uti ta one a cidi. ti d ed rol Le avversità, riconoscimento e controllo 1 359 Capitolo 11 Guida alle avversità e al loro riconoscimento Nei capitoli precedenti abbiamo introdotto sia i concetti di malattia e di danno, sia le nozioni di base della fitopatologia prendendo in considerazione gli aspetti generali dei gruppi di organismi (entro i quali vi sono quelli nocivi alle piante) e inquadrando anche i mezzi e i criteri di difesa delle colture. Vediamo ora come ci si può orientare per il riconoscimento delle principali avversità delle piante e come vengono applicate in concreto alcune tra le più moderne strategie di lotta. L individuazione di ciò che ha causato l avversità prende il nome di diagnosi per le malattie propriamente dette, sia quelle di natura infettiva (cioè causate da un organismo patogeno) sia quelle di natura abiotica, mentre è di uso corrente il termine identificazione quando si tratta di stabilire la specie di un fitofago, cioè di un artropode che vive a spese delle piante. fondamentale fare una considerazione di ordine generale prima di procedere: un importante aiuto nel riconoscimento delle avversità di natura biotica è rappresentato dal fatto che la stragrande maggioranza di specie, sia di patogeni sia di fitofagi, ha una propria gamma di ospiti e in certi casi la specializzazione si riduce a pochissimi, o a un solo ospite (es. la fillossera della vite che è strettamente legata alla vite); perciò nel ragionamento diagnostico o identificativo in primo luogo si concentrerà l attenzione (aiutandosi ovviamente con un manuale utile a questo scopo) solo sugli agenti di malattia/danno compresi tra quelli della matrice vegetale in esame. Intanto, come prima regola, è sempre bene avere una chiara idea dell aspetto di una pianta sana prima prendere in esame la non-sana (l ottimale sarebbe il confronto in campo); inoltre è importante avere informazioni circa la modalità di comparsa, l evoluzione dei sintomi e la gestione della pianta/coltura. In seguito, in base ai segni esteriori di alterazione che quest ultima manifesta all occhio, sia nudo sia armato di una semplice lente di ingrandimento, è possibile distinguere nella maggioranza dei casi più comuni, grazie anche all esperienza e allo studio: un danno provocato da un agente meteorico; un danno provocato da agente chimico; una fisiopatia, cioè una malattia abiotica dove la sofferenza è causata da disordini fisiologi conseguenti a squilibri o stress di vario tipo; una malattia provocata da virus (e da microrganismi virus-simili); una malattia provocata da crittogama (batteri e funghi); un danno provocato da fitofago. Qui di seguito cercheremo di fornire i criteri guida per operare possibilmente una prima discriminazione nel riconoscimento dei sintomi ({ A 32). 0190.Parte2_Cap_11.indd 359 Malattie e danni non parassitari AGENTI METEORICI I danni da agente meteorico violento, come grandine, fulmine, vento, grosse nevicate, provocano traumi solitamente molto rilevanti come lacerazioni fogliari, lesioni diffuse, squarci, spaccature e stroncamenti: dunque in genere è la imponenza del quadro sintomatologico, sulla singola pianta e/o sul complesso della coltura in campo (es. in caso di grandine), a orientare la diagnosi. I danni da avversità meteoriche non traumatiche, come l eccesso di pioggia, possono condurre sia ad alterazioni piuttosto marcate, come spacchi e screpolature in conseguenza di una stato di asfissia radicale, sia a sintomi assimilabili a quelli delle fisiopatie più avanti riportate (come conseguenza ad esempio del dilavamento del terreno). I danni da eccessi di luce/calore presentano una sintomatologia non necessariamente comune, in qualche caso assolutamente caratteristica, come la vitrescenza delle mele, in altri ascrivibile alle fisiopatie, come la melata non parassitaria; nei colpi di sole sui frutti i sintomi compaiono tipicamente sul lato di maggior esposizione solare. AGENTI CHIMICI Gli inquinanti atmosferici o del terreno provocano sintomi anche molto vari, non di rado con una quadro raffrontabile per diversi aspetti a quello delle fisiopatie; quindi non è possibile fornire una chiave discriminatoria. Quelli causati da prodotti fitosanitari, segnatamente da insetticidi e fungicidi per eccesso di dosaggio, variazione delle condizioni ambientali, sensibilità della pianta, ecc., presentano manifestazioni patologiche molto evidenti che spesso insorgono a distanza di poco tempo dal trattamento sotto forma di ustioni e maculature fogliari, scabrosità sulla superficie dei frutti, flussi gommosi dai rami; dunque, volendo creare un criterio anche per questa categoria, dovremmo dire diagnosi per esclusione su sintomatologia appariscente. Invece i diserbanti generalmente agiscono sul metabolismo della pianta, provocando anche alterazioni morfologiche abnormi e quindi il rilevamento di sintomi siffatti può servire da guida diagnostica. FISIOPATIE Le sofferenze dovute a disordini fisiologici, dunque di natura abiotica, che in patologia vegetale sono definite fisiopatie, hanno quadri alquanto diversificati in dipendenza da ciò che ha provocato la situazione di stress o di disfunzione e quindi non si prestano a essere inquadrate in un profilo diagnostico comune. Comunque un criterio guida che può risultare utile è osservare la distribuzione dei sintomi sulla pianta. Ora un buon numero di fisiopatie, ad esempio quelle dovute a insufficienza idrica, alla carenza di luce, a sfavorevoli condizioni nutrizionali e/o fisiche del terreno 26/02/21 16:52