Volume 2

AUTO A METANO: COSTANO MOLTO, MA NON AVVELENANO L'ARIA Città dall aria pulita, dove i veleni ambientali non esistono. Utopia? Obiettivo irraggiungibile? Per il momento parrebbe proprio di sì, dal momento che per tamponare una situazione spesso particolarmente grave si continua a ricorrere alle targhe alterne, piuttosto che a blocchi totali della circolazione automobilistica. Se la cosiddetta emissione zero può essere garantita dalle vetture elettriche, che però hanno evidenziato numerosi problemi, o meglio ancora da quelle a idrogeno che sono ancora però in fase sperimentale, attualmente l unica via percorribile per ridurre drasticamente l inquinamento dell aria è quella delle auto a metano, seguite nell ordine da quelle alimentate da Gpl, gasolio ecologico, benzina. I vantaggi del metano sono notevoli: intanto le scorte, che sono garantite per i prossimi cento anni; la riduzione dell anidride carbonica ( 25%), solo il 6% di tracce di benzene e addirittura il 4% per quanto riguarda gli idrocarburi, per non parlare delle micropolveri cancerogene, presenti in percentuali considerate insignificanti . Anche i costi sono vantaggiosi: un kg di metano costa circa 0,67, pari a 0,47 per litro, senza dimenticare la resa relativa al consumo (14-16 km/litro), la possibilità di mantenere più pulito il motore e quella, a differenza delle auto alimentate a Gpl, di poter essere parcheggiate ovunque. Purtroppo, però, una rete distributiva ancora carente e soprattutto una potenza del motore ridotta in media del 20% rispetto alla benzina, rappresentano gli elementi che hanno in gran parte Impianto gas metano frenato il successo delle auto alimentate a metano: basti pensare che solo l 1% della totalità delle vetture oggi su strada nel nostro Paese va a metano. A questo bisogna aggiungere inoltre i costi delle automobili, ben più care di quelle a benzina. Fattori penalizzanti, è vero, che devono invece trovare una diversa e rapida soluzione se vogliamo aspirare a un aria più pulita. BIODIESEL, UNA CARTA VINCENTE Viene prodotto utilizzando l olio di soia, di girasole, di colza (vedi immagine), di arachidi e di altre piante. Ma anche riciclando gli oli alimentari usati e i grassi animali. Stiamo parlando del Biodiesel, una realtà che oggi vede in Europa sempre più automobilisti farne uso per alimentare le proprie vetture, per un volume complessivo di consumi che ha superato da tempo le 200 mila tonnellate. Sorprendente l aumento registrato nei consumi di questo carburante vegetale durante gli ultimi dieci anni: si è passati infatti da 5000 tonnellate dei primi anni Novanta, alle 800 mila di questi ultimi tempi. La composizione chimica del Biodiesel è data dagli esteri mono- alchilici ottenuti attraverso un processo di transesterificazione degli oli. In pratica, in via preliminare essi vengono filtrati e trattati con alcali per favorire la rimozione degli acidi grassi. Il prodotto che ne deriva, ricco di trigliceridi, viene indotto a reagire con un alcol (in genere il metanolo) in presenza di un catalizzatore (di norma l idrossido di sodio o di potassio). A questo punto si ottengono gli esteri metilici, cioè il Biodiesel, e altri co-prodotti come la glicerina. Rispetto al gasolio convenzionale, il Biodiesel garantisce proprietà fisiche e chimiche praticamente analoghe, con il vantaggio di assicurare un più basso livello di tossicità, migliore biodegradabilità e l assenza nelle emissioni di composti dello zolfo e degli idrocarburi incombusti. Per quanto riguarda il potere energetico, questo carburante vegetale ha evidenziato una potenza di poco inferiore al gasolio tradizionale, ma un numero più elevato di metano e una maggiore viscosità, che garantiscono, entrambi, una lunga vita al motore. 21

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CORSO DI CHIMICA MODULARE