Le biotecnologie innovative a differenza delle biotecnologie tradizionali (che, derivando da secolari conoscenze naturalistiche e mediche dell’umanità, hanno trovato applicazione nel progressivo sviluppo della scienza e della tecnica per usi destinati principalmente all’alimentazione e alla cura della salute), riguardano la scoperta, l’ideazione e la realizzazione di procedure, strumenti e soggetti che in precedenza non esistevano.
Queste nuove tecniche permettono di manipolare in modo accurato e altamente selettivo organismi viventi partendo dalla comprensione del loro genoma, e sono capaci di modificarne l’informazione genetica e di manipolare in laboratorio altri materiali biologici (cellule, acidi organici, enzimi) per mettere a punto nuovi prodotti biotecnologici.
La possibilità di intervenire sulle cellule è ormai entrata, da anni, nel lavoro quotidiano di quasi tutti i laboratori di ricerca con la produzione di colture cellulari dette anche colture in vitro.
Esse, partendo da cellule, tessuti o organi espiantati dall’organismo, costituiscono una fonte pressoché inesauribile di materiale di studio abbondante e omogeneo poiché continuano a svolgere le loro funzioni per un periodo di tempo, che può essere in taluni casi anche illimitato. Il termine in vitro, che sta ad indicare le colture cellulari e di tessuti al di fuori dell’organismo in condizioni fisiologiche artificiali, si contrappone al termine ex vivo che designa procedure in cui del materiale vivente, ad esempio il sangue, viene prelevato per essere trattato, e dopo la coltivazione in un incubatore reimmesso in tempi brevi nel corpo.
Le colture cellulari, sviluppate in laboratorio attraverso condizioni di rigorosa sterilità, si impiantano (a partire anche da minuscoli frammenti) su un terreno di coltura adatto al tipo di cellule, che per questo differisce a seconda che si operi con cellule vegetali o animali: pesci, anfibi, rettili, uccelli o mammiferi.
I terreni di coltura in genere sono sintetici, costituiti da sostanze fondamentali (amminoacidi, zuccheri, vitamine, sali inorganici, ecc.), sciolti in soluzione a pH e a pressione osmotica controllati. I vantaggi di tali colture derivano dal fatto che rappresentano sistemi molto semplici e facilmente riproducibili, e oltretutto consentono di analizzare i meccanismi cellulari in un ambiente altamente controllabile dall’operatore [ 2 ].
Sono sistemi abbastanza economici e rapidi nel tipo di risposta che ci possono dare e hanno disponibilità molto elevata e costi contenuti; inoltre, nel caso di colture cellulari animali, possono almeno in parte evitare il sacrificio di animali da esperimento.