LAB Procedimento: 1. si mette una piccola porzione della sostanza da analizzare su un vetrino d orologio; 2. si inumidisce la sostanza con alcune gocce di acido cloridrico concentrato (HCl) in modo che si formino i cloruri della sostanza in esame (i cloruri sono più volatili); 3. si appoggia sulla sostanza l estremità di un filo di acciaio inossidabile, pulito e inumidito con acido cloridrico; 4. si porta la porzione di sostanza rimasta aderente all estremità del filo sulla fiamma ossidante del becco Bunsen. La fiamma, a contatto dei sali (cloruri) dei seguenti elementi, assume queste colorazioni: - verde smeraldo: RAME (Cu) - verde gialla: BARIO (Ba) - rosso mattone, a sprazzi: CALCIO (Ca) - rosso cardinale: LITIO (Li) - violetta: POTASSIO (K) se nella sostanza sono presenti sali di sodio, la fiamma gialla di questo elemento copre quella violetta del K. In tal caso si deve osservare la fiamma attraverso un vetro azzurro al cobalto che assorbe le radiazioni gialle del sodio - gialla: SODIO (Na). Il colore giallo della fiamma scompare se viene osservata attraverso un vetro azzurro al cobalto. N.B. Per allontanare le incrostazioni che si formano sul filo, occorre immergerlo in acido cloridrico e arroventarlo sulla fiamma. Questa esperienza mette in evidenza come l energia posseduta dagli elettroni sia quantizzata (Unità 3). Lab Figura 3.1. Becco Bunsen. ABBIAMO APPRESO 1) Che per poter spiegare le caratteristiche dell atomo si deve prendere in considerazione l energia degli elettroni. 2) Che il modello atomico proposto da Rutherford. (in scala infinitesimale un sistema planetario) presenta alcune lacune. 3) Che nel 1913 Bohr sviluppò il concetto di atomo quantizzato, cioè della quantizzazione dell energia degli elettroni e che l elettrone descrive orbite circolari intorno al nucleo (postulati di Bohr). 4) Che quando si riscalda un metallo sulla fiamma si ha emissione di luce visibile (spettro di colori). 5) Che in seguito gli scienziati scartarono in parte il modello atomico di Bohr per passare al concetto di orbitale e al moto ondulatorio dell elettrone. 6) Che nel 1924 Broglie ipotizzò che gli elettroni possono avere alcune proprietà delle onde. Memo 7) Che per poter spiegare il moto degli elettroni negli orbitali, nel 1920, venne sviluppata una nuova disciplina denominata meccanica quantistica. 8) Che gli elettroni posseggono solo determinati livelli di energia, per questo motivo l atomo non si annichila. 9) Che le caratteristiche degli elettroni possono essere descritte dai numeri quantici. 10) Che il metodo più semplice per descrivere la distribuzione degli elettroni di un atomo è di rappresentare la sua configurazione elettronica. 11) Che per rappresentare meglio la configurazione elettronica sì può ricorrere all uso dei diagrammi orbitali, (Regola di Hund). 67
Volume 1
CORSO DI CHIMICA MODULARE