Parte 2 260 Agroambiente, Produzioni vegetali e Difesa delle colture I suffissi per la nomenclatura per i primi due taxa sono analoghi a quelli tradizionali: virales per l ordine, viridae per la famiglia, mentre il nome del genere termina sempre con -virus. Il nome è sempre accompagnato dalla sintomatologia più caratteristica: nell uso più corrente (validato dall ICTV nel 1990) è espresso in lingua inglese; è solitamente sintetizzato come acronimo e inoltre non è accompagnato da quello del genere. La radice dei nomi assegnati ai generi ordinariamente è la contrazione del nome della specie più rappresentativa; altre volte trae origine dall aspetto morfologico o, ancora, può derivare dall ospite principale o anche da specifiche caratteristiche epidemiologiche. Ad esempio: il virus che provoca decolorazioni a mosaico su cetriolo in inglese si identifica come: Cucumber mosaic virus , che è nome di specie con acronimo (CMV) e forma la radice del nome del genere Cucumovirus [ 10 , 11 ]. L inquadramento sistematico dei viroidi è limitato ai taxa della famiglia, del genere, della specie. Anche qui la desinenza per la famiglia è -idae, mentre per il genere è -viroid; infine per la specie il nome in inglese termina in -viroid con il consueto acronimo. Ad esempio CCCVd = Coconut cadang-cadang viroid, da cui deriva anche il nome assegnato al genere, ottenuto per abbreviazione, che fa Cocadviroid. I fitoplasmi che tempo addietro erano ancora considerati dei virus (1960-70), dal punto di vista tassonomico sono oggi assegnati alla classe dei Mollicutes: questo gruppo, peraltro piuttosto eterogeneo, comprende entità saprofite e patogene per gli animali e anche per l uomo. Attualmente non tutte le specie sono assegnate a un genere e alcune lo sono solo in via provvisoria. Il nome della specie deriva abitualmente da quello della pianta ospite principale oppure dalla pianta in cui il virus fu identificato per la prima volta. Dal punto di vista della nomenclatura è stato introdotto, come si è gia accennato, il termine di Candidatus Phytoplasma (Ca. P.) per individuare una unità assimilabile al genere, cui segue una declinazione di specie: ad esempio Ca. P. vitis, agente della flavescenza dorata della vite. Inquadramento tassonomico Classificare i virus è compito del Comitato Internazionale per la Tassonomia dei Virus (ICTV), che si serve sostanzialmente di otto criteri, di tipo morfologico-strutturale, immunologico, fisico-chimico, sintomatologico-patologicoepidemiologico: in realtà, a causa delle differenze tra virus dei vegetali e virus degli animali, un inquadramento tassonomico condiviso si è realizzato solo in tempi recenti. Le famiglie di fitovirus attualmente riconosciute sono 20 e comprendono una novantina di generi diversi (un alta decina di generi risultano non classificati in famiglie); le unità tassonomiche possono essere anche ordinate prendendo a riferimento il tipo di acido nucleico di cui è costituito il genoma, cioè a DNA oppure a RNA, e anche se è a singolo filamento (ss = single stranded) o a doppio filamento (ds = double stranded). La sistematica dei virus prevede i seguenti taxa: ordine; famiglia; genere; specie. a c b 10 Esempi di CMV, Cucumber mosaic virus (mosaico del cetriolo) su: (a) pomodoro; (b) valeriana; (c) zucchino. GLOSSARY LIBRO DIGITALE Classificazione di viroidi e fitoplasmi 0150.Parte2_Cap_07.indd 260 Inquadramento tassonomico Taxonomic classification Sistematica dei virus Virus taxonomy 26/02/21 17:01