    Nome Comune
    Dx Reno distretto 1° (ha)
    Sx Reno distretto 111° (ha)
    Superficie
    totale
    (ha)
    %
    territorio
    1
    Anzola
    0
    3334
    3334
    2.31
    2
    Argelato
    3513
    0
    3513
    2,44
    3
    Baricella
    4221
    0
    4221
    2,39
    4
    Bazzano
    0
    881
    881
    0,61
    5
    Bentivoglio
    5115
    0
    5115
    3,55
    6
    Bologna
    6016
    3319
    9335
    6,48
    7
    Budrio
    12.013
    0
    12.013
    8,34
    8
    Calderara di Reno
    58
    4068
    4126
    2,86
    9
    Casalecchio di Reno
    0
    1583
    1583
    1,10
    10
    Castel Guelfo
    2855
    0
    2855
    1,98
    11
    Castel Maggiore
    3089
    2
    3091
    2,15
    12
    Castel S. Pietro Terme
    5368
    0
    5368    
    3,73
    19
    Imola
    5192
    0
    5192
    3,60
    20
    Malalbergo
    5383
    0
    5383
    3,74
    21
    Medicina
    15.833
    0
    15.833
    10,99
    22
    Minerbio
    4304
    0
    4304
    2,99
    23
    Molinella
    12.026
    0
    12.026
    8,35
    24
    Ozzano Emilia
    2701
    0
    2701
    1,88
    25
    Pieve di Cento
    1585
    0
    1585
    1,10


    11.14 Tabella esemplificativa dei parametri relativi all’idrografia di alcuni comuni di pianura del Comprensorio di Bonifica Renana (BO).

    Gentile Consorziato,
    l’immobile di Suo proprietà si trova in un territorio che è Stato classificato di bonifica (art. 3 dello LR. Emilia Romagna 23 aprile 1987, n. 16).
    Questo implica la presenza di un complesso di opere pubbliche finalizzate a creare condizioni di sicurezza idraulica, di difesa e sistemazione dei suoli, di uso sostenibile delle risorse idriche a fini produttivi.


    Importo ruolo ordinario anno 2014 Immobili siti nel primo distretto di pianura:
    Immobili siti nel primo distretto di pianura:
    COMUNE DI xxxxxxx FABBRICATI partita n° 701299
    FOGLIO MAPPALE SUB. CATEGORIA CLASSE CONSISTENZA IMPORTO BACINO
    180 62 6 A/3 04 5,0 vani 30,50 b01
    180 62 19 C/06 03 14 m2 4,55 b01


    Totale da pagare euro 35,14
    La invitiamo a controllare e verificare i dati sopra riportati e a comunicarci eventuali variazioni (vedi istruzioni riportate sul retro)... omissis...
    L’importo attestato dal presente avviso di pagamento è stato determinato in ottemperanza al bilancio preventivo 2014 approvato dal Consiglio di Amministrazione ... omissis ... Il Contributo di bonifica viene calcolato attraverso l’applicazione del Piano di Classifica:
    -  per il distretto di pianura viene determinato sulla base della superficie dell’immobile, del suo valore catastale, nonché del grado, di impermeabilizzazione che l’immobile stesso ha determinato. A questi valori specifici dell’immobile viene applicato l’indice di beneficio, parametro che varia in relazione alla diverso collocazione nel Comprensorio di bonifica;
    -  per il distretto di montagna viene definito in base alla rendita catastale dell’immobile e all’attribuzione di specifici indici relativi alla quota altimetrica.
    Nota di specifica - Gentile Consorziato, per quanto riguarda gli immobili precedentemente elencati, si precisa quanto di seguito.
    I proprietari dei beni immobili ubicati all’interno del comprensorio del Consorzio della Bonitica Renana sono tenuti o contribuire alle spese per la vigilanza, la manutenzione e il costante funzionamento delle opere. Alle spese di questo attività il Consorzio provvede con il contributo obbligatorio (onere reale sul patrimonio) dovuto dai proprietari degli immobili, singolarmente determinati in base al “Prospetto di Piano di classifica degli immobili ai fini della contribuenza”.... omissis...
    BACINO-b01- Gli immobili censiti sono situati nella zona idraulica denominata Destra Idice setvita da una rete di canali della lunghezza complessiva di 511 chilometri, ma soprattutto salvaguardata idraulicamente dall’impianto idrovoro “Vallesanta” e dalla cassa di espansione “Vallesanta”; piu’ precisamente, l’immobile è inserito nel Bacino principale denominato “Canale Garda”, con superficie di 13.259 ettari, setvito da una rete di canali della lunghezza complessiva di 199 chilometri e funzionante a scolo naturale; scendendo ancor più nel dettaglio, l’immobile è inserito nel bacino elementare denominato “Se. Pesa ri na e Diversivo Pes.”, con superficie di 204 ettari, setvito da una rete di canali della lunghezza complessiva di 4.396 chilometri e funzionante con l’apporto di 0 opere idrauliche tra cui 1 casse di espansione. ... omissis ...
    11.15 Esempio di nota di imposizione a ruolo per il pagamento del contributo annuale (appartamento + garage): Consorzio della Bonifica Renana (BO).


    11.16 Riepilogo e cartografia relativa alla rete idrografica del distretto 18 (Granarolo) ricadente nei distretti di pianura (destra Reno) del Consorzio di Bonifica Renana (BO).

    Approfondimento

    Elementi del Piano di classifica
    (esempio rielaborato con riferimento alla documentazione prodotta dalla Regione Veneto)

    Attuazione del Piano di classifica
    Il Piano di classifica deve essere adottato con delibera dell’assemblea e depositato presso la sede consortile e presso gli Uffici regionali, dandone notizia sul Bollettino Ufficiale della Regione e su due quotidiani a diffusione locale, consentendo ai consorziati la presentazione di eventuali ricorsi. Sentito il parere della Commissione Consiliare Regionale competente, la Giunta Regionale approva il Piano che diventa esecutivo.

    Individuazione dei benefici
    Il Piano di classifica “individua i benefìci derivanti dalle opere pubbliche della bonifica e dell’irrigazione, stabilisce i parametri per la quantificazione dei medesimi, determina i relativi indici di contribuenza e definisce, con cartografìa allegata, il perimetro di contribuenza”.
    Come stabilito dalla legislazione, per beneficio si intende l’obbligo di contribuire alle spese necessarie per l’esecuzione, la manutenzione e l’esercizio delle opere consortili da parte dei proprietari di beni immobili inclusi nel perimetro consortile, in misura commisurata al vantaggio che ogni immobile ne trae (rischio idraulico, gestione delle acque meteoriche, riassetto territoriale, disponibilità d’acqua per l’irrigazione, conservazione e incremento di valore degli immobili) . Per un’equa ripartizione degli oneri, occorre individuare le varie tipologie di benefìcio, nonché determinare i criteri per ripartire gli oneri complessivi delle attività del Consorzio: tale funzione è svolta dal Piano di classifica, sulla base di indici tecnici ed economici rappresentativi del valore deN’immobile. Il benefìcio di natura idraulica è definito nell’insieme di opere e attività svolte aN’interno di un territorio dal Consorzio che consentono di ottenere due effetti: lo scolo delle acque meteoriche in eccesso e una adeguata sicurezza contro il pericolo di alluvione.
    Queste opere di bonifica sono costituite principalmente da canali, presidi e rivestimenti di sponda, manufatti di regolazione e di controllo, argini perimetrali esterni di difesa dai corsi d’acqua, dalle lagune e dal mare, nonché da opere particolari localizzate, quali diversivi di piena, scolmatori, botti a sifone e impianti idrovori.
    Il benefìcio di natura idraulica per gli immobili va calcolato in base a:
    • indice di natura tecnica, cioè l’insieme di elementi tecnici che concorrono alla formazione del benefìcio;
    • indice di natura economica, cioè il complesso degli elementi di natura economica che ne consentono la quantificazione.

    Beni assoggettati al contributo
    Sono tutti quegli immobili che traggono benefìcio dalla bonifica, qualunque sia la loro destinazione (agricola o extragricola), compresi i beni appartenenti a Stato, Province e Comuni.
    Appartengono ai beni immobili il suolo, le sorgenti e i corsi d’acqua,gli alberi e le altre costruzioni anche se unite al suolo a scopo transitorio, e in genere tutto ciò che naturalmente o artificialmente è incorporato al suolo, con la sola eccezione dei beni appartenenti al demanio acque, in quanto funzionali alle attività di bonifica e difesa idraulica del territorio.

    Soggetti tenuti al pagamento
    Sono esclusivamente i proprietari di immobili (non necessariamente proprietari del terreno) su cui le costruzioni sono edificate.Ad esempio l’ENEL è un soggetto obbligato al pagamento del contributo perché possiede cabine elettriche, anche se esse sono collocate su fondi non di proprietà.

    Proprietari obbligati al mantenimento delle opere minori
    La legge stabilisce per i proprietari l’obbligo di eseguire e mantenere le opere minori dei propri fondi, necessarie per dare scolo alle acque, per la funzionalità delle opere irrigue e per non recare danno alle opere pubbliche di bonifica e di irrigazione. Se i proprietari non eseguono tali lavori, vi provvede il Consorzio di bonifica, ponendo i relativi oneri a loro carico.

    Natura tributaria del contributo di bonifica
    I contributi di bonifica costituiscono oneri reali sui fondi dei consorziati, vengono riscossi con le stesse modalità previste per la riscossione delle imposte dirette mediante ruoli esattoriali e costituiscono prestazioni patrimoniali imposte che rientrano nella categoria generale dei tributi.

    Perimetro di contribuenza per l’attività di bonifica
    L’individuazione degli immobili che ricevono benefìci dall’attivita del Consorzio, richiede la delimitazione di un perimetro di contribuenza, ossia della porzione di territorio sulla quale sorgono gli immobili che saranno gravati dall’obbligo del contributo. In relazione ai distinti benefìci di cui possono usufruire i singoli immobili, si devono perciò individuare distinti perimetri di contribuenza.
    Per la redazione del Piano di classifica, il comprensorio del Consorzio di bonifica deve essere suddiviso in Unità Territoriali Omogenee (UTO) definite come unità territoriali tecnico-gestionali omogenee per attività relative alla bonifica idraulica.
    Il franco di bonifica viene definito come la distanza tra la superfìcie del terreno e la falda freatica e per terreni agricoli viene determinato in relazione al franco di coltivazione richiesto dalle singole colture e per terreni urbani in base a valori prefìssati, individuati per garantire le ordinarie esigenze residenziali e produttive. Tale indice deve obbligatoriamente essere riferito ai redditi catastali rivalutati.

    Indici tecnici
    Il contributo per i benefìci di natura idraulica è individuato sulla base di indici di natura tecnica ed economica.
    Indice di comportamento idraulico dei suoli. Rappresenta l’effetto che le tipologie di suolo che caratterizzano le singole zone del comprensorio esercitano sulla trasformazione degli afflussi in deflussi, principalmente in relazione ai caratteri pedologici e alla copertura dei suoli.
    Indice di soggiacenza. Esprime le differenze territoriali all’interno della medesima UTO ed è diverso per i territori di pianura e per i territori in pendenza. Infatti, più elevato è il dislivello tra il terreno e la quota di recapito, maggiore è il grado di sicurezza idraulica; al contrario quanto più basso è detto valore, minore sarà il grado di sicurezza idraulica e maggiore sarà la dipendenza dalle opere di bonifica. All’interno di un bacino, pertanto, i valori maggiori dell’indice di soggiacenza sono attribuiti alle zone maggiormente depresse.
    Indice di efficacia della bonifica. È introdotto allo scopo di valutare le zone nelle quali la bonifica risulta avere una efficacia limitata, a seguito di mancanze strutturali della rete idraulica di difesa e di scolo, nonché dei manufatti di relativa pertinenza,oppure di documentate carenze della attività consortile.
    Indice tecnico-idraulico. Prevede che l’indice tecnico attribuito agli immobili ubicati nelle zone urbane non possa essere superiore a venti volte il valore attribuito agli immobili ubicati nelle zone agricole.

    Indice economico
    L’indice di natura economica è riferito ai redditi catastali rivalutati, si basa sulle tecniche estimative, può assumere formulazioni diverse e va adeguato alle diverse situazioni compren-soriali. L’indice economico rende possibile il confronto tra i diversi valori degli immobili e concorre, insieme agli indici tecnici, a determinare il benefìcio complessivo attribuibile all’attività di bonifica.
    Dai diversi valori degli immobili, riferiti all’unità di superfìcie, individuati per ciascuna delle categorie, scaturiscono gli indici economici che individuano il rapporto economico esistente tra immobili appartenenti alla stessa categoria.

    Quantificazione del contributo
    Consiste nel ripartire le spese afferenti ad una specifica UTO tra tutti gli immobili ricadenti aN’interno della medesima UTO. Le spese da attribuire ad una determinata UTO si ottengono sommando le spese direttamente imputabili all’area in questione (spese dirette) e la quota parte delle spese consortili generali (spese indirette). Mentre le spese dirette sono ottenibili dall’analisi della documentazione contabile, le spese generali devono subire una ripartizione secondo criteri da stabilire in base alla tipologia di spesa. Il criterio comunemente in uso consiste nel ripartire le spese generali proporzionalmente alle spese dirette. La somma così ottenuta di spese dirette e spese indirette va ripartita tra gli immobili, in ragione del benefìcio di ciascun immobile, in proporzione ai benefìci di tutti gli immobili ricadenti nello stesso ambito territoriale.

    Attività di irrigazione
    L’irrigazione viene praticata utilizzando come vettore principale la rete idraulica di bonifica dalla quale i privati derivano l’acqua di irrigazione con mezzi propri o tramite canalizzazioni appositamente realizzate. Al fine di definire i criteri del Piano di classifica per la determinazione del benefìcio relativo alle opere di irrigazione, occorre procedere alla descrizione dei bacini elementari irrigui e all’individuazione delle Unità Territoriali Omogenee (UTO).
    I parametri di riferimento per l’individuazione dei contributi sono i volumi d’acqua erogati e le superfìci servite, nonché le coltivazioni praticabili. Un concetto rilevante ai fini della determinazione dei contributi per l’irrigazione consortile è rappresentato dalla distinzione tra:
    • tariffa binomia: tiene conto sia della superfìcie irrigata che di quella irrigabile e consente di gestire distintamente il recupero delle spese fìsse e di quelle che variano in relazione ai consumi d’acqua. Le spese fìsse vengono riferite alla superfìcie irrigabile e attribuite a tutti i consorziati della zona alla quale è assicurata l’acqua. Le spese variabili sono riferite, invece, alla superfìcie irrigata e ripartite tra gli effettivi utilizzatori dell’acqua, in base alle portate ricevute o alle colture effettuate o alla natura e ubicazione dei terreni irrigati.
    • tariffa monomia: viene applicata se risulta complesso accertare l’effettivo consumo d’acqua oppure le differenze tra superfìcie irrigata e superfìcie irrigabile. Questa tariffa considera sia i costi fìssi che quelli variabili e li ripartisce su tutta la superfìcie irrigabile in funzione dei benefìci presumibilmente goduti nelle diverse zone, a prescindere dall’effettivo impiego dell’acqua. Il benefìcio di natura irrigua deve essere distinto in: a) benefìcio di disponibilità irrigua per superfìci attrezzate; b) benefìcio di disponibilità irrigua per superfìci non attrezzate (irrigazione di soccorso).
    Indici tecnici per superfici non attrezzate Indice di fabbisogno irriguo. Rappresenta la quantità di acqua irrigua necessaria a soddisfare il deficit idrico evidenziato dalle colture e dipende: dalla natura e dalle caratteristiche dei terreni; dal regime della falda idrica sotterranea e dalle caratteristiche climatiche (piovosità e temperatura).
    Indice di servizio irriguo. Esprime l’efficienza del servizio irriguo consortile inteso sia come disponibilità di utilizzo di corpi idrici, sia come necessità gestionali, di derivazione, adduzione e consegna dell’acqua, nonché, in particolare, di quelle atte ad assicurare il regolare deflusso dei corpi d’acqua derivati.

    Indici economici
    Sia nel caso di superfìci attrezzate, che nel caso di superfìci non attrezzate, per la determinazione del benefìcio si deve tenere conto delle coltivazioni praticabili. Di conseguenza,le linee guida per la redazione dei Piani di classifica suggeriscono di riferire l’indice di natura economica per la determinazione del benefìcio di natura irrigua al reddito dominicale rivalutato del terreno, in relazione alle qualità di colture praticabili. Si tratta di valutare gli elementi distintivi della vocazione produttiva che può trovare espressione solo nel contesto fìsico assicurato dalle opere irrigue gestite dal Consorzio.

    Quantificazione del contributo irriguo
    Per quanto concerne l’irrigazione su superfìci non attrezzate, le spese da imputare alle relative UTO possono essere determinate mediante l’applicazione di parametri tecnici alla spesa sostenuta dal Consorzio per il mantenimento della rete idraulica di scolo utilizzata anche a fini irrigui.

    Il contributo di disponibilità irrigua di immobili non agricoli
    Nel Consorzio esistono o possono esistere casi di utenze non agricole che beneficiano di impianti irrigui consortili per l’irrigazione di orti,giardini,oasi, parchi. Esistono anche utenze (come le serre o i vivai) che possono essere collegati continuamente a strutture consortili di adduzione d’acqua e con una stagionalità più estesa. Si prevede che tali utenze siano oggetto di contributo forfettario concordato.

    Bilancio del Consorzio e Piano di riparto
    Dal punto di vista operativo il bilancio annuale di competenza viene articolato in capitoli sulla base del criterio di classificazione dei contenuti per natura della spesa e dell’entrata; è corredato da allegati per ogni benefìcio e per ogni UTO per consentire l’individuazione della spesa presunta che il Consorzio ritiene di sostenere per le proprie attività; rilevare in corso d’esercizio gli elementi di spesa che possono imputarsi direttamente ai diversi benefìci e alle diverse UTO; stilare un documento di riscontro in corso d’esercizio e a consuntivo che raffronti le previsioni con la reale distribuzione della spesa per ogni benefìcio e per ogni UTO.

    Piano di riparto della contribuenza
    Il corretto esercizio del potere impositivo dei Consorzi avviene con le seguenti modalità:
    I. individuazione delle attività di esecuzione, manutenzione e gestione delle opere e degli impianti consortili, dei relativi benefìci, nonché definizione delle Unità Territoriali che presentano caratteristiche tecnico-gestionali omogenee per attività;
    2. attribuzione ad ogni UTO delle spese necessarie per l’esecuzione, la manutenzione e l’esercizio delle opere consortili (spese di diretta imputazione) e delle spese generali del Consorzio;
    3. definizione delle somme erogate dalla Regione a titolo di contribuzione ordinaria alle spese consortili di gestione, manutenzione ed esercizio delle opere pubbliche di bonifica e di irrigazione, nonché delle entrate relative a canoni di concessione per scarichi sulla rete consortile o per altri canoni di concessione e attribuzione di detti contributi/entrate ad ogni singola Unità Territoriale Omogenea (a scomputo della spesa di cui al precedente punto 2);
    4. riparto delle spese risultanti per ogni UTO dalla differenza tra gli importi di cui al punto 2 e 3, tra i proprietari degli immobili inclusi nel perimetro di contribuenza.
    Il procedimento si conclude con l’approvazione del Piano di riparto annuale da parte dell’Assemblea Consortile, permettendo perciò l’emissione dei ruoli di riscossione dei contributi (11.19).
    Per quanto sopra detto, il Piano di riparto è strettamente collegato al bilancio preventivo (che individua le spese da ripartire) e al Piano di classifica (che individua gli indici di benefìcio) e per la sua corretta predisposizione, occorre che il Consorzio:
    • gestisca un sistema contabile di individuazione e classificazione delle spese riferite alle attività consortili, distinte per i diversi tipi di benefìci previsti nel Piano di classifica e che permetta di imputare le spese dirette ad ogni UTO;
    • individui le spese di carattere generale e ne attribuisca le quote parti di competenza ad ogni UTO in modo proporzionale all’incidenza delle spese direttamente imputabili alla stessa UTO,oppure con attribuzioni più specifiche e più eque;
    • individui tramite il catasto consortile gli immobili di ogni UTO che traggono benefìci dall’attività consortile; distinguendo gli immobili urbani che sono collegati al sistema scolante consortile solo attraverso opere e impianti di collet-tamento di acque meteoriche e miste (ossia quelli collegati a impianti e reti di fognatura) la cui contribuenza va posta a carico dei soggetti gestori per la quota parte relativa al benefìcio di scolo;
    • applichi gli indici di benefìcio previsti nel Piano di classifica ai diversi immobili, suddividendo perciò la spesa consortile sugli immobili di ogni UTO.
    Pertanto in questo procedimento risulta molto importante ottenere una corretta imputazione delle spese dirette e delle spese generali alle distinte attività che generano i diversi tipi di benefìcio individuati dal Piano di classifica. In particolare una corretta suddivisione delle spese per la manutenzione e la gestione di opere e attività consortili che assicurano funzioni e benefìci plurimi, comporta la necessità di individuare un criterio adeguato per ripartire le rispettive quote di spese dirette ai singoli benefìci.


    11.19 Schema e flusso di sistema tra il servizio informativo territoriale e il catasto consortile per giungere all’emissione dei ruoli.

    Approfondimento

    Esempio di calcolo del contributo del Piano di classifica

    Contributo relativo alle opere idrauliche di terza categoria (idraulica)
    Terreni


    dove
    R.D. = Sup. [m2] x tar91[€]
    R.D.MS = Sup. [m2] x tarMS [€]
    K = 5,9645864

    In quanto


    con


    Indice di beneficioI = indice economico x Ind_ldr




    Comune
    TarMS
    Località 1
    0,00550867
    Località 2
    0,00317100
    Località 3
    0,00364600
    Località 4
    0,00365660
    Località 5
    0,00493532
    Località 6
    0,00317100
    Località 7
    0,00397660
    Località 8
    0,00445425
    Località 9
    0,00363580








    LA 12
    3
    4
    5
    Ind_ldr    1,000
    0,7200
    0,5650
    0,3510
    0,2760




    Fabbricati
    Indice economico = Consistenza x tar [€]
    Indice di beneficio = indice economico x Ind_ldr
    Contributo di ogni singolo immobile = Coefficiente di riparto (idraulica) x Indice di benefìcio


    Contributo relativo alle opere di bonifica (bonifica)
    Terreni
    Indice economico = R.D.conv. x Coeff. Cap x con Coeff. Cap. = 75,93
    R.D. conv = Sup.[m2] • tar91 se min attivo[€] con R.D. = Sup.[m2] • tar91[€]
    Indice di benefìcio = Indice economico x Ind_ldr




    Qualità/Classe
    Tar„
    Località 1
    Seminativo 1 e 0
    0,00723
    Seminativo 2
    0,006197
    Seminativo 3
    0,003873
    Seminativo 4
    0,001808
    Seminativo 5
    0,000775
    Località 2
    Seminativo 1 e 0
    0,006197
    Seminativo 2
    0,004906
    Seminativo 3
    0,003615
    Seminativo 4
    0,002324
    Seminativo 5
    0,001291
    Seminativo 6
    0,000878
    Località 3
    Seminativo 1 e 0
    0,006197
    Seminativo 2
    0,004906
    Seminativo 3
    0,003615








    BA
    0
    1
    2
    4
    5
    Ind_ldr
    0,0000
    0,2000
    0,2120
    0,2200
    0,2400




    Fabbricati
    Indice economico = Rendita x Coeff. Cap. det x con Rendita = Consistenza x tar [€]
    Indice di beneficio = Indice economico x Ind_Idr
    Contributo di ogni singolo immobile = Coefficiente di riparto (bonifica) x Indice di benefìcio




    Categoria
    Coeff. Cap.
    Coeff. Det.
    Al, CI, Ql, M/
    (escluso A/10 e C/O1 )
    105
    0,20
    A/10
    52,5
    0,20
    C/01 e E/
    35,7
    0,20
    B /
    105
    0,10
    D/eU/
    52,5
    0,30
    F /
    105
    1,00
    S/AU
    35,7
    1,00
    S/FS
    35,7
    1,00
    S/CO, S/RE, S/PR, S/ST
    105
    1,00








    BF
    Ind_Idr
    BF
    Ind_Idr
    0
    0,0000
    50
    0,0000
    1
    0,3500
    51
    0,2500
    2
    0,3710
    52
    0,2650
    3
    0,3850
    53
    0,2750
    4
    0,4200
    54
    0,3000
    5
    0,5500
    55
    0,3500
    6
    0,5830
    56
    0,3710
    7
    0,6050
    57
    0,3850
    8
    0,6600
    58
    0,4200
    9
    0,7000
    59
    0,4500
    10
    0,7420
    60
    0,4770
    1 1
    0,7700
    61
    0,4950
    99
    Med. x fgl
    62
    0,5400






    Coefficiente di riparto Opere Idrauliche terza categoria = spese _Idr */ ∑ indice _beneficio1
    *Spese imputabili alle Opere Idrauliche di terza categoria (quota a carico della proprietà immobiliare).
    Coefficiente di riparto Opere di bonifica = Spese_bon*/ ∑ indice _beneficio1
    * Spese imputabili alle Opere di bonifica (quota a carico della proprietà immobiliare).

    Tabella dei valori dei coefficienti di riparto.


    Anno
    Idraulica
    Bonifica
    Decreto del Direttore n.
    2013
    0,0532821577
    0,0019827576
    131 del 18/04/2013
    2012
    0,0508121918
    0,0018595047
    129 del 12/04/2012
    201 1
    0,0516322268
    0,0018898010
    137 del 13/05/2011
    2010
    0,0510193552
    0,0018688772
    304 del 23/09/2010
    2009
    0,050291 1300
    0,0018526778
    208 del 21/09/2009
    2008
    0,0451897088
    0,0016462184
    221 del 25/09/2008
    2007
    0,0447499808
    0,0016286083
    271 del 05/1 1/2007
    2006
    0,0449916093
    0,0016409679
    265 del 28/12/2006
    2005
    0,0430420825
    0,0016001484
    40 del 22/02/2006
    2004
    0,0430730961
    0,0016129771
    87 del 16/05/2005




    RIASSUMENDO

    • Gli interventi effettuati per assicurare lo scolo delle acque, la funzionalità idraulica del territorio e la regimazione dei corsi d’acqua naturali sono definiti opere di bonifica. Esse servono a conservare e incrementare le risorse idriche per usi agricoli in connessione con i piani di utilizzazione idropotabile e industriale, nonché ad adeguare, completare e mantenere quelle già esistenti, assicurare la stabilità dei terreni declivi e a realizzare infrastrutture civili.
    • La pianificazione di tali opere spetta alla Regione che deve anche stanziare i finanziamenti per la loro realizzazione, fatto salvo il concorso degli Enti locali e quello dei proprietari di immobili di qualsiasi natura (terreni e/o fabbricati) compresi nel comprensorio di bonifica e che ricevono un benefìcio dall’opera. Al fine di assolvere a tali doveri i proprietari di immobili sono associati obbligatoriamente nei Consorzi di bonifica.
    • Lo strumento fondamentale per rendere operativa l’attività del Consorzio nell’ambito del comprensorio di competenza è il Piano generale di bonifica, mentre gli obiettivi regionali di azione della bonifica sono contenuti nei Piani Territoriali Regionali di Coordinamento (PTRC).
    • La spesa per la manutenzione, l’esercizio e la custodia delle opere di bonifica e idrauliche, nonché quelle necessarie al funzionamento del Consorzio, è sostenuta dai consorziati ed è ripartita in ragione del benefìcio procurato agli immobili dall’attività di bonifica, in conformità ai criteri fìssati nel Piano di classifica.

    SUMMING UP

    Reclamation work is about interventions which are carried out to ensure water drainage, hydraulic functionality in the area and naturai watercourses regulation. These are made to maintain and implement water resources for farming uses in conjunction with drinking water and industrial use plans and also to modernize, complete and maintain the existing ones, guaranteeing stability in sloped areas and achieving civil facilities.
    • The planning of these activities is up to the Region, which has also to provide funding for their achievement, except for the intervention of local authority and, in general, by owners of immovable property of any kind (land and buildings) included in the reclamation area and who get a benefit form that work. In order to perform such duties, property owners are to be associated mandatorily to Land Reclamation Authorities.
    The General Reclamation Pian is the main instrument which makes the authority operational in its competence area, while the regional action aims can be found in Coordination Regional Territorial Plans (PTRC).
    Maintenance costs, reclamation and water work management and conservation, as well as the required expenses for this authority operation, are supported by all members and they are subdivided according to the benefit resulting from the reclamation activities, according to the criterio set in the general plan.

    GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE
    GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE