Parte 2 224 Agroambiente, Produzioni vegetali e Difesa delle colture I CONTATTI CON L AMBIENTE ESTERNO Il corpo della pianta presenta una superficie a contatto con l esterno, da cui è separata per mezzo di rivestimenti di materiali tissutali che possono variare in rapporto alla tipologia della pianta coltivata o semplicemente al suo stadio di crescita (che può essere lo stadio erbaceo o quello legnoso). Le piante erbacee e le foglie di quelle arbustive e arboree posseggono una cuticola, spessa solitamente non più di 1 micrometro, ricoperta esternamente da uno strato ceroso, la pruina. La cuticola si àncora alla parete delle cellule dell epidermide insinuandosi tra le pareti radiali con i cosiddetti chiodi; il materiale di cui è fatta è detto cutina ed è composto da grassi idrossilati e polimerizzati: è quindi una sostanza idrofoba, più o meno ispessita a seconda dell habitat della specie botanica (spessa nelle xerofitiche degli ambienti secchi, sottile in quelle che vivono in ambienti ombrosi e umidi). La cutina è certamente resistente e costituisce la naturale barriera all ingresso di organismi infettivi, ma può anche essere distrutta da enzimi prodotti dagli agenti patogeni. Inoltre, sulla superficie di rivestimento vi sono soluzioni di continuità naturali e indispensabili per regolare le attività fisiologiche essenziali alla pianta, rappresentate soprattutto dagli stomi, ma anche da idatodi e tricomi, potenziali vie di ingresso che sono in effetti sfruttate dai patogeni. Nelle piante arboree il tronco è rivestito dalla corteccia o periderma. Essa è formata nell insieme da un tessuto del fusto, il fellogeno, il quale produce verso l esterno il fellema, o sughero, e all interno il felloderma. Il sughero è un tessuto tegumentale pluristratificato, le cui cellule sono impregnate di suberina, una sostanza impermeabile come la cutina. In quanto tessuto di rivestimento, il sughero non presenta spazi intercellulari, ovvero soluzioni di continuità verso l ambiente esterno; tuttavia, come nell epidermide, sono presenti aperture naturali che permettono gli scambi gassosi, chiamate lenticelle, che possono essere utilizzate dai parassiti. Dunque, la corteccia costituisce un involucro protettivo la cui integrità, al pari di quella della cutina, costituisce una barriera per i patogeni e una garanzia di salute per la pianta. Altre soluzioni di continuità naturali nella superficie di separazione tra ambiente esterno e corpo interno della pianta si trovano in particolare sugli organi fiorali: stigmi, nettarii, microferite fisiologiche da deiscenza delle antere. Salute e produttività delle piante dipendono, ovviamente, oltre che dall integrità fisica e da un idonea disponibilità di luce, acqua ed elementi nutritivi, anche dal regolare svolgersi dei processi fisiologici e dell attività metabolica. La pianta è un organismo autotrofo, con crescita di tipo aperto, fisso al suolo: non può spostarsi alla ricerca di migliori condizioni o sottrarsi a interferenze di agenti abiotici e biotici, ma può solo adattarsi. Tramite le radici assorbe l acqua e gli elementi minerali nutritivi che vi sono disciolti. L acqua risale lungo il fusto, attraverso i vasi legnosi, raggiungendo l apparato fotosintetico, costituito essenzialmente dalle foglie e dalle parti verdi dei germogli. Da qui la linfa elaborata si ridistribuisce ai vari distretti ridiscendendo fino alle radici attraverso i vasi cribrosi. Ai fini 0140.Parte2_Cap_06.indd 224 della sopravvivenza vegetativa della pianta, radici, fusto e foglie devono poter funzionare sempre e contemporaneamente, poiché una compromissione grave di uno solo di questi organi metterebbe a rischio la vita stessa della pianta. Molte piante di interesse agroalimentare vengono coltivate non per sfruttare la loro massa, ma per raccoglierne alcune parti, in particolare le fruttificazioni: in questo caso l attività riproduttiva delle piante coltivate coincide, dal nostro punto di vista, con l aspetto economico-produttivo. Di conseguenza molte avversità non si riferiscono solo a compromissioni della salute della pianta come organismo, ma riguardano anche le alterazioni e i danni a carico dei frutti, sia quando sono sulla pianta sia quando vengono successivamente immagazzinati come derrate alimentari. Nel settore floricolo e delle piante ornamentali in genere, sono oggetto di provvedimenti di lotta anche quelle alterazioni che pregiudicano l aspetto estetico-ornamentale del fiore o della pianta e talvolta anche del frutto, anche quando non sono gravi per la pianta. In questo caso l aspetto esteriore della pianta è in stretta correlazione con il valore commerciale del prodotto. Rapporti con gli organismi dannosi La pianta è sottoposta a incessanti attacchi da parte di organismi parassiti ostili e a questi si oppone sviluppando diversificate strategie di difesa. In natura, pianta e patogeni convivono: la coevoluzione tra ospite e parassita ha portato a un equilibrio tale per cui la pianta raramente muore e l incidenza delle malattie è bassa. In agricoltura, invece, la coltivazione forzata, intensiva o estensiva di poche specie, se non di particolari varietà, ha rotto ogni equilibrio naturale. Gli organismi nocivi alle piante vengono usualmente suddivisi in agenti di malattia e agenti di danno. 2 Maculature fogliari (inglese: leaf spot) su foglia di iris da Mycosphaerella macrospora. 26/02/21 17:03