Fin dalla notte dei tempi, quando da semplice raccoglitore di frutti ed essenze naturali, o cacciatore di animali selvatici, è diventato agricoltore e allevatore, l’uomo ha conservato le piante più produttive, che davano i frutti più dolci e saporiti, e ha allevato gli animali migliori che potevano fornirgli carne, latte e uova.
L’agricoltore primitivo ha scelto, conservato e utilizzato per l’anno successivo le sementi più produttive del suo raccolto, senza avere nessuna idea di cosa le avesse rese migliori, ma attuando progressivamente, in questo modo, un vero e proprio miglioramento genetico. Inoltre, la scoperta che il cibo, dopo “maturazione” cambiava sapore e poteva essere conservato più a lungo ha fatto compiere un passo avanti: l’uomo ha utilizzato i microrganismi per la trasformazione degli alimenti come vino, pane, birra, formaggio, yogurt, oltre che per produrre foraggio per gli animali e fertilizzanti per l’agricoltura [ 1 ].
A questi primitivi utilizzi si può far risalire la nascita e lo sviluppo di quelle che oggi sono conosciute con il nome di biotecnologie (termine utilizzato al plurale per indicare la pluralità di tecnologie sviluppate e i relativi ambiti di applicazione).
La definizione che l’Organizzazione per la Cooperazione e lo Sviluppo Economico (OCSE) dà delle biotecnologie è “applicazione della scienza e della tecnologia agli organismi viventi o a parte di essi per ottenere beni e servizi al fine di migliorare la qualità della vita dell’uomo”.
L’agricoltura, la zootecnica, l’allevamento, lo sfruttamento delle attività fermentative dei microrganismi fanno parte delle biotecnologie classiche o tradizionali, così definite per distinguerle dalle moderne tecniche di manipolazione del DNA.
Sono biotecnologie classiche le fermentazioni che fanno uso di lieviti o batteri per la produzione di alimenti e il miglioramento genetico ottenuto attraverso la selezione l’incrocio, l’ibridazione e la mutagenesi. Queste tecniche, consolidate ormai da millenni, si basano sulla ricombinazione naturale del tutto casuale, sfruttando processi come il crossig over, la fecondazione, le mutazioni.
Anche le biotecnologie moderne sono legate a meccanismi di selezione degli organismi, ma sono in grado di superare le barriere che separano tra loro le specie, al punto che si possono operare trasferimenti di geni tra tutti i tipi di organismi e modificarne le caratteristiche genetiche.
La differenza più rilevante tra le biotecnologie tradizionali e le biotecnologie innovative consiste nel diverso livello di conoscenza e consapevolezza rispetto ai meccanismi che ne sono alla base. L’uomo primitivo, attraverso processi lenti e spesso insufficienti, operava selezioni in base ai cambiamenti che comparivano per caso, procedendo per tentativi ed errori perché non conosceva i meccanismi della genetica e le ragioni per cui certi interventi potevano aver successo e altri no [ 2 ].