Mutazioni genomiche
Durante la meiosi le coppie di cromosomi omologhi vengono separate e un membro di ogni coppia migra al polo opposto del fuso; essi però non migrano assieme e quindi vengono inclusi a caso in un genoma o nell’altro [ 64 ].
Il riassortimento può avvenire in modo errato: ad esempio nel caso di difetto nei sistemi di microtubuli che separano i cromosomi, questi si dirigono verso lo stesso polo facendo modificare lo stato aploide (n) in diploide (2n), triploide (3n). Le mutazioni genomiche sono più frequenti nei vegetali che negli animali.
Variando il numero dei cromosomi, di solito varia la quantità di materiale ereditario e si può avere:
• aneuploidia, se c’è stato l’aumento o la diminuzione di uno o più cromosomi. Si parlerà di: nullosomici (2n - 2), trisomici (2n + 1) ecc.;
• poliploidia, se si è avuta moltiplicazione o dimezzamento di tutti i cromosomi, cioè dell’intero genoma. Se il numero di cromosomi si dimezza si avranno aploidi (n); se si moltiplica, triploidi (3n), tetraploidi (4n), esaploidi (6n) [ 65 ].
Nelle piante è molto importante ottenere individui
poliploidi che hanno dimensioni maggiori. La poliploidia può essere indotta artificialmente impedendo la formazione del fuso mitotico e quindi la separazione dei cromosomi.La sostanza più usata per indurla è la colchicina che blocca la mitosi di qualsiasi tessuto. Una mitosi bloccata torna allo stato precedente di riposo, ma siccome il DNA si è già replicato, il nucleo contiene il doppio di materiale genetico e alla mitosi successiva ci sarà il doppio dei cromosomi.
La poliploidia [ 66 ] è un meccanismo ben conosciuto, grazie al quale vengono prodotte nuove specie intervenendo sulla formazione dei gameti.
Si può parlare di autopoliploidia [ 67 ] quando il processo avviene per moltiplicazione del genoma di una stessa specie, di allopoliploidia quando dalla fusione di genomi di specie diverse si ottengono ibridi [ 68 ]. Quasi la metà delle Angiosperme ha avuto origine tramite poliploidia.
In alcuni casi i poliploidi sono sterili, ma ciò torna a vantaggio, come nelle piante da frutto, dove la presenza dei semi può diminuire il valore commerciale (melo, banano, arancio).