Fungicidi di sintesi
Piuttosto che una elencazione dei fungicidi per famiglie chimiche, riteniamo preferibile una presentazione in funzione della modalità di azione della molecola attiva, classificazione particolarmente utile in relazione all’insorgenza di resistenza nei patogeni. Tra quelli a basso rischio di resistenza e non resistenza incrociata (ossia verso una diversa molecola, ma che agisce in modo analogo), ci sono i fungicidi realizzati a partire dagli anni ’50 del Novecento che sono multisito (agiscono su diversi punti del metabolismo fungino), i quali tuttavia sono stati ormai quasi completamente ritirati (es. ditiocarbammati) [ 37 a pag. seguente]. Gli altri sono collocati in gruppi MoA (Mode of Action) dalla A alla G in base al meccanismo di azione sulla cellula fungina. Gruppo A Interferiscono nella biosintesi degli acidi nucleici. Sono a elevato o medio rischio di resistenza. Comprendono molecole sistemiche come il Metalaxil (un antiperonosporico), e citotropiche-translaminari come il Bupirimate (un antioidico).
Gruppo B Sono inibitori della divisione cellulare. I primi fungicidi ad arrivare sul mercato negli anni ’60 del secolo scorso furono i benzimidazolici che segnarono una nuova prospettiva di difesa anticrittogamica avendo capacità preventiva, curativa ed eradicante a motivo della loro ottima sistemicità. Quasi tutte le molecole di tale famiglia sono state revocate, ma si può citare il tiabendazolo (usato in post-raccolta). A questo gruppo si sono aggiunte di recente nuove molecole di diversa famiglia chimica: zoxamide (impiegata contro le peronospore e particolarmente indicata su vite specie nelle fasi più critiche per l’infezione per la sua affinità con le cere); fluopicolide (dotata di interessanti caratteristiche tecniche e anch’essa utilizzata in viticoltura in particolare per la protezione del grappolo).
Gruppo C Si tratta di molecole che agiscono in vari modi sulla catena respiratoria e, in genere, presentano un rischio di resistenza medio o alto, in particolare quelle monosito (cioè su uno specifico passaggio biochimico di una sequenza metabolica), come la famiglia delle strobilurine, dette anche QoI, cioè inibitori del sito enzimatico Qo (che si trova nei mitocondri, gli organelli cellulari deputati alla respirazione), e in natura si trovano in funghi come lo Strobilurus tenacellus [ 38 ]. Sono molecole ad ampio spettro di azione, ma si consiglia di utilizzarle in abbinamento o alternanza a fungicidi a diverso MoA.
Gruppo D Comprende gli inibitori della sintesi degli amminoacidi e si tratta di molecole a rischio medio di resistenza. Una molecola rappresentativa è il Cyprodinil, specifico contro ticchiolatura del melo e moniliosi, combinato anche con Fludioxonil come antibotritico.
Gruppo E Comprende molecole a basso-medio rischio di resistenza, come il succitato Fludioxonil, che inibisce i processi di trasporto nelle membrane provocando l’arresto della crescita della cellula fungina, o come il Quinoxyfen, un antioidico, il cui meccanismo di azione non è ancora ben conosciuto.
Gruppo F In questo gruppo sono inseriti i fungicidi inibitori della sintesi dei lipidi e delle membrane cellulari. Sono a basso-medio rischio e comprendono molecole designate come CAA (cioè appartenenti alla famiglia chimica Carboxylid Acid Amide), alcune già da tempo in commercio, come il Dimetomorf o anche l’Iprovalicarb, ma anche di recenti come il Mandipropineb; essendo almeno parzialmente sistemiche, vengono solitamente abbinate a un fungicida di copertura specialmente in viticoltura.
Gruppo G Sono compresi quei fungicidi che inibiscono la biosintesi degli ergosteroli della membrana cellulare e designati con l’acronimo IBE. Questo gruppo annovera parecchie molecole afferenti a diverse famiglie chimiche, come i triazoli (Difenoconazolo, Tebuconazolo, ecc.), tutti dotati di sistemia e a largo spettro fungicida, o molecole più recenti quali Spiroxamina e Fenexamide (antimuffa).
Sito sconosciuto Di alcuni prodotti in commercio non è conosciuto il meccanismo di azione. Tra essi menzioniamo il Fosetyl-Al, che ha ottime proprietà sistemiche: è un promotore delle difese delle piante ed è ritenuto è in grado di svolgere un’azione fungicida. Il Metafrenone è una molecola di recente introduzione autorizzata per l’oidio della vite e sembra essere a basso rischio di resistenza incrociata. Di questo gruppo fa al momento ancora parte la Dodina, di cui curiosamente non è chiarito il meccanismo di azione (si pensa agisca sulla membrana cellulare con modalità multisito) pur essendo invece una vecchia molecola e ampiamente impiegata per la sua indubbia efficacia.
Fungicidi microbiologici I preparati a base di microrganismi appartengono a funghi e batteri in grado di esercitare un’azione antagonista verso funghi patogeni, in modo diretto e/o per competizione, sottraendo spazio ed elementi nutritivi. Ampelomyces quisqualis ad esempio è un fungo che parassitizza le ife degli oidi; un’attività simile è anche quella di Coniothyrium minitans (valido contro diverse specie di Sclerotinie). Invece Trichoderma spp. svolge un’azione competitiva e trova impiego con modalità preventiva nei confronti di molte specie di funghi tellurici. Due sono i batteri utilizzati: Bacillus subtilis, che è un batterio ubiquitario ma di cui sono stati selezionati ceppi che agiscono contro patogeni fungini e batterici, in modo competitivo, ma anche diretto, mediante la secrezione di enzimi (si assume con una modalità di azione simile a quelle delle molecole di sintesi del Gruppo F); Streptomyces griseoviridis, impiegato contro patogeni del terreno in quanto è in grado di colonizzare rapidamente l’apparato radicale delle piante impedendo così l’attacco di microrganismi fungini.