Metodica diagnostica

Le piante e le avversità Metodica diagnostica Lo scopo generale della diagnosi è quello di arrivare a una descrizione quanto più precisa e completa della malattia; essa perciò si fonda sull analisi di tutti quegli elementi che caratterizzano lo stato di malattia, i più accessibili dei quali sono rappresentati dai sintomi. La metodica diagnostica prevede pertanto una serie di indagini che completano la discussione sui sintomi o diagnosi sintomatica. Preliminarmente occorre valutare se i segni osservati siano effettivamente espressione di uno stato patologico. Una colorazione o una modificazione della forma che sono manifestazioni di malattia in una specie botanica possono non esserlo in altre; viceversa, alterazioni lievi o iniziali possono passare inosservate. In generale è sempre preferibile confrontare la pianta sotto giudizio con esemplari sani che si trovino nella stessa fase fenologica e nelle stesse condizioni di coltivazione. Il confronto implica tendenzialmente il sopralluogo in campo alla ricerca di altri indizi o conferme. La diagnosi si propone in ogni caso di giungere all accertamento del/degli agente/i eziologico/i attraverso opportune indagini, generalmente eseguite sui tessuti della pianta, che prendono il nome di diagnosi biologica. La ricerca e l identificazione di parassiti responsabili di malattie si avvalgono di tecniche di laboratorio e prove sperimentali. Poiché la maggior parte dei parassiti (di natura vegetale) è scarsamente o per nulla visibile ad occhio nudo, lo strumento base di diagnosi è il microscopio. L esame non di rado può essere condotto a fresco, semplicemente preparando un vetrino e prelevando materiale dalle zone infette: si potranno così osservare, ad esempio, ife e spore (queste ultime di particolare valore diagnostico) e, in sezioni tissutali, altri tipi ancora di formazioni. Se si tratta di micopatia, ma in assenza di fruttificazioni del patogeno, queste possono essere indotte mediante la semplice 237 Capitolo 6 tecnica della camera umida oppure isolando e coltivando il fungo su idoneo substrato artificiale [ 39 ]. Nell evento patologico vi sono aspetti biologici e fisiologici da considerare: ad esempio nell addolcimento dei tuberi di patata, che si verifica quando la temperatura rimane per lunghi periodi compresa tra 0° e 5 °C, lo stimolo biologico è dato dal freddo che ostacola i processi respiratori delle cellule, mentre quello fisiologico consiste nella diminuita utilizzazione dei carboidrati in quanto a quelle temperature l amido viene trasformato in zuccheri semplici più rapidamente di quanto questo venga metabolizzato nei processi ossidativi della respirazione cellulare. L analisi delle alterazioni funzionali costituisce la diagnosi funzionale. Nei fitopatogeni, che comprendono tipi a patogeneticità diversa per cause genetiche, si può ricorrere a prove di infezione sperimentale. L impiego di piante indicatrici ha rappresentato una metodica diagnostica molto importante nel recente passato: essa sfruttava l attitudine di determinate piante a rispondere con sintomi ben caratterizzati a infezioni di definiti microrganismi, e indubbiamente presentava il vantaggio di essere economica e semplice. Attualmente trova ancora un certo impiego nella diagnostica dei virus e si presta inoltre al rilevamento di inquinamenti atmosferici. I principi fin qui descritti si riferiscono alla diagnostica tradizionale. d c a b e f 0140.Parte2_Cap_06.indd 237 39 La diagnostica fitopatologica attualmente si avvale sempre più di tecniche di laboratorio in grado di determinare con precisione specie e varietà patologiche dei patogeni. Le foto illustrano le metodologie più frequentemente impiegate. In (a) sintomo osservabile in campo di un attacco di moniliosi su albicocco, in (b) osservazione allo stereomicroscopio del micelio fungino nel tessuto colpito, in (c) i caratteristici conidi a catenelle di Monilia sp., in (d) primo isolamento di frammenti dal tessuto infetto, in (e) re-isolamento in purezza, in (f) esito della diagnosi per amplificazione del DNA che individua con sicurezza la specie (Monilia laxa). (Cortesia: SFRRegione Piemonte b-c; Università Torino DISAFA d-e-f ). 26/02/21 17:03

NUOVE Biotecnologie Agrarie e Biologia Applicata
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