Le piante e le avversità Stress idrici Queste alterazioni possono essere causate sia da carenze sia da eccessi idrici. Una carenza graduale su una pianta agraria mesofita la induce a trasformarsi in senso xerofitico: la taglia diminuisce, le cellule rimangono più piccole e mostrano pareti più robuste, aumenta la pelosità e si ispessisce la cuticola. La carenza improvvisa provoca l appassimento che, se prolungato, diventa irreversibile (avvizzimento); tipicamente nell appassimento le foglie si deformano a doccia ripiegandosi verso il basso (epinastia) e a seccare per prime sono le parti più vecchie e quelle in cui la traspirazione è più intensa (margini fogliari). Nei fruttiferi l insufficiente apporto di acqua determina una scarsa differenziazione delle gemme a fiore, i fiori risultano piccoli e poco colorati e tendono a cadere prematuramente, così come i frutticini, che peraltro non si accrescono regolarmente. Nelle annate asciutte il frumento e i cereali possono andare incontro al cosiddetto fenomeno della stretta, con sterilità parziale o totale dell infiorescenza oppure formazione di cariossidi striminzite, povere di amido. Per comodità espositiva distingueremo gli effetti degli eccessi idrici in rapporto al terreno e all atmosfera, anche se nella realtà le due situazioni sono frequentemente contestuali. Nel terreno un eccesso di acqua porta a condizioni di asfissia che alterano la fisiologia delle radici, le quali in scarsità di ossigeno assorbono con difficoltà i soluti, per cui si hanno fenomeni di carenza nutrizionale indotta. Nelle piante arboree l asfissia radicale provoca una diminuzione delle reazioni difensive, con conseguente facilità di insediamento di agenti di marciumi radicali. Gli eccessi idrici nell aria causano essenzialmente un aumento del turgore cellulare. Su frutti, fusti erbacei e organi in via di lignificazione, come i tralci di vite, tale aumento può arrivare fino allo scoppio delle cellule e gli esiti finali sono le 52 Il marciume apicale si manifesta con una macchia livida all apice della bacca, in corrispondenza dello stilo, con appiattimento della parte interessata che finisce con l imbrunire ed essere poi sede di marciumi secondari. L insorgenza della malattia è favorita da elevata evapo-traspirazione in terreni soggetti a sbalzi idrici; inoltre risulta determinante la carenza di calcio. Il contenimento di questa avversità si attua con una corretta gestione colturale, scelta delle cultivar, concimazioni oculate; possono tornare utili interventi con cloruro di calcio. 0140.Parte2_Cap_06.indd 245 245 Capitolo 6 spaccature; su foglie e baccelli le pustole molli, biancastre e poi tuberose, sono un tipico sintomo da eccesso. Fisiopatie complesse, legate a squilibri idrici, sono esemplificate dal marciume apicale del pomodoro [ 52 ] e anche dalla butteratura amara delle mele [ 53 ]. Stress termici Gli sbalzi termici, l eccessivo calore e il gelo sono causa di alterazioni anche letali per le piante [ 54 ]. 53 La butteratura amara è una fisiopatia tipica del melo, più raramente del pero, e può manifestarsi sia in campo sia durante la conservazione dei frutti. Consiste nella formazione di masserelle globose di tessuto imbrunito, asciutto, sottoepidermico, di sapore amarognolo; le tacche sono generalmente concentrate attorno alla zona calicina. Vi sono cultivar particolarmente sensibili (es. Renetta, Stark, Delicious): tendenzialmente risultano più sensibili le piante giovani o potate troppo energicamente o che hanno ricevuto eccessivi apporti azotati. Può essere prevenuta con trattamenti a base di cloruro di calcio. Un alterazione ad eziologia similare è la plara, la cui sintomatologia è rappresentata da macchie depresse localizzate in corrispondenza delle lenticelle dell epidermide dei frutti. Piante Temperatura letale (°C) Piante tropicali (Tradescantia, Episcia, Gloxinia; pomodoro, fagiolo, tabacco dopo lunghi periodi) Patata, fagiolo, dalia, foglie di molte latifoglie in primavera Latifoglie, molte erbacee Molti alberi a vegetazione precoce; sempreverdi mediterranei Molti sempreverdi Diverse erbe semi-sempreverdi Latifoglie resistenti Erbe ibernanti come Stellaria, Belis, Urtica Sempreverdi della zona temperata (Helleborus, Globularia, Erica) Virica, Buxus, Viscum, Rhododendron, Calluna, Empetrum, Abies Arctostaphylos, Jumiperus nana, Pinus mugo, P. cembra, Picea excelsa Pinus pumila, Juniperus siberiana sopra 0 attorno a 0 2 a 4 5 a 6 8 a 10 10 a 15 15 a 20 20 a 30 20 a 40 sotto 40 54 Resistenza al gelo nelle foglie di alcune specie vegetali. Gemme e cambio sono più resistenti, mentre fiori e giovani germogli sono più sensibili. 26/02/21 17:03