Capitolo 2 Il concetto di territorio

Capìtolo 2 - Il concetto di territorio


Concetti chiave

• Concetto di territorio
• Attitudine territoriale
• Metodologia della land evaluation
• Pianificazione dell’uso del territorio
• Assetto territoriale
• PAT (Piano di Assetto del Territorio)
• Agricoltura sostenibile
• Principi di sostenibilità, prevenzione e precauzione, teorie della pianificazione

2.1 Aspetti introduttivi



2.1 Carta dei rilievi montani del territorio italiano.
Nel linguaggio comune il territorio è “un’area delimitata e controllata da una persona, da un animale, da un'organizzazione o da una istituzione", ma in realtà guesta definizione non riassume tutti i molteplici significati che il termine assume nei diversi contesti in cui è utilizzato.
In biologia e psicologia sta a indicare i meccanismi di difesa di un’area dalle intrusioni e dagli attacchi esterni, nonché il luogo psicologico di libero movimento in senso fìsico e mentale. Dal punto di vista geografico il territorio è la superfìcie di una regione o di un paese caratterizzata da tutti gli aspetti urbanistici, ambientali e naturali che in essa sono compresi (città,villaggi, borgate, strade e ponti, ma anche boschi, laghi e fiumi; montagne, colline, pianure), mentre assume un significato più settoriale in urbanistica essendo lo spazio geografico in cui è possibile progettare e regolamentare le realizzazioni umane come abitazioni, strade, autostrade e anche ferrovie e lavorazioni agricole che trasformano l’ambiente naturale modificandolo, rimodellandolo e adattandolo alla esigenze dell’uomo.
Il termine territorio viene usato anche in ambito giuridico per stabilire il luogo su cui lo Stato può esercitare la sua sovranità ed è costituito dalla terraferma compresa nei confini dello Stato, dal mare territoriale che corrisponde alla fascia costiera fissata in 12 miglia marine e dallo spazio aereo sovrastante la terraferma.
Alla base di tutti guesti diversi significati sta il concetto che il territorio è uno spazio controllabile, una semplice risorsa materiale suscettibile di sfruttamento. Negli ultimi anni, tuttavia, come il concetto di ambiente, anche il concetto di territorio ha subito una profonda trasformazione e oggi una nuova interpretazione riconosce il territorio come un sistema complesso caratterizzato da rapporti e interrelazioni. Queste ultime si realizzano fra la società insediata e il suolo, la terra, l’ambiente fìsico, l’architettura, le infrastrutture, l’ecosistema, il mondo biologico e fanno sì che il territorio non sia solo il luogo su cui si svolgono gli eventi, ma il frutto delle dinamiche interattive che si svolgono continuamente fra processi sociali e processi ambientali.

2.2 Attitudini territoriali

Il risultato delle utilizzazioni dell’ecosistema deriva dalle azioni naturali e antropiche esercitate su di esso, ne è un esempio guello che oggi viene definito terroir (2.4).
Se dal punto di vista geografico i territori si distinguono in territori montani, territori collinari, territori di pianura, territori costieri, dal punto di vista dell’utilizzo si riconoscono i territori urbani e i territori rurali. In passato la distinzione tra guesti due tipi di territorio risultava molto netta poiché si poneva l’accento sugli aspetti demografici, sulla principale attività svolta dagli abitanti del territorio, sul reddito e sullo spazio.
Il territorio rurale veniva, così, identificato come un’area geografica poco abitata, uno spazio libero con finalità diverse da guelle dello spazio urbano. In guesti ultimi anni fra territorio urbano e territorio rurale, si è venuta a creare una sorta di conflittualità a causa del possesso e dell’utilizzo della “risorsa suolo”. La crescita urbana disordinata, con la sua invadenza negli ambiti agricoli, ha causato, oltre che un’espansione non controllata delle città, una grave sottrazione di suoli all’attività primaria. È perciò importante valutare la predisposizione di un territorio a erogare particolari beni o servizi definita come attitudine di un territorio (2.8, 2.9, 2.10, 2.11).


2.4 (b) Rappresentazione della struttura geologica di un suolo a terroir vitivinicolo definito.

La valutazione del territorio

Le attitudini di un territorio a sostenere sistemi produttivi (agricolo, forestale, industriale o urbanistico) vengono valutate attraverso la metodologia della land eva-luation (valutazione del territorio nelle relative classi di capacità d’uso - capability classes).
Tale metodologia richiede innanzitutto la precisazione del tipo di utilizzazione o Land Utilization Type(LUT) che si vuole ottenere e solo dopo aver stabilito lo scopo della valutazione si cominciano a raccogliere i dati per conoscere le caratteristiche del territorio attraverso il rilevamento dei reguisiti.
Questi comprendono caratteristiche del suolo (granulometria, pH, S.O., permeabilità e struttura del suolo, ecc.), del clima (temperatura, piovosità, direzione e intensità del vento) e dei caratteri morfologici (franosità, pendenza, idrologia).
Esistono differenti metodi di classificazione nei procedimenti di land evaluation:
1. analisi delle suscettività d’uso dei suoli, secondo il sistema della land suita-bility classifìcation che si riferisce ad alcune porzioni di territorio, suscettibili di un utilizzo antropico;
2. valutazione dell’attitudine all’irrigabilità dei suoli (land suitability for irriga-tion). Si tratta di un approccio qualitativo e si parla di attitudine in irriguo se per i suoli in valutazione è disponibile l’apporto idrico, di attitudine in non irriguo se non vi è disponibilità d’acqua;
3. analisi delle capacità di uso dei suoli (land capability classifìcation) (2.6) che si realizza suddividendo il territorio in tre livelli: classi, sottoclassi, unità. Le classi sono 8, delle quali le prime 4 comprendono i suoli idonei alle coltivazioni (suoli arabili), mentre le altre 4 rappresentano i suoli non idonei (suoli non arabili). Ciascuna classe può comprendere una o più sottoclassi in funzione del tipo di limitazione d’uso presentata (erosione, eccesso idrico, limitazioni climatiche, limitazioni nella zona di radicamento) e, a loro volta, queste possono essere suddivise in unità (classi) riferite alle particolari condizioni fìsiche del suolo o alle caratteristiche del territorio.
In Tabella 2.5, si riepilogano le 8 classi di potenzialità territoriale che possono essere attribuite alle aree naturali, meglio applicabili se ancora le aree non sono coltivate.
Land suitability classifìcation
La procedura di valutazione dell’attitudine del territorio a una utilizzazione specifica, secondo il metodo della land suitability evaluation ha l’obiettivo di stabilire una classificazione articolata in ordini, classi, sottoclassi e unità (2.7).




Classe
Descrizione
Arabilità
Suoli senza o con modestissime limitazioni o pericoli di erosione, molto profondi,
1    quasi sempre livellati, facilmente lavorabili; sono necessarie pratiche per il
mantenimento della fertilità e della struttura; possibile un’ampia scelta delle colture.

Il
Suoli con modeste limitazioni e modesti pericoli di erosione, moderatamente profondi, pendenze leggere, occasionale erosione o sedimentazione; facile lavorabilità; possono essere necessarie pratiche speciali per la conservazione del suolo e delle potenzialità; ampia scelta delle colture.

III
Suoli con severe limitazioni e con rilevanti rischi per l’erosione, pendenze da moderate a forti, profondità modesta; sono necessarie pratiche speciali per proteggere il suolo dall’erosione; moderata scelta delle colture.

IV
Suoli con limitazioni molto severe e permanenti, notevoli pericoli di erosione se coltivati su pendenze notevoli anche con suoli profondi, o con pendenze moderate ma con suoli poco profondi; scarsa scelta delle colture, e limitata a quelle idonee alla protezione del suolo.

V
Non coltivabili o per pietrosità e rocciosità o per altre limitazioni; pendenze moderate o assenti, leggero pericolo di erosione, utilizzabili con foresta o con pascolo razionalmente gestito.
No
VI
Non idonei alle coltivazioni, moderate limitazioni per il pascolo e la selvicoltura; il pascolo deve essere regolato per non distruggere la copertura vegetale; moderato pericolo di erosione.
No
VII
Limitazioni severe e permanenti, forte pericolo di erosione, pendenze elevate, morfologia accidentata, scarsa profondità, idromorfìa, il bosco o il pascolo da utilizzare con cautela.
No
Vili
Limitazioni molto severe per il pascolo ed il bosco a causa della fortissima pendenza, notevolissimo il pericolo di erosione; eccesso di pietrosità o rocciosità, oppure alta salinità, ecc.
No




2.5 Classi di potenzialità territoriali e loro descrizione in base alla land capability classifìcation.




Classe
Suscettività
Descrizione
SI
Molto adatto (.highly suitable)
Territori senza significative limitazioni per l’applicazione dell’uso proposto o con limitazioni di poca importanza che non riducano significativamente la produttività e i benefìci, o non aumentino i costi previsti. 1 benefìci acquisiti con un determinato uso devono giustificare gli investimenti, senza rischi per le risorse.
S2
Moderatamente adatto (moderately suitable)
Territori con limitazioni moderatamente severe per l’applicazione dell’uso proposto e tali comunque da ridurre la produttività e i benefìci, e da incrementare i costi entro limiti accettabili. 1 territori avranno rese inferiori rispetto a quelle dei territori della classe precedente.
S3
Limitatamente
adatto
(marginally
suitable)
Territori con severe limitazioni per l’uso intensivo prescelto. La produttività e i benefìci saranno così ridotti e gli investimenti richiesti incrementati a tal punto che questi costi saranno solo parzialmente giustificati.
NI
Normalmente non adatto (currently not suitable)
Territori con limitazioni superabili nel tempo, ma che non possono essere corrette con le conoscenze attuali e con costi accettabili.
N2
Permanentemente non adatto (permanently not suitable)
Territori con limitazioni così severe da precludere qualsiasi possibilità d’uso.




2.6 Land capability classifìcation: articolazione dei territori in classi.




Ordine
Suscettività
Descrizione
S
Adatto
(suitable)
Comprende i territori per i quali l’uso considerato produce dei benefìci che giustificano gli investimenti necessari, senza inaccettabili rischi per la conservazione delle risorse naturali.

Non adatto
Comprende i territori con qualità che precludono il tipo d’uso ipotizzato.
N
(not suitable)
La preclusione può essere causata da una impraticabilità tecnica dell’uso proposto o,


più spesso, da fattori economici sfavorevoli.




2.7 Land capability classifìcation: articolazione dei territori in ordini.


2.8 Classi di capacità d’uso del suolo di un determinato territorio (capability class).


2.9 b Classi attitudinali dell’irrigazione di un suolo (land suitability for irrigation).


2.10 c Classi attitudinali della coltivazione a frumento.


2.11 d Classi attitudinali della coltivazione a oliveto.

2.3 Pianificazione territoriale

L’uomo, come tutti gli esseri viventi, ricava dall’ambiente le sostanze che servono al proprio sostentamento, però, a differenza degli altri esseri viventi, attinge all’ambiente non solo come individuo (attraverso il cibo e le bevande), ma anche come società (attraverso le risorse energetiche e materiali). Così facendo influisce a tal punto sul territorio in cui vive e lavora da essere divenuto, al pari degli agenti naturali (vento, acgue, ecc.), un fattore di modellamento geologico in grado di alterare profondamente i precari eguilibri della natura.
La superfìcie disponibile sul nostro pianeta, infatti, non può essere ampliata, ma gli esseri umani che devono spartirsela sono sempre più numerosi e bisognosi di maggiore spazio. Nel corso degli ultimi decenni il nostro spazio vitale ha subito grandi cambiamenti: opere edili, strade, impianti di trasporto turistici, cave di ghiaia, ecc., hanno modificato lo spazio. Anche la campagna è stata profondamente trasformata, ad esempio mediante l’intensificazione dell’agricoltura o la correzione del corso dei fiumi.
Questo rende necessaria una corretta gestione del territorio, che tenga conto dell’aspetto economico, ma anche della salvaguardia dell’ambiente. Per far ciò non basta essere informati sulle risorse disponibili, occorre anche conoscere guali modificazioni si verificheranno a breve e a lungo termine in seguito all’azione svolta oggi dall’uomo.
L’insieme di azioni programmate, volte da una parte ad arginare lo sfruttamento incondizionato delle risorse naturali e dall’altra ad affrontare e risolvere i problemi reali come la scelta dei luoghi più idonei in cui impiantare le attività (agricole, industriali, abitative, ecc.), prende il nome di pianificazione dell’uso del territorio.
Essa armonizza il fabbisogno di spazio, orienta lo sviluppo del territorio e, di conseguenza, determina anche lo stato dell’ambiente. L’inquinamento ambientale, ad esempio, può dipendere anche dalle strutture insediative poiché le nuove costruzioni esercitano un impatto sul territorio e sullo spazio che occupano: trasformano il paesaggio, inguinano il suolo, determinano un incremento del traffico e necessitano di linee elettriche. Ne derivano rumore, inguinamento atmosferico e radiazioni elettromagnetiche.

2.4 Assetto del territorio

L’assetto territoriale è l’insieme degli aspetti fìsici, naturali, antropici, socio-economici del territorio e costituisce attraverso il PAT (Piano di Assetto del Territorio) uno strumento di governo del territorio che, sotto forma di carte topografiche e relazioni tecniche, delinea gli obiettivi e le scelte strategiche necessarie per il mantenimento e la realizzazione di uno sviluppo sostenibile.
I punti principali di un PAT sono guattro:
1. studio sismico (indagine sulla fragilità del suolo);
2. studio di ambiente (indagine ambientale e paesaggistica);
3. studio delle reti abitative, ricettive ed economiche (indagine sul sistema in-sediativo);
4. studio della mobilità (indagine sulle infrastrutture).
Nel 1983 i Ministri europei che si occupavano di gestione territoriale, riuniti in Spagna a Torremolinos, redassero la Carta Europea dell’Assetto del Territorio per perseguire i seguenti obiettivi: miglioramento della gualità di vita, sviluppo socioeconomico eguilibrato delle regioni, gestione responsabile delle risorse naturali e protezione dell’ambiente, utilizzazione razionale del territorio
In essa si recita che Passetto del territorio “ è l’espressione spaziale delle politiche economiche, sociali, culturali ed ecologiche di tutta la società" e "contribuisce ad una migliore organizzazione del territorio europeo ed alla ricerca di soluzioni ai problemi che travalicano il quadro nazionale".
Per questi motivi Passetto del territorio deve essere:
1. democratico, cioè realizzato con la partecipazione delle popolazioni interessate e dei loro rappresentanti politici;
2. globale, in grado cioè, di assicurare il coordinamento e l’integrazione delle varie politiche settoriali;
3. funzionale, tenendo conto di culture e interessi regionali anche attraverso le frontiere amministrative e territoriali;
4. dotato di capacità anticipatrici del futuro, in modo da analizzare gli sviluppi a lungo termine dei fenomeni e degli interventi economici, ecologici, sociali, culturali e ambientali.
La realizzazione dell’assetto del territorio è essenzialmente un compito politico e poiché le decisioni vengono prese a vari livelli (locale, regionale, nazionale ed europeo), nell’operare si deve tener conto delle misure prese e previste sia a livello inferiore che superiore.

Principi di assetto del territorio

I principi che ispirano le moderne teorie della pianificazione seguono linee progettuali coerenti con i principi di sviluppo sostenibile e di tutela dell’ambiente e tengono conto dei possibili rischi geologici e ambientali che ne potrebbero conseguire (2.12). Le linee fondamentali dell’assetto del territorio poggiano su alcuni principi come il principio di sostenibilità, il principio di prevenzione e il principio di precauzione.
Al principio di sostenibilità si ispirano le direttive europee in materia di ambiente e di protezione delle risorse naturali come suolo, aria e acqua che vanno tutelate e rigenerate ai fini della sicurezza, della qualità della vita e dello sviluppo per le attuali e le future generazioni. Alla base delle politiche territoriali deve esserci, inoltre, la piena consapevolezza della complessità delle interdipendenze che legano la tutela ambientale e la pianificazione territoriale.
Ad esempio la gestione di un parco nazionale, pur se affidata a un Ente specifico e da questo attuata, non può prescindere dalle politiche urbanistiche, economiche e sociali relative al territorio in cui il parco è posto.
Ancor più risultano evidenti le connessioni a scala locale, ma anche regionale, interregionale ecc., che si manifestano in modo anche drammatico in occasione dei grandi eventi alluvionali o franosi.
Il principio di prevenzione consiste nel mettere in pratica tutte quelle opere che possono ritardare il più possibile il dissesto e in alcuni casi anche impedirlo. Per esempio, per una corretta sistemazione idrogeologica del suolo si può intervenire per rallentare la penetrazione dell’acqua nel terreno, favorendone il drenaggio; si possono costruire muri di sostegno, gabbioni, massicciate o graticci, in grado di frenare i movimenti del suolo.
Per la prevenzione del dissesto ha grande importanza l’intervento di rimboschimento e di difesa del verde: un versante spoglio di vegetazione è più instabile rispetto a uno coperto da un fìtto bosco. Nel passato l’uomo ha spesso distrutto i boschi per procurarsi il legname necessario alle sue attività, e si può affermare sicuramente che questo ha accelerato enormemente, se non addirittura provocato, fenomeni di dissesto.
Le radici delle piante trattengono il terreno, limitandone i movimenti; inoltre trattengono anche gran parte delle acque meteoriche, altrimenti libere di scorrere a velocità elevata sulla superfìcie e, quindi, fortemente erosive.
Il principio di precauzione non è un metodo di ricerca né un principio scientifico, ma uno strumento politico di gestione del rischio e si applica non a pericoli già identificati, ma a pericoli potenziali, di cui non si ha ancora conoscenza.
È lo stesso principio che suggerisce di limitare la velocità di un’auto per prevenire incidenti gravi. Ogni decisione sulla gestione del territorio deve essere presa con la maggior sicurezza possibile nel modo più prudente tra quelli possibili, limitando gli interventi sul territorio a quelle azioni delle quali si possono ragionevolmente prevedere effetti non distruttivi.


2.12 Cartografia relativa al piano dei vincoli e della pianificazione territoriale, con relativa legenda esplicativa degli elementi vincolanti le azioni di intervento sul territorio.

Approfondimento

La Carta Europea del Turismo Sostenibile per le aree protette

La Carta Europea per il Turismo Sostenibile nelle aree protette (CETS) è uno strumento metodologico, con relativa certificazione, che permette una migliore gestione delle aree protette in armonia con lo sviluppo del turismo sostenibile.
L'elemento centrale della Carta è la collaborazione tra tutte le parti interessate a sviluppare una strategia comune e un piano d'azione per lo sviluppo turistico, sulla base di un'analisi approfondita della situazione locale. L'obiettivo è la tutela del patrimonio naturale e culturale e il continuo miglioramento della gestione del turismo nell'area protetta a favore dell'ambiente, della popolazione locale, delle imprese e dei visitatori.
La CETS prende spunto dalle raccomandazioni stilate nello studio di EUROPARC del 1993, dal titolo LovingThem to Death Sustainable Tourism in Europe's Nature and National Parks, e rispecchia le priorità mondiali ed europee espresse dalle raccomandazioni dell'Agenda 21, adottate durante il Summit della Terra a Rio nel 1992 e dal 6° programma comunitario di azioni per lo sviluppo sostenibile. La Carta è una delle priorità per i parchi europei definite nel programma d'azione dell'UICN Parks for Life (1994).
Inoltre, l'importanza crescente di uno sviluppo turistico sostenibile, come tema d'interesse internazionale, è stata sottolineata dalle Linee guida per il Turismo Sostenibile Internazionale della Convenzione sulla Diversità Biologica.
La Carta affronta direttamente i principi di queste linee guida e fornisce uno strumento pratico per la loro implementazione nelle aree protette a livello locale. La CETS è coordinata da EUROPARC Fede-ration, che, col supporto delle sezioni nazionali della federazione (come Federparchi-Europarc Italia), gestisce la procedura di conferimento della Carta alle aree protette e coordina la rete delle aree certificate.
Federparchi-Europarc Italia, in qualità di sezione nazionale di Europarc Federation e in considerazione dell'alta valenza turistica dei parchi italiani, è significati vamente impegnata nella diffusione della CETS e ha avviato la costruzione di una rete tra tutti i soggetti che la applicano o intendono applicarla, stipulando anche a questo fine vari accordi tesi a promuovere occasioni di approfondimento e confronto tecnico-scientifico sui temi dello sviluppo economico e della sostenibilità turistica. Accordi specifici sono stati realizzati o sono in corso di definizione con alcune Regioni italiane per la diffusione e l'applicazione della CETS nelle aree protette regionali.

Obiettivi fondanti della Carta
• Migliorare la conoscenza ed il sostegno alle Aree Protette d'Europa, soggetti fondamentali del nostro patrimonio, che devono poter essere preservati e tutelati per le presenti e future generazioni.
• Migliorare lo sviluppo sostenibile e la gestione di un turismo nelle aree protette che tenga conto delle necessità dell’ambiente, delle comunità locali, delle attività imprenditoriali locali e dei visitatori.

I principi della Carta
La CETS è basata su IO principi, che tutti i partecipanti sottoscrivono.
1. Lavorare in partnership: coinvolgere tutti coloro che sono implicati nel settore turistico dell'area protetta, per il suo sviluppo e la sua gestione.
2. Predisporre e rendere effettiva una strategia per il turismo sostenibile e un piano d'azione per l'area protetta con la responsabilità di tutti gli attori coinvolti.
3. Tutelare e migliorare il patrimonio naturale e culturale: proteggere le risorse da un turismo sconsiderato e ad alto impatto.
4. Garantire ai visitatori un elevato livello di qualità in tutte le fasi della loro visita.
5. Comunicare efficacemente ai visitatori le caratteristiche proprie e uniche dell'area.
6. Incoraggiare un turismo legato a specifici prodotti che aiutino a conoscere e scoprire il territorio locale.
7. Migliorare la conoscenza, formazione: potenziare la conoscenza dell'area protetta e dei temi della sostenibilità tra tutti gli attori coinvolti nel settore turistico.
8. Assicurare che il sostegno al turismo non comporti costi per la qualità della vita delle comunità locali residenti.
9. Accrescere i benefìci provenienti dal turismo per l'economia locale.
10. Monitorare i flussi di visitatori indirizzandoli verso una riduzione degli impatti negativi.

RIASSUMENDO

• Il territorio è un sistema complesso caratterizzato da rapporti e interrelazioni fra la società insediata e il suolo, la terra, l’ambiente fìsico, l’architettura, le infrastrutture, l’ecosistema e il mondo biologico.
• L’attitudine di un territorio è la predisposizione a erogare particolari beni o servizi e viene valutata con la metodologia della land evaluation (valutazione del territorio) per mezzo di differenti procedimenti: analisi delle suscettività d’uso dei suoli, valutazione dell’attitudine all’irrigabilità dei suoli, analisi delle capacità di uso dei suoli. In questo ultimo caso il territorio viene suddiviso in 8 classi, ciascuna delle quali distinta in sottoclassi a loro volta divise in unità.
• E sempre più necessaria una corretta gestione del territorio che tenga conto dell’aspetto economico e della salvaguardia dell’ambiente. Si chiama pianificazione dell’uso del territorio l’insieme di azioni programmate, volte ad arginare lo sfruttamento incondizionato delle risorse naturali e ad affrontare e risolvere problemi reali come la scelta dei luoghi più idonei in cui impiantare le attività (agricole, industriali, abitative, ecc.).
• L’insieme degli aspetti fìsici, naturali,antropici, socio-economici del territorio prende il nome di assetto territoriale ed è stata formulata la Carta Europea dell’Assetto del Territorio per perseguirne l’utilizzazione razionale, il miglioramento della qualità di vita, uno sviluppo socioeconomico equilibrato delle regioni, la gestione responsabile delle risorse naturali e la protezione dell’ambiente. Le linee fondamentali dell’assetto del territorio poggiano sul principio di sostenibilità e sui principi di prevenzione e di precauzione.

SUMMING UP

• The concept of territory is a complex System characterized by connections and interconnections among the settled society and the soil, the earth, the physical environment, architecture, facilities, ecosystems and the biological world.
A territory attitude is the arrangement organized to supply special assets or Services. It is evaluated with the land evaluation method through different procedures, such as thè soil use analysis, the soil irrigability evaluation and the soil use skill analysis.With this last method, the territory is divided into 8 categories and each of them is subdivided in subcategories which in turn are divided in units.
• A suitable territory management is more and more necessary and it has to take into account the economic factor and the environment protection. Such body of planned actions is called territorial use planning and these actions are aimed to limit the unconditional exploitation of natural resources and solve real problems such as the choice of suitable places where different activities (either rural, industrial and residential) can be settled.
• Physical, natural, human and socio-economic aspects set up the territorial arrangement and a European Chart for territorial arrangement has been settled with the purpose of a rational use, a life quality improvement, a balanced socio-economic development of the different areas, a responsible management of natural resources and environmental protection. Its main criteria are linked to the sustainability, prevention and precaution principles.

GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE
GESTIONE E VALORIZZAZIONE AGROTERRITORIALE